Capitolo 5

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Il ragazzo aprì lentamente gli occhi cercando di abituarsi alla luce presente nella stanza, la testa gli batteva come un martello pneumatico e si sentiva incredibilmente stanco, così dopo essersi seduto si stropicciò gli occhi cercando di capire la situazione.
La sua mente andò in allarme nel momento in cui sentì delle voci sconosciute ma familiari nell'altra stanza, era una cosa che apparentemente lo stava facendo impazzire... perché tutto gli sembrava così familiare?

Il giovane tentò di teletrasportarsi, ma il suo tentativo fu inutile, quella parola lo innervosiva particolarmente.
Beh almeno era sicuro che la Commissione non l'aveva ancora trovato, anche perché se l'avesse fatto ora come ora non si ritroverebbe a dormire con uno straccio bagnato in testa, probabilmente per la febbre. Notò anche che le ferite sulle braccia erano state medicate, e questo per quanto fosse un buon gesto, fece infastidire il giovane perché voleva dire che qualcuno l'aveva toccato, aveva visto le sue ferite...E questo non andava bene.

Doveva andarsene da qui, avrebbero chiamato qualcuno per interrogarlo e sapere come si fosse procurato quelle ferite.
Frettolosamente si alzò dal letto ma cadde sul pavimento subito dopo, le voci nell'altra stanza si fermarono.

Nonono l'avevano sentito

Il giovane indietreggiò mentre un uomo grande e grosso entrò nella stanza seguito da altre persone, tante persone, troppe persone.
Quando l'uomo grosso si avvicinò lentamente a lui, il ragazzo tirò fuori un coltello che aveva trovato vicino al letto e lo punto sulla sua gola.
Il messaggio era chiaro:

"Osa anche solo avvicinarti e giuro che ti ammazzo."

<<Wowo Cinque ma che cavolo...>> Esclamò l'uomo sorpreso mentre alzava le mani.

Cinque... Ancora quel nome.

Il giovane corrugò la fronte, perché tutti lo chiamavano così? Forse erano pazzi o forse era lui quello con qualche rotella fuori posto, o forse entrambe le cose.... sbuffò per i pensieri insensati che la sua mente stava facendo prima di concentrarsi sui ragazzi dietro l'uomo che stava tutt'ora minacciando con un coltellino.

Ancora questa sensazione
Erano tutti così familiari

A prima vista notò che tutti loro lo osservavano con preoccupazione, nulla di eclatante date le circostanze...la cosa che lo turbava è che la loro era una preoccupazione eccessiva, insomma...tre di loro stavano per piangere.

Forse erano troppo sensibili eppure il ragazzo aveva la sensazione che ci fosse qualcos'altro sotto.

<<SeriamenteDiego hai lasciato il tuo coltello vicino a lui?>> Una ragazza dalla pelle scusa e una cicatrice sul collo rimproverò un'altro ragazzo "Diego"... è così che si chiamava.

Anche questo nome gli era familiare...
Gli faceva male la testa

<<Scusa Allison me lo sono dimenticato, poi che ne sapevo che l'avrebbe usato per minacciarci.>> Spiegò Diego mentre una ragazza al suo fianco si avvicinò pericolosamente al "bambino" sorpassando anche l'uomo grosso.

Il ragazzo voleva colpirla e probabilmente l'avrebbe fatto senza problemi ma qualcosa dentro di lui lo frenò, non voleva fare del male a queste persone e non capiva il perché, è sempre stato vigile e spietato anche sotto tortura colpendo i suoi rapitori a morte se questo serviva per fargli capire che non si sarebbe mai abbassato al loro volere.

Si sentì improvvisamente così piccolo e fragile.

<<Cinque...ti ricordi di me?>> Chiese la ragazza che si era appena avvicinata a lui, accovacciandosi per guardarlo meglio, si vedeva preoccupazione dietro il suo sorriso. Il "tredicenne" gli diede uno sguardo confuso e la ragazza smise di sorridere in quell'istante mostrando solo una preoccupazione immensa.

<<Il tuo nome è Cinque, sei nostro fratello. Veramente non ti ricordi nulla?>> Chiese Diego sorpreso mentre Allison provava in tutti i modi di trattenere le lacrime... così si avvicinò a Cinque, affiancando Vanya e con voce roca disse
<<Dammi la mano, non vorrai mica stare seduto sul pavimento ancora per molto? Scommetto che hai fame.>> Il ragazzo o meglio "Cinque" perché a quanto pare era questo il suo nome, si ritrovò ad osservare la mano che Allison gli aveva appena porto con sguardo perplesso, non sapeva se accettarla o meno...e la storia che gli avevano raccontato era ridicola, chi chiamava il loro figlio con il nome di un numero? Eppure al ragazzo il nome "Cinque" piaceva, come se gli appartenesse.
<<Non vogliamo farti del male.>> Lo incitò Luther nel vedere che il bambino non stava avendo una reazione, così Cinque si alzò in piedi ma senza afferrare la mano di Allison, quest'ultima ci rimase un po' male ma si riprese subito dopo e condusse il loro piccolo fratellino in cucina.

<<Ti ho preparato del caffè nero, il mio nome è Klaus.>> Disse il ragazzo che era stato in silenzio per tutto il tempo, Cinque non sapeva perché...ma nel suo sguardo poteva vedere sensi di colpa.

Guardò il caffè davanti a lui, avevano seriamente preparato del caffè nero a un bambino? Quanti problemi...a mala voglia lo assaggiò e per un attimo si sentì bene, più tranquillo e rilassato...okay il caffè nero era decisamente il suo nuovo "alimento" preferito.






Corri Ragazzo Corri 2- Ricordi in frantumi TUADove le storie prendono vita. Scoprilo ora