Una telefonata

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Nella stanza di Greta c'era una linea telefonica privata, l'unica della casa. A Greta sembrava strano che gli Heelshire non avessero il telefono, ma...Ehi, linea telefonica privata!

Dopo essersi infilata i pantaloni del pigiama e una maglietta sbiadita, Greta la usò per telefonare alla sua amica Sally.

Sally rispose dopo tre squilli. – Pronto? -. In sottofondo, Greta sentì la sigla di Dottor Who.

- Ciao, Sally.

- Greta! Allora? Voglio sapere tutto! – la travolse Sally.

Greta sorrise. Era una cosa che amava di Sally: ogni cosa che succedeva a te, era come se succedesse contemporaneamente anche a lei. Amava i tuoi amici e odiava i tuoi nemici più di quanto non li amassi tu o li odiassi tu. Purtroppo, questa grande empatia la rendeva incapace di dare consigli obiettivi, ma Greta le voleva bene lo stesso.

- Be', da dove cominciare? – disse. – Non è come mi aspettavo.

- In che senso?

- Ecco...La casa è enorme. È praticamente un castello.

- Questo lo sapevi già, no? – disse Sally impaziente. – Loro come sono?

- Molto...Aristocratici. Gentili. Un po' strani, forse. Diciamo, vecchio stampo.

- Tipo Downton Abbey?

- Sì, una specie.

- Okay. E il bambino? Bach o come si chiama.

- Brahms.

- Quello che è. È aristocratico, gentile, un po' strano, vecchio stampo anche lui? Il piccolo lord Fontleroy?

- Uhm, non è esattamente piccolo.

- In che senso? È alto?

- Sì, è molto alto, ma il fatto è che è più grande di quello che pensavo.

- Cioè? Dieci anni? Dodici? Oh, Signore, non dirmi che è un adolescente. Ha ancora bisogno della babysitter?

- Ha ventotto anni.

- Scusa, come? Non ho sentito – disse Sally. Greta la sentì abbassare il volume della TV. – Puoi ripetere?

- Ha ventotto anni – disse Greta.

Ci fu un minuto buono di silenzio. Poi Sally rise. – Divertente. Dai, quanti anni ha?

-Ventotto, Sally. Non sto scherzando.

Sally smise di ridere. – Ventotto? Ma...Ma sono matti? È più vecchio di te! È disabile, o qualcosa del genere? Ti potevano avvertire prima, non ci vuole un professionista?

- Non è disabile. In realtà, mi sembra perfettamente sano.

- Anche...Mentalmente?

Greta dovette riflettere qualche secondo prima di rispondere. In effetti, Brahms non le aveva dato alcun motivo di pensare che fosse pazzo, o simili. E se aveva qualche "ritardo cognitivo", come aveva detto suo padre, lei non l'aveva notato. Brahms le era sembrato intelligente. Molto intelligente. Forse troppo. – Mi sembra...sano – ripeté, in mancanza di un termine migliore per definirlo.

-Allora non sei stata assunta come babysitter, cara Greta, ma come dama di compagnia.

Greta si passò il telefono all'altro orecchio. – Suo padre dice che ha dei problemi.

-Che genere di problemi? -. Il tono di Sally si era fatto guardingo. - Non hai detto che ti sembra normale?

- Sì, ma...-. Ma cosa? "M'inquieta profondamente?". – Non è stato specifico.

- Greta, non sarà pericoloso?

- Brahms non è pericoloso.

-Come non era pericoloso Cole? – domandò Sally.

Greta rimase in silenzio.

-Scusa, Greta – mormorò Sally. – Non volevo ricordartene. Il fatto è che Cole è passato a casa mia, oggi.

Greta sentì il sangue salirle alla testa. – Come?

- Voleva sapere dov'eri.

- Non gliel'hai detto, vero? – gracchiò Greta.

- Pensi sia matta? Certo che no! – disse Sally.

Greta tirò il fiato. - Ho bisogno di questo lavoro – disse. – Proprio per lasciarmi Cole definitivamente alle spalle. Capisci?

- Sì. Certo – assicurò Sally. – Hai ragione. Ma chiamami spesso, d'accordo?

- D'accordo. Buonanotte, Sally -. Greta riagganciò il telefono. 

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