Brahms prende in mano la situazione

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-GREEETAAA!

Greta si svegliò di soprassalto. Si girò di qua e di là, confusa, e si accorse che Brahms non c'era più. Poi realizzò che l'ululato di Cole era rivolto a lei e che avrebbe fatto meglio a correre. Quando Cole schioccava le dita, bisognava sempre correre. Greta si odiò per la propria codardia, ma l'antico istinto di sopravvivenza che s'impadroniva di lei ogni volta che Cole urlava ebbe la meglio anche questa volta, anche dopo tutto quel tempo. Greta corse.

Irruppe nel salotto. Cole era in piedi a un capo della stanza. Brahms era appoggiato alla parete accanto alla porta. Non indossava il pigiama, ma una canottiera sbiadita, un cardigan grigio, e un paio di jeans, evidentemente giudicando che terrorizzare Cole non richiedesse un abbigliamento formale.

-Oh, Greta – la accolse. – Vedo che sei così gentile da unirti a noi. Stavo spiegando a questo...signore...Che la sua presenza qui non è gradita né a te, né, soprattutto, a me. Gli stavo pertanto suggerendo di anticipare la sua partenza. E di farlo da solo.

-Gli hai spifferato tutto? – Cole assalì Greta.

Lei scosse freneticamente la testa. – No!

- E allora come fa a saperlo?

- Oh, io so sempre tutto, Cole – disse Brahms piano. – So quello che le hai detto...So quello che le hai fatto...E so cosa succederà se non esci immediatamente da casa mia. E ti assicuro che non sarà piacevole. Per te, almeno.

- Tu...tu...Mi stai minacciando? – ringhiò Cole.

- Sì – rispose Brahms. – E io metto sempre in atto le mie minacce.

Cole guardò Greta, come aspettandosi che lei dicesse a Brahms di piantarla, ma Greta era troppo spaventata per spiccicare parola. Una parte di lei voleva che Brahms la smettesse. Una parte molto più consistente voleva che continuasse.

Capito che non avrebbe ottenuto nessun aiuto da Greta, Cole se la prese con Brahms. Fece un passo verso di lui. Brahms, più alto di Cole di tutta la testa, lo guardò senza muoversi di un millimetro.

-Senti, bello – disse – ho spaccato la faccia a tipi molto più pericolosi di te.

Brahms sorrise, perché Cole non aveva idea di quello che stava dicendo.

- Non mi fai paura – aggiunse Cole.

- Davvero? Allora il modo in cui ti sei svegliato urlando, quando sono entrato in questa stanza, non ha niente a che vedere con la scritta "VAI VIA" che hai visto scritta sopra la tua testa?

Cole istintivamente guardò il soffitto.

- Parlo di quella dell'incubo – chiarì Brahms. – Quella scritta col sangue.

- Come fai...? -. Cole aveva gli occhi fuori dalle orbite.

- Te l'ho detto. Io so tutto. Io posso tutto. Vattene finché sei in tempo.

- Ti prego – pigolò Greta – fai come ti dice.

Cole guardò da lui a lei. Poi nei suoi occhi s'insinuò un'espressione che Greta conosceva fin troppo bene. D'istinto, si portò le mani sulla pancia, anche se non c'era più nessun bambino da proteggere.

– Ho capito cosa state facendo – sibilò Cole. – Voi due vi siete messi d'accordo con questa sceneggiata per spaventarmi, vero? Be', vi ha detto male! Ne ho avuto abbastanza-. Ricominciò ad avanzare verso Brahms. Quest'ultimo evidentemente non vedeva l'ora che Cole commettesse una sciocchezza del genere e si staccò dal muro, ma Greta si tuffò in mezzo.

- Levati di mezzo, Greta! – ringhiò Cole.

- No! – rispose Greta spintonando indietro Brahms.

- Greta, non sto scherzando. Spostati! -. Cole l'afferrò per un braccio e la spinse via con forza.

Greta gli si aggrappò addosso, disperata. -No! – strillò. – No, Cole, no!

Cole la spinse a terra. Brahms si raddrizzò in tutta la sua altezza, furibondo, ma fu prevenuto da Malcolm che, spuntato apparentemente dal nulla, balzò nella stanza, inveendo contro Cole: - Adesso basta! Prendi le tue cose e vattene di qui!

Greta strisciò verso Brahms mentre Cole se la prendeva con Malcolm.

-Sai, sembra che tutti qui abbiano una gran fretta che io me ne vada!

Brahms aiutò Greta ad alzarsi. – Stai bene?

Greta annuì.

-Magari – sbraitava Cole – anche tu sei d'accordo con loro due!

Malcolm spostò lo sguardo da lui a Greta, senza capire.

-Oppure anche tu mi racconterai che questo svitato qui è una specie di pericoloso mostro?

Greta fece un altro tentativo di impedire alla situazione di degenerare. – Cole, non capisci cosa sta succedendo. Brahms...

-No, io capisco esattamente cosa sta succedendo! – la interruppe Cole, incombendo su di lei.

Brahms disse: - Se tocchi di nuovo Greta, te la vedrai con me.

Fu la goccia che fece traboccare il vaso. Cole saltò addosso a Brahms. Brahms fece appena in tempo a spingere via Greta dalla traiettoria, prima che Cole lo travolgesse, facendogli perdere l'equilibrio e mandandolo a sbattere contro il muro, vicino allo specchio. Brahms sbatté la testa e Cole lo scaraventò a terra, poi si voltò, trionfante, a guardare Malcolm, che aveva le mani nei capelli, e Greta, che invece le aveva premute sulla bocca.

-Visto? – disse. – A quanto pare, non era così pericoloso, no?

Gli rispose un tonfo. Seguito da uno scricchiolio. Seguito da qualcosa che scorreva. Come se i mobili al piano superiore fossero caduti sul pavimento e stessero strisciando.

Brahms, alle spalle di Cole, si stava rialzando lentamente. 

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