Capitolo 9

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BANCA DI SPAGNA, PRESENTE

«È la moglie di Berlino.» Tokyo risponde al mio posto alla domanda di Bogotà.

La ringrazio con tutto il cuore perché con le sue parole è riuscita a distrarmi dal vuoto che mi aveva afferrato il cuore. Non deve succedere mai più, non durante una rapina di queste proporzioni.

«Piacere.» dico con un sorriso.

«Berlino aveva moglie?»

Porca vacca, Helsinki è decisamente più grosso di quel che pensavo! Lo vedo uscire dal bagno e per un attimo mi chiedo come abbia fatto ad entrarci con la sua stazza.

«Cinque, io sono stata la prima.» rispondo in sua direzione. Ma al prossimo che mi ricorda dell'infedeltà di mio marito gli stacco le gambe. «Tokyo.» mi rivolgo a lei perché credo sia l'unica assieme a Stoccolma con un po' di cervello qui in mezzo: «Dobbiamo riprendere a fondere l'oro, stiamo perdendo tempo. Alcuni dovranno stare di guardia qui con Nairobi, altri devono tornare con gli ostaggi, quelli che avete piazzato fanno pena.»

«Da quando sei tu a dare ordini?»
Palermo è sulla soglia della porta, almeno ha smesso di puntarmi l'arma addosso.

«Da quando voi avete iniziato a litigare come dei ragazzini.» rispondo secca.

«Qui dentro non conti un cazzo, Esme.»

Il rumore sordo dei miei tacchi è l'unico che si sente, c'è una tale tensione che persino la temperatura sembra scesa: «Conosco questo piano molto, molto meglio di te, Martìn. Devo ricordarti perché o ci arrivi da solo?»

Forse un tempo sostenere il suo sguardo mi metteva a disagio. O forse ero solo condizionata dai sentimenti che provavo per Andrés. Non volevo litigare con uno dei migliori amici di mio marito, ingoiavo il rospo solo per rispetto a lui e a Sergio. Ma adesso non c'è nessuno ad impedirmi di bruciarlo con lo sguardo.

È lui a perdere la sfida, abbozza un sorriso amaro poi se ne va a grandi passi, con gli insulti che echeggiano per il corridoio.

Sospiro, chiudo gli occhi e torno su Tokyo: «Non farti strane idee, non voglio comandare ma...»

«In che senso conosci il piano?» Denver non è il tipo che ama aspettare.

«Ha senso se era sua moglie.» a sorpresa di tutti è Bogotà a rispondere: «In un rapporto che funzioni, marito e moglie parlano, di solito.»

Non ricordo l'ultima volta in cui ho sorriso dolcemente, però è piacevole farlo di nuovo: «Già»

«Quindi cosa facciamo?» Meno male Tokyo non si perde in chiacchiere e arriva subito alla questione.

«Quello che ho detto poco fa: dividetevi in squadre, posso restare io con Nairobi.»

Tokyo annuisce girandosi verso la banda: «Denver, Stoccolma, tornate alla fonderia. Rio ed io andremo dagli ostaggi. Helsinki e Bogotà starete qui con Nairobi.» Tokyo si zittisce un attimo tornando a guardarmi con attenzione: «Non ti lascio da sola con la mia amica.»

Però...È più intelligente di quanto pensassi.

Morto per la Libertà - Casa di Carta fanfiction [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora