Capitolo 8

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FIRENZE, 6 ANNI PRIMA


«Ho vinto! Ho vinto!»

I monaci del monastero mi guardano malissimo, nonostante abbiano fatto voto di silenzio posso sentire i loro pensieri che mi mandano al diavolo.

I miei pezzi bianchi composti da cavallo, fante e Regina circondano il Re nero, Sergio osserva il tutto tirandosi su gli occhiali con un rapido gesto: «Beh, complimenti, una bella partita.»

«Fratellino, non è da te perdere a scacchi.» Andrés da lontano prende in giro Sergio e alza il bicchiere di vino in mia direzione: «Complimenti.»

Come risposta gli lancio un bacio...E ricambio lo sguardo d'odio di Martin.

«Ne facciamo un'altra?» chiedo iniziando a rimettere i pezzi al loro posto.

«Va bene.»

Giochiamo in silenzio, ogni tanto lancio un'occhiata a mio marito e al suo amico, sono abbastanza lontani per non sentirci: «Credi davvero che il colpo alla Banca di Spagna sia possibile?» chiedo a bruciapelo a Sergio.

Lui fa la sua mossa poi si prende qualche secondo per rispondere: «È indubbiamente una follia ma stiamo studiando tutto minuziosamente.»

Una risposta che non è una risposta. Classico. Sospiro abbozzando un sorriso: «E dimmi, cosa farai quando avrai la tua parte?»

Sergio sorride imbarazzato, è piuttosto carino quando lo fa: «Non ci ho ancora pensato.»

«Io prenderò Andrés e andremo a vivere su un'isola sperduta, solo io e lui, tutto il giorno a bere vino di classe e mangiare cibo dei migliori chef del mondo.» Noto che il suo imbarazzo si è trasformato in disagio, il che è sottolineato anche da una mossa sbagliata sulla scacchiera. «So che gli è stata diagnosticata una malattia letale.» continuo "mangiando" uno dei suoi alfieri: «Me l'ha detto. E so anche che mi sarà infedele, che spremerà la sua vita fino all'ultimo secondo, che io sarò solo una parentesi che lui deciderà di aprire e chiudere a suo piacimento.»

«E allora perché stai ancora con lui?»

Da lontano, Andrés e Martin sono sempre più vicini, parlano come se io e Sergio non esistessimo. «Perché volte dobbiamo rassegnarci all'infedeltà di chi è affascinante se non vogliamo rischiare di perderlo.»

Continuiamo la nostra partita ma dura decisamente meno del previsto, adesso sono io quella distratta e Sergio ne approfitta perché in sole quattro mosse mi ha messa alle strette.

«Scacco matto.»

«Ti odio.»

Ci mettiamo a ridere e ancora una volta devo ricredermi sull'estetica del mio cognatino.
Peccato che, a differenza di mio marito, io sia una donna fedele.

Morto per la Libertà - Casa di Carta fanfiction [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora