Capitolo 35

376 19 4
                                    


BANCA DI SPAGNA, PRESENTE

***

Il colpevole teme la legge.
L'innocente teme la fortuna.
A volte si riconosce l'innocenza di una persona non dalla sua bontà, ma dal male che fa, a volte senza saperlo.

***

So quanto Martìn adori il potere così lo assecondo quando mi dice di andare a controllare la fonderia, gli tirerei un pugno in faccia al minuto tuttavia ho cose più importanti a cui pensare.
Non è prudente lasciarlo solo con Denver, ma Denver ha visto che non stiamo scherzando, Palermo gli sparerebbe davvero senza pensarci due volte. Io sarei un po' più clemente.

Forse.

E così, sempre scalza e tenendo i muscoli ben rigidi ad ogni passo, prendo l'ascensore in direzione fonderia, vorrei avere un orologio per rendermi conto se in tutto questo trambusto stiamo perdendo tempo o meno. Col senno di poi forse quel codardo di Sergio sarebbe stato utile, forse non avrei dovuto rompere l'auricolare.
Il din dell'ascensore interrompe il breve flusso di pensieri avvisandomi che sono arrivata al piano desiderato, pochi passi e apro la porta della fonderia.

Vengo accolta con una serie di armi puntate addosso, alzo le mani e tutti le riabbassano, probabilmente avranno temuto fossi Gandìa.
Do una rapida occhiata in giro, la fonderia è stata costruita alla perfezione così come alla perfezione si muovono tutti i presenti al comando di una Nairobi in modalità Generale. Ammaliata osservo la capsula costruita per entrare nel caveau, la sfioro appena con le dita, immaginando cosa potrebbe dire Andrés se fosse qui.

«Cos'è successo, perché sei sporca di sangue e senza scarpe?» la domanda di Tokio ha fermato i principali componenti della banda, ora i loro occhi sono puntati su di me mentre le formiche operaie continuano il loro lavoro.

«Ah si, c'è stato un piccolo problema di sopra.» rispondo con sufficienza.

«Problema, che problema?» borbotta Helsinki.

«Gli altri stanno bene?» gli fa eco Bogotà.

Sospiro abbozzando un sorriso: «Mi è sfuggita la mano e ho ucciso Gandìa.» lancio uno sguardo a Nairobi: «Te lo avevo promesso, no? Quel bastardo non ti minaccerà mai più.» le faccio un occhiolino e il mio sorriso diventa ampio e allegro.

Forse un po' troppo allegro.

***

Ma può essere considerato davvero innocente qualcuno che uccide per un nobile scopo come salvare un'altra vita?

***

Morto per la Libertà - Casa di Carta fanfiction [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora