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"facciamo colazione insieme?" mi aveva chiesto Marina quella mattina ed era proprio per quello che ero seduta davanti l'entrata del bar ad aspettarla, aveva già dieci minuti di ritardo.

Il mio stomaco brontolava, erano quasi le dieci e mezza e io, ancora non avevo mangiato nulla.

Dopo altri cinque minuti ad aspettarla, Marina era finalmente davanti a me, ma non era sola, di fianco a lei c'erano Gionata e Luca che sembrava non fossero lì per caso.

Dopo altri cinque minuti avevamo occupato un tavolo in un angolo del bar, ero seduta tra la mia migliore amica e il suo ragazzo, Luca era seduto di fronte a me ed era piuttosto silenzioso, tra le mani aveva il telefono che continuava a girare e rigirare.

Il mio sguardo era basso e il buco che avevo nello stomaco era ormai chiuso, Marina parlava allegramente con Gionata mentre io e Luca non avevamo ancora detto neppure una parola.

Qualche volta i suoi occhi si posavano su di me, sembravano quasi spenti e privi di speranza.

Avevano appena portato le nostre ordinazioni quando alzai lo sguardo su di lui e i nostri occhi si incrociarono.

Tutto quello che era intorno a noi passò in secondo piano, le voci erano lontane, ed era come se tutta la gente presente non ci fosse più, ma poi i suoi occhi si abbassarono e bruscamente tornai alla realtà, Marina e Gionata stavano discutendo, stavano litigando e io non mi ero accorta di nulla.

La voce di Marina era ad ogni frase più alta e a quel punto tutte le persone che c'erano, stavano guardavano noi, quei due stavano dando spettacolo e non se n'erano accorti anzi, non se ne preoccupavano minimamente.

Dopo pochi secondi Marina stava camminando a passo veloce verso l'esterno del locale e Gionata le andava dietro cercando di fermarla, le persone continuavano a seguirli con gli occhi fin quando scomparvero dalla vista di tutti, rifugiandosi dietro un muro.

Tutti tornarono a fare quello che stavano facendo fino a qualche minuto prima mentre tra me e il ragazzo che avevo di fronte, continuava a regnare il silenzio fin quando lui non mi rivolse la parola e finalmente dopo quasi cinque mesi, sentivo di nuovo la sua voce.

"come mai litigavano?" aveva chiesto con voce bassa e con lo stesso tono io avevo risposto "non lo so" e lui, aveva sorriso mentre scuoteva la testa, poi era tornato a guardarmi e i suoi occhi brillavano di nuovo.

Dopo quasi dieci minuti di attesa Gionata e Marina sbucarono di nuovo dalla porta del bar, lui aveva un braccio intorno alle sue spalle, la guardava con il sorriso sul viso mentre lei sembrava la persona più felice e spensierata della terra.

Quando entrambi erano di nuovo seduti al tavolo, decisi di far sedere la mia amica vicino a Gionata però, non avevo calcolato che così facendo, io ero nel posto vicino a quello di Luca.

Quando finalmente eravamo fuori da quel bar, era quasi mezzogiorno e il cielo era pieno di nuvoloni grigi che sarebbero potuti scoppiare da un momento all'altro, l'aria era gelida e pungente, le strade più trafficate del solito e c'era gente ovunque.

Eravamo diretti a casa di Gionata, anche se io volevo tornare a casa.

Ero in macchina con Luca, Marina era in macchina con Gionata, non stavano litigando e di certo, non sarei stata io a rovinare quel momento di pace che avevano dopo tempo solo per i miei stupidi capricci, in macchina con Luca non volevo starci anzi, avrei preferito stare in qualsiasi altro posto del mondo però non potevo decidere e così, ero lì, seduta di fianco a lui, in silenzio.

La pioggia aveva iniziato a battere sui vetri della macchina con molta potenza, dopo soli pochi minuti le strade erano bagnate e i marciapiedi deserti, ogni tanto qualche tuono squarciava il silenzio rimbombando da qualsiasi parte.

Le macchine sfrecciavano veloci sull'asfalto scuro e bagnato, le goccioline di pioggia continuavano a cadere copiose e veloci giù dal cielo e un leggero odore di pioggia si era insinuato nella macchina pur avendo tutti i finestrini chiusi.

Eravamo fermi ad un semaforo rosso da qualche secondo e sembrava che il verde, non volesse proprio scattare, Luca aveva la testa poggiata sul palmo della mano ed io avevo appena sbloccato il telefono quando la nostra macchina venne scaraventata contro quella che era nell'altra corsia, il vetro dei finestrini andò subito in frantumi e il mio corpo si spinse in avanti per poi essere bloccato dalla cintura di sicurezza, la mia testa andò a sbattere violentemente contro il sedile e la mia vista si fece più sfocata, la mia testa iniziò a girare e il fiato quasi mi mancava, istintivamente spostai lo sguardo verso Luca che però non si muoveva, aveva gli occhi chiusi e la testa china verso di me, la sua tempia sinistra grondava sangue e la sua guancia era tagliata a metà da una linea rossa che sembrava profonda.

Era tutto confuso e per un momento mi sembrò la scena di un film che ti fa piangere lacrime su lacrime.

Le mie orecchie fischiavano e i suoni mi arrivavano ovattati e lontani, sentivo il rumore degli sportelli delle auto, qualcuno urlava, alcuni suonavano il clacson mente io ero impassibile a tutto, non una smorfia di dolore, non un grido, non una lacrima, niente di niente perché, non sentivo nulla ed era come se guardassi la scena da fuori, estraniata dal mio corpo ma non era così.

Mi usciva sangue dal naso e dalla fronte, sentivo il labbro tagliato e una scheggia di vetro nel collo, la cintura stringeva e sembrava che volesse segarmi la pelle, le gambe tremavano e le mani sudavano, mi sentivo sempre più debole e la mia vista si appannava sempre di più fin quando non apparvero tanti puntini neri, l'ultima cosa che sentii furono le sirene dell'ambulanza e poi, il buio.

heyyy
ve l'aspettavate che succedesse questo?
fatemi sapere quello che pensate con un commento❤️
e fatemi sapere se la storia vi piace lasciando una stellina✨

siamo quasi a 24mila visualizzazioni, non so cosa dire quindi grazie❤️❤️

love u❤️



𝓘𝓷𝓼𝓽𝓪𝓰𝓻𝓪𝓶 - 𝓒𝓪𝓹𝓸 𝓟𝓵𝓪𝔃𝓪Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora