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Avevo aperto gli occhi solo da qualche minuto e nella stanza già c'erano vari infermieri che mi facevano test di ogni tipo per cercare di capire le mie condizioni, erano passati tre giorni dall'incidente ed io, ero stata priva di sensi per tutto quel tempo.

Al mio risveglio, accanto a me, c'era mio padre che mi teneva la mano, erano le undici di sera ed era tutto molto silenzioso, nella stanza in cui mi avevano messa c'erano due letti ma solo il mio era occupato, le pareti erano di un azzurro molto chiaro e le coperte dei letti erano bianche, nell'angolo della stanza c'era un piccolo tavolino grigio con accanto due sedie del medesimo colore e un cestino nero.

Di fronte ai letti, c'era una grande finestra dagli infissi in legno di colore chiaro e nell'aria c'era un forte odore di pulito e disinfettante.

Dopo una decina di minuti nella stanza c'ero di nuovo solo io, in compagnia di mio padre che aveva gli occhi lucidi e stanchi, nell'ultimo periodo non l'avevo visto molto spesso a causa del suo lavoro e dei miei impegni, con passo svelto era tornato a sedersi nella sedia che era vicino al mio letto e aveva di nuovo stretto la mia mano nella sua.

«ho avuto paura di perderti» aveva sussurrato trattenendo le lacrime, continuando a tenere dolcemente la mia mano tra le sue.

«sono ancora qui» la mia voce tremava e i miei occhi bruciavano, un piccolo sorriso invase le sue labbra per poi contagiare anche le mie.

«Luca come sta?» avevo chiesto involontariamente abbassando di poco la testa.

«è messo molto peggio di te» aveva risposto spostando il suo sguardo verso la porta «dicono che tu sia stata molto fortunata» i suoi occhi si abbassarono sulle nostre nostre mani «lui è attaccato al respiratore» i miei occhi erano diventati più umidi appena quelle parole erano arrivate alle mie orecchie, non riuscivo a crederci «dicono che potrebbe svegliarsi ora come potrebbe svegliarsi tra un mese»

«per il resto sta bene?» la mia voce tremava più di prima e avevo tanta voglia di piangere.

«non lo so> un piccolo sospiro lasciò le sue labbra «quando siete arrivati erano quasi sicuri che lui non avrebbe superato la notte» i suoi occhi si erano appena spostati sul mio viso quando una ragazza dai capelli biondi e il camice bianco entrò nella stanza.

«mi dispiace interrompere ma deve lasciare la stanza» la sua voce era bassa e sottile «è quasi mezzanotte e l'ora delle visite è finita dieci minuti fà» con la mano destra aveva spostato i capelli dietro l'orecchio, aveva sorriso e poi era uscita richiudendo la porta alle sue spalle.

«ora torno a casa, ci vediamo domani» aveva lasciato un bacio sulla mia fronte e dandomi le spalle, era uscito anche lui dalla stanza.

Scusate, so che non ho aggiornato per tipo dieci giorni ma ho avuto molti impegni e proprio per questo, il capitolo con é un granché..

love u❤️

𝓘𝓷𝓼𝓽𝓪𝓰𝓻𝓪𝓶 - 𝓒𝓪𝓹𝓸 𝓟𝓵𝓪𝔃𝓪Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora