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Yoongi gemette.

Il letto sotto di lui si sollevava e tornava a sprofondare come se fosse stato un letto ad acqua.

Da quel movimento, il menta capì che doveva ancora trovarsi a bordo dello yacht.

L'ultimo ricordo che aveva, a parte il figlio di Park Mok chino su di lui che gli puntava una forbice da cucina al petto, era di essere salito sullo yacht e aver impugnato la Glock per difendersi dagli uomini di Park e che in quell'istante una mano gli aveva afferrato la caviglia e un successivo dolore lancinante alla spalla.

Provò a sollevare un braccio, ma una fitta gli attraversò la spalla strappandogli un gemito soffocato.

"Gli uomini di mio padre non sbagliano un colpo. Un proiettile dei loro ha fatto centro"

Yoongi aprì gli occhi e subito li socchiuse di fronte alla luce viva del lampadario sopra di lui.

Attraverso la fessura delle palpebre intravide il soffitto color sabbia della sua cabina, quel dettaglio lo rassicurò.

"Peccato che non abbiano colpito il cuore"

Yoongi sentì della collera malcelata in quella voce.

"Se qualcuno deve essere arrabbiato quello sono io!"

"Allora devo ringraziarti di avermi distratto invece che arrabbiarmi con te!"

"Di quale distrazione parli? Ero per terra sul fondo della barca"

"Ma ciò non ti ha impedito di afferrarmi la caviglia!"

"Dovevo forse stare a guardare mentre tu prendevi la mira per colpire mio padre e i suoi uomini?"

"Che stavano sparando contro di me e i miei!"

"Non me ne può fregar di meno di te e dei tuoi uomini e non mi fregava se venivano colpiti o uccisi"

"Dovresti dire grazie a quegli uomini per non averti gettato in mare"

Non avrebbero mai osato lanciare fuoribordo il signorino Park e se lo avessero fatto poi avrebbero dovuto vedersela con un Min Yoongi incazzato nero. Ma questo Jimin non doveva saperlo.

"Lo avrei fatto se tu non mi fossi caduto addosso!" disse Jimin scostando una ciocca rossa da davanti gli occhi e allargando le braccia girando su se stesso con lo sguardo sulla stanza "E come vedi sono in una situazione così di merda da non poter dire grazie!"

"dovresti essere grato di essere ancora vivo!"

"Anche te!"

Yoongi sapeva che quel rosso dalla lingua lunga avrebbe ribattuto a qualsiasi cosa avesse detto.

In un altro memento e in una situazione diversa avrebbe potuto anche divertirlo.

Ora però, il rosso era un prigioniero, non un ospite, e la sua testardaggine non faceva altro che aumentare il suo mal di testa.

Senza curarsi della ferita alla spalla, si sollevò a sedere e chiamò ad alta voce chi avrebbe dovuto aiutarlo.

"Namjoon!!!""

L'uomo apparve immediatamente sulla soglia della cabina come se fosse rimasto lì dietro ad origliare.

"Mint! sei sveglio!"

"Ma Noooooo, non mi dire!??!" lo schernì serio Yoongi "Non potevi trovare un altro posto per...?"

In quel momento non riusciva a ricordare il nome del ragazzino dai capelli rossi che lo guardava in cagnesco dalla sua posizione sulla poltrona.

SOLE DI MEZZANOTTE  [_《Y○○NMIN》_]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora