Avevano litigato, pensò Ron quando la sera dopo il loro incontro si ritrovò con i compagni davanti alla casa dei Tonks.
Harry e Draco erano silenziosi. Erano arrivati con un livido a testa sulla faccia, più precisamente sullo zigomo, quindi si erano almeno tirati un pugno…e poi fra loro aleggiava una tensione che si tagliava col coltello. Come quando erano stati ragazzini, a Hogwarts.
Decisamente Potter aveva raccontato al suo vecchio nemico la faccenda di Hermione.
Erano insopportabili quando litigavano perchè tornavano ai tempi in cui avevano avuto tredici, quattordici anni. Si dimostravano un odio feroce che aveva radici profonde nel passato e non si risparmiavano cattiverie, di nessun tipo.
- Mi sa che non l’ha presa bene.- mugugnò Edward sarcastico, accendendosi una sigaretta.
Ron, che gli stava a fianco, sospirò ma quando arrivarono sul portico della casa non si azzardò a dire più nulla che non riguardasse il lavoro, anche perché se il moro rispondeva con voce tagliente, il biondo lo faceva a monosillabi, sillabando una futura Maledizione Senza Perdono.
E non sembravano proprio in vena di scherzi.
Elettra salutò i ragazzi con un gran sorriso che poi si tramutò in una smorfia agitata quando Ron le chiese, con uno sguardo, come andava fra quei due. Un disastro. E non migliorò quando arrivò anche Blaise.
Entrarono nella casa, passando fra le braccia stitolanti di Ninfadora che doveva andare a lavoro, purtroppo, e giunti in salotto trovarono una compagnia abbastanza allegra.
Remus Lupin stava in piedi accanto alla finestra e parlava con Andromeda mentre Sirius, tanto per cambiare, si stava facendo gli affari suoi seduto in poltrona accanto al caminetto, leggendo svogliatamente un giornale.
- Ciao Paddy.- gli disse Harry raggiungendolo.
- Oh, ciao.- Sirius alzò appena gli occhi grigi, sorridendogli con calore – Livido nuovo?-
Potter preferì non rispondere, così Black lo lasciò perdere, almeno per il momento, e salutò tutti gli altri che in effetti non vedeva da un pezzo, specialmente Elettra e Ron. Finiti i convenevoli e l’aperitivo, si spostarono nella sala da pranzo apparecchiata con cura e con qualche candelabro acceso qua e là.
- Gigì vi ha fatto impazzire per caso?- chiese la Baley, una volta a tavola.
Sirius stava a un capo, Andromeda all’altro. Gli altri sparsi ma Harry e Draco erano proprio l’uno davanti all’altro.
I ragazzi invece sembravano far di tutto per tenere viva la conversazione, eppure sia i due Black che Remus si accorsero che oltre ai lividi, c’era qualcos’altro in sospeso.
- No, Gigì se ne stava buona solo con Remus purtroppo.- iniziò Sirius, deciso a far scoppiare le due pentole in ebollizione – Mi sono divertito di più con Pinky comunque. Lo sai che ha naso per i tartufi?-
Edward alzò gli occhi dall’arrosto, fissando Black sconvolto e divertito – Hai portato il maiale di Elettra a caccia?-
- A West Gold Lake trovava i funghi.- si scusò Sirius.
- Si, peccato fossero velenosi!- frecciò Lupin – Vero Paddy?-
- Ne ho mandato un cesto a Piton.- finì Sirius con un ghigno perverso – Chissà se li ha graditi…-
- E tu Elettra?- chiese Andromeda, facendo passare il vino – Voglio sapere tutto del tuo ritiro!-
- Io anche.- disse Blaise, versandosene un bel po’ in un calice panciuto – Ieri sera non c’è stato tempo.-
E naturalmente chi doveva intendere lo fece.
- E già…- sibilò Draco velenoso, senza alzare gli occhi dal piatto – Ieri c’è stato poco tempo.-
Harry, anche se sorridendo amaro, non disse nulla e continuò a tagliare il suo arrosto, così fra l’imbarazzo generale Elettra iniziò a deviare il discorso sui suoi allenamenti.
- Le Aquile Dorate non arrivano alle semifinali da circa cinque anni in effetti.- borbottò Ron quando la biondina finì di descrivere la squadra inglese e i compagni che un tempo erano stati veramente i migliori – Il nuovo mister però mi sembra decisamente un tipo tosto. Secondo me quest’anno abbiamo qualche speranza.-
- Dici?- Edward sospirò – Tanto hanno tolto tutto il gusto al gioco. Quei dementi dei Controllori adesso vanno a sindacare anche sulle scommesse in nero. Che palle…-
- Ma tu la finirai mai?- sbuffò Blaise, puntandogli contro la forchetta – Guarda che tuo padre ti disereda prima o poi.-
- C’è sempre una prima volta,- sorrise Andromeda come fare angelico – vero Sirius?-
Black fece finta di non aver sentito, mentre Remus se la rideva nascosto dal calice di vino.
Erano passati gli anni eppure quei due ancora se la passavano bene, pensò Harry scrutandoli di sottecchi.
Lui aveva pensato che Sirius non avrebbe più voluto saperne di rientrare nella società dei maghi, anche dopo gli avvenimenti di quattro anni prima che avevano portato alla caduta di tutte le accuse a suo carico ma per fortuna c’era stato Remus a tirarlo fuori dalla casa dei suoi genitori, a West Gold Lake. Lì aveva vissuto con quei due per tutto il tempo dell’addestramento degli Auror. Erano stati anni bellissimi. Anni di calore.
Quei due erano riusciti a dargli l'intimità e l’amore di una famiglia che fin da bambino aveva sempre sognato.
In compenso neanche in quattro anni erano maturati un po’. Quando stavano separati, Remus era una persona seria ed elegante. Insieme erano da ricovero.
- E Duncan come sta?- chiese il lupo mannaro in quel momento, facendo cadere Potter dalle nuvole.
- Tutto bene.- disse Ron, finendo le patate al forno – L’ho visto stamattina al Ministero. Sono andato a sollecitare quegli idioti per farmi ridare la licenza, ma non se ne parla davvero prima di sabato…comunque era nel suo ufficio. Stava urlando, tanto per cambiare. Ha affidato il caso della ragazza morta nel cerchio al gruppo di Kinneas.-
- Peggio che andar di notte.- frecciò Edward – Quello non vedrebbe un troll neanche se questo gli menasse la clava al naso.-
- Non potete chiederlo voi il caso?- propose Sirius.
Draco sogghignò, finendo l’ultimo goccio di vino – Figurati, siamo troppo impegnati per pensare anche a questo. Vero San Potter? Dico bene?-
Vuoto. Cadde un silenzio di tomba in cui gli altri, non coinvolti nel litigio, guardavano altrove o si sforzavano di cercare un altro argomento, oppure ancora guardavano con particolare attenzione gli avanzi nel loro piatto.
Dopo un minuto di quella noia, Sirius ne aveva già basta. Sembravano dei cadaveri.
- Chi ha il cancro?- chiese, serafico.
- Oh, Sirius!- sbottò Harry cercando di non ridere – Nessuno ha il cancro, accidenti a te!-
- E allora che sono quelle facce?- sbuffò, annoiato – Con quelle espressioni mi fate venire sonno.-
- Non è successo niente…- si sforzò Blaise – Solo…qualche incomprensione.-
- Incomprensione.- sibilò Draco con tono sarcastico – Si, chiamiamola così.-
- Insomma, è tutto il giorno che mi dai il tormento e io tutto il giorno che mi scuso.- Potter ora lo fissava con aria veramente seccata – Smettila, tanto le cose non cambiano.-
- E hai anche il coraggio di farmi la predica, veramente furbo Potty.- replicò il biondo, con rabbia – Ma hai scordato la clausola fondamentale del nostro contratto. Io qua, tu là! Non ti devi impicciare negli affari miei!-
- Hermione è anche affar mio! Prima che sia "roba" tua, lei è mia per diritto di anzianità!- ringhiò Harry alzandosi di botto dalla tavola. Lo fece anche Draco e nello stesso istante in cui i loro occhi s’incatenarono, la loro collera esplose unita e i bracciali scattarono, come attenti a quel solo richiamo. La rabbia dell’uno contro l’altro.
Un attimo dopo erano praticamente mano per mano, separati solo dal tavolo.
- Dannazione!- sibilò il moro, iniziando a tirare.
- Cazzo, cazzo…- Draco poi era fuori di sé. Venire a sapere di Hermione dopo anni in cui quel bastardo di Harry invece raccoglieva informazioni nascondendogliele era stato troppo. Un duro colpo per il suo orgoglio.
Si misero a tirare ma arrivavano solo a farsi male ai tendini, così gli altri si alzarono per calmarli e anche se non fu facile, alla fine ci riuscirono.
- Insomma, qualcuno mi dice perché avete litigato stavolta?- sbuffò Sirius davanti ai due seduti sul divano.
- Non dare la colpa a me, è questo deficiente del tuo figliastro che ficca il naso in cose di cui non gli deve importare!- sbraitò Malfoy, dando un colpo ai bracciali, ottenendo solo di ritrovarsi Harry quasi in braccio. Il moretto, per contro, gli mollò una gomitata e dopo avergli sibilato anche un’imprecazione neanche tanto sottovoce, si chiuse nel suo angolo, stizzoso. Che andasse al diavolo quello stupido biondastro senza cervello!
- E allora? Devo usare il Legilimens per caso?- si stufò Black.
- Hermione.- disse Ron a quel punto, visto che nessuno due parlava.
Remus e Sirius non fecero nessuna particolare espressione. Si limitarono a dire – Ah…-
E Draco perse la testa – LO SAPEVATE ANCHE VOI???-
- Tesoro, non urlare…- fece Andromeda angelica – Lo sai che se svegli i quadri poi è dura.-
- Me ne sbatto dei quadri!- urlò Malfoy, tornando a fissare Harry – Sei solo un bastardo, ecco cosa sei! Lo racconti ai quattro venti e poi hai anche il coraggio di stupirti se m’incazzo! Sei un maledetto stronzo!-
- Lo vedi che facevo bene a non dirtelo?- replicò Potter stufo – Stai dando i numeri!-
- Perché tu mi tratti come un ragazzino! E tanto per la cronaca è storia passata!-
Finito di dire quello, perfino Blaise attaccò a ridere senza riuscire a fermarsi. Solo dopo l’occhiata di fuoco di Draco, i presenti si ricomposero, anche Lupin e la padrona di casa.
- Andate tutti al diavolo.- sibilò Draco e si alzò per andarsene ma rimase appiccicato al divano, attaccato al braccio di Harry. Sempre più infuriato, cercò di calmare i nervi inspirando a fondo.
Di solito succedeva così. Quando si sbraitavano addosso, s’incollavano come cozze, e poi appena si scambiavano qualche smanceria riuscivano a staccarsi. Peccato che quella sera non pareva funzionare proprio.
Accidenti…e tutto era successo per Hermione. Ogni volta che pensava a lei sembrava che tutto andasse a quel paese.
Lei bastava a cancellare tutto dalla sua mente.
- Il problema alla fine quale sarebbe?- bofonchiò Sirius scazzato come solo lui sapeva essere.
- Il problema è questo stronzo del tuo figliastro si sente in diritto di dirmi o no informazioni riguardanti la mia ex ragazza, ok?- gridò Draco, rimettendosi in piedi furibondo – Non mi vanno le cose alle spalle come non mi va che Potter s’impicci della mia vita privata!- si girò verso Harry, tornando a guardarlo con gli occhi fiammeggianti ma di colpo la sua rabbia scemò. Tacque, vedendo il moro sbiancare lentamente.
- Harry…- Ron fissò il suo migliore amico stranito – Cos’hai? Non stai bene?-
Potter non rispose…abbassò lentamente il capo e poi…alzò la mano, la portò alla testa e cacciò un grido incredibile, accartocciandosi letteralmente sul divano. In un lampo Sirius e Remus gli furono vicini e cercarono di aiutarlo ma il bambino sopravvissuto sembrava colto da una strana sorta di crisi.
Gridava come se lo stessero scorticando vivo e solo Draco, fermando per un braccio, riuscì a tenerlo fermo.
Nel rapido giro di un minuto quella foga dolorosa cessò…e quando Harry si lasciò andare contro Malfoy, non aveva più forza in corpo. Draco, tenendolo sempre stretto a sé, gli prese la mano che continuava a tenersi sulla fronte. Quando le ritrassero, erano entrambe bagnate di sangue.
- Dio santo…- sussurrò Ron, gelando.
- Oddio…- mormorò anche Elettra, vedendo da dove usciva quel sangue. La ferita…la ferita a forma di saetta di Harry aveva ripreso a sanguinare . Gliela tamponarono con un panno umido ma Harry la sentiva scottare, come toccata da un ferro rovente. Oh, ricordava quella sensazione. E ricordava l’ultima volta che era successo…
E poi ciò che temeva di più l’attraversò. Gioia.
Qualcuno stava gioendo. E non apparteneva al suo cuore quella felicità.
- No…- alitò, deglutendo – No, non di nuovo…-
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I Bracciali Del Destino |Dramione|
Fanfiction...E dopo quattro anni dall'aver lasciato il nido protettivo di Hogwarts, alla porta di Harry Potter si ripresenta un Riddle che sconvolgerà la vita a lui e a Draco, legati indissolubilmente da una maledizione che li porterà alle soglie di un'altra...