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- Quel lurido bastardo!-
Il fuoco nel camino esplose all'improvviso, invadendo l'intera stanza di fiamme e fumo.
Quelle lingue di fuoco stavano bruciando ogni cosa ma i presenti si limitarono a proteggere loro stessi, avrebbero sistemato poi dopo la loro sala riunioni. Per ora agli Auror e a Silente bastava che Harry Potter si calmasse...ma il bambino sopravvissuto era ben lungi dal farlo.
- Harry.- Ron cercò di parlargli per l'ennesima volta - Fare tutto a pezzi non servirà niente.-
- Anche cercare di ucciderlo non è servito a niente!- gridò Potter fuori di sé - E infatti quel bastardo ha osato ripresentarsi qui davanti a me! Dovessi finire ad Azkaban per il resto dei miei giorni giuro che stavolta lo farò a pezzi tanto minuscoli che nessuno Sirius avrebbe potuto fare di meglio!-
Il suo padrino, che era presente e se ne stava attaccato al muro sperando di non farsi abbrustolire, scoccò una rapida occhiata a Silente, poi a Lupin.
- Io non gli do torto su quest'argomento, lo sapete.-
- Sirius, potrebbe finire ad Azkaban, per l'amore del cielo!- sbottò la professoressa Mcgranitt - Senza contare che Harry ha delle responsabilità verso il signor Riddle!-
- Già, è rimasto molto scosso Harry.- gli disse Edward con la sigaretta accesa.
- Scusate se cavillo ma ora il figlio di Voldemort è l'ultimo che mi passa per la testa mentre in giro c'è quel bastardo che ha tradito i miei genitori chiaro?!- gridò di nuovo, facendo traballare i vetri di tutta Hogwarts.
- Spara meno puttanate.- l'avvisò a quel punto Ron, cupo - Adesso calmati, rimettiti in sesto e trova una soluzione con Minus. Poi comportati da persona civile e vai a parlare con Tom. Sono stato chiaro anche io Harry?-
Potter assottigliò gli occhi verdi. Sprizzava rabbia da tutti i pori ma non era l'unico.
In quel momento rientrò anche Malfoy che era sparito da Hargrave Manor qualche ora prima e riapparve con la stessa espressione del suo eterno rivale. Incurante del casino già provocato da Harry andò dritto al tavolo e gettò davanti a lui la lettera che aveva ricevuto quel pomeriggio.
- Complimenti Sfregiato.- ringhiò fissandolo dritto in viso - Sulla tua lista ora hai finalmente un Malfoy da uccidere.-
- Oddio...- sbuffò Edward - E questa che storia è ora?-
- Dai qua!- Sirius si fece avanti e scartò la lettera, scorrendola velocemente - Hn...a quanto pare il caro vecchio Lucius sapeva che Peter era in giro. Secondo Lucius porta con sé delle ossa.-
- Di che ossa parla?- chiese Piton.
- Quelle del padre di Voldemort!- ringhiò Harry - Quel maledetto schifoso di Minus le ha usate per riportarlo in vita quando Voldemort era sotto l'Horcrux.-
- Un attimo Potter, di cosa parli?- gli chiese la Mcgranitt - Parli dell'incantesimo con cui Voldemort resuscitò?-
- Con cui riottenne un corpo.- sibilò il moro rabbioso - E' successo con la morte di Cedric Diggory, avete perso tutti la memoria per caso? Voldemort era solo spirito ma mise un Horcrux sul corpo di un neonato. Per ricomporre il suo corpo Minus mischio le ossa del padre, la carne del servo e il sangue del nemico.-
- Calma, un momento...sapevate già di Minus?- Draco li spiò serio - E come avete fatto?-
- Quel bastardo era nascosto in un vicolo e ha terrorizzato a morte Tom.- gli spiegò Tristan, seduto sul divano col gruppo di Jess - L'ha chiamato Padrone, scambiandolo per suo padre.-
Draco serrò i denti, guardandosi attorno.
- Dov'è?-
- Chi?- sibilò Harry.
- Indovina!- gli ringhiò il biondo - Tu sta pure qua a rompere tutto! Io vado da Tom!- e senza aggiungere una parola se ne andò via, sbattendosi la porta alle spalle e lasciando Potter sempre più furente. Ci mancava anche lui adesso!
Maledizione!
- Facciamo il punto della situazione ragazzi miei.- disse Silente pacato, sedando gli animi - Peter Minus è di nuovo in circolazione e a quanto sembra porta con sé le ossa del padre di Riddle. Questo può indicare una cosa soltanto.-
- Cercano di nuovo di resuscitare quel verme.- sibilò Sirius - L'abbiamo capito.-
- Ma stavolta è morto davvero Albus.- s'intromise la Mcgranitt - Cosa possono fare senza un Horcrux di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato?-
- Possono usare il Grimario di Lumia e usare la magia oscura.-
Tutti si volsero verso Hermione che fissava pensosa un punto imprecisato oltre la finestra.
- Si ma a che scopo?- Edward non capiva - Harry ha chiuso Voldemort oltre il Velo.-
- Non si può tirare fuori un'anima da lì dentro.- bofonchiò anche Jess - Almeno...ci vuole una forza spropositata per fare un incantesimo simile e non credo che i Lestrange la possiedano.-
- Basterebbe l'incantesimo giusto.- replicò la Grifoncina - Ma forse morirebbero facendolo.-
- Buono a sapersi.- ringhiò Ron a bassa voce.
- Preside...- Harry tornò a fissare Silente con occhi cupi - I Lestrange sanno dov'è il Velo?-
- No.- disse il vecchio - Lo sappiamo solo noi.-
- Non ci molto ad entrare là sotto al Ministero.- notò Clay.
- Non è più al Ministero.- ringhiò Potter - E' qua.-
- Qua?!-
Gli Auror lo fissarono sconvolti.
- Ma cosa diavolo significa?- sbottò Sirius - Che vuol dire?-
- Vuol dire che il Velo è qua!- gli chiarì Harry - L'ho visto.-
- E dov'è?-
- Nel corridoio a destra del terzo piano.- Ron aveva una voce bassissima mentre guardava Harry a occhi sgranati - Tu...tu lo sapevi...tu ci vai sempre! Che diavolo ci vai a fare là ogni notte?-
Potter serrò le mascelle, infastidito.
- Lasciamo perdere questo ora.- disse Lupin, prendendo la situazione in mano - Preside, noi avviseremo Duncan e richiamiamo l'Ordine al completo. Mobiliteremo tutti gli Auror, cercheremo di bloccare ogni loro azione ma non credo che questa volta l'incantesimo che resuscitato Voldemort la prima volta funzionerà.-
- Infatti.- sibilò Hermione con gli occhi fissi sul fuoco - Servirà un altro ingrediente.-
- E cosa?- gli Auror temevano di saperlo - Non centrerà Tom!-
- Non lo so.- ammise la Grifoncina - Serve una quantità spropositata di magia nera per resuscitare un morto e i Lestrange stanno raccogliendo tutto ciò che occorre per farlo. Devo parlare con Caesar...mi farò dire esattamente cosa serve per questo incantesimo ma intanto dovete tenere Harry e Tom al sicuro.-
- Al diavolo Hermione, non voglio tornare a nascondermi!- sbraitò Potter fuori di sé - Sono stufo, né ho abbastanza! Adesso vado là dentro e distruggo quel maledetto Velo!-
- Non lo puoi fare Harry, non sai cosa potrebbe succedere!-
- Me ne frego, quel maledetto non deve più tornare a respirare!-
- Sei sconvolto, cerca di rilassarti...- lo blandì Ron ma il moro agitò le mani snervato - Non ti azzardare a dirmi di rilassarmi, porca miseria! Come faccio a rilassarmi secondo te? Siamo di nuovo da capo!-
- Non siamo da capo, abbiamo già capito cosa vogliono fare.- Remus gli passò una mano sulle spalle - Harry, so che non è facile ma non puoi prendere tutto di petto in una situazione simile. Non sei più da solo. C'è anche Tom!-

Voci, tante voci...e tante grida.
Harry stava male. Stava molto male.
Tom poteva sentirlo.
Padrone.
Quell'uomo l'aveva chiamato Padrone. Era così che tutti chiamavano suo padre?
Tutti l'avevano sempre fissato con quello sguardo sbarrato e con gli occhi colmi di terrore?
Serrò le palpebre, chiudendosi le ginocchia contro il petto.
Non voleva più sentire niente. Né la voce di quell'uomo, né pensare a suo padre. Basta.
Una mano gli carezzò i capelli nascosti sotto il cappuccio della felpa.
- Me lo fai un po' di posto?-
Tom non osò alzare gli occhi mentre Draco si sedeva accanto a lui sulla mensola delle finestra.
- Una giornata schifosa eh?- sussurrò Malfoy.
Il bimbo annuì - Anche tu?-
- Pessima.-
- Cosa ti è successo?-
- Mi ha scritto mio padre.-
Tom alzò gli occhi blu, mezzo sconvolto - Intendi lo zio Lucius?-
- Se vuoi chiamarlo così.- ghignò Draco sarcastico, cercando le sigaretta in tasca - Sua maestà s'è degnata di farsi sentire e naturalmente non per chiedermi come stavo o per dirmi se era vivo. Ci ha solo avvisato dell'arrivo di Minus.-
- L'uomo che ho incontrato?- mormorò Tom tremando.
- Si, lui.-
- Chi è? Perché Harry è così arrabbiato?- sussurrò Riddle.
- Peter Minus...- Draco scosse il capo, sentendosi incredibilmente pesante - Lui è l'uomo che ha mandato Sirius ad Azkaban e anche quello che ha tradito i genitori di Harry, dicendo a Lord Voldemort dove si trovavano. Ha spifferato tutto e quella stessa notte Lily e James Potter sono morti...mentre Harry ha riportato la sua cicatrice.-
- Quindi...- Tom deglutì - Era un servo di mio padre?-
- Si.-
- E...perché è tornato qui?-
- Per i nostri cari amici Lestrange.- sibilò il biondo, mettendosi una sigaretta fra le labbra e accedendola - Pare che abbia con sé le ossa di tuo nonno paterno.-
- E a cosa servono?-
Draco stavolta non rispose immediatamente. Ricordava che un tempo nessuno aveva parlato a Harry del pericolo che correva...e per quel motivo, Sirius Black era stato rinchiuso dietro al Velo. Per quel motivo, per aver tenuto un ragazzino all'oscuro di tutto, tanti altri erano morti.
Forse ora era arrivato il momento di non commettere più gli stessi errori del passato.
- Quelle ossa fanno parte di un rituale.-
Draco e Tom si voltarono sulla porta del salone dove era apparso il bambino sopravvissuto.
- Che rituale?- sussurrò il piccolo Riddle.
- Ossa del padre, carne del servo, sangue del nemico.- recitò Harry a bassa voce, fissando negli occhi il bambino - Per riportare indietro tuo padre quando avevo quattordici anni Minus fece questo. Mescolò in una pozione il mio sangue insieme alla sua carne e a quelle ossa e lo spirito di tuo padre ha riottenuto il suo corpo. Ma questo è accaduto solo perché tuo padre prima che io lo annientassi da bambino scagliò un Horcrux. Ora lui è morto, dietro al Velo. Non c'è modo per ritentare con quell'incantesimo ma secondo Hermione con una variante altrettanto potente i tuoi fratelli potrebbero riportare qui anima e corpo.-
- Stai...stai dicendo che...mio padre potrebbe...-
Nessuno dei due Auror stavolta rispose.
Non era necessario.
Quando lo mandarono a dormire sapevano che non avrebbe chiuso occhi ma ormai erano le undici e quella giornata penosa stava volgendo al termine. Ciò che però stava per iniziare era ben più atroce.
I ragazzi erano di ronda, Silente e i professori avevano indetto con Sirius e Remus una riunione per la prossima luna crescente con tutto l'Ordine della Fenice e Hermione si era messa a cercare fra i suoi libri.
Rimanevano solo loro due.
Draco si accese un'altra sigaretta, dopo aver ghignato leggermente e aver scoccato a Potter uno sguardo gelido.
- Era il caso di dirglielo?- gli chiese semplicemente.
- Otto anni fa a me non ha detto niente nessuno.- sibilò Harry, andando dritto alla fine - E ho perso Sirius. Silente sapeva la verità e non mi ha detto nulla fino a quando non hanno cominciato a cadere le prime teste. Non voglio commettere errori già fatti fino allo sfinimento.-
- E sbattergli in faccia il fatto che suo padre potrebbe tornare in vita con quel tuo fottuto tono da bastardo che sa sempre tutto credi sia stato un bene?- lo rimbeccò il biondo con sarcasmo.
- Vaffanculo Malfoy.- Harry neanche lo guardò in faccia - Se ti girano per tuo padre vattene. Ho altro da fare.-
- Ehi Sfregiato...- Draco stavolta assunse un tono talmente minaccioso che poche volte gli si era sentito - Un consiglio. Ti ammazzo se nomini ancora una volta mio padre. Hai capito?-
Si guardarono per un lungo attimo, consci che stavano giocando col fuoco.
Sapevano già che sarebbe finita quella serata.
- Fuori il fiato Malfoy.- Il bambino sopravvissuto si appoggiò alla parete con aria incredibilmente curiosa - C'è qualcosa su questo discorso che mi è sempre rimasto sul gozzo, te lo posso assicurare e credo che ci sia qualcosa che non vada giù neanche a te. Ne ho le palle piene di questa continua minaccia nell'aria, perciò per una volta in vita tua perché non mi dici qual è il problema in maniera chiara e tonda? Eh? Oh hai dei problemi a usare la lingua per spiegare le cose?-
Ignorando l'allusione al suo rapporto con la Granger, Draco ghignò di nuovo mettendosi la sigaretta fra le labbra, poi alzandosi per raggiungerlo a solo un metro di distanza.
- Ti racconto una bella favola Potter.- iniziò con voce melensa, quasi troppo stucchevole - Dunque, non avevo neanche tre anni quando i miei iniziarono a raccontarmi la storia di un bambino che aveva battuto un grande mago, il mago migliore di tutti i tempo a parere di mio padre. Questa storia mi è stata costantemente raccontata ogni santa notte fino a quando ho compiuto undici anni e sono stato spedito qui, a Hogwarts. Sapevo che qui avrei trovato Harry Potter ma ero talmente disgustato da questa dannata storia che devo ammettere non me ne fregava nulla di te. Si, avevi battuto Voldemort e fatto incazzare tutti gli amici Mangiamorte di mio padre...grande, ma non me ne fregava un emerito cazzo. Invece mio padre già dall'anno prima aveva saputo che saresti venuto in questa scuola e la sua ossessione per te divenne insopportabile. Non faceva che parlarmi di te, tutti i suoi amici non facevano che raccomandarmi di avvicinarti a noi...per poi contaminarti e ucciderti quando ne avessi avuto l'occasione.-
- Ma va?- Harry non perse la sua aria disinteressata - Allora devo rivedere tutta la mia scala di valori. Ho basato la mia esistenza sulla convinzione che fossi uno stronzo Malferret...-
- Già.- annuì il biondo - Poi ci siamo conosciuti...e ci ho provato, fregandomene, cercando di farmi piacere la tua maledetta aria da santarellino...ma non ce l'ho fatta. Ti ho odiato fin dalla prima volta.-
- Lo sappiamo da altrettanti undici anni questo ed è reciproco.- sibilò il moro perdendo la sua espressione civile, per cominciare a incupirsi - Arriva al sodo, cosa cazzo vuoi da me?-
- Ti ricordi quando mesi fa mi hai detto che volevi mollare tutto bastardo? Eh? Te lo ricordi?-
- Si e allora?-
- Ti ricordi cosa ti ho risposto?-
- Che non dovevo mollare perché sono in debito con te.- Harry parve confuso ma sempre sulla difensiva - Centra qualcosa col discorso che mi stai facendo adesso...o sbaglio?-
- Però, sei più intelligente di quello che sembri.-
- Risparmiati il sarcasmo e vai avanti.- gli ordinò il moro - Non farmi perdere tempo.-
- Semplice Potter, la storia si ripete. Per anni mi hanno raccontato di un bambino che ha salvato tutti da un mago cattivo e ora devi rispettare la tua parte. In casa mia si parlava solo di te, perciò vedi di non deludermi.-
Calò un silenzio tombale, dovuto a qualcosa che aleggiava sulle loro teste pesante come un macigno.
Harry lo guardava...lo guardava e lo vide per la prima volta.
Lucius Malfoy gli aveva sempre parlato di lui, Harry Potter...ma di Draco si era mai parlato in quella casa?
Lucius Malfoy aveva ignorato suo figlio...per il suo nemico.
Ecco perché. Ora capiva tante cose.
- Non scaricarmi addosso i tuoi problemi.- gli disse, troppo angosciato al solo pensiero.
- Non ti scarico addosso niente.- rise il biondo, tanto pacato e tranquillo da farlo tremare - Sfregiato avanti, sei sempre stato una persona intuitiva...tutti si affidano a te, tutti credono in te, tutti voglio solo te. Tu sei il bambino sopravvissuto, tu sei colui che si prende cura del figlio del mago che ha ucciso i tuoi genitori, tu sei il salvatore del nostro mondo...che c'è? Di colpo la parte non ti piace più?-
- Non ti azzardare a usare quel tono con me.- gli sibilò gelido - Non sai cos'ho passato.-
- E non me ne frega niente.- gli rispose Draco - Io so solo cos'ho passato a casa mia, ogni notte per diciotto lunghi anni. So solo che sei stato il mio incubo ricorrente, il bambino immaginario che mi ha sottratto l'attenzione che mi meritavo e poi il maledetto ragazzino petulante che correva a piangere da Silente o dai suoi amici non appena la situazione si faceva pesante! Ma che cazzo ne sai della solitudine eh Potter? Cosa cazzo ne sai?- urlò allora Malfoy fuori di sé - Non fai altro che dire che sei solo contro tutti ma la verità è che tu invece sei sempre stato circondato da chi ti amava! Tutto ti era dovuto! Io invece ho rischiato di morire ogni notte, ho rischiato di farmi ammazzare dal mio stesso padre solo perché voleva te! Allora? Chi è davvero solo Sfregiato?-
Ma come osava fargli la predica?
Non riuscì a contenersi, sapendo da principio che sarebbe finita così.
Caricò il pugno e lo colpì forte, facendolo appena traballare sulle gambe per poi afferrarlo per il bavero della camicia.
- Ehi guardami!- gli ringhiò furibondo - Io non ti devo un cazzo! Non ti devo niente! Né a te né a Tom! Quando è morto Cedric è stata colpa mia, quando è morto Sirius è stata colpa mia! Quando accadeva qualcosa qua dentro la colpa era sempre mia! E allora? Non mi avevi detto che sono un salvatore Malfoy? Come mi hai detto tu tempo fa c'è gente che non merita di poter accudire i propri figli...ma Cristo, tu almeno i genitori li avevi! Hanno rischiato la pelle per te quattro anni fa! Almeno loro sono vivi!- Harry lo lasciò andare, tremando per la sua stessa desolazione mentre Draco lo fissava senza parlare, incurante come prima lo era stato il moro.
- I tuoi almeno sono ancora vivi.- disse di nuovo Potter - Se non altro non sono morti per salvarti.-
- E che dovevano fare i tuoi?- gli sibilò il biondo con arroganza - Lasciarti morire? Forse avrebbero fatto un favore a me a tanti altri.-
- Cosa cazzo vuoi da me Draco? Cosa?- urlò - Vuoi che mi sotterri? Eh? Che mi faccia ammazzare per pareggiare i conti? Bhè, aspetta qualche tempo e forse arriverà qualcuno a realizzare i tuoi desideri!-
- Spiacente, quella soddisfazione me la prenderò io ma non prima di averti messo davanti alle tue responsabilità coglione.- replicò Malfoy duramente - Vuoi morire? Muori. Vuoi vivere? Fallo, non m'importa. Ma c'è gente a cui tu devi qualcosa per tutti gli anni che sono stati al tuo fianco e ora c'è anche Tom. Va protetto non lo capisci?-
- Tom lascialo fuori...-
- No, non posso!- gridò Draco - Possibile che non ci arrivi? Ormai è parte di questa dannata spirale!-
- E' IL FIGLIO DI VOLDEMORT!-
Tutti i vetri della torre si spaccarono in mille pezzi e Draco ricevette una scheggia sul viso. Si tagliò leggermente ma non parve neanche sentirla. Impalato davanti a Harry, continuò a guardarlo come un estraneo mentre il bambino sopravvissuto vibrava come una corda di violino, ansante, senza più un briciolo di energia.
Sentirono una porta che si apriva ed Hermione apparve sulla soglia.
Non chiese nulla, non disse nulla. Li guardò, prima Harry poi Draco infine Potter prese le scale e se ne andò in camera sua, lasciando un mare di pezzi di vetro che chiarivano perfettamente ciò che era successo.
La strega tirò fuori un fazzoletto, pulendo il sangue silenziosamente dalla faccia dell'Auror, poi gli guarì la ferita agitando appena la bacchetta. Tornò a guardarsi attorno, rimettendo il fazzoletto in tasca.
- Gliel'hai detto vero?- sussurrò.
Malfoy serrò i denti. Aveva messo a nudo la sua anima davanti a Potter dopo undici anni e ora...stava peggio di prima.
Stavolta avevano provocato una frattura difficile da risanare.


La mattina dopo su Hogwarts aleggiava uno strano senso di vuoto.
Gli studenti erano meno chiassosi del solito, avendo saputo dalla Gazzetta della scuola che Tom Riddle era stato aggredito da qualcuno in un vicolo e i soliti ben informati credevano fosse stato qualcuno che voleva vendicarsi di suo padre. Altri evitavano accuratamente di implicarsi in quella faccenda visto quando il rapporto di Riddle con Harry Potter fosse stranamente troppo stretto.
Nel bagno di Mirtilla durante la pausa delle dieci e mezza, Beatrix Vaughn ascoltava disgustata le chiacchiere di alcune Serpeverde che non vedevano l'ora di vedere il bambino sopravvissuto stramazzare al suolo ma lei, più che altro, pensava solamente a Tom.
Aspettò che se ne andassero per cambiarsi le lenti a contatto davanti allo specchio.
La porta sbatté all'improvviso ma la Diurna non si volse, sapendo benissimo chi era.
- Ben arrivata.- cinguettò melensa, mentre Cloe King entrava come una furia con una pila di giornali sotto al braccio. Li buttò dentro a un lavandino e li bruciò tutti con la bacchetta.
Il naso sensibile della Vaughn reagì infastidito ma non osò dirle nulla, in fondo in fondo pienamente d'accordo con lei.
Quella era solo spazzatura.
- Idioti.- sibilò la biondina - Questa scuola è piena d'idioti!-
- E te ne accorgi solo ora?- ghignò la Serpeverde, tirando fuori un bicchiere di plastica col coperchio della tracolla. Vi mise dentro una cannuccia e appoggiata coi fianchi al lavandino cominciò a succhiarsi la colazione.
- Dov'è Tom?-
- E' con Ian e Martin.- disse la Grifondoro con durezza.
- E Stanford? Ci andrà a nozze. Per non parlare di Alderton. Mancava poco che stamattina mezzo dormitorio indicesse una retata contro chi ha osato pensare di far del male al figlio del Lord Oscuro.- bofonchiò Trix.
- Serpeverde!- ringhiò la King con stizza, aprendo le finestre davanti alla faccia piagnucolosa della Malcontenta - Se qualcuno osa aprire bocca è la volta buona che lo pietrifico!-
- Hn.- la streghetta dai lunghi capelli neri continuò a succhiare sangue tranquillamente - E gli Auror cosa dicono?-
- Di questa storia? Ma che ne so!- sbottò l'altra - Non dicono niente! Ma ci metterei la mano sul fuoco che sanno chi era quel tizio che ha cercato di fargli del male! Ho visto anche Harry venendo qua...-
- Di ottimo umore immagino.-
- Dio...che frustrazione!- Cloe sbuffò, levando gli occhi nocciola verso il soffitto - Mi sento inutile.-
Trix ridacchiò, finendo il bicchiere e rimettendosi a trafficare davanti allo specchio.
- Cosa ridi?- rognò la biondina - Non te ne frega niente?-
- Mi piace Tom, non credere.-
- E allora?-
- E allora resterà sempre il figlio di un mago che ha ammazzato un sacco di persone. Questo non lo puoi cambiare.-
La King serrò le mascelle, incassando il colpo. Era vero.
E anche se quella verità non le piaceva, non poteva farci nulla per cambiarla.
- Dov'è Damon?- le chiese, cambiando argomento.
- Da Piton.- rispose la Diurna con uno sbadiglio - Lui e Warfield l'hanno investito in mezzo al corridoio e il prof portava le sue scartoffie. Adesso sono nel suo studio a rimettergliele in ordine.-
- Warfield?- Cloe aggrottò la fronte - Intendi quello pieno di tic della tua casa?-
- E chi se no?- Trix guardò l'orologio - E' meglio andare, c'è la Mcgranitt adesso.-
Raggiunsero insieme la classe di Trasfigurazione ma una volta dentro la professoressa, sempre così puntuale, non c'era e dentro all'aula regnava l'anarchia generale.
- Bhè? Ma dov'è andata la prof?-
- Oh, siete qua.- le apostrofò Martin Worton seduto sul suo banco e attorniato da tutti i Grifondoro - La Mcgranitt non è ancora arrivata. Un Tassorosso durante Erbologia mi ha detto che stamattina anche Vitius è arrivato con mezz'ora di ritardo da loro. Pare ci sia qualcosa che bolle in pentola in sala insegnanti.-
Automaticamente Cloe e Beatrix guardarono Tom ma il piccolo Riddle evitò accuratamente i loro occhi.
Per tutta la mattina non aveva fiatato e la cosa non era sfuggita neanche a Ian e Archie che avevano fatto di tutto per cercare di tirarlo su ma a nulla erano valse le loro parole o i loro scherzi.
- Qualcuno sa cosa succede in sala insegnanti?- chiese allora Maggie Clark, curiosissima.
- Hn, cosa vuoi che succeda?- la zittì Fern Gordon, Serpeverde - Uno studente è stato attaccato! Staranno parlando di questo no? È inammissibile che accadano certe cose!-
- Che faccia tosta.- sibilò Cloe.
- Cos'hai detto?- le ringhiò la streghetta.
- Cos'è, sei sorda?- la rimbeccò la biondina - E' una vita che qui dentro succedono casini! Però quando salta a voi le cose prendono un'altra piega eh? Viva la coerenza!-
- Ti prego non cominciare.- le sussurrò Trix a bassa voce - Non ho voglia di sentire storie anche oggi, dai!-
- Ha ragione lei comunque.- s'intromise anche Sedwigh Stanford - Quando a voi Serpeverde fa comodo ci sono vittime serie eh? Siete encomiabili ragazzi!-
- Sta zitto Stanford o dovrai andare dalla Chips per farti rimettere a posto la dentiera.- ghignò Fabian Alderton con aria cattiva - Mi hai rotto, lo sai? Qualcuno è stato aggredito, fai il favore di stare zitto!-
- Come se non lo sapeva che prima o poi sarebbe successo!- replicò il biondino quando qualcuno, per la prima volta, usò la voce e lo fece in modo tale che come mai nella storia di Hogwarts Grifoni e Serpi tacquero, sconvolti.
- La potreste smettere di parlare come se non fossi presente?- sibilò all'improvviso Tom, sollevando i suoi occhi blu sui presenti - Mi avete stufato!- e senza aggiungere altro prese la sua roba e se ne andò, lasciando tutti i maghetti a bocca aperta. Cloe e Trix attesero solo per un attimo, poi lo seguirono tanto della Mcgranitt non ce n'era neanche l'ombra.
Lo trovarono chiuso in un'aula vuota, seduto su una finestra con un'espressione vuota.
Tanto vuota da far piangere chi lo guardava.

Intanto, nell'ufficio di Piton, Damon Howthorne guardava esasperato le montagne di verifiche e carte che doveva ancora sistemare. Che giornata del cazzo...
Come se non bastasse poi quel maledetto di Warfield coi suoi tic repentini a volte ributtava tutto all'aria e mancava poco che il giovane Legimors lo strozzasse ma Piton era a pochi passi da loro a consultare i suoi libri polverosi e non poteva certo commettere un omicidio lasciandosi dietro dei testimoni oculari.
Che sadico di un uomo, pensò, rimettendo a posto il plico che aveva sotto mano.
Mettendolo sulla scrivania però avvertì una fitta alla testa. Oh no...di nuovo...
Un fascio incredibile di luci e colori, suoni e ombre gli passò nella testa.
Tom...Tom che stava schiacciato al muro...i suoi occhi erano vitrei...
Cloe a terra, con un taglio sulla fronte... e Trix...
Oddio, Trix!
Damon riaprì gli occhi, trattenendo a stento un grido. Senza aspettare un attimo corse alla porta.
- Professore!- urlò facendo sobbalzare Piton - Presto, chiami gli Auror! Si muova! Tom Riddle è in pericolo! Si sbrighi!- e senza starlo a sentire corse in mezzo a tutta la scuola, col cuore in gola e una consapevolezza.
Trix stava per fare del male a Tom e Cloe.

- Possibile che non ti abbiano detto altro di questo maledetto rituale?-
Dopo aver saputo di tutta la storia da Riddle, la piccola King era rimasta sconvolta. I Mangiamorte volevano di nuovo resuscitare Voldemort ma il fatto che la rendeva inquieta era che ora c'era anche Tom insieme a Harry.
Cosa sarebbe successo se davvero i servi del Lord Oscuro fossero riusciti a riportarlo indietro?
Cosa ne sarebbe stato del piccolo Riddle?
Tom scosse il capo alla sua domanda, tenendo gli occhi bassi.
- E Harry cosa dice?- sussurrò la biondina, mentre Beatrix andava lentamente a chiudere a chiave la porta.
Al nome del bambino sopravvissuto, il Grifondoro divenne ancora più triste. Non voleva parlare con Harry di quella storia, non voleva parlare di suo padre con lui! Ogni volta che se ne parlava Harry lo guardava e rivedeva Voldemort in lui, odiandolo con tutte le sue forze. Sapeva che prima o poi sarebbe cresciuto e che avrebbe assomigliato sempre di più a suo padre. Se avesse potuto avrebbe cambiato faccia, avrebbe vissuto anche sfigurato per tutta la vita, pur di non farsi odiare in quel modo da Harry. Non lo sopportava.
Non sopportava il suo sguardo vuoto su di lui, non sopportava di pensare che lo stava odiando, disprezzando.
Serrò le mani sui pantaloni, stringendo forte la stoffa.
Cosa poteva fare?
- Tom...- sussurrò Cloe malinconica. In quel momento tornò Trix che le mise una mano sulla spalla.
Le sorrise appena, scuotendo il capo...poi accadde qualcosa in un lampo.
Con la forza tipica degli esseri immortali, la Diurna serrò la presa sulla spalla della King e la scaraventò facilmente contro il muro, mozzando il fiato a Riddle che vide tutto nel giro di un mezzo secondo.
La biondina sbatté la schiena e appena la testa. Dal suo sopracciglio sgorgò un debole fiotto di sangue, mentre cercava di rimettersi in piedi.
- Trix...- sussurrò Tom, facendosi indietro e correndo dalla streghetta - Trix ma cos'hai?-
Le lenti a contatto della Vaughn caddero a terra, schizzando via dopo una scrollata della ragazzina dai capelli neri che ora puntava i suoi grandi occhi gialli e spettrali sui suoi amici. I due la guardarono e capirono che qualcosa non andava.
- Ha mangiato vero?- mormorò Riddle, trattenendo Cloe per la vita.
- Si.- annuì la biondina, ancora dolorante e intontita dal colpo - Sotto il mio naso, in bagno.-
- Magari anche davanti a uno specchio.- aggiunse il moro, con una smorfia, mentre la Diurna scopriva i canini.
Anche la King emise un gemito, dandosi dell'idiota. Come avevano potuto non pensarci?
- Trix...- alitò Riddle - Trix, mi senti?-
Per tutta risposta la mezza vampira emise un soffio agghiacciante, che fece schiacciare al muro i suoi amici.
- E adesso? Che facciamo?- alitò Cloe, estraendo la bacchetta - Hai delle croci in giro?-
- Lo sai che le danno fastidio, non le porto!- sbottò Tom, tirando fuori la bacchetta a sua volta - Ho paura di farle male se l'attacco!-
- Ti ricordo che è abbastanza veloce e forte da romperci il collo in un secondo.- gli disse la biondina a denti stretti, facendosi lentamente indietro verso la porta - Tanto non muore quella superoca...fai qualcosa!-
"Ahah...dove pensate di andare?"
La voce odiosa di Katrina si propagò dalla bocca rosea della Vaughn, piegata in un ghigno.
- Ancora tu!- sbottò Tom con rabbia, al limite della sopportazione - Oggi non è la giornata buona!-
"A quanto pare..." rise Beatrix "Dimmi signor Riddle, sei ancora deciso a stare con colui che ha ucciso tuo padre, anche ora che sai che possiamo riportarlo in vita?"
Claire, come temeva, sentì la mano di Tom farsi meno forte e salda nella sua.
Ora lo sentiva tremare. Quella maledetta! Lo stava colpendo dove faceva più male!
- Lascia libera Trix e vattene!- le urlò rabbiosa - Tom non verrà mai insieme a voi assassini!-
"Sciocca...lui è il figlio del mago migliore di tutti i tempi!"
- Harry lo è.- sussurrò allora Tom, facendo assottigliare gli occhi alla Vaughn - Io voglio stare con lui.-
Stavolta Beatrix ghignò, rise con serio divertimento, mettendo in mostra quei denti che avrebbero terrificato chiunque.
"Ma davvero Tom Riddle? Tu vuoi stare con Harry Potter? L'uomo che ha ucciso i tuoi genitori..."
Dio se faceva male. Non avrebbe mai smesso di fare male, vero?
Tom se lo chiedeva spesso di recente.
Era vero, era colpa sua perché se non avesse mai voluto conoscere Harry, ora non avrebbe sofferto. Ma la sua vita sarebbe stata vuota senza di lui. Voleva bene a Harry. Ammirava tutto di lui.
Anche le sue debolezze, perché era umano, perché soffriva come tutti gli altri, perché era protettivo anche se lo considerava un doloroso peso, una spina che procurava una fitta acuta.
Harry aveva ucciso suo padre, era vero. E suo padre? Cos'aveva fatto a Harry?
Abbassò il capo, mollando definitivamente la mano di Cloe.
Erano strano pensare che Harry Potter si potesse prendere cura di Tom Riddle, il figlio d Lord Voldemort. Era vero, lo sapeva anche lui che era strano, ma non poteva farci niente.
Fin da quando era bambino, Tom aveva sempre letto la storia e pensato a suo padre come una figura fiabesca.
Solo negli ultimi tempi aveva effettivamente raffigurato suo padre come un malvagio mago assassino.
Ma per lui, che non l'aveva mai conosciuto, era solo una figura vacua, priva di consistenza. Non era un genitore, non era una persona a cui dare affetto e da cui avrebbe potuto riceverne.
Esattamente come sua madre, Bellatrix Lestrange.
Quei due per lui erano solo ombre. Vacue ombre maligne che gli avvelenavano la vita.
Ma era umano anche lui, come Harry, e nel suo cuore avrebbe voluto vederli anche solo una volta.
"Vuoi vederli?" sussurrò l'empatica dentro Trix "Vuoi davvero vedere i tuoi genitori Tom?"
Gli aveva letto nel pensiero, avrebbe dovuto immaginarlo.
Tom si fece indietro, parandosi di fronte a Cloe mentre qualcuno ora cominciava a battere ripetutamente contro la porta della classe. Beatrix non sembrava volerli attaccare, per il momento, e Katrina continuava il suo dannato sproloquio.
"Lo sai che ti leggo nel cuore, Tom..." continuò quella maledetta, usando a suo piacimento il corpo della Diurna che gironzolava davanti a loro come un felino predatore "Tu vuoi vedere tuo padre. Tu vuoi stare con lui..."
- No, non è vero.- Riddle la guardò allarmato. Possibile che gli leggesse dentro meglio lei?
No, non poteva davvero voler stare con suo padre!
- Non voglio.- ridisse allora, duramente - Non voglio né lui, né i miei fratelli né...-
"Tua madre?" lo precedette Katrina soave "Neanche lei?"
- ..No.-
"Non ci credo, permettimi di farlo tesoro."
Beatrix si fermò davanti a lui, a qualche metro di distanza però.
"Sai cosa stiamo facendo vero? Occhi di giada e l'avrà detto immagino..." continuò divertita, come se si stesse trattando di un gioco "E tu vuoi davvero dirmi che non vorresti che ti riportassimo tua madre Tom...no, non credo."
- Io una madre ce l'ho già!- gridò allora, perdendo la pazienza - Lucilla è mia madre!-
"Quella è una traditrice!" sbottò Katrina incollerita "Se non fosse stato per lei ora Lord Voldemort sarebbe vivo! Se lei non avesse aiutato Harry Potter ora sarebbe morto!"
- Bhè, la ringrazio per averlo salvato!- rispose Tom accorato - Non m'importa niente di Bellatrix Lestrange! È Lucilla dei Lancaster la mia vera madre!-
"Quella donna ha tradito tuo padre." L'empatica ormai aveva la voce bassissima, come un vera attrice addolorata mentre la porta stava per venire sfondata a colpi magici "Quella donna si è insinuata nel suo cuore, gliel'ha fatto a pezzi...e Harry Potter l'ha ucciso. Tu vuoi stare con coloro che hanno ucciso la tua famiglia, Tom Riddle."
Continuava a bruciare. Il cuore gli bruciava più che mai.
Perché detto da lei sembrava tutto così sbagliato? Perché?
- Io voglio stare con Harry.- sussurrò ancora, col cuore a pezzi.
Beatrix tacque, continuando a fissarlo coi suoi occhi gialli. Katrina sembrava essersi fermata...ma non era così. Prima di sparire, disse un'ultima cosa. Centrando il bersaglio.
"E Harry Potter? Sei sicuro invece che lui voglia averti vicino?"
La porta si spalancò in quel momento con un tonfo, Trix sorrise a Tom poi chiuse gli occhi e si polverizzò.
Tutti correvano, tutti urlavano, gli Auror erano armati e chiedevano cosa fosse accaduto.
Ma Tom non rispondeva.
Rimase a guardare il vuoto...fino a quando la voce di Harry e Draco non gli ferì le orecchie.
- Porca miseria!- Malfoy controllò la testa di Cloe che fece un sacco di storie, per poi guardare il mucchietto di cenere in cui era sparita la Vaughn - Quella maledetta empatica deve essere fatta a pezzi, io sono stufo!-
- Ehi Tom, tutto bene?-
Riddle sollevò appena gli occhi blu su Harry. Lo guardò per un secondo...e poi senza rispondergli se ne andò via, lasciando tutti quanti letteralmente allibiti, Damon compreso che per quanto provasse a richiamarlo non ricevette risposta.
- Ehi ma cosa gli è successo?- mormorò, notando la sua espressione - Che gli ha detto Katrina?-
- Quella schifosa cerca sempre di parlargli di suo padre!- ringhiò la King, pulendosi il sangue dalla fronte - Dovete fare qualcosa, prima o poi lo farà impazzire! E tu dov'eri Howthorne, si può sapere? Quando servi non ci sei mai!-
- Non fosse stato per me a quest'ora ti avrebbero già bevuta.- le rinfacciò il Serpeverde.
- Piuttosto, come la sistemiamo questa faccenda?- aggiunse May, inginocchiata davanti alla ceneri della Diurna - Ricompare da sola? O bisogna fare qualcosa?-
- Fra un attimo arriva Milo.- l'avvisò Ron, voltandosi verso Harry - Comunque se fossi in te comincerei preoccuparmi. È chiaro che il bersaglio siete voi due, Katrina s'è presa la briga di parlare con lui e l'hai visto, era sconvolto...vacci a parlare.-
Ma Potter distolse lo sguardo, incupendosi. Cosa poteva mai dire lui, per sollevare l'animo di un bambino a cui lui stesso aveva ucciso il padre? Lui per Tom non poteva fare niente.
L'aveva guardato in faccia e se n'era andato. Forse cominciava già ad odiarlo.
- Chiamerò Lucilla.- s'intromise Hermione, palesando la sua presenza agli altri - La faremo parlare un po' con Tom, magari a lei darà retta. Intanto se riesco faccio venire anche Caesar.-
- Vuoi fare entrare qua quel demone?- May era allibita - Ma perché?-
- Perché è un empatico molto più potente di quella mezzosangue che ci vuole morti.- le rispose la Granger, usando bene le parole giuste - Forse lui saprà finalmente indirizzarci nella direzione che ci serve.-
- Credi di riuscire a riportarlo qua, signorina Granger?- le chiese Silente con un sorriso bonario.
- Lo spero.- rispose lei con un sospiro - Voi intanto tenere sott'occhio Beatrix. Se si comporta di nuovo in modo strano dovremo farle una specie di esorcismo contro gli empatici.-
- Fantastico.- rognò Ron - Dai, corri...che Tom ha bisogno di una mano.-
E non era l'unico, aggiunse tra sé Weasley osservando l'espressione lontana di Harry.
Era successo qualcosa. E qualunque cosa fosse, non gli piaceva per niente.
Katrina e i Lestrange stavano cercando di spaccare una catena molto delicata e se Harry l'avesse permesso, avrebbe sofferto molto più di quanto avesse potuto immaginare.
Si, aveva bisogno di aiuto quei due. Ora più che mai.


I Bracciali Del Destino |Dramione|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora