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Su Hogwarts ora regnava il silenzio.
C'era il vuoto che abbracciava le mura, che col manto cupo e opaco copriva con la sua mano pallida le teste dei maghi.
Muti e tremanti stavano immobili.
I maghi oscuri non osavano parlare. Né alzare le bacchette.
Nel buio recondito del corridoio del terzo piano, i Mangiamorte si guardavano frenetici.
A fermare i loro piani, l'imprevisto.
Il primo di una lunga seria.
Draco Malfoy scese i gradini, lento, regale, un dio fra le formiche.
Per un attimo il suo unico obiettivo scemò.
Ora i suoi occhi gialli si guardavano attorno, quasi con arrogante e impietosita curiosità.
- Che cosa vuoi?-
Si girò verso Rafeus, l'unico che aveva osato porgergli quella domanda.
- Chi sei?- gli chiese invece Vanessa, che in quanto a intuizione era ben superiore al fratello.
- V'importa?- ghignò, continuando a scrutare i presenti.
Posò lo sguardo sul Velo, sullo Specchio delle Brame e vi vide Voldemort.
I due si scrutarono ma Draco, volubile, perse di nuovo interesse per quella situazione.
Ripuntò l'attenzione sui bambini, su Tom specialmente.
- Se sei venuto per lui puoi andartene.- gli ringhiò addosso anche Nott - Sei solo, non puoi farcela!-
Di punto in bianco lo sentirono ridere sommessamente, quasi con disgusto misto a divertimento.
Rimase sull'ultimo gradino delle scale e lì si sedette, poggiandosi indietro sui gomiti.
- Ma che bella riunione. Dite un po'...chi comanda qua?-
Fra i Mangiamorte serpeggiava lo sconvolto.
Non capivano cosa stesse dicendo ma pensando a una trappola, levarono le bacchette di scatto.
Lui non si mostrò minimamente preoccupato, continuando a ridere.
- Allora? Chi è il capo di questa baracca?-
- Draco non fare la commedia!- sbottò Rafeus - Avanti, alzati e...- tacque, vedendo ondeggiare quella coda macchiata di sangue che sembrava rassomigliare sempre di più a una lancia mortale - Cosa diavolo ti è successo?-
- Draco?- il biondo sorrise sornione - Non stai parlando con lui adesso.-
- E con chi di grazia?- fece Vanessa, cominciando a credere che fosse posseduto. In effetti oltre al suo aspetto, anche la sua voce aveva assunto una nota diversa. Quasi flautata. Non sembrava la voce di un essere umano.
E quelle scaglie durissime sugli zigomi, quelle pupille verticali inquietanti.
Tutti in lui denotava possessione.
Forse...non era lì per mandare a monte i loro piani.
Doveva giocare d'astuzia. E in fretta anche.
- Con chi ho il piacere di parlare?- gli chiese allora, facendo un passo verso di lui e alzando la mano verso i compagni, per intimare loro di non fare nulla.
- Dimmi cosa diavolo è successo stanotte e forse risponderò alla tua domanda.- le rispose, poggiando un gomito sul ginocchio. Quello sguardo non piacque alla Lestrange ma per il momento, non conoscendo l'entità di quella possessione, era meglio fare come diceva lui.
- Sorella, è impazzito. Ci sta solo prendendo in giro.- le disse Rafeus con stizza - E' una palese trasfigurazione.-
- Idiota. È un drago, non lo vedi?- l'interruppe Tom.
- Il bambino è più intelligente di voi, signori.- soffiò Malfoy, serafico.
- Ma quale drago!- sbraitò suo cugino, rabbioso - E' una trappola. Smettila di fare il pagliaccio e mettiti in piedi! Io e te dobbiamo ancora parlare dell'assassinio di mia madre.-
- Tua cosa?-
- Smettila di fare il finto tonto!- esplose Rafeus, con la punta della bacchetta che ora scintillava di luci rosse e violacee - Ho sopportato per mesi la tua presenza ma ora ti romperei il collo, sappilo!-
- Accomodati.- ghignò Draco, senza neanche muovere un dito - Se credi di potercela fare.-
Suo fratello stava per scoppiare, Vanessa se ne accorse perfettamente inoltre anche gli altri Mangiamorte fra cui Nott, il padre dei due fratelli Alderton, vecchi e nuovi Serpeverde avevano avvertito il pericolo.
Doveva fare qualcosa o suo cugino avrebbe mandato a monte il suo piano.
Serrando le mascelle, la strega si volse e corse alla gabbia di Beatrix.
Con uno scatto fulmineo l'afferrò per la nuca, infilando il braccio fra le sbarre spesse e arrugginite e la schiacciò contro le croci, strappandole un grido.
- No!- urlò Tom tirando le catene - Lasciala stare!-
- Dimmi cosa voglio sapere allora!- strillò di rimando, mentre gli animi si surriscaldavano - Dimmelo subito Tom! Cosa gli è successo?!-
- Lascia in pace Trix! Lasciala subito!- ripeté il piccolo Riddle ma stavolta la Diurna, che aveva conservato un poco di energie, si sottrasse alla presa e afferrandole il braccio che le era rimasto fra le grinfie, le piantò i denti nella pelle.
Vanessa strillò per il dolore. Con un colpo di bacchetta fece polverizzare Beatrix che si riformò dalle sue ceneri qualche secondo più tardi.
La Lestrange la fissò furibonda, tenendosi il braccio insanguinato.
Si volse verso il fratellastro, iraconda.
- Dimmi cos'è successo a Draco.- ordinò, levando la bacchetta stavolta su Cloe, ancora chiusa nello specchio - Perché stavolta userò la magia su di lei e non credo riuscirà a salvarsi. O sbaglio?-
Tom strinse le labbra, sentendosi in trappola.
- Allora? Ti ci va tanto a decidere? Comincerò da lei, poi potrei passare a Dalton...o preferisci il Legimors?- Vanessa stava perdendo la pazienza - Muoviti. Ti do due secondi, poi comincio a colpire!-
- Va bene, d'accordo.-
Tom la fissò pieno di odio, serrando la mano in quella di Damon.
- E' per colpa del bracciale.- sussurrò.
- Che bracciale?- ringhiò Rafeus.
- Questo.- Draco sollevò il braccio sinistro e insieme a quello anche il dito medio della mano, con un ghigno.
Capendo che stavano per scatenare una battaglia all'ultimo sangue, il piccolo Tom si giocò il tutto per tutto, ricordandosi una cosa che Harry gli aveva detto tempo prima sui Mangiamorte. Ovvero che non avevano immaginazione.
- Vedi...- attaccò il piccolo mago, fissando Malfoy, ansioso, mentre Vanessa aspettava impaziente le sue spiegazione - ...Draco aveva un altro bracciale, al polso destro. È stato maledetto da un gagia e quando perde uno dei due bracciali, si libera questo...mostro, che vedi adesso. Devi dargli l'altro bracciale perché torni come prima.-
Se Vargras, nel corpo di Draco, osservava quel bambino e silenziosamente gli rendeva onore per la sua astuzia, anche Trix e Damon, che nel frattempo si era liberato di quella fastidiosa benda che gl'impediva di vedere, trattennero a stento un ghigno. Hermione era stata chiara, a suo tempo.
Portati in coppia, quei bracciali erano fonte di una forza magica impressionante.
- E dov'è l'altro bracciale?- borbottò Nott.
- Non lo vedete?- allibì Tom - E' qua, ce l'ho io.- e sollevò il polso dentro.
I Mangiamorte lo guardarono come se fosse impazzito.
- Non prenderci in giro, io non vedo niente!- sbraitò Rafeus.
- Io lo vedo.- mormorò Malfoy, sarcastico.
- Sta zitto tu!- Lestrange tornò verso il fratellastro, irritato al limite. Gli prese il polso e lo strattonò ma non vi sentì assolutamente nulla. Né consistenza, né magia.
- Andate a prendere Dalton!- ordinò allora.
Un secondo più tardi, Edward venne trascinato nella stanza, giù dai gradini e quasi buttato in ginocchio accanto a Draco. Quando rialzò il viso su di lui, non fece una piega, nonostante il suo aspetto.
- Bella trovata.- si limitò a dire, sistemandosi i brandelli della camicia bluastra addosso.
- Ma chi sei?- gli chiese allora Malfoy, caustico.
- La fata turchina.-
- Insomma tacete!-
Vanessa ormai era al limite di una crisi di nervi e i due la guardarono stralunati.
- Calma, calma sorella.- Rafeus l'affiancò - Forse i bambini hanno ragione. Dobbiamo trovare quel bracciale.-
- Non ci pensate neanche! Il bambino mente!-
La voce di Katrina irruppe nella stanza. Tutti i Mangiamorte fecero largo al suo passaggio. Sotto braccio aveva Degona che scalciava furiosamente.
- Bene, bene. Ecco chi cercavo.- sibilò Draco, mettendosi in piedi - Allora non ti ho sognata.-
Katrina gli passò a fianco, senza staccare gli occhi da lui ma senza neanche fermarsi raggiunse l'altare fra Specchio e Velo, ghignando.
- Mio Signore...- e s'inchinò, tenendo ferma Degona - Ecco, vi ho portato un dono.-
Senza aggiungere altro gettò malamente la bambina fra i serpenti che si muovevano a spirare attorno alla costruzione di pietra. Tom e Trix si misero a urlare, seguito da Edward che però venne bloccato subito da Nott e i suoi.
Il piccolo Riddle si mise a parlare in serpentese e quasi si sgolò per ordinare a quei rettili di lasciarla stare ma solo quando Degona si unì a lui, parlando nella lingua di quelle vipere, riuscì a tenerseli lontani. Salì quindi in fretta e furia sull'altare, abbracciando Tom e Damon. I due ragazzi se la misero fra di loro, tenendola stretta.
- Cosa diavolo credi di aver fatto?- le chiese Edward, rabbioso - E' una bambina, maledetta traditrice!-
- Sbagliato.- Katrina si volse appena, poi tornò a inchinarsi di fronte a Voldemort - Mio Signore, ho trovato il modo per farvi uscire dal Velo. Vanessa fra poco vi riporterà in vita e gettando questa bambina nel Velo potrete uscire.-
- Cosa?!- urlarono Tom e Damon - Sei impazzita?! Degona non è capace di farlo uscire!-
- Lei no. Certo.- rispose l'empatica con voce melensa - Ma sua madre verrà di certo a riprenderla, vero?-
I bambini gelarono e anche Dalton dovette mordersi la lingua.
Dannazione. Ecco perché non avevano più cercato di fare del male alla bambina. Per usarla!
- La mia mamma è cattivissima!- se ne uscì Degona - Lei non verrà mai a prendermi!-
- Se così fosse morirai fra le fiamme, tesoro.- sussurrò Katrina, carezzandole appena la testina riccia.
- Katrina.-
L'empatica tornò da Voldemort, quieta e sussiegosa.
- Ordinate mio Signore.-
- Chi è questa bambina?-
- La figlia di Lucilla!- sbottò Tom - Ecco chi è!-
Lord Voldemort parve irrigidirsi. Guardò Degona e la bambina non abbassò mai lo sguardo.
Nessun bambino avrebbe mai potuto reggere quegli occhi di fiamma ma lei lo fece.
E gli lesse dentro.
- La mia mamma non lo farà uscire.- scandì seria, tornando a rivolgersi a Katrina - Dove avete messo il mio papà?-
- Non sarà solo, bimba, credimi.- frecciò Rafeus - Gli altri sono tornati. Hanno catturato quasi tutti, all'appello mancano solo il Diurno e Weasley.-
- Quel maledetto sa Smolecolarizzarsi, potrebbe essere ovunque.- sibilò Vanessa - Dannazione, non voglio perdere un altro secondo per colpa di questi dannati Auror! Incatenateli tutti, uccideteli se sarà necessario anche se questo onore voglio lasciarlo al Lord Oscuro. Io intanto darò inizio al rito. Katrina!-
- Si tesoro?- chiese l'empatica con tono di scherno.
- Prima hai detto qualcosa su Draco o sbaglio?-
- Oh si, che sciocca. Mi ero scordata.- e sorrise a Tom, smascherando il trucco - La faccenda della riunione dei bracciali è falsa. Se metterà le mani sul bracciale che prima era di Potter, diventerà invincibile.-
Malfoy tacque, fissandola.
Si, era lei. Non poteva sbagliarsi. Con una spada aveva trafitto Kentron.
Era stata lei a portarglielo via.
- Io e te abbiamo una faccenda in sospeso.- le disse, senza perderla d'occhio un secondo.
- Ma davvero? Non preferisci salvare i tuoi amici?-
- Che crepino.- rispose, facendo sollevare a Edward gli occhi al soffitto.
In quel momento entrarono altri Mangiamorte. Tutti tiravano i capi di alcune catene. Ai ceppi tutti gli ex studenti, più Hermione, Elettra e Pansy. In un altro gruppo c'erano Tristan, Jess, Sphin, Clay e Liz.
Vennero attaccati alle pareti, fra le fiaccole e le arcate, ma Hermione invece venne portata davanti.
L'affiancarono a Edward e Rafeus rise, girandole attorno come un avvoltoio.
- Lo sapevo che mi saresti tornata fra le grinfie.-
- Hn.- la Granger tenne lo sguardo fisso su un punto imprecisato - Appena riavrò la mia bacchetta non avrai più fiato per ridere.-
- Già. Tu invece preferisci strillare, vero sporca mezzosangue?-
- Benvenuta cara.- le disse Katrina, poco indietro - Per te ho un bel giochetto. Spero ti divertirai.-
- Vai al diavolo.- Hermione serrò i lineamenti in una maschera di pietra - Hai ammazzato Harry...-
- Si. L'ho fatto.- annuì l'empatica, piena di orgoglio - Ce l'ho fatta dove per ventidue anni altri hanno fallito.-
- E non hai pensato alle conseguenze vero?- la strega dagli occhi dorati sogghignò - Sapevi dei bracciali, sapevi cos'avresti scatenato spezzando il legame di due anime...ma l'hai fatto lo stesso. Il tuo ego vanitoso ti porterà alla tomba!-
- Sai invece cosa porterà te alla tomba?- Katrina svanì e le riapparve a un dito dalla faccia un secondo dopo - Tu morirai per orgoglio, Hermione Hargrave. Dove sta la differenza fra vanità e orgoglio eh? Indicamela.-
La Grifoncina tacque, senza abbassare lo sguardo.
- Vall'inferno.-
L'empatica ghignò, dandole le spalle - Bene, Vanessa diamo a questi ospiti lo spettacolo che meritano.-
- Cosa intendi fare con mia figlia eh?- le chiese Tristan, iracondo.
- Oh, signor Mckay non preoccuparti.- gli rispose con tono zuccheroso, guardandosi di tanto in tanto negli specchi che la circondavano - Ci limiteremo a far fare alla tua bella bambina mezzosangue un bel viaggetto all'inferno. Naturalmente sua madre verrà a riprenderla e in questo modo anche il nostro Lord Oscuro potrà uscire dal Velo. Non ti sembra un piano ingegnoso?-
I Mangiamorte ridacchiarono fra loro, aspettando solo il momento buono per esultare.
Fra la folla uscì anche Peter Minus che fino a quel momento era rimasto rannicchiato in un angolo.
Hermione lo guardò, disgustata.
Maledetto. Maledetto lui...che continuava a tradire gli amici, a ballare vigliaccamente sulla tomba di coloro che un tempo aveva seguito e a cui era stato devoto.
Dal mantello tolse con mano tremante il forziere contenenti le ossa del nonno del piccolo Tom.
Katrina schioccò le dita e un calderone apparve in mezzo alla stanza. Fece per avvicinarsi ma un'ondata magica lo rovesciò. Alzò il viso, bellicosa, ma Draco sogghignava.
La sua coda ondeggiava repentina, pronta ad attaccare.
- Non ci siamo capiti, bellezza.- le sibilò - Tu hai svolto un lavoro che spettava solo a me.-
- Harry Potter doveva morire!- ringhiò la strega.
- Harry Potter dovevo ucciderlo io.- replicò il biondo, serrando i pugni squamati sulle nocche - E ora sono imprigionato in questa vita da mortale senza il mio nemico.-
- Se vuoi la morte te la darò io.-
- Io non voglio niente da te.- Draco si fece avanti, alzandole il dito di fronte al viso - Se non la tua vita.-
- Se volete combattere andate fuori.- ringhiò Vanessa istericamente - Katrina, levamelo di mezzo!-
- Draco no! Non andartene!- gli urlò Tom, agitandosi nelle catene magiche - Devi liberarci!-
Ma suo cugino non rispose.
Non vedeva, non sentiva.
- Non abbiamo tempo da perdere, Katrina!- rimbrottò Rafeus - Fa qualcosa!-
- E cosa vuoi che faccia? In quello stato è pressoché intoccabile.- gli rispose seria - Dobbiamo farlo tornare normale.-
- Strappagli quel bracciale allora!-
- Non si può, la maledizione è vera.- rispose l'empatica, scuotendo la spalle e i lunghi capelli bruni - Facciamo così però. Ho avuto un'idea.- si fece apparire in mano una spada, avvicinandosi lentamente a lui - Uno shock l'ha risvegliato. Vediamo che succede se gliene procuro un altro.-
Damon in quell'istante si sentì venire meno.
Un dolore lancinante gli spaccò la testa. Poi quell'immagine.
Non fece in tempo a urlare, non fece in tempo a rendersene conto.
La spada sfrecciò dalla mano pallida di Katrina e veloce come una scarica elettrica, attraversò la stanza.
Draco non si mosse.
Gli passò accanto e rimase a fissare Katrina mentre quella lama si piantava nel ventre di Hermione.
La lama strappò la stoffa dell'abito nero, mille grida proruppero nella stanza mentre la strega dagli occhi dorati si lasciava andare all'indietro. Le iridi sgranate e lucide, la vista che si offuscava.
Edward la sorresse, senza fiato, senza accorgersi di quello che era successo.
E poi il silenzio.
Katrina rideva. Gli occhi diabolici brillavano di vittoria.
Gli Auror rimasero a fissare quel corpo che si dibatteva debolmente fra la vita e la morte.
Non c'era più voce. Anche l'eco sembrava sparito.
Vargras si volse appena.
Vuoto.
Ma fu questione di un attimo. Qualcosa nella sua testa cominciò ad urlare.
Si piegò in ginocchio, tenendosi il capo. Ma cos'era? Chi era che urlava in quel modo?
Poi, piano piano, le lacrime iniziarono a sgorgare.
Il pianto silenzioso dei bambini regnò sovrano.
Singhiozzi e gemiti per colei che stava morendo.
- Tu sia maledetta Katrina.- sibilò Edward, strappando la lama dal ventre di Hermione.
L'empatica rise ancora, godendo di quell'attimo.
Quanto aveva desiderato farlo. E ora lei moriva...si, moriva.
Qualcosa però non andò come previsto.
Di nuovo, un ruggito furente irruppe per quelle stanze. Le fiaccole si spensero e si riaccesero e poi passi pesanti riecheggiarono fra le mura.
Chi lo vide pensò a un'allucinazione.
Un grifone. Un enorme grifone dorato invase la camera di pietra, ruggendo e piegando a colpi di morsi e zampate chiunque osasse avvicinarsi a lui. Insieme all'animale mitologico che si pensava estinto da circa quattrocento anni, apparve anche Fanny.
La fenice volò rapida, proprio mentre il grifone sfoltiva le fila dei maghi oscuri.
In quel caos di magie e grida, di colpi esplosi e maledizioni, l'uccello rosso finì la sua scia accanto a Edward.
Si piegò su Hermione mentre la strega sembrava tirare i suoi ultimi aliti di vita.
Cercò di sorridere mentre Fanny si chinava sulla sua ferita.
- Stavolta sono io ad avere bisogno di te...- sussurrò la Grifoncina, gemendo.
- Tranquilla, ora passa.- le disse Edward, tenendole forte la mano - Starai bene, respira.-
La lacrima della fenice scivolò lenta e dolce sulla pelle della strega. Quello squarcio si risanò e quando riuscì ad alzarsi, rivide Draco davanti a lei.
I suoi occhi erano tornati verdi, il suo sguardo terrorizzato rimase su di lei per una frazione di secondo.
Era scoppiato l'inferno in quella stanza ma Malfoy rimase a guardarla.
Aveva rischiato di vederla morire di nuovo...
- Draco!-
Le fiaccole s'incendiarono, come colpite da una folata di vento e danzarono frenetiche.
Dalla folla dei Mangiamorte, Rafeus levò la bacchetta verso di lei.
Ad Hermione parve di vedere tutto così lentamente...tanto da poter quasi salvarlo. Ma non ci riuscì.
- Buon viaggio all'inferno!- gli urlò suo cugino - Questo è per mia madre! QUIETUS ANIMA!-
Quell'incantesimo...
Un nugolo di scintille rosse esplose dalla punta della bacchetta di Lestrange, accecando gli Auror e i Mangiamorte.
Ci fu una sorta di terremoto sotto i loro piedi, poi una forza invisibile si mosse come una carica di demone e mille facce trasparenti si mossero verso Draco. Lo presero in pieno, lo trapassarono...finirono contro il muro e spaccandolo in mille pezzi fecero un buco nella parete del castello.
La forza di risucchio del vento all'esterno fu tale che Malfoy, esanime, venisse spinto fuori.
Cadde.
Tom gridò e anche gli Auror.
Vanessa e Rafeus stavano per esultare quando davanti a Lestrange si frappose il grifone. Ruggì furiosamente e con una zampata gli lasciò i quattro segni dei micidiali artigli sul torace, facendolo strillare per le lacerazioni.
Finito quell'attacco l'animale spalancò le ali e si gettò nella spaccatura da cui il vento ululava impazzito.
Katrina dopo qualche secondo andò a sporgersi dalle mura ridotte a un colabrodo, guardando in basso.
Erano sopra al Lago Nero, poco più in là la Foresta Proibita.
Vanessa si affiancò a lei, insieme a Nott e ad altri Mangiamorte.
I mattoni della spaccatura increspavano l'acqua del lago e molti dei loro compagni erano sulle mura, al cancello d'ingresso, in giro nel giardino interno, ovunque. Tutti a presidiare la scuola.
Bene. Sarebbe morto affogato.
- Complimenti Rafeus. Mi ero scordata quell'incantesimo. L'avrà colpito con una forza tale da rompergli l'osso del collo e se non è andata così marcirà nella sua tomba d'acqua.- considerò l'empatica, tornando dal gruppo - Ma a quanto pare qua c'è qualcuno che non vuole proprio morire.- sibilò, afferrando Hermione per la nuca - Va bene, ora mi hai stufato mezzosangue infernale! Vanessa, torna a preparare il rito, io mi occuperò di questi dannati Auror una volta per tutte!-

I Bracciali Del Destino |Dramione|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora