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- Bene, sono usciti tutti quanti. Stanno andando da lei.-
"Si e moriranno divorati. Abbiamo risolto i nostri problemi."
- Metà vorrai dire.-
"Non mi dirai che adesso ti vengono gli scrupoli sul tuo adorabile fratellino minore..."
Vanessa Lestrange sorrise appena, scostandosi dalla finestra della sua camera a Hogwarts, per tornare davanti a un grande specchio a grandezza umana che rifletteva la luna e le stelle del cielo notturno - Ben fatto Katrina, tesoro. Devo dire che la tua dedizione alla causa mi scalda il cuore.-
"Ammesso che tu ne abbia uno." rispose una voce di donna da nessun luogo in particolare "Taglia corto, Lestrange. Ti serve qualcos'altro o pensi di riuscire a fare qualcosa da sola senza me o Jeager per qualche ora?"
La strega non rispose, limitandosi ad aggiustarsi i capelli nello specchio con aria compiaciuta.
"E allora?" chiese ancora Katrina stizzosa "Che ti serve?"
- Non dovresti innervosirti così sai? Potrebbero venirti le rughe...-
"E sta zitta!" sibilò la voce con ira "Credi di essere tanto furba? E se l'Hargrave non fosse morta?"
- Non ci sono esperti di magia oscura nel gruppo di Potter. Neanche mio cugino potrebbe riconoscere il mio incantesimo su quella sporca mezzosangue...senza offesa per te, cara. La crederanno morta e la seppelliranno anche se non credo che nessuno di loro riuscirà ad uscire vivo da quelle celle.-
"E se non andasse così? Credi che Crenshaw si lascerà scappare la possibilità di torturarla ancora?"
- Credevo non sapesse cosa le stesse facendo quel mostro nelle segrete.- cinguettò la Lestrange arricciandosi i boccoli col dito, civettuola - Che strano mezzo demone. Sembra affezionato alla sua peggior nemica, non trovi?-
"Trovare un nemico decente è difficile oggi giorno..." ironizzò Katrina acidamente.
- Sbaglio o sento una vena di rimprovero?-
"Ti ho fatto una domanda prima. Che intendi fare con tuo fratello minore?"
- Il bambino ci serve, lo sai bene. Non fosse stato per il Grimario di Lumia Lancaster ora staremo ancora brancolando nel buio. Se non altro ora abbiamo tutti gli ingredienti per ritentare una seconda volta.-
"Si, certo...ammesso che Jeager riesca a rimettere le mani su quelle ossa..." la voce di Katrina assunse una nota annoiata "Inutile che ti ricordi che il Cimitero ora è sotto stretto controllo. Secondo me sarà un buco nell'acqua, comunque fate come volete. In fondo questa parte del piano è solo vostra."
- Vuoi dirmi che non lo vorresti riavere qui?- Vanessa Lestrange assottigliò gli occhi scuri, scrutando nello specchio con perfidia - Quando camminerà di nuovo su questa terra per Harry Potter sarà davvero la fine.-
"Certo...dimentichi sempre però il particolare più importante di tutti. Lucilla Lancaster."
- E' un demone di stirpe ormai. Cameron non le permetterà di intromettersi.-
"Continua a sperare, è meglio."
- Si può sapere dove sei adesso?- chiese la strega, cambiando argomento seccata da quell'interrogatorio.
"A Londra per trattenere quell'idiota di Orloff, per questo non mi sembra il momento adatto a parlare!"
- E piantala. Hai un corpo ora, usalo finché non diventerà cenere...oppure continua a divertirti a far impazzire i maschi, tanto non servono altro che a letto. E tu lo sai bene...- Vanessa si scostò dallo specchio, ridacchiando - M'interessa il tuo proposito di far uscire di senno quel traditore di mio cugino anche se non credo che riuscirai mai a togliergli dalla mente quella mezzosangue, sai?-
"Ma davvero?" Il tono di Katrina si fece di colpo interessato "Tempo un'ora e la Hargrave sarà morta e sono più che sicura che riuscirò a fare mio per sempre Malfoy, sempre ammesso che non muoia come mi hai fatto notare."
- Che vuoi fare? Rubargli l'anima ladra di cuori?- la schernì Vanessa spazzolandosi la lunga chioma seduta sul letto - Sai una cosa? Ancora non capisco perché un essere empatico dai grandi poteri come te sia tanto vanitoso con gli uomini. Sei una bella donna da umana...perché non cominci a vivere più materialmente eh? Ti ecciti solo con uomini pazzi per caso Katrina? O ti piace vederli strisciare ai tuoi piedi?-
"Sempre meglio di ciò che eccita te, Vanessa." concluse la voce con perfidia mentre la strega si alzava colma di rabbia dal suo letto, sprizzando collera da ogni poro "E ora scusa ma ho altro da fare. Devo tenere Jeager lontano da quelle segrete o perderemo i suoi poteri per la battaglia finale. Salutami il tuo amato fratello."
- Sparisci!- sibilò la Lestrange - Torna dal buco schifoso da cui sei uscita, sono stata chiara!?-
"Certo, certo...ci rivedremo per i corridoi. Buona notte signorina Lestrange!" e ridacchiando lascivamente la voce sparì in un eco mentre Vanessa prese la spazzola e la scagliò contro lo specchio, frantumandolo in mille pezzi.
Bene, ora si trattava solo di aspettare...la notte sarebbe stata fin troppo corta...


Dove sei? Dove sei??
La notte brulicava di stelle sulla grande collina del Golden Fields...
La mezza luna calava e le corolle nere delle margherite che fiorivano di notte erano nel pieno del loro splendore.
La terra bruna profumava di gelsomino e i lunghi fili d'erba carezzavano le ginocchia a Draco Malfoy che con l'espressione di un uomo disperato si aggirava in quel luogo con la mente rivolta a un solo e unico pensiero.
Le grida si erano fatte continue adesso...le lo chiamava...lo supplicava...e lui l'aveva ignorata, scacciata dalla sua mente e dal suo cuore. Lei era lì...era vicina...e soffriva. Stava morendo...
Col cuore in gola e l'anima in mano correva, correva...non sentiva la fatica, né l'alito freddo del vento.
Poi in lontananza lo vide. Un castello diroccato, quasi in rovina...né luci, né ombre...
E fu come avere le ali ai piedi. Il sangue cominciò a galoppargli nelle vene, quasi scorrendo al contrario mentre la paura lo dilaniava. La paura che fosse troppo tardi lo stava uccidendo a ogni passo, a ogni eco del ricordo passato del viso di...di Hermione. Il suo viso gli tornò alla mente...e una rabbia feroce lo invase.
Qualsiasi cosa fosse successa, se lei non fosse uscita viva da quel luogo...non l'avrebbe fatto neanche lui.
Non gl'importava più di niente, né dei Mangiamorte, né dei suoi cugini né delle urla dei suoi compagni alle spalle. Niente. Non erano passati quattro anni. Non era passato neanche un minuto da quando lei se n'era andata.
Perché lei era sempre rimasta con lui, che l'avesse voluto o no.
Poco lontano da lì, qualcun altro stava lottando disperatamente contro il tempo.
Harry, Tristan e Tom erano davanti agli imponenti cancelli del tetro Cameron Manor. Oltre il portone d'ebano scuro le mille voci di mostri, demoni e vampiri riecheggiavano come in una danza malvagia ma in quel momento i tre umani avevano ben altro per la mente. La paura era l'ultimo dei pensieri rivolti a loro stessi.
- Come lo apriamo?- chiese Harry, estraendo la spada e la bacchetta.
- Faccio io.- scandì Tom avvicinandosi ad grande chiavistello col marchio dei Cameron, la C immersa nel fuoco - Una volta dentro dovremo tenere indietro gli ospiti del palazzo...-
- Per quello ci penso io.- disse calmo Mckay, levandosi il guanto dalla mano sinistra e fissandosi la vera d'oro che gli aveva dato in dono Lucilla - Se starete dietro di me non avremo problemi. Una volta chiamati Cameron e Lucilla poi dovremo correre al palazzo di quell'altro e di volata anche.-
- Già...Clay non sembrava contento di aspettare.- rispose Harry - Sente qualcosa. Vai Tom, adesso!- e senza indugiare oltre, il piccolo Riddle poggiò la mano sull'invalicabile porta di quel palazzo. Riconoscendo la presa, il portone incantato da millenni e millenni dai demoni più potenti mai nati, si aprì docilmente...e una volta nell'altro buio, centinaia di occhi rossi e gialli si puntarono su di loro. Grinfie e fauci si spalancarono, si agitarono spade e bacchette, vennero sparse grida e ringhi...poi una luce dorata come quella del sole che squarcia il buio al mattino, irruppe nel palazzo del grande demone illuminando anche gli angoli più nascosti.
- CAESAR! CAESAR!- urlò Tom disperato, mentre i vampiri venivano inceneriti, i mostri indietreggiavano con gli occhi insanguinati, demoni e giganti venivano respinti da una barriera invalicabile. Dietro alla mano protesa di Tristan, ogni cosa era al sicuro e Harry Potter guardava sconvolto il più grande numero di esseri appartenenti alle caste oscure mai visto. Nel palazzo enorme, ogni cosa profumava di margherite...e di tenebra, tenebra che venne spazzata via quando il bambino sopravvissuto vide la luce in un giovane uomo, in piedi sulla rampa delle scale.
Lui...non aveva niente di terreno. Lui incantava. Aveva occhi e capelli bianchi e non poteva appartenere a quel mondo.
- Non apprezzo quest'intrusione.- sibilò Caesar Noah Cameron, scendendo lentamente i gradini. Una giubba blu scura era aperta sul suo torace e un fine mantello in damasco gli cingeva le spalle. Scrutò i due Auror, fissando molto intensamente Harry...poi quando posò lo sguardo su Tristan e vide il suo anello la sua irritazione parve venire meno.
- Hai portato amici Tom.- sussurrò - Potrebbe gentilmente puntare il suo anello altrove, signor Mckay?-
- Li faccia andar via allora.- rispose Tristan, che nei recessi del suo animo provava un rancore feroce.
- Insomma, che cos'è questo casino a quest'ora di notte?- sbuffò Lord Demetrius, mettendo il naso fuori dal salone al primo piano. Guardò i nuovi venuti senza capire un tubo ma prima che potesse parlare apparve anche Lucilla, attirata dalla presenza di Mckay e rimase sconvolta nel trovarli tutti lì.
- Cos'è successo?- chiese accorata, scendendo rapidamente le scale e incenerendo infastidita i pochi superstiti che strillavano ancora sotto il potere dell'anello di Tristan - Perché siete qua?-
- Mamma!- Il piccolo Riddle corse sugli ultimi gradini e si aggrappò alle mani della Lancaster, sconvolto - Mamma presto! Dobbiamo andare a casa di Dimitri! SUBITO! Hermione è lì! È nelle segrete!-
- Cosa?- riecheggiò Cameron a bassa voce, voltandosi verso Demetrius - Cosa significa maledetto?-
- Come sarebbe?- disse l'altro senza raccapezzarsi di niente, Smaterializzandosi direttamente accanto al maghetto - Tom cosa stai dicendo? Hermione a casa mia?-
- Non abbiamo tempo per la miseria!- sbraitò Harry tornato al portone - Lucilla presto, mi devi aiutare! Hermione è nelle segrete di quel castello e un demone la sta mangiando viva!-
-...Doll!- sibilò la Lancaster, voltandosi verso gli altri due della sua razza - Ecco perché non riuscivamo a trovarla! Il potere di Doll copriva la magia di Hermione!-
- Si, presto!- li pregò di nuovo Tom - Dovete fare qualcosa, Draco è andato lì da solo!-
Se Harry e Tristan si erano aspettati indifferenza e compostezza, caddero male. Vedendo l'espressione di Caesar Cameron capirono che quel demone ora era come e più allarmato di loro. Quel mostro di nome Doll doveva essere seriamente pericoloso...o Cameron doveva tenere particolarmente a Hermione Granger perché non si fece ripetere due volte le preghiere del piccolo Riddle, tantomeno aspettò che gli altri lo seguissero. Sparì com'era arrivato, veloce come il vento...spada alla mano e l'aria di uno che non conosceva perdono.

I Bracciali Del Destino |Dramione|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora