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Draco Malfoy osservava senza particolare interesse l'oscillare dell'antico pendolo che stava nell'anticamera, nel salone al piano terra della splendida Malfoy House. La sua casa paterna.
Aveva sempre odiato quel pendolo.
Il suo suono, al rintocco delle ore, l'aveva sempre irritato fin da bambino. Forse perché a regalarlo alla loro famiglia era stato suo nonno paterno, un essere a dir poco più glaciale e rigido di suo padre.
Che strano, chissà perché gli venivano in mente quelle cose proprio in quel momento. Osservò le porte chiuse del salone. Oltre quelle, suo padre.
Lucius Malfoy. Non lo vedeva da quattro anni ed era ancora un ricercato.
Chissà perché aveva rischiato di finire in una trappola. Doveva saperlo che il suo adorato rampollo, come no, era diventato niente meno che "un orrido e inutile Auror", come li aveva sempre definiti lui con sprezzo.
Dio, come lo urtava l'idea di scendere a patti col diavolo.
E come lo urtava l'idea di trovarselo di fronte dopo così tanti anni di silenzio.
All'inferno però, quella era casa sua ormai!
Che s'impiccasse, non gli avrebbe più permesso di rovinargli la vita.
Con decisione afferrò la maniglia e aprì i battenti con finta sicurezza.
Lo vide immediatamente e solo la sua incredibile faccia tosta, allenata negli anni e dovuta al suo sangue di Malfoy e Serpeverde, gl'impedì di mostrare il benchè minimo sentimento.
Richiuse le porte, mentre Lucius Malfoy restava impalato a fissarlo.
Aveva girato davanti agli scaffali ricolmi di libri, ora non più oscuri e maledetti, aspettando paziente che suo figlio scendesse. Si era aspettato un ragazzo di ventidue anni ed era sceso quasi un uomo con due occhi di ghiaccio.
Non era cambiato suo figlio.
Rimase il silenzio, mentre richiudeva le porte, ostinato nel dargli le spalle.
Poi però lo guardò dritto in faccia.
Parve studiarlo...e Lucius quasi sogghignò.
Si, sapeva di essere cambiato in quattro anni.
Non indossava più abiti costosi, anche se la sua innata regalità traspariva anche da quegli anonimi pantaloni e giubba nera. Un vizio però non l'aveva perso. Continuava a portare i guanti.
I lunghi capelli biondi raccolti in una coda bassa, il mantello ripiegato su uno dei divani. La bacchetta nascosta nella tasca interna della giubba.
Si era aspettato una trappola, non poteva farne a meno ma conosceva anche tanto bene suo figlio da sapere che non l'avrebbe diviso con nessuno. Piuttosto l'avrebbe ucciso che consegnarlo al Ministero.
- Hai apportato dei cambiamenti alla casa, vedo.- bofonchiò con suo tono pigro, andando a sedersi sul divano di damasco color petrolio.
Draco si sedette a sua volta, ben attento a non sfiorarlo neanche con un dito.
- Arriviamo al dunque.-
Lucius sogghignò, accavallando le gambe - Grazie mille, io sto benissimo. E tu come stai?-
- Dove sono le ossa?- gli chiese l'Auror.
- Ho dovuto nascondermi. Ho vissuto a Praga, poi a Budapest. Mi ha richiamato Jane quando ha capito che la situazione stava peggiorando. In questi anni ho contattato qualche volta tua madre. So che sta bene e vive nella casa di campagna della prozia Elladora.-
- Dov'è Minus?-
Lucius si sporse leggermente, poggiando i gomiti sulle ginocchia - Così non otterrai nulla.-
- Cosa vuoi?- gli sibilò allora suo figlio.
- Parlare.-
Draco assottigliò gli occhi - E' tardi per parlare.-
- Si ma ti conviene accontentarmi se vuoi sapere delle ossa.-
L'Auror serrò anche le mascelle, irrigidendosi. Sporco bastardo...
- Avanti, parla allora.- lo sfidò, con un barlume di sarcasmo nello sguardo - Ma ti avviso, se dopo non mi dirai ciò che voglio sapere dovrò renderti tutti i favori che mi hai fatto da quando sono nato.-
La stoccata era pesante e Lucius la incassò a fatica, anche se lo nascose bene.
Tornò composto, mentre suo figlio si accendeva una sigaretta.
- Sei un Auror, esatto?-
Draco annuì, dando un lieve tiro - Contento?-
Lucius ridacchiò leggermente, in quel suo modo freddo che faceva accapponare la pelle.
- E ti ci trovi?-
- T'importa?- ghignò allora Draco con amarezza - Eh? Te ne frega qualcosa?-
- Si.-
Il ragazzo scosse il capo, sempre più disgustato - Non te n'è mai fregato un cazzo, perché adesso non mi dici quello che m'interessa e non te ne torni da dove sei venuto eh?-
- Perché ho delle domande e voglio delle risposte. Ti chiedo solo un po' di fiato Draco, non mi sembra molto.-
- E' anche troppo.- scandì acido - In fondo tu non mi hai dato neanche quello.-
- Possiamo stare qua a parlare dei miei errori per anni, ma non ti porteranno a quello che vuoi.-
- Quindi dobbiamo parlare solo di quello che vuoi tu, giusto paparino?-
- Si, esatto.-
- Potrei sbatterti ad Azkaban lo sai?- Draco espirò il fumo, fissandolo attraverso i riccioli densi e compatti - Dopo tutto quello che hai fatto ce n'è abbastanza per farti marcire fra le braccia dei Dissennatori, cari amici del tuo vecchio padrone a cui, se non ricordo male, stavi per immolarmi. O forse ho saltato qualcosa?-
Lucius tacque, senza abbassare lo sguardo.
Aveva una persona diversa davanti ora. Aveva sempre riconosciuto in suo figlio una certa insofferenza, tipica di alcuni rappresentanti della famiglia Black, ma ora in lui vedeva qualcosa...una sorta di piccola luce, protetta da una salda convinzione. Si, suo figlio non era cambiato. Era solo cresciuto.
- Vivi con Potter?-
Draco emise un gemito, spegnendo la sigaretta con rabbia.
Era come parlare a un sordo.
- Si.- sibilò ironico - Bello eh? Alla fine dopo avermi fatto il lavaggio del cervello su di lui dall'età di tre anni hai raggiunto il tuo scopo. Ora siamo talmente incollati che non posso staccarmi da lui neanche volendo.-
- Maledizione?- chiese suo padre, alzando un sopracciglio.
- Esatto. C'è altro che vuoi sapere?- e parve proprio di si perché suo padre si accomodò meglio, poggiandosi sul bracciolo. Lo scrutò attento, sempre come se stesse cercando di coglierne le differenze dovute all'età, a quegli anni travagliati.
- Ho visto dai giornali che Lord Voldemort ha un figlio.-
Draco ghignò, scuotendo il capo - Non potevi risparmiartela vero?-
- E tu e Potter cosa fate, illuminami.- continuò Lucius, ignorando la sua arroganza - Vi coccolate il marmocchio prima di andare a dormire o lo usate come bersaglio per i Cruciatus?-
- Ti sembrerà allucinante ma ci sono persone e genitori che sui loro figli non alzano una mano, bacchetta o grida.- stoccò ancora, facendogli fare una leggera smorfia - Ma tu questo non lo puoi capire.-
- Genitori hai detto? Fate da genitori a quel bambino?-
- Siamo i suoi padrini.- lo corresse gelido - E ha un nome, si chiama Tom.-
- Però.- l'ex padrone di casa parve stranito e divertito al tempo stesso - Quindi da lupo sei diventato una innocente pecorella, figlio mio.-
- Le apparenze ingannano, lo sai.- sibilò Draco in risposta - Vuoi sapere altro?-
- Si.- gli rispose, snervandolo - Sei fidanzato?-
- Perché non vai dritto dalla mamma se vuoi sapere queste cose?- ringhiò inferocito - Visto che siete ancora in contatto...-
- Calma, ho detto che qualche volta le ho scritto. Facendole sapere che ero vivo.-
- Che atroce notizia.-
- Il tuo sarcasmo mi tocca poco.-
- Come a me stomaca la tua nuova aria da esiliato addolorato.- la voce di Draco uscì più roca e pericolosa che mai - Non sono fidanzato, non ho avuto figli illegittimi, il casato è salvo e ho mandato al diavolo la nonna, contento adesso?-
- Per tua nonna hai fatto benissimo.- rispose Lucius angelicamente.
- Al diavolo!- Draco scattò in piedi, conscio che stava per esplodere. Ma fu qualcos'altro a saltare per aria. Dal piano superiore si avvertì un tremito, poi una nuvola di fumo invase lo scalone. Polvere e cocci franarono ovunque.
In un attimo Lucius Malfoy si ritrovò con una spada alla gola e una bacchetta al cuore.
- Se è una trappola...- sibilò l'Auror - ...giuro che ti ammazzo!-
- Calmati.- ringhiò suo padre - Non ho fatto niente. Non so neanche che diavolo è successo, per la miseria!-
Un attimo e arrivò un elfo domestico, tutto coperto di polvere e un po' sconvolto.
- Padroncino! Oh, salve padrone!- si sbrodolò l'elfo - Chiedo scusa.-
- Cos'è successo?- ringhiò Draco - Cos'era quell'esplosione?-
- Nulla, la signorina ha detto che non è accaduto nulla. Un libro maledetto che non si voleva aprire ma la signorina sta bene, non si è ferita.-
- La signorina?- riecheggiò Lucius.
- Zitto.- gli ordinò Draco, spingendogli la lama a contatto con la palle - Bene, grazie. Vai pure e andate a pulire questo disastro.-
- Certo padroncino.-
Sparito l'elfo, Lucius continuò a fissare suo figlio con aria indagatrice.
- Chi nascondi?-
- Affari miei.- ringhiò Draco, senza abbassare le armi - E ora sai che ti dico? Mi hai stufato! Verrai con me e dirai quello che sai a tutti quanti, ne ho basta di sentire cavolate! O mi segui o sei morto e ti giuro che invece io non cambierò idea all'ultimo momento!-
E allora non ci fu più modo di sottrarsi. Lucius Malfoy alzò le mani e consegnò la bacchetta. Dopo quattro anni, tornò dove aveva lasciato ogni cosa.

I Bracciali Del Destino |Dramione|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora