Fu la luce del sole a svegliare Tom Riddle ma fu la consapevolezza, invece, a schiacciarlo nel letto di Draco.
Pesante come un macigno, dura come le sbarre di una cella e nera come l'abisso.
La triste, amara e velenosa consapevolezza.
Aveva fatto un promessa quella notte e l'avrebbe mantenuta fino al giorno dei suoi diciotto anni, il giorno in cui finalmente non avrebbe più potuto far soffrire nessuno.
Si mise a sedere nel letto di Malfoy, esausto dal sonno troppo agitato e dagli incubi che non gli avevano dato pace.
Se era quella la vita che l'aspettava, sarebbero stati sette anni molto lunghi.
Lentamente si lavò e si vestì, poi senza dire una parola uscì dalla Torre Oscura dove erano rimasti ancora alcuni Auror dalla notte precedente. Non alzò gli occhi su nessuno di loro, anche se sapeva perfettamente che, a parte le chiacchiere che si facevano sul suo rapporto con Harry, in molti ancora non si fidavano di lui.
Non vide né Ron, né Hermione, né Potter e Malfoy e questo gli disse che neanche Edward allora doveva essere ancora tornato. Non andò a fare colazione in Sala Grande e tantomeno tornò a Grifondoro.
Non aveva nessuna intenzione di vedere nessuno, tantomeno di andare a lezione.
Non gl'importava dove sarebbe andato. Non gl'importava di cacciarsi nei guai. Non gl'importava nemmeno di finire catturato, di farsi mettere in punizione dai professori. Niente, non gl'importava di niente.
Mentre attraversava i corridoi qualcuno ancora gli scoccava qualche occhiata di blando interesse o di angoscia, lui non capiva bene, e ricominciava il chiacchiericcio, ricominciavano le voci e ibisbigli.
Uscì dalle mura, diretto al lago.
Il sole faceva capolino fra le nubi color panna e diverse civette sfrecciavano verso Hogwarts, all'ora della posta.
Silenzio.
Attorno a lui c'era solo silenzio, anche se la natura del paesaggio faticava a contenersi.
Andò a sedersi in riva al lago, su una roccia che sporgeva e su cui s'infrangevano le onde.
Perché si sentiva così vuoto? Perché si sentiva così solo?
"E Harry Potter? Sei sicuro che lui ti voglia accanto a sé?"
Katrina aveva ragione. Lei, Vanessa e i Mangiamorte...quello non era il suo posto.
Il suo posto non era accanto a Harry Potter.
Sollevò lo sguardo su Hogwarts...Harry era lì. Lo sentiva.
Ma lui era solo. Harry sarebbe sempre stato solo.
Anche se se ne fosse andato, anche se avessero vissuto lontani...Harry sarebbe sempre stato con lui.
Era vero, aveva ucciso suo padre. Ma perché non gliene importava nulla?
Solo perché Tom Riddle era stato un assassino? Perché non provava nulla per quell'uomo, per la sua vera madre?
Perché li aveva sempre sentiti lontani?
Ora avrebbe dato la vita per poter vedere Voldemort in faccia...e leggergli negli occhi. Leggere in lui quell'anima nera che aveva distrutto la vita a Harry.
"E Harry Potter? Sei sicuro che lui ti voglia accanto a sé?"
No, Katrina aveva ragione.
Lui non poteva più stare con Harry. Lui doveva stare con quelli come lui...col suo stesso sangue velenoso.
- Ciao tesoro.-
Come se fosse stata chiamata, Vanessa Lestrange gli apparve alle spalle.
A distanza di qualche metro, era in piedi dietro di lui, bellissima nel suo mantello color sangue.
I lunghi capelli che ondeggiavano al vento, il ghigno di chi sa di aver vinto una grande battaglia.
Tom la guardò, rivedendo in lei l'immagine di Bellatrix Lestrange.
Con lo sguardo perso e triste, riportò la sua attenzione sul lago.
- So che Katrina ha parlato con te.-
Il maghetto annuì appena.
- Dimmelo tesoro...- Vanessa sorrise sorniona, facendo un passo verso di lui - Dimmelo.-
- Cosa?- Tom di colpo la fissò dritta in viso, facendosi estremamente distante - Che hai vinto? Vuoi sentire questo?-
Mai.
Il bambino le dette di nuovo le spalle. Si, era il figlio di un assassino. Si, voleva bene a qualcuno che invece l'avrebbe odiato. Si, aveva sangue sporco nelle vene. Si, era vero tutto quanto.
Ma non sarebbe diventato come lei, come i suoi fratelli.
- Non vorresti vederlo?- Vanessa inclinò il capo, osservando la sua schiena curva - Non sei un bambino diverso dagli altri. Harry Potter avrebbe dato la vita per avere la possibilità che tu hai oggi. Conoscere tuo padre. Il mago migliore di tutti i tempi.-
Un serpente che era strisciato nelle case dei più deboli, per ucciderli.
- Non vuoi vedere il suo viso? Non vuoi toccare le sue mani? Non vuoi sentire la sua pelle sotto le dita? Non vuoi udire la sua voce? Non vuoi...abbracciare tuo padre?-
- Perché?- Tom piegò appena le labbra - Ha un cuore per capire chi sono?-
- Ti stupiresti di cosa può fare.-
- Tu non l'hai mai conosciuto.- le disse rabbioso - Non parlare come se sapessi chi è davvero.-
- Invece una volta lo vidi. Anni fa. Quando sono diventata Mangiamorte.-
- E ora vuoi che anche io lo diventi, vero?-
Vanessa sorrise di nuovo, con aria pigra - Io voglio una sola cosa da te, tesoro.-
- Cosa? L'odio e la vendetta verso Harry?- la risata troppo adulta del piccolo Riddle fece tremare anche la sua sorellastra che rivide in quegli occhi bluastri un qualcosa che non avrebbe dovuto ancora apparire - Non so cosa tu voglia da me in particolare ma so che volete resuscitarlo. Ora è morto...e presto riavrete anche quelle ossa...ma non vi bastano più i vecchi ingredienti vero?-
- Complimenti amore, vedo che sei stato informato. Sei molto sveglio.-
- Cosa vuoi davvero da me?-
- Riportarti da tuo padre. Sei il mio dono per lui.-
- Non sono solo questo. Cosa ti serve da me?- Tom la fissava senza battere ciglio - Ossa del padre, carne del servo, sangue...del nemico. Di Harry. Ma questo bastava quando Voldemort era sotto l'Horcrux. Adesso ti servo anche io.-
- Sei il degno figlio del nostro grande signore.- sussurrò la strega, piegando sinistramente la bocca.
- Se sai che so...- il piccolo mago scosse il capo - e sai che voglio solo che Harry stia bene...come puoi chiedermi di tradirlo?-
- Uccidere l'uomo che ha ammazzato tuo padre come un cane tu lo chiami tradire?- sussurrò la Lestrange.
Eccolo di nuovo, quel bivio. Quell'orrido e cupo bivio.
Non c'era risposta sbagliata a quella domanda. Non c'era motivo di tentennamento.
Harry aveva ucciso suo padre. Agli occhi di tutti non ci sarebbe mai stato motivo per cui lui avrebbe dovuto essergli fedele, volergli bene.
Si alzò, deciso a troncare quel discorso.
- Non potrai scappare ancora a lungo.- gli disse Vanessa, rimettendosi il cappuccio sul capo - Dovrai decidere prima o poi. Ricorda che sei anche mio fratello. Ogni secondo che passi con Potter e Draco mi fa contorcere le viscere.-
- Draco ha sempre saputo come siete.- le sussurrò, andandosene via.
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I Bracciali Del Destino |Dramione|
Fanfiction...E dopo quattro anni dall'aver lasciato il nido protettivo di Hogwarts, alla porta di Harry Potter si ripresenta un Riddle che sconvolgerà la vita a lui e a Draco, legati indissolubilmente da una maledizione che li porterà alle soglie di un'altra...