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Quel giorno di poco tempo prima Caesar Cameron rigirava con aria vaga e annoiata la punta della spada sul pavimento della sua sala riunioni al suo castello nel Golden Fields, ma quell'apatia, nonostante il suo carattere millenario segnato dalla noia e da una cinica saggezza, non era assolutamente normale. E infatti sfociò presto in un fortissimo attacco di collera.
In un lampo afferrò la spada e la lanciò contro un quadro incantato, piantandoci dentro la lama quasi fino all'elsa.
I capelli candidi gli ricaddero sulla fronte ma sul suo viso bellissimo non apparve la rabbia che l'aveva animato. Se non negli occhi perlacei che scintillavano.
- Non pretendo che tu capisca, né che tu faccia come se nulla fosse accaduto...- sibilò allora, voltandosi verso di lei, la cui sagoma si stagliava contro il fuoco del caminetto accesso -...ma non posso fare quello che mi chiedi. Non posso e non voglio. Non lo farò mai, piuttosto mi uccido con le mie stesse mani.-
- Ti ho solo chiesto aiuto.- sussurrò Hermione Jane Hargrave, fissandolo senza battere ciglio.
- Tu vuoi un aiuto che io non ho intenzione di darti!- le ringhiò il demone, sparendo e riapparendole di fronte come una nuvola di vapore - Tu vuoi quella polvere per farti cadere nell'oblio ma che possa morire qua ora per mano del rimorso prima che io te la dia!-
- Tu non capisci, non capisci niente!- urlò la Grifoncina perdendo definitivamente la pazienza, dopo un'ora di lunghe discussioni - Perché non fai uno sforzo per cercare di comprendermi eh? Non sono di roccia, non sono fatta come te!-
- Ringrazia Dio per questo.- sibilò lui di rimando, fissando le fiamme con sguardo perso.
- Perché non mi capisci Caesar?- alitò, afferrandogli il braccio con entrambe le mani - Io non ce la faccio! Non dormo, non mangio, urlo tutta la notte! ...Cristo ma non hai pietà?-
Cameron quasi tremò, sentendo quelle parole e poi si volse verso di lei vedendole le lacrime agli occhi.
- Caesar...per favore...guardami...io non ce la faccio più...-
- No, Hermione. No.- ribatté duro, freddo, implacabile, strappandole l'ultima speranza che aveva - Non voglio. Sei stata via da me per tanti mesi...e se ora facessi come vuoi ti renderei la stessa bambola che sei stata per tanto tempo.-
- Al diavolo Caesar!-
Quel grido proruppe per tutto Cameron Manor, antico come il grido di dolore del mondo.
Il singhiozzo di Hermione lo colpì come uno schiaffo ma non poteva fare nulla per impedirlo. Non le avrebbe teso la mano per poi rigettarla in quell'antro oscuro da cui era uscita.
- No.-
- No, no, no! Non sai dire altro!- strillò Hermione passandosi le mani fra i capelli - Tu non sai...non saprai mai! Mi ha ucciso notte dopo notte Caesar! Pezzo per pezzo! E io sentivo tutto! Mi ha mangiato viva...e rideva! Mi ha divorato la faccia! Te ne rendi conto o no? Lo capisci?? Mi senti?!-
- Si ti ho sentito!- ringhiò di rimando, straziato come e più di lei - E darei qualsiasi cosa pur di tornare indietro ma fra queste non c'è la tua salute mentale! Hai resistito fino a oggi! Puoi farcela!-
- Posso farcela? Dormo tre ore per notte quando ci sei tu nel mio letto senza quella polvere! Rivedo quella bambina ovunque! Ogni volta che mi specchio la vedo! Non dormo, non magio...sto impazzendo! Mi serve quella polvere! Mi serve quella pozione per vivere!-

...mi serve per vivere...

Hermione ritornò alla realtà, passando sotto le cupe arcate dei corridoi esterni di Hogwarts.
Cosa le serviva per vivere? Solo quella pozione?, si chiese.
Le sarebbe bastato l'oblio per dimenticare? Per sopravvivere?
No, le serviva ben altro e lo sapeva. Ma ormai era tardi. Era tardi per reclamare ciò che era stato suo.
- A che pensi?-
A te.
- Niente di particolare.- sussurrò a bassa voce, cercando di non incontrare lo sguardo di Malfoy che le camminava a fianco, bardato nel lungo mantello nero che non faceva altro che donargli un aspetto ancora più irraggiungibile, proprio come in passato. Lui...no, lui non era cambiato. Draco Lucius Malfoy. L'orgoglioso purosangue, Principe di tutta Serpeverde. Il nemico, il figlio del traditore. Il suo Draco .
- La conosco quella faccia, Granger.- le disse testardo, continuando a guardare dritto davanti a sé - Ed è ora di cena. Sono troppo fiacco per farti sputare la verità, quindi taglia corto.-
- Il mio anello.- disse allora, dicendo la prima cosa che le passava per la testa.
Lui si bloccò, fissandola stranito. Stava dicendo sul serio? Lo rivoleva?
- Il mio anello. Quello col serpente d'argento. Tua cugina mi ha detto che te lo sei ripreso.-
- Si...è vero...-
- Bhè, lo rivoglio.- sbottò altezzosa.
Quel tono, tanto per cambiare, lo pungolò a risponderle con altrettanta arroganza - E' mio.-
- E da quando?-
- Da quando mia madre me l'ha regalato.- sentenziò puntiglioso.
- Però tu l'hai regalato a me quattro anni fa! Vuoi dirmi che sei tanto cafone da chiedere indietro un regalo?-
Draco assottigliò gli occhi grigi, sul piede di guerra. Accidenti, non riusciva a capire se l'aveva fatto apposta per sviare il discorso o se rivoleva davvero quel pegno di tanti anni prima.
Ora quella sua nuova aria sfuggente non gli piaceva per nulla...
Senza replicare, stanco dopo aver litigato con lei per tutto il pomeriggio, si tolse il guanto nero con stizza dalla mano sinistra e poi anche l'anello. Hermione doveva averlo fatto restringere perché ora lui riusciva a portarlo solo al mignolo mentre a lei andava perfettamente nell'anulare, dove in teoria ci stava la fede o l'anello di fidanzamento.
- Contenta?- sibilò.
- Non amo che le mie cosa vadano in giro.- disse pacata.
- Oh...se è per questo vale anche per me.- replicò ironico e pungente, facendola arrossire - Ma purtroppo non sempre uno può tenere tutto sotto controllo.- e senza aggiungere altro filò su per la Torre Oscura, salutando appena gl'insegnanti che passavano per dirigersi in Sala Grande. La cara professoressa Sprite si fermò squittendo a salutare Hermione tutto allegro e festante, poi finalmente tornarono alle scale per la torre e ...si andò a ridere.
- Come sta Blaise?- chiese Harry, ancora prima che Draco mettesse il naso nella sala riunioni.
- Continua a galleggiare per la casa. Ha sbattuto un po' di volte la testa al soffitto e la mattina cade dall'altezza del lampadario quando si sveglia ma a parte questo...- il biondo levò le spalle, sorvolando sul fatto che durante il loro incontro quel bastardo non avesse fatto altro che lanciare frecciate e allusioni sul fatto che ora la Granger era tornata, così tergiversò sull'argomento preferito del moro - La piccoletta ha detto di darti un bacio.-
- Tienitelo.- si schifò Potter, fissando poi Hermione attento - Trovato quello che ti serviva?-
- Neanche a parlarne.- disse lei fra i denti, seccata e provata - E tu? Ti è tornato un po' di sale in zucca?-
Prima di risponderle si sentì una lieve ghignata di Edward dalla cucina, cosa che attirò non poco l'attenzione della Granger ma dalla faccia di Harry, lei capì che assolutamente non aveva intenzione di levarsi dalle scatole quell'Osservatrice. E a quanto pareva neanche Ron, visto il suo debole rossore in viso.
- Ci avrei giurato.- disse con un sorriso impertinente - D'accordo...vorrà dire che scenderemo a compromessi.-
- Davvero?- disse Ron sollevato - Meno male!-
- Certo. In fondo se l'accettate voi non vedo perché fare tutte queste storie.- continuò la Grifoncina amabilmente, volgendosi verso May che leggeva un manuale della Storia di Hogwarts seduta in poltrona. L'Aarons infatti cercò di restituirle il sorriso - Grazie...sono contenta che tu l'abbia capito.-
- Oh, tranquilla ho capito benissimo.- l'assicurò la strega dagli occhi d'oro, levando la bacchetta dalla manica con aria angelica - E come ho detto basta scendere a compromessi. Io non me ne andrò di cui e continuerò ad aiutare Harry come ho sempre fatto. E prometto che non disturberò più neanche te.-
Com'è che allora Draco, Harry e Ron si sentivano poco tranquilli? E perché aveva la bacchetta in mano?
- Ti ringrazio...- May le sorrise in maniera più amichevole, restando seduta - Sono sicura che ti accorgerai che da me non c'è nulla da temere. Ormai i miei rapporti a Orloff sono tutti fasulli.-
- E continueranno a esserlo, te l'assicuro.- Hermione ora avanzava con un passo che tutti avevano già visto. Dritto, felino...e con uno sguardo troppo esplicito. Quando capirono costa facendo, fu tardi.
- Fidele meo perpetuo!-
Sollevata la bacchetta e puntatala contro May, una luce abbagliante scoppiò dalla punta, simile a un piccolo cerchio lucente che colpì l'Osservatrice e...un attimo dopo era tutto di nuovo tranquillo.
Manco a dirlo si scatenò una baraonda. Harry corse a prendere letteralmente in braccio Hermione, che non fece nulla per fermarlo, mentre Ron corse a vedere come stava May; Draco era pietrificato sul posto e Dalton...bhè, lui continuava ad assaggiare la zuppa inglese a piccoli bocconi, scrutando la scena pieno d'interesse.
- Ma insomma Hermione!-
Harry Potter pochi minuti più tardi sbraitava di nuovo come un leone al vento.
- Si può sapere che cavolo ti prende?? Eh? Ti ho detto che May non è una nemica! Che diavolo le hai fatto?-
- Ma niente, perché non ti calmi?- sospirò la Grifoncina, seduta comodamente a tavola a fianco di Edward - L'hai detto tu, no, che è fidatissima, il massimo della discrezione...o sbaglio?- aggiunse, piccata e acida, con un ghigno ironico sul bel viso - Se è davvero così come dici tu vedrai che non le accadrà nulla!-
- Ma sei impazzita a farle addosso l'Incanto Fidelio?- le ringhiò anche Ron.
- Non è un semplice Incanto Fidelio.- lo corresse sarcastica - E' la versione perfezionata delle arti oscure. Il cerchio che è uscito dalla bacchetta le si è chiuso sulla carotide. Se prova anche solo a cantare per schiarirsi la gola con qualcuno che non appartiene al nostro gruppo finirà strangolata.-
Ora lo sconvolto regnava generale. Ma chi era quella? Non era Hermione Granger!
- Non sei più fra i demoni sai?- sbottò Weasley allibito - Sei fra la gente civile!-
- Se per civile intendi scema allora siamo a cavallo.-
- Bhè ragazzi...- s'intromise May dolcemente, fermando i bollori dei due ex Grifondoro - Se così si sente più sicura...-
- Oh, non sai come potrei sentirmi più sicura. Te lo garantisco.- la zittì la Grifoncina.
- Senti ma si può sapere cosa ti ho fatto?- sbottò la Aarons, alzandosi in piedi furibonda - Io a Harry e gli altri non ho fatto nulla di male. È vero, mi ha mandato Orloff e questa è la mia unica colpa! Ma non passo informazioni a nessuno, cerca di mettertelo bene in testa! E non me ne andrò neanche!-
- Che nobiltà d'animo.-
- Risparmiati le battute!- sibilò May stizzita - Harry, Ron, Edward e Draco sanno la verità! Tanto basta!-
- Non credo che in te abbiano visto la verità.- la gelò Hermione, fissandola tanto da trapassarla.
- Che intendi?-
- Hai capito benissimo cosa intendo. Come io ho inteso le tue parole di stamattina.- concluse la Granger mettendosi in piedi con sguardo ora duro - Quindi siamo pari. Ora non ho più problemi con te quindi torna pure a fare quello che hai sempre fatto per loro. Ognuno è libero di agire come vuole. Buona notte!- e senza neanche toccare cibo si ritirò in camera sua, lasciando per l'ennesima volta gli altri Auror a bocca aperta.

La mattina dopo tutta Hogwarts sapeva che Hermione Jane Granger era al castello.
Inutile raccontare l'atmosfera che aleggiava per i corridoi. Tutti gli studenti dal primo al quinto anno non facevano altro che spiare in giro nella speranza di vederla comparire con Harry Potter e Ron Weasley, oppure correvano dagli studenti del sesto e del settimo, gli unici che li avevano conosciuti per farsi raccontare nei dettagli le loro imprese.
Tom Riddle al dormitorio poi ne aveva sentite di tutti i colori. Alcune cose sapeva essere vere, altre erano pura fantasia, altre ancora lui non le aveva mai sentite. Per esempio non aveva mai saputo da Harry, per esempio, che lui ed Herm erano stati insieme, come gli raccontò Brian King a colazione.
Tutta Grifondoro era eccitatissima, maschi per primi che avevano saputo dagli allievi più grandi delle sue imprese e che fosse molto bella, mentre le studentesse volevano conoscerla per la leggenda di cui faceva parte.
A Serpeverde invece si "serpeggiava" naturalmente che lei e Malfoy all'ultimo anno avessero dato scandalo.
- Io non so come si faccia ad essere così pettegoli.- sbuffava Damon, scendendo con Beatrix dalla torre di Astronomia dopo una pallosa lezione con la Cooman insieme ai Tassorosso.
- Bhè, sembra che quei tre fossero famosi no? Leggi i loro nomi anche sui libri ormai.- rispose la Diurna quasi balbettando, stringendogli forte la mano mentre scendevano le scale gradino per gradino.
- Sai che bello...- replicò seccato - Senti, già che abbiamo finito andiamo a raccattare Tom e la duchessa.-
- Già, così andiamo a pattinare al lago.- annuì la Vaughn, arrivata finalmente al piano terra con un sospiro di sollievo - Ma davvero non sai pattinare?-
- Ma perché non mi lasci in pace anche tu eh?- rognò con gli occhi azzurri lampeggianti - Mi avete rotto tutti quanti!-
- Hai proprio il sangue caldo Howthorne.- lo prese in giro divertita.
Continuando a chiacchierare, con Alderton che come al solito in sottofondo strombazzava ai quattro venti le sue cavolate razziste, raggiunsero la Sala Grande. Cloe e Tom stavano già mangiando attorniati dalla squadra di quidditch del Grifondoro. Tutti a quanto pareva stavano facendo a Riddle il terzo grado sulla presenza della Grifoncina a Hogwarts. Altro che quidditch...in quella scuola lo sport di punta era il pettegolezzo.
Una volta sazi si raccolsero tutti sotto le arcate, decisi ad andare a spaccarsi la faccia sul ghiaccio accompagnati rigorosamente da un caposcuola, in quel caso Brian King e il suo amico Julian Foster.
Con loro si erano accodati Martin, Bruce, Ian e Archie, Matt Rogers a cui era stato chiesto di unirsi al gruppo da parte di Cloe, giusto per far incazzare Beatrix e un nuovo amico della piccola King, un Grifondoro abbastanza fiero e altezzoso di nome Sedwigh Stanford, del loro stesso anno, che parlava rigorosamente solo coi purosangue e che odiava a morte i Serpeverde. Un tipetto simpatico da morire, che trattava Damon con alterigia e scrutava Tom con sospetto.
- Sedwigh non è male, credimi!- stava dicendo Martin Worton a Bruce nella loro camerata poco più tardi, mentre si preparavano con guanti e sciarpe per andare al lago - E' solo molto fiero della sua famiglia!-
- Secondo me è un pallone gonfiato.- replicò Bruce Joyce alzando le spalle.
- In fondo potrebbe essere simpatico, no?- lo blandì Ian, pulendosi i grandi e spessi occhiali.
- Si, simpaticissimo.- continuò Bruce - Tratta sempre gli altri dall'alto in basso.-
- Avrà bisogno di zuccheri.- ghignò Martin ficcando la cuffia in testa al piccolo Archie, che succhiava un lecca-lecca tranquillo e pacioso come sempre - Tom, tu che ne pensi?-
Riddle alzò gli occhi blu dalla finestra e li portò su di loro.
- In che senso?-
- Che ne pensi di Sedwigh?-
Cosa ne pensava? Niente. Non voleva pensare niente di certa gente. Evitò di rispondere cambiando argomento, incitandoli a muoversi e poi finalmente raggiunsero la sala comune dove Cloe, Sedwigh, Brian King e Julian Foster erano già pronti. Arrivati in giardino trovarono Trix, Damon e anche Matt tutti pronti a seguirli e s'incamminarono ma...un corvo nero andò a posarsi sulla spalla di Tom, proprio quasi stava per superare la fontana.
Si bloccò sorridendo, dicendo agli altri di andare avanti e non aspettarlo...e poi Hermione riprese le sue belle sembianze. Avvolta in un lungo cappotto color panna col cappuccio e una sciarpa color rubino al collo, gli scoccò un grosso bacio e lo strinse forte, come fece il maghetto che però dopo un poco si staccò con aria preoccupata.
- Herm...sei dimagrita tanto! Ho quasi paura di farti male!-
Un altro. Ma perché gli uomini prima vogliono le donne anoressiche e poi si spaventano se non sentono delle curve?
- L'ho già detto agli altri. Stai tranquillo, sto bene!- e gli scompigliò i capelli neri - Allora? Dove andate?-
- A pattinare!- le disse felice, visto che non era mai andato a pattinare con degli amici in vita sua - Senti, perché non vieni? Devo farti conoscere Damon! Lui è fortissimo! È un Legimors sai? E anche un Veggente!-
- Però...è quello di cui mi ha parlato Harry allora.- lo guardò con tenerezza, mentre s'incamminavano - Ti piace?-
- Tanto.- ammise con un bel colorito roseo sulle guance - Lui è diverso dagli altri.-
- Allora sarà davvero speciale.-
- E poi ci sono Beatrix e Claire! Beatrix è mezza vampira, come Milo! Dovresti vederla, assomiglia un po' alla mamma solo che ha paura delle altezze!- aggiunse ridendo - Mentre Claire assomiglia un po' a te secondo me! Adora Harry e ha urlato in mezzo alla piazza della fontana che Hogwarts deve farsi i fatti suoi. Ha un carattere molto combattivo!-
- Questo si che si chiama parlar chiaro. E coi tuoi compagni di stanza? Come va?-
- Bene, sono tutti molto simpatici. Ian è un secchione ma è molto gentile. Martin fa un sacco di guai, non sta mai attento a quello che dice, poi c'è Bruce che è il più tranquillo fra noi e l'ultimo è Archie! Mangia praticamente solo dolci e caramelle! La sua mamma ha un negozio di dolci magici a Diagon Alley. È famosa sai?-
- Bella compagnia.- rise la Grifoncina mentre si avviavano passando dalla casa di Hagrid - E con tua sorella come va?-
Tom a quel punto s'intristì leggermente, sforzandosi di scuotere il capo.
- Va...- si limitò a dire - Lei ogni tanto cerca di parlarmi ma non credo d'interessarle in quel senso.-
Hermione guardò il piccolo e gli carezzò il capo con la mano guantata, addolcendosi.
- Non sempre possiamo avere l'affetto da chi desideriamo. Lo sai vero?-
- Si, lo so.- ammise mogio - Ma...a volte penso che se solo lei mi dimostrasse un po' di bene sarei contento.-
- Purtroppo non è possibile. Non da loro almeno.- lo consolò la ragazza - Ma altri ti vogliono bene.-
Sentendolo Tom tornò a sorridere, annuendo serio - Si. Avevi ragione sai? Anche se all'inizio è stato un po' difficile coi ragazzi mi trovo bene. Cioè...mi chiamano mostriciattolo e mi sgridano sempre...- e dicendo questo la fece scoppiare a ridere -...ma Draco è affettuoso con me. Ron ed Edward poi mi hanno subito accettato e Harry...bhè, lui ha imparato a sopportarmi come sopporta Draco credo.-
- Tesoro, dammi retta.- lo consigliò la ragazza giunti al lago - Non sperare mai di capire quei due!-
Non finirono di parlare che i ragazzi che stavano già tentando di pattinare sul lago si volsero e...Brian King e Julian Foster quasi caddero come pere quando la videro.
- Hermione! Hermione Granger!- gracchiarono, pattinando fino a loro due.
- Hermione ti ricordi?- le chiese Brian tutto rosso in faccia - Sono Brian King! Stavo sempre con Colin Canon e suo fratello più piccolo! Quando sei stata incoronata reginetta della scuola alla fine del settimo anno ti ho portato io i fiori!-
La Grifoncina restò un attimo spiazzata ma poi parve ricordarsi tutto, anche se un po' a fatica. Sorrise a tutti, dopo che vennero fatte le presentazioni, e trovò parecchio simpatica quel tornado di Cloe che la guardava con gli occhioni scintillanti, mentre Trix fu più pacata visto che di figuracce ne avevano già fatte abbastanza.
- Herm, tu non vieni?- le chiese Tom quando si fu messo i pattini.
- No, sto qua di guardia.- rispose tranquilla, sedendosi su un tronco d'albero.
- Guardia?- fece Damon schifato - Mi sono appena ripreso dalla craniata dell'altra sera.-
- Siete sulla buona strada per diventare dei veri cerca guai ragazzi.- l'assicurò Hermione ridendo - Comunque devo dire che come prima volta ve la siete cavata. Un basilisco non è roba di tutti i giorni.-
- Figurati, tu sarai abituata a ben di peggio vero?- cinguettò Cloe.
- Megafessa, ma perché non la lasci in pace eh?- frecciò Trix che riprendeva la mano sul ghiaccio - Non avevamo una sfida in programma noi due?-
- Certo, preparati a uscire da qua col tuo delicato fondoschiena da vampira a lividi!-
- Ma va? Cosa ci scommettiamo?-
Hermione sorrise, sentendo quelle frasi lontane. Scommessa . Che parole dolce e amara.
Tutto era cominciato con una scommessa. E così era finito.
Ora al suo fianco c'era un'altra. Una che non si era nascosta dietro a una scommessa, a una questione d'orgoglio.
Come invidiava quell'Osservatrice. Lei aveva preso ciò che desiderava senza tirarsi indietro, senza nascondersi.
Orgoglio, orgoglio...peccato più grande di un Grifondoro.
All'improvviso qualcuno le passò un braccio attorno alle spalle e le si sedette a fianco, facendola ridere.
- Speravo venissi.- gli sussurrò.
- Così mi provochi...- rise Edward malizioso - Quattro anni fa mi sei scappata per un pelo. Adesso chi mi tiene più!- e ridacchiarono tutti e due, stringendosi per il freddo.
- Avanti, parla.- lo incalzò - Devo ammettere che il tuo comportamento mi ha incuriosito da matti.-
- E io devo ammettere che il tuo ritorno mi ha portato un gran sollievo.- ammise Dalton, osservando Tom e Damon sfracellarsi di faccia sul ghiaccio mentre Trix e Cloe ridevano giulive - Mi sentivo preso in trappola.-
- In trappola?-
- Si. Solo contro tre deficienti che si sono fumati il cervello.- continuò serio - Il fatto che tu abbia messo May in quelle condizioni mi ha sollevato il morale. Ormai ci credevo spacciati.-
- Quindi tu...non ti fidi di lei.-
- Esatto.- Gli occhi azzurri di Edward si fecero più chiari - Da quando è arrivata quella, Katrina ha cominciato ad attaccare costantemente. Attacchi d'ira, assalti omicidi...prima Blaise, poi Ron. Poi si sono susseguiti altri fatti strani, cose inspiegabili, uscite a ore bizzarre, scuse che secondo suonavano false, coincidenze...-
- Non credo alle coincidenze.- sindacò Herm.
- Io neanche. E nemmeno Harry ci ha mai creduto ma May...non so...- Edward scosse il capo - Forse sono solo io che vedo fantasmi ovunque ma lei...lei si è infilata così bene fra noi, tappando ogni buco che tu hai lasciato in maniera così perfetta da darmi pensiero. Lei ora parla con Harry la notte, quando di solito chiacchierava con te. Ha fatto perfino qualche scherzo con lui ad Halloween. Ora gioca con Ron a scacchi, ci toglie tutte le incombenze che prima toccavano a te...quando è ora di bacchettare diventa una furia...-
- Va a letto con Draco...- concluse Hermione, mordendosi la lingua.
Edward stavolta tacque, volgendosi a guardarla.
- In sei mesi, da quando è arrivata a giugno, ha praticamente preso il tuo posto. È diventata indispensabile. Esattamente come lo eri tu. Ed essendo indispensabile, per loro è anche intoccabile. È come se non vedessero le piccolezze.-
La Grifoncina socchiuse le palpebre, stringendogli forte la mano.
- Devo avervi deluso parecchio per ridurre anche uno vigile come Harry a questo punto.-
- Non si tratta di questo. Non sono delusi...erano solo preoccupati, terrorizzati a morte. Sei molto importante per loro. Per noi.- si corresse, ridendo della sua occhiata storta - E Malfoy...lui...-
- Edward, non mi devi dire niente.-
- Piantala, non vi siete scollati gli occhi di dosso.-
- Non vuol dire niente.-
Dalton sollevò un sopracciglio - Se ci provassi io s'incazzerebbe a morte.-
- Non vorrai metterti a giocare spero!- ridacchiò ma un secondo dopo vide la faccia del Corvonero farsi pericolosamente vicina - Vogliamo giocarci del soldi? Lui e Harry sono a dieci metri da qua. Se ti bacio stanotte mi soffoca nel sonno!-
- Brutto vizio quello del gioco.- gli mormorò all'orecchio, mentre si lasciava baciare sulla guancia.
- Ti avevo detto di controllare, non di baccagliare!- rognò Potter quando li raggiunse impettito.
Dalton fece una faccia angelica, falsa come i soldi falsi - Infatti controllavo che tutto fosse a posto!-
- Come? Facendole l'ispezione del cavo orale?-
- Ma proprio tu parli?-
- Fatela finita.- sibilò Draco zittendoli secco e astioso, come da copione - E controllate i marmocchi!-
- Ciao ragazzi!- urlò Tom da lontano, quando li vide - Venite a pattinare anche voi?- ma non finì di dirlo che si sbilanciò in avanti, finì addosso a Damon che già stava in piedi per miracolo e crollarono sul ghiaccio come due sacchi di patate, scatenando di nuovo l'ilarità fra i loro amici.
- Io non so come faccia ad essere così tonto e goffo.- sbuffò Harry paziente - Un giorno o l'altro finirà al San Mungo!-
- A me piacerebbe sapere da chi ha preso.- concluse Draco - I Black hanno dei modi ineccepibili.-
- Infatti. Il suo modo di parlare cortese forse può venire da qualche ramo estremo della famiglia.- disse Edward serafico - Oppure è semplice dote di natura. In fondo non sempre ereditiamo i geni dei nostri genitori.-
- Sento odore di paternale.- ringhiò Potter, continuando a fissare i maghetti.
- Sono ben lungi dal fartela.- ghignò Dalton - Dov'è Ron?-
- In giro con Jess e Clay.-
- E sua altezza?- frecciò Hermione guardinga.
- May è alla torre.- la corresse Harry con tono quasi arcigno - E ti sarei grato se provassi a comportarti di nuovo come una volta, ovvero da persona civile, e cercassi di conoscerla meglio.-
- E se non mi andasse?-
- Perché fai la bambina eh?-
- Sarà il vostro comportamento a pungolarmi.-
- Che vorresti dire?- sbuffò il bambino sopravvissuto.
- Mi sembra che ci siamo sempre capiti Harry.- lo zittì seria.
- Infatti. Ed è per questo che questo tuo comportamento mi lascia perplesso.-
- Senti, vogliamo lasciarla perdere quella?- sbottò la Granger esasperata - Fate cosa vi pare con la vostra Osservatrice, tanto ormai siamo blindati comunque. Voi siete tranquilli e ora anche io, quindi perdonami se non ho voglia di famigliarizzare! Meglio andare a letto con un serpente che...- e si zittì, capendo di aver detto una fesseria visto che Draco ebbe una specie di strano scatto repentino, tossendo il fumo della sigaretta. Cadde il silenzio, con Potter e Dalton che facevano di tutto per non ridere, quando arrivò Sphin con Milo formato pipistrello attaccato al braccio, sotto al mantello, a salvare la situazione.
- Allora? Come va dentro?- gli chiese Edward.
- Tutto ok a quanto pare. Ron sta passando in rassegna un po' di muri ma per ora è tutto calmo.-
- Stanno cercando qualcosa.- sussurrò Hermione - Ma non sono riuscita a scoprire cosa!-
- Come fai a saperlo?- le chiese Eastpur, mentre Morrigan riprendeva sembianze umane senza sentire un filo di freddo.
- Tutto ricollegato a ciò che mi disse Linda.- spiegò la Grifoncina - Ma mi servirà tempo per capire di che razza d'incantesimo si tratti e di cosa serva ai Mangiamorte per metterlo in atto. Certo...se riuscissimo a capire dove tengono il Grimario di Lumia sarebbe ancora meglio.-
- Io mi sentirei più tranquillo con un piano per fermare l'empatica.- soffiò Milo, il cui pallore marmoreo spiccava contro il nero ebano dei suoi capelli e l'ambra dei suoi occhi.
- Per ora tutto quello che so è che lei usa gli specchi come realtà secondaria.- fece Hermione sfregandosi le mani e soffiandoci sopra per scaldarsi - Gli specchi riflettono la realtà che viviamo noi e lei, vivendo nel riflesso, modifica la sua realtà, ovvero quella specchio, facendola poi diventare vera anche per noi. È complicato, lo so. Gli studi sugli empatici hanno avuto una battuta d'arresto in questi anni e da Caesar non sono riuscita a cavare un ragno dal buco...comunque tutto quello che dobbiamo sapere per ora è che in qualunque superficie che possa riflettere la realtà, lei può apparire.-
- Anche l'acqua?- borbottò Harry sconvolto.
- Non so, ma è possibile.-
Sul ghiaccio intanto, spazzato da inesperti e ridenti maghi minorenni, Tom e Damon cercava di fare di tutto per uscirne vivi, cosa non facile visto che Cloe e Trix volteggiavano loro attorno come se fosse stata la cosa più facile del mondo.
Archie poi ci andava sopra come non avesse fatto altro tutta la vita, succhiando caramelle e Ciocco Rane.
- E' l'ultima volta che mi presto per una vaccata del genere!- sibilò Damon quando cadde per l'ennesima volta, restando seduto a gambe incrociate sul ghiaccio - Mi sono rotto! Non ho la tua resistenza alle cadute io!- ringhiò verso Tom, che invece cercava sempre di rimettersi in piedi, anche grazie all'aiuto della King.
- Eddai, io mi diverto!- rise Riddle giulivo - E poi basta fare esercizio no?-
- Tu la fai sempre facile.- sibilò il Serpeverde, mentre Tom traballava di nuovo - Per te basta sempre provare e riprovare e tutto prima o poi riesce, vero?-
- Bhè...- il moretto lo guardò stupito - No, non per tutto.-
Howthorne sospirò, sapendo di aver toccato un brutto tasto e cercò di rialzarsi. Fortunatamente passò di lì Brian King che lo tirò in piedi facilmente ma con lui arrivò anche Sedwigh Stanford che li scrutò altezzoso.
- C'è qualche problema?- gli chiese Damon irritato da quello sguardo provocatore.
Il ragazzino, dai capelli biondo sciacquato e dalla faccia dai lineamenti duri ma regolari, arricciò il naso.
- Ti credevo bravo in tutto Howthorne.-
- Stanford, ti dirò una cosa che dovrai ricordarti bene per i prossimi sei anni...- ghignò il Legimors, feroce - Non cercare mai di etichettarmi, capito? Non farlo mai. E andremo d'accordo.-
- Chi vuole andare d'accordo con te?-
- Intendevo che potremo ignorarci tranquillamente.- gli spiegò meglio il Serpeverde, paziente.
- Già, a differenza tua e di altri io penso che Grifondoro e Serpeverde debbano stare separati.- sibilò Stanford, scoccando un'occhiata veloce a Tom. Il piccolo Riddle non disse nulla ma a differenza del solito, Damon notò che non s'intimidiva, anzi. Sembrava che non avesse neanche ascoltato le loro parole. Era lontano.
- Ciò che pensi, Stanford, dà fastidio a parecchi.- disse Bruce Joyce alle loro spalle, seguito da Matt Rogers.
- Ognuno può pensare quello che vuole no?- replicò il biondo, con tono implacabile.
- Si certo. Ma l'importante è che la gente si fermi solo a pensare.-
I tre si girarono proprio quando Tom ebbe finito quella frase, con gli occhi blu velati da un sentimento lontano. Stanford a quello non rispose, avendo capito di essersi spinto troppo in là con la persona sbagliata e se ne andò da Cloe senza salutare, lasciando gli altri maghetti a guardare Riddle dispiaciuti.
- Lascialo perdere.- gli consigliò Matt, dandogli una pacca leggera sulla spalla.
- E' solo un piantagrane.- concluse Damon sorridendogli e ridonandogli il buon umore - E' il classico tizio che ripete a pappagallo quello che dicono i suoi. Quando avrà il cervello per pensare forse cambierà idea...credimi...è solo...questione di...ghiaccio...il ghiaccio ...- Howthorne masticò la frase, mentre la sua voce scemava lentamente. I suoi occhi azzurri divennero spenti, quasi vitrei. E Tom riconobbe quel sintomo.
Stava vedendo qualcosa.
- Damon! Damon!- disse a bassa voce, tenendolo forte - Damon, cosa vedi?-
Sapeva che quando era in quelle condizioni neanche una bomba avrebbe potuto svegliarlo dal suo stato catatonico, ma fortunatamente il giovane Legimors continuò a parlarle, come in trans.
- Il ghiaccio...il ghiaccio...due occhi...lei vede... nel ghiaccio tutto si riflette...tutto si spacca...-
- Cosa sta dicendo?- si sconvolse Bruce allibito mentre Matt sgranava gli occhi - Che cos'ha?-
- Trix! Claire!- urlò Riddle. Richiamate le due streghette che li raggiunsero alla velocità della luce, continuarono ad ascoltare la predizione del loro piccolo Veggente ma le sue parole senza senso non fecero altro che allarmare gli animi. Diceva qualcosa sul ghiaccio...il ghiaccio che rifletteva qualcosa ma abbassandosi non videro niente, se non le loro fosche immagini sulla spessa lastra marmorea dell'acqua solidificata.
E poi la risata. Il ghigno perverso di Katrina che si allargò sotto i loro piedi, a macchia d'olio.
Da lontano gli Auror sentirono solo il suono spaventoso del ghiaccio che si spaccava in mille pezzi, poi le grida soffocate e disperate...infine un'enorme colonna d'acqua esplose da sotto la lastra gelata, rovesciando addosso ai maghi una cascata di pezzi di ghiaccio affilati come rasoi.
Proteggendosi gli uni con altri i ragazzi ne uscirono ben poco feriti, a parte qualche graffio sui visi e sulle braccia, ma l'esplosione aveva impedito a Harry di vedere che fine avesse fatto Tom. Preso dal panico cominciò a urlare il nome del maghetto e dopo poco, diradata la nebbia, gli Auror videro con sgomento che le lastre spezzate della calotta erano diventate instabili...tanto instabili che i pochi che si misero in salvo sui pezzi ancora spessi che si erano salvati dall'esplosione, rischiarono di rovesciare gli altri compagni che stavano tremolanti e ancorati su piccoli iceberg che galleggiavano a mala pena.
Brian King, Julian Foster, Sedwigh Stanford, Ian, Martin e Archie si erano miracolosamente salvati gettandosi sulla parte della crosta ghiacciata troppo spessa per essere fatta a pezzi, accanto alla riva del lago.
Cloe e Beatrix erano state rovesciate su un piccolo iceberg piatto, largo appena per farle stare sedute vicine, in mezzo all'acqua e rischiava di affondare da un momento all'altro. Tom, Bruce e Matt erano davanti a loro e non rischiavano molto, ma Damon, privo di sensi, stava sdraiato su un altro pezzo ghiacciato, con la testa quasi rovesciata in acqua.
E il piccolo Riddle disperato stava facendo di tutto per afferrargli la mano.
- Tom no!- urlò Hermione accorata - Tom sta fermo! Sta fermo! Rischi di scivolare!-
- Ma se non faccio qualcosa Damon cadrà in acqua!- strillò lui fuori di sé dalla preoccupazione.
- Tom ascoltami!- urlò di nuovo la Grifoncina - Ascoltami! Stai fermo...capito?- sussurrò - Stai fermo...e non cadrai. Se non vi agitate, nessuno cadrà per il momento.-
- Brian!- ordinò Harry nel frattempo - Prendi gli altri e corri al castello! Cerca Ron, Tristan e gli altri e dì loro di venire subito qua, capito? Sbrigati!- aggiunse, mentre i ragazzi correvano via - Fate presto!-
- Gente, diamoci una mossa!- sibilò intanto Draco - Dev'essere Katrina. Si è infilata nel riflesso del ghiaccio sotto i loro piedi e ha spaccato la lastra. Se è ancora in giro potrebbe uccidere davvero Damon stavolta!-
- Allora andiamo con l'Incanto Glacialius.- scandì Edward.
- Si ma prima facciamo sbaraccare i due che stanno con Tom.- Milo fissò preoccupato Trix e Cloe che più si stringevano, più sentivano la debole lastra sotto di loro sul punto di spezzarsi - Dobbiamo alleggerire il peso o quelle due cadranno in acqua!-
In breve tempo, ricongelando con la magia la lastra del lago, Milo ed Hermione che erano i più leggeri riuscirono a raggiungere Bruce Joyce e a farlo galleggiare, sempre usando la magia, in salvo sulle coste del lago. Una volta da Matt e Tom, Morrigan guardò la situazione della Vaughn e della King.
- Ragazze!- le richiamò - Siete troppo pesanti! Dovete alleggerirvi!-
- E come faccio eh? Le succhio via del sangue?- frecciò Trix isterica.
- Vola via no?- sbottò Milo seccato - Dai mocciosa, datti una mossa!-
- Volare?- la Diurna impallidì, attaccandosi letteralmente alla schiena della Grifondoro - Io...io...io non so farlo!-
- Come sarebbe?- sbraitò Milo - Hai detto che quando hai paura diventi un pipistrello no? Avanti, fallo!-
- Si che so diventare un pipistrello ma HO PAURA DI VOLARE!- gracchiò allora Trix al limite della fifa.
- Cosa???- Milo non si conteneva più - Hai paura di volare? Hai paura di volare???? Se non ti dai una mossa ti darò io qualcosa di cui aver paura veramente, intesi?!-
- Stupidissimo Leoninus, come cavolo ti permetti?!-
- Insomma basta!- strillò Cloe sull'orlo di un collasso - Mi sto gelando! Fate qualcosa!-
- E va bene!- sbuffò Trix - Mi ero appena tinta le ciocche, dannazione! Cerca di stare ferma megafessa, ok?- e senza far ondeggiare troppo il ghiaccio, rischiando di spezzarsi, Beatrix strisciò fino al bordo della calotta...e lentamente, molto lentamente, si lasciò andare in acqua.
- Che idea!- sibilò Draco - Ringraziamo Dio che non ci siamo gli altri in giro o altrimenti dovremmo spiegare a tutta Hogwarts il fatto che quella lì si fa le vasche al polo nord!-
- Come siamo messi col Glacialius?- chiese Hermione - Ed, per favore muoviti! La lastra dove c'è Damon sta cedendo! E se non riusciamo a svegliarlo si farà anche lui una nuotata del lago!-
Tempo cinque minuti e sembrava fatta. Erano arrivati Ron, May, Hagrid, Tristan e Jess, Milo aveva tirato fuori Trix dall'acqua e dopo averla avvolta nel suo mantello se l'era presa in braccio e portata via. Hagrid aveva portato delle lunghe tavole di legno per tentare con un'azione manuale, per far aggrappare i bambini nel caso di pericolo ma Katrina era ancora nei paraggi...e infatti il sangue nel bracciale di Hermione ribolliva costantemente.
- E tentare di rimpicciolire Cloe e Damon?- propose Ron - Poi Harry si può trasformare e andare a prenderli!-
- Katrina l'avrà pensata un'ipotesi simile.- fece Hermione dubbiosa.
- Bhè...Claire è una Sensistrega.- le disse Tom accorato - La sentirebbe arrivare!-
- Clay non la sentiva nella torre.- gli ricordò Tristan - Non vedo come possa farcela Cloe...a meno che la paura non le abbia acuito i sensi. Diamoci solo una mossa perché si sta gelando le gambe.-
- E non solo quello.- frecciò Draco serafico.
- Allora? Che facciamo, li rimpiccioliamo?- continuò Harry - Diamoci solo una mossa perché Damon è là sopra mezzo stecchito e non sembra accennare a riprendersi. Deve essersi preso un colpo con l'esplosione.-
- Gente, ce l'ho fatta!- li avvisò Dalton - Ho risistemato la calotta. Ora potete camminarci sopra fino a loro. Se Katrina attacca ancora cercherò di tenere il ghiaccio sotto controllo.-
- Avanti, passatemi le travi!- ordinò Potter mentre anche May e Jess si mettevano al lavoro col Glacialius, per rendere sempre più duro il ghiaccio sotto i loro piedi. Tristan intanto cercava di calmare Cloe e le parlava tranquillo e beato e anche la piccola Grifondoro sembrava tranquilla...peccato che si stesse letteralmente gelando il sedere e che l'iceberg su cui era seduta stesse lentamente sbriciolandosi.
Damon invece era del tutto privo di sensi, forse stordito dalla sua stessa visione, e svegliarlo era impossibile.
In un attimo e con la dovuta sicurezza, Draco, Ron e Harry avanzarono sulla defunta pista per pattinaggio di Hogwarts, sentendo dei lievi tremori provenire dal profondo del lago. Raggiunsero prima Cloe, la più vicina a loro mentre Trix e Tom trattenevano il fiato, e sporgendosi riuscirono a posare dolcemente l'asse di legno sulla sua piccola calotta. La fecero traballare e prima che la King si decidesse gattonarci sopra ci volle tutta la buona pazienza di Potter e pure tutte le bestemmie di Malfoy contro i Grifondoro. Così, toccando la biondina sull'onore, riuscirono a trascinarla in salvo e a riscaldarla, ma per Damon fu tutt'altra cosa. Il ghiaccio attorno a Howthorne si frantumò di nuovo non appena Ron e Malferret cercarono di toccargli almeno il capo, per ridestarlo.
Il rumore alla fine riuscì nel suo intento e Damon aprì appena gli occhi celesti, che si confondevano col colore tenue del ghiaccio e dell'acqua blu profonda del lago ma non aveva forza. Era come se le sue stesse visioni l'avessero stremato.
Allora Draco non ci pensò su due volte. Usando una tattica che lui e Harry in quegli anni avevano perfezionato, si mutò in serpente e strisciando, più leggero del peso di un uomo adulto, riuscì a raggiungere, nuotando in quell'acqua gelida che il sangue di un Animagus non percepiva, la calotta dove Damon tentava ancora di riprendersi.
Gli si volse attorno e spingendolo col muso riuscì a svegliarlo del tutto.
- Vai Damon! Forza!- esclamò Ron mentre gli altri dalle sponde incitavano, ed Hermione vigile fissava l'acqua con occhi contratti - Avanti...adesso gattona sopra la tavola ok? E fai piano...tranquillo, c'è tempo.-
Draco rimase sul ghiaccio sempre sotto forma Animagus mentre il giovane Serpeverde, intontito e poco conscio di ciò che stava veramente rischiando, cominciò a muoversi lentamente sulla piattaforma improvvisata.
Katrina però, e chiunque fosse con lei in quel momento, aveva tutta l'intenzione di liberarsi di uno degli elementi che impediva ai Mangiamorte sia la cattura di Tom Riddle che l'uccisione del bambino sopravvissuto.
Pronti a tutto, l'acqua del lago cominciò a vorticare di nuovo, preannunciando una nuova esplosione.
La calotta ghiacciata da Edward, May e Jess tornò a frantumarsi ma prima che Damon fosse spacciato, Draco fece l'unica cosa che avrebbe potuto fare in quel momento. Riprese forma umana e un attimo prima che il ghiaccio franasse sotto i suoi piedi, fece letteralmente sobbalzare via il giovane Legimors, che lo vide sprofondare in acqua, fra le grida degli Auror, proprio quando lui precipitò addosso a tutti gli altri.
Poi una nuova esplosione...ghiaccio e schegge schizzarono ovunque e lentamente la mano di Malfoy s'inabissò nell'acqua gelida, mentre tutti si copriva di gelida polvere bianca.


I Bracciali Del Destino |Dramione|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora