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Beatrix Vaughn aprì gli occhi di scatto, mettendosi a sedere nel letto.
Si guardò attorno, in una notte di luna nuova, ma nel suo dormitorio non c'era nessuno. Le sue compagne dormivano tranquille...eppure lei aveva sentito qualcuno parlare. Si, c'era qualcuno che se ne andava a spasso per i sotterranei di Serpeverde alle due di notte.
Poggiò i piedi nudi a terra, senza infilarsi neanche la vestaglia sulla maglietta dei Judas Priest che usava come pigiama e col passo felpato che solo un vampiro può avere, infilò i lunghi corridoi di Serpeverde.
Fortunatamente non sentiva il freddo ma ora cominciò ad odorare qualcos'altro. Fumo.
C'era odore di fumo. Appena percettibile al suo naso, seguì la traccia fino al dormitorio maschile e poi rimase impalata, fissando le fiamme silenziose che divampavano in quell'ala. Qualcuno aveva fatto tacere il rumore del fuoco!
Si guardò attorno ma non vide nessuno. Iniziò a urlare e richiamò l'attenzione dei Prefetti. Velocemente, tutta Serpeverde si svegliò e i maghi più grandi dal quinto in poi cominciarono a usare la magia per domare le fiamme ma qualcosa non andava...Beatrix se ne accorse quando non vide Damon in giro.
Che diavolo stava succedendo? Senza farsi notare spiccò un lungo salto sulle scale che portavano ai dormitori ancora invasi dalle fiamme e usando la velocità tipica di metà del suo sangue riuscì ad attraversare facilmente il fuoco.
- Damon!- urlò - Damon! Dove sei?-
Accidenti, ma dov'era quel dannato di Howthorne? Sentiva grida ovunque, specialmente delle matricole ma di lui non c'era traccia. Non essendo mai entrata in quel dormitorio poi non riusciva a raccapezzarsi, per non parlare degli odori che cominciavano a confondersi...quando qualcuno le venne in aiuto.
Sentì un verso strano, tipo squittio e trovò a terra Iggy, il furetto bianco di Damon.
Lo seguì di volata e finalmente raggiunse la camerata dove dormiva Howthorne ma lì tutto stava già crollando a pezzi. I letti erano in briciole, tende e candelabri ardevano...e finalmente lo vide. Incollato al muro da mille radici, Damon cercava disperatamente di liberarsi. Inoltre, cominciava anche a mancargli l'ossigeno.
In un attimo, la Diurna gli fu vicino con il furetto in spalla e cercò di strappare quelle maledette radici. Con le mani e le unghie non servì, così fu costretta a usare i denti. Dopo avergli tolto l'ultima radice che gl'impediva di parlare, Howthorne prese fiato, poi spostò entrambi di scatto, appena in tempo prima che l'armadio fosse crollato loro addosso.
- Ma si può sapere cosa ci fai qui?- le urlò, mentre restavano chiusi in un angolo.
- Ho sentito delle voci e l'odore di fumo!- gridò lei, per farsi sentire - Che cosa ti è successo?-
- Qualcuno ha cercato di uccidermi! Mi sono svegliato ed ero già attorniato dalle fiamme, poi mi hanno legato. Non li ho visti, avevano il viso coperto di bende scure!- le rispose, tirando indietro un braccio dalle fiamme - Ma se non facciamo qualcosa mi sa che moriremo davvero! Non ti viene in mente niente?-
- Che vuoi che faccia con la bacchetta?!- Trix lo guardò sconvolta - Non sappiamo fare niente!-
- Bhè, inventati qualcosa o moriremo qua!-
- E che ne so, il Legimors sei tu!-
Decisamente non era la situazione migliore per mettersi a battibeccare ma finalmente arrivarono i soccorsi.
Fra le fiamme di quell'inferno, i due maghetti videro qualcuno saltare nel fuoco che attorniava la loro porta e varcare la soglia, avvolto in un mantello nero. Era Milo e dopo di lui entrò anche Jess, trasformato in un falco.
Tornato umano, Mckay corse da loro e cercò di nasconderli sotto il suo mantello visto che ormai Damon non riusciva quasi più a respirare. - Milo! Rischiamo di soffocare! Dobbiamo muoverci!-
- Edward e Sphin stanno liberando il passaggio!- replicò Morrigan ad alta voce - Avanti, vieni!-
Jess spinse i due ragazzini verso il Diurno che stava fermo sulla soglia, a trattenere le fiamme con la bacchetta quando capirono che il proposito di uccidere Damon non era stato ancora abbandonato. Lo capì Beatrix quando, guardandosi attorno con l'udito fine ricolmo di rumori, ne sentì uno che non ricordava di aver mai udito.
Qualcosa di liquido...a contatto con qualcos'altro di affilato. Anche Milo lo avvertì bene perché i due puntarono i loro occhi giallo topazio su uno specchio rimasto attaccato alla parete. Era un po' annerito ma qualcosa uscì da esso, come se fosse stata formato da acqua, o da un altro fluido trasparente. Aparve una spada dalla lama lunghissima e partì velocemente verso Howthorne, però non lo raggiunse mai. Jess deviò la traiettoria alzandovi sopra il suo mantello, che rimase squarciato...e poi la spada invece di andare a piantarsi nella spalla di Damon, finì dritta nel petto di Beatrix.
Howthorne urlò, mentre Milo con gli occhi sgranati estraeva subito quella lama dal corpo tanto sottile della streghetta. La prese in braccio e lo stesso fece Jess con Damon, dopo che il piccolo lord ebbe rotto quello specchio afferrando un ciocco di legno ancora in fiamme, spaccandolo in mille pezzi.
Una volta usciti tutti, dieci minuti più tardi, furono gl'insegnanti ad occuparsi di sistemare l'intero dormitorio di Serpeverde. Le fiamme vennero completamente spente all'alba delle due di notte.
- In tanti anni che sono qua, a Serpeverde non è mai accaduto nulla di simile.- sibilò Piton fissando rabbioso la sala comune tutta bruciacchiata.
- Neanche io avrei saputo fare di meglio.- disse Draco, apparendogli a fianco dopo aver fatto un sopralluogo nel suo vecchio dormitorio - Prof, non ho trovato niente come può immaginare.-
- Allora sarà il caso di parlare col signor Howthorne.- disse la Mcgranitt con aria dura.
- Già. Non dovrà mai più accadere una cosa simile.- squittì la Cooman - Gli studenti avrebbero potuto farsi davvero male. Dove sono ora?-
- Se ne sta occupando la Chips.- rispose la professoressa di Trasfigurazione - Credo che sia meglio parlare col signor Howthorne e la signorina Vaughn ora che sono ancora svegli e lucidi. Vorrei sentire anche il signor Mckay.-
- Si, anche io.- rognò Piton - E che questa buffonata finisca.-
In infermeria però, la Chips bendava la mano ustionata di Damon e intanto imprecava.
- Ma tu guarda...Serpeverde in fiamme!- sentenziò scoccando un'occhiataccia a Harry, che stava seduto sul letto di Damon - Queste cose non sono mai successe. Almeno, non quando certa gente se n'è andata, vero signor Potter?-
- Io mi limito ad allagarli i sotterranei.- chiarì Harry con un ghigno - Parla col serpente sbagliato.-
- Si e insieme a quel serpente qua è tornata una disgrazia.- concluse, posando le bende - Fatto signor Howthorne. E cambia le bende una volta al giorno, ma vieni sempre a farti vedere da me, intesi? Non è uno scherzo l'ustione che ti sei procurato.-
- D'accordo.- rispose Damon serafico, incurante di aver rischiato grosso, poi si chinò sul bambino sopravvissuto - Dov'è Trix? Sta bene?-
Harry purtroppo non fece in tempo a rispondere che dal séparé alla loro sinistra arrivò un'imprecazione colossale.
- Sta benissimo.- disse Potter, sospirando - Milo, Jess...che le state facendo?-
- Levami di dosso questi due maniaci, accidenti!- sbraitò Beatrix, scappando fuori dalla tenda e saltando sul letto di Damon, per nascondersi alle sue spalle. Howthorne sospirò. Si era preso uno spavento incredibile quando quella spada aveva trafitto la sua amica da parte a parte. Ma per fortuna sembrava stare bene.
- Ehi, tutto ok vero yankee?- le chiese, preoccupato.
- Tutto ok un corno!- urlò la Vaughn rabbiosa - Questa è la mia maglietta preferita!-
- Maledetta ragazzina.- sibilò Milo a bassa voce, svaccandosi su una sedia.
- Non avevo bisogno del tuo aiuto, maledettissimo Leoninus!-
- E smettila di chiamarmi in quel modo!- replicò Morrigan di getto, stizzoso - E tanto per la cronaca, so benissimo che non avevi bisogno di aiuto ma avresti per caso preferito polverizzarti in quel casino? Eh? Per poi ricomparire sotto il naso dei tuoi compagni razza di mocciosa?-
- E sta zitto vecchiaccio!- Trix era arrossita di rabbia - Prima o poi imparerò da sola!-
- Se, come no. E non ho neanche cent'anni, stupida!-
- Parli bene tu! Non ti hanno costretto a stare in uno stupido posto pieno di stupidi sanguecaldo!-
- Oh e Ravenhall sarebbe stata la tua prima scelta?- frecciò Milo freddamente, sfidandola con un'occhiata - Non sai neanche cosa capita lì dentro alla bambine come te! Lì non ci vanno leggeri coi Diurni, tantomeno con le donne.-
Beatrix tacque, serrando i denti e fissandolo al colmo della rabbia. Avesse potuto l'avrebbe strozzato sul serio.
- Perché non calmate i bollori eh?- propose Jess placidamente - Fra un po' arriveranno i prof e Silente a chiedervi che accidenti è successo, cosa che piacerebbe sapere anche a me. E quel furetto da dove arriva poi?-
- Non fosse stato per Iggy non avrei mai trovato Damon.- disse Trix - Confondevo gli odori.-
- Sei andata a naso?- allibì Harry - Così giovane?-
- Comunque non era la vostra ora o sbaglio?- disse ancora Mckay - Damon, hai visto chi ti ha imbavagliato così?-
- No, erano incappucciati e bendati.-
- Non ti viene in mente altro?- chiese Milo - Come ha fatto a uscire un pugnale dallo specchio poi?-
- Bhè, potrebbe fare una cosa simile uno Smolecolarizzatore.- spiegò Harry - Ma Ron dice è molto difficile e non credo che uno come Lestrange che è stato segato all'esame possa già fare cose simili.-
- Un Portalista?- propose Tristan, entrando a grandi falcate nell'infermeria - Usa gli oggetti come portali per far passare informazioni o oltre cose a lui preziose. Non sono facili da trovare ma neanche rari.-
- Dirò a May di controllare i registri al Ministero.- assicurò Potter.
- Allora ragazzi?- chiese allora Tristan, sorridendo ai due maghetti - Tutto ok? Interi?-
- Ho una mano flambé.- mugugnò Damon.
- Io un buco in una maglietta da duecento dollari... e nella pancia.- sbuffò Trix seccata.
- E non sanno chi abbia appiccato l'incendio, né perché sia stato Damon a essere preso di mira.-
- Un avvertimento?- disse Milo, accendendosi una sigaretta - Magari per noi.-
- Di solito colpiscono più vicino.- disse Harry - Non è che hai predetto palle a qualcuno suscettibile Damon?-
- Macché...ho chiuso con quella roba, sono stufo.-
- Ma davvero? E allora ricomprami la maglietta!- rognò la Diurna, seduta accanto a lui.
- Che palle con questa maglia...bel gruppo però.- ghignò Howthorne - Mi fai vedere il buco nella pancia? Eh? Dai!-
- Toccami e ti mordo.-
- Appunto, Trix hai sete?- s'informò Tristan.
- No!- sbottò lei ostinata.
- Cosa vorresti fare scusa?- s'intromise Milo - Darle le mie scorte? Ma vaffanculo! Guarda che Gala me la fa pagare sai? Non me le regala mica! Lo sai benissimo quanto è taccagna quella!-
- Allora insegnale a cacciare, no?- rispose l'altro angelico - Ti sembra buona come idea?-
- Non le insegnerei neanche a mordere un muffin, figurarsi ad andare a caccia!- s'inalberò Morrigan, assumendo ora le sembianze vere e proprie di Dracula - Se volete darle da mangiare andate a comprarle sangue di maiale ma non azzardatevi a darle le mie scorte, intesi??-
- Chi le vuole.- replicò Trix astiosa - Chissà cosa bevi poi!-
- Ha parlato una che in vita sua non ha mai assaggiato sangue umano.-
- E neanche voglio!- strillò - Non diventerò mai come te!-
Prima che Milo potesse prenderla fra le mani e morderla sul serio, apparve il gruppo dei professori. Dopo che ebbero raccontato la loro storia, Silente scambiò un'occhiata con Harry.
- Che ne pensa?- chiese il bambino sopravvissuto.
- Penso che è stato più divertente al sesto anno tuo e di Draco.- frecciò il preside, poi tornò serio - Bhè, devo ammettere che sono stati furbi. Hanno attaccato in un punto preciso.-
- A quanto pare la voce che il signor Howthorne sia un Legimors s'è sparsa.- disse Piton.
- E cosa pensano?- borbottò Damon guardando altrove - Che basti mettere un gettone perché veda a comando?-
- E poi anche volendo la morte non cambia.- disse Silente pacato, battendo un paio di colpi sulla testa bacata di Howthorne - Non si può posticiparla. Anche prevedendola, la morte di un uomo non può cambiare.-
- Continuo a dire che sia stata la ripicca di qualcuno a cui hai predetto palle.- disse allora Harry.
- Allora la lista è lunga.- insinuò Draco, perfidamente.
Andò a finire che Serpeverde rimase inutilizzabile per tutta la notte e tutte le vipere dovettero dormire nella Sala Grande con gran giubilo dei più spocchiosi, tranne naturalmente Damon che venne tirato a forza nella stanza di Malfoy, che fu di ronda con gli altri e Trix...a cui però toccò una sorte diversa.
Una volta nella Torre Oscura, la signorina Vaughn cominciò a rendersi conto che la sua mancanza di nutrimento la stava davvero indebolendo. Ferma alla finestra, dopo che gli Auror erano usciti per il loro turno di guardia, alzò un braccio e vide che la pelle candida della sua mano si rattrappiva, si bruciava...
Si stava incenerendo. Socchiuse le palpebre, quasi disperata. Aveva sete. Tanta sete.
E aveva anche paura. Che cos'avrebbe potuto fare?
Damon dormiva nell'altra stanza e non voleva svegliarlo dopo quello che aveva passato...però aveva bisogno di parlare con qualcuno. Aveva bisogno di aiuto. E lì non c'era nessuno che potesse capirla.
All'improvviso però rabbrividì, sentendo la presenza di Milo accanto a sé come una vera e propria frustata. Levò gli occhi color topazio, ora privi di lenti a contatto e si schiacciò al muro, vedendolo imporsi su di lei.
Di scatto, le prese la mano fissandole la pelle con occhio attento.
Beatrix fece per tirare indietro il braccio e stranamente Morrigan non oppose resistenza.
- Passerà.- si limitò a dire la streghetta.
- No. Diventerai cenere.- le disse il Diurno fissandola intensamente.
- Lasciami in pace.- sussurrò allora la Vaughn, schiacciandosi sempre di più contro la parete. Non sapeva perché ma si sentiva come in trappola. Ora nell'aria, fra lei e quel Diurno, sentiva una tensione diversa che percepiva fra gli umani. Era come se...fra loro ci fosse qualcosa di diverso. Per la prima volta in vita sua, capì poi, non si sentiva sola.
Lui non la guardava con disgusto, come suo padre. Non la guardava con indifferenza, come sua madre.
Milo...la guardava come se stesse guardando se stesso in uno specchio.
Però era anche vero che aveva paura di lui. Lui già conosceva la sua parte che era puramente di vampiro.
Beatrix invece se ne era sempre tenuta lontana. L'istinto umano era sempre prevalso su quello vampiro...ma ora...qualcosa la stava chiamando. Era la sete . La sete che le prosciugava le energie e le toglieva il sonno.
Lo vide levarsi un guanto, gettarlo sulla tavola poco lontana. Poi si sollevò la manica della camicia scura e sotto lo sguardo sbarrato della ragazzina, Milo si ferì la pelle, mordendosi in modo leggero...e quando il sangue iniziò a scorrere, anche se tanto debolmente, Beatrix sentì le gambe cedergli. No...pensò disperata. No! Non poteva!
Cercò di allontanarsi in fretta ma Milo, più veloce, l'afferrò e la sollevò quasi da terra. Fu lui ora ad accostarsi con la schiena alla parete e facendolo, tenne stretta Trix per la vita con un braccio. L'altro, quello ferito, glielo portò davanti al viso. - Avanti.- sussurrò - Avanti.-
Paura, rabbia, odio e disprezzo per se stessa la invasero, rendendola una bambola fra le braccia del Diurno.
No. Si era ripromessa che non avrebbe mai bevuto sangue umano. Mai! Lei non era come suo padre e sua madre!
Lei non avrebbe mai ucciso nessuno! Però...per la voce del sangue era così forte da darle il capogiro.
E senza che potesse fare nulla, se non seguire l'istinto di cacciatrice che era dentro di lei, spalancò la bocca...e da quel momento non ricordò più nulla.
Quando quei denti piccoli e affilati si piantarono nel suo polso, Milo avvertì un leggero fastidio ma non disse nulla, limitandosi a tenerla stretta contro di lui e a carezzarle i capelli. Era quella la lezione più difficile di tutte.
E non voleva che fosse sola. Com'era stato lui...
Ricordò la prima volta che aveva assaggiato sangue umano. Aveva solo sedici anni...e aveva ucciso la ragazza su cui si era avventato, al limite della sete. Dopo aveva pianto per giorni interi.
Aveva ucciso per sfamarsi. Per salvarsi. Non per piacere. Ma nemmeno questi pensieri avevano salvato la sua coscienza dal rimorso. Nessuno l'aveva capito. Nessuno avrebbe mai potuto capirlo.
Perché la sua anima umana era incastrata nel corpo di un demone.
Continuò a carezzarle i capelli, senza sentire nulla se non la sua linfa vitale che scorreva ora nelle vene di Beatrix.
Passò parecchio tempo, un tempo breve forse per coloro che non sapevano ma non era ancora finita.
Erano solo a metà, capì Milo quando Trix si staccò dal suo braccio e si voltò nella sua stretta, per arrivare finalmente a guardarlo in viso. Seduti a terra, la streghetta si avvinghiò alle sue spalle e quando Milo la vide in faccia, guardandola negli occhi, capì che era totalmente soggiogata dalla sua sete. Non ne aveva ancora basta.
Il sangue umano dava alla testa. Come il loro istinto alla caccia.
Beatrix gli passò le mani sul viso, totalmente ipnotizzata e concentrata solo dal richiamo del sangue e Milo non fece nulla per fermarla. Sentì le sue piccole mani sul collo, poi i denti che affondarono nella sua pelle.
Una fitta acuta gli fece serrare gli occhi ma non si difese mai. Non l'allontanò, non la cacciò via. Anzi, l'abbracciò più stretta...anche quando cominciò a sentirla piangere sommessamente.
Sapeva perché piangeva. Riconosceva quelle lacrime.
- Sta tranquilla.- le disse a bassa voce, quando finalmente la piccola Diurna si staccò da lui - Va tutto bene.-
Beatrix scosse il capo come impazzita, pulendosi il sangue dalla bocca con un gesto disperato e rabbioso. E continuò a piangere per tanto, tanto tempo. Aveva fatto del male a qualcuno per se stessa.
Per la sua sete e il suo istinto. Sarebbe stata capace di ucciderlo per la sua sete.
E si odiava...si odiava tanto che il suo stesso sangue ora rideva di lei.

La mattina dopo, tutta la scuola sapeva che Serpeverde era stata fatta flambé da qualche spiritosone.
- Perché guardano tutti me stamattina?- bofonchiò Harry, seduto sulla fontana.
- Non so tesoro.- gli disse May, seduta al suo fianco col caffè in mano - Forse perché sei Harry Potter e ti guardano come un dio da quando siamo qui? O forse perché l'unico che si è sempre divertito con queste cose?-
- L'ho già detto a Piton. È Malferret che dà fuoco ai dormitori.- sbuffò Potter, sbadigliando - Piuttosto, quando vai da Orloff dovresti farmi un favore. Infilati di nuovo nella Sala Registri e cercami i Portalista riconosciuti, ok?-
- Ce ne saranno una ventina riconosciuti.- disse la Aarons con aria scettica - E tutti gli altri?-
- Oh, a loro ci pensa Mundungus.- ghignò il bambino sopravvissuto - Gli altri dove sono?-
- Edward è andato a parlare con Tristan e Jess della ronda a Serpeverde. Ron controlla Vanessa invece.-
- E sua maestà Malfoy?- bofonchiò Harry, facendo finta di niente.
- Non l'ho so. Quando mi sono svegliata non l'ho visto.- disse May, con la massima tranquillità.
E così dormiva ancora con lei. Che testa di cazzo...
- Mi dici cosa c'era fra loro?-
Harry si era aspettato quella domanda e come sempre May, nella sua schiettezza, era andata dritta al punto. A volte la guardava e stentava a capire bene quella ragazza. Prima severa, poi dolce, poi dura e ancora indifferente.
A volte invece era così materna e protettiva con loro...con Draco poi...sembrava quasi lo incantasse.
- Hermione e lui stavano insieme.-
- Per gioco mi ha detto.- disse la Aarons - Ma non ha mai voluto aggiungere altro.-
- Per gioco...si, diciamo così. Questa è la versione ufficiale.-
- E la versione ufficiosa?-
Harry sogghignò, mettendosi in piedi e stiracchiandosi - La versione ufficiosa è che nessuno dei due, a quanto pare, ha ancora dimenticato l'altro. Come hai potuto vedere anche tu c'è parecchio in sospeso.-
May annuì, scuotendo appena i crini bruni - Si, ho visto. Penseresti male di me però se ti dicessi che non voglio arrendermi alla prima difficoltà?-
- Pensi che tenga per Herm?- sorrise Potter dolcemente.
- E' innegabile che l'amiate tutti quanti.- sospirò l'Osservatrice, allungando le gambe e guardandosi le punte degli stivali - Ed è ancora innegabile che Draco pensi sempre e solo a lei. Però...so di piacergli anche io. Quando sta con me, a lei non pensa mai, di questo sono convinta.-
- Ho notato che sta meglio da qualche tempo.- annuì il moro.
- Quindi penseresti male se cercassi di tenermelo tutto per me?- gli chiese May in un sussurro.
Non era una domanda dalla risposta facile, questo Harry dovette ammetterlo. Ma non poteva condannare una persona a cui era tanto affezionato solo perché May ora cercava di mettere piede nel territorio che lui aveva sempre considerato di Hermione. Ora stava solo a Malfoy capire se era ancora proprietà della Grifoncina o della loro bella Osservatrice.
Quella mattina andò tutto liscio. Clay, Edward e Ron setacciarono in lungo e il largo Serpeverde durante le lezioni, poi all'ora di pranzo si radunarono tutti alla Torre Oscura e come sempre fu il solito buco nell'acqua.
- Un cazzo di niente.- si lamentò Weasley svaccandosi a tavola - Chiunque sia stato non ha usato fatture. E qua non ci si può Smaterializzare, quindi siamo punto e a capo. Ha ragione Tristan! O è uno Smolecolarizzatore come me, o un Portalista! E se è uno di queste due siamo davvero nella merda, Harry.-
- E dov'è la novità?- bofonchiò Draco, portando in tavola il vino - Qualcosa verrà fuori.-
- Non potrebbe essere uscito dallo specchio?- fece Jess - Anche la spada che ha cercato di uccidere Damon è uscita da lì e solo un Portalista può fare una cosa del genere.-
- O un empatico.- disse Milo, entrando dalla porta della torre in quel momento - Trovato niente su questa Katrina?-
- Dici che è stata lei?- fece Tristan pensoso - Ma un'empatica può fare cose del genere?-
- Di esseri empatici ne so poco davvero.- disse May - Se volete darò ancora un'occhiata al Ministero ma Tom ha detto che Orloff è in combutta con questa tizia, perciò avrà insabbiato tutto no?-
- Quello farà la fine di Caramell.- rognò Edward seccato.
- Già.- bofonchiò Tristan, scoccando un'occhiata stranita a Morrigan - Sei più pallido del solito...stai bene?-
- Si, devo solo bere qualcosa.- borbottò il Diurno, affondando la testa nel frigo - Dena e la super tata dove sono?-
- Arrivano fra un attimo.- lo informò Mckay - Vedi di non attaccare briga.-
- Farò del mio meglio.- disse Morrigan con una faccia però che diceva anche "Credici, povero fesso!"
A metà del pranzo May andò via per tornare a fare rapporto a Orloff e pochi minuti dopo fecero il loro ingresso Elisabeth Jenkins che sembrava sempre la maestrina in cattedra, e la piccola Degona.
Quel giorno però, a differenza del solito, non sorrise ai ragazzi e non saltò né in braccio a Milo né in braccio a Draco. Anzi, aveva un muso lunghissimo. Sembrava evidentemente scocciata ma si rifiutò di parlare, anche quando Tristan e Jess le chiesero che le fosse successo. Fu Liz a spiegare tutto.
- Stava di nuovo usando il caminetto per parlare con qualcuno.- disse la strega duramente.
- Io non parlavo con nessuno col camino!- sbuffò Dena con l'espressione bellicosa di Lucilla sul visetto - Nel camino non c'è nessuno, te l'ho detto! Ma perché non mi credi?-
- Te l'ho ripetuto mille volte.- sentenziò ancora la Jenkins con flemma esasperante - Sei troppo piccola! Non sta bene che una signorina come te usi già la magia! Dio solo sa cosa potresti imparare poi!-
- Con la gente abile che le sta attorno non lo direbbe nessuno.- sfuggì a Milo e subito gli arrivò un calcio da Tristan da sotto il tavolo. Trattenne una smorfia, imprecando a bassa voce.
- Perché non mi credete eh?- continuò Dena arrabbiandosi - Quella spiona ficca sempre il naso ovunque!-
- Spiona?- riecheggiò Draco alzando un sopracciglio - Che spiona?-
- Oh, per l'amor del cielo!- s'intromise Liz - Sono solo sciocchezze.-
- La mamma è l'unica che mi ascolta.- bofonchiò la bimba imbronciata.
- Ok, ok...- fece Tristan, gettando la spugna - Diavoletta, chi è questa spiona?-
- Te lo dico da un pezzo ormai.- gli rinfacciò sua figlia - Stava anche a casa nostra!-
- C'era quando è venuta tua madre?- le chiese Edward interessato.
- No. Lei viene solo quando ci siete voi.- rispose Dena composta.
- Aspetta...- Milo aguzzò gli occhi gialli - Stai dicendo che c'è qualcuno che spia quando noi parliamo di tattiche?-
- L'ho detto al papà...ma non mi ha voluto sentire!-
- Cosa?- sbottò Tristan - Ma Liz mi ha detto che era una cosa come l'amico immaginario!-
- E infatti...- replicò la Jenkins - Cosa vuoi che sia, dai! Degona ha 4 anni!-
- Però quella lì ci spia sempre!- saltò su la bambina, balzando in piedi sulla sedia. Un attimo dopo tacque, sgranando gli occhi verdi. Li puntò alle spalle del padre e della sua tata...sullo specchio che May si era portata da Londra.
- Eccola lì!- urlò, afferrando una forchetta. Subito dopo la scagliò contro lo specchio e lo fece in mille pezzi, fra le grida isteriche di Liz e lo stupore generale, specialmente degli Auror quando costernati sentirono un gemito soffocato provenire proprio dai frammenti a terra.
- Sette anni di sfiga.- bofonchiò Clay, attirando l'attenzione del gruppo.
Tornati a respirare, gli Auror si avvicinarono lentamente alle schegge di vetro ma ormai non vi era più nessuna presenza. Milo corrucciò lo sguardo voltandosi verso Harcourt.
- Com'è che non l'hai percepita prima?-
- Ma che ne so...io di questa Katrina non capisco più un tubo.-
- Insomma, qualcuno mi spiega che cazzo succede?- esplose Ron disperato - Chi cavolo ci spiava?-
- Quella Katrina, ne sono sicuro.- disse Harry - Quella ci spia!-
- Allora è anche una Portalista.- sentenziò Jess, più calmo - O una Smolecolarizzatrice.-
- E' una rompi palle, ecco cosa.- rognò Malfoy - Quella va sistemata dannazione o non saremo più tranquilli qua dentro! Quella maledetta ha anche cercato di ammazzare Damon ieri notte.-
- Io ve l'avevo detto...- mugugnò Degona, incrociando le braccine.
- Dio, questa mi sembra Lucilla.- Tristan prese in braccio la figlia sbolognando la faccenda a suo fratello e a Harry. In fondo lui aveva lezione col primo anno, doveva darsi una mossa e quindi lasciò gli altri a brancolare nel buio.
In fondo era più che sicuro che tanto quella maledetta empatica sarebbe sfuggita loro ancora per parecchio tempo. Purtroppo però avevano le mani legate. Silente si era raccomandato di proteggere Harry e Tom in primis e andare a strozzare Vanessa Lestrange non avrebbe procurato altro che casini.
- Che seccatura.- pensò fra sé. Mollò Degona nello studio del preside, appuntandosi mentalmente di fare poi una chiacchierata con Liz che forse teneva nascoste un po' troppe cose e poi...si, parlare anche con Lucilla.
Qui la cosa era diventata troppo grande per loro.
Entrato in classe, venne investito dal solito baccano. Cloe King stava letteralmente in piedi sul banco come una guerriera e sbraitava come un'ossessa contro Fabian Alderton, o "il dispotico razzista", come lo definivano tutti.
Cercò di calmarli, preoccupandosi anche di vedere come stavano Damon e Beatrix ma quei due se ne stavano buonini nel loro banco, sonnecchiando con aria svagata. Tom era seduto dietro di loro con Ian Wallace e ne fu contento.
Alla fine delle sue due ore, si fermò con loro a chiacchierare fuori dalla classe.
- Avete sentito sospetti sull'incendio di ieri sera?-
Damon levò le spalle - Danno la colpa ai Grifondoro, tanto per cambiare.-
- Ho sentito anche la Gordon ipotizzare che fosse stato un Mangiamorte.- ghignò la King sarcasticamente - Hanno la coda di paglia e stanno, come al solito, cercando di salvare le apparenze.-
- Che palle duchessa, cambia disco.- rimbrottò Howthorne - Comunque ce la caviamo.-
- E tu Trix? Tutto ok?-
La ragazzina, aveva un'aria decisamente più florida del solito, si limitò ad annuire un po' rossa in viso - Si, tutto bene.-
- D'accordo ragazzi.- disse Mckay - Allora ci vediamo domani. E tu Cloe...vai a fare esercizi, capito?-
- Che barba la Focalizzazione.- si lamentò la biondina - Prof, è una noia mortale!-
- Tutti i Sensimaghi iniziano così sai? Ah, Tom! Ti è arrivato qualcosa da Lucilla?-
Il piccolo Riddle scosse il capo - Un biglietto breve. Si sta occupando di Caesar, Dimitri e di Herm. A quanto pare sono conciati male tutti quanti. Una settimana e verrà qua comunque.-
- Ecco, fantastico.- Tristan lasciò perdere, tornando sui suoi passi - Ci vediamo ragazzi. E state lontano dai guai!-
- Senti chi parla.- rise Tom divertito.
Una volta rimasti soli, i quattro vennero investiti da un pesante chiacchiericcio ancora prima di separarsi.
Sconvolti ma preparati, videro che tutta la scuola si era messa a bisbigliare al passaggio di Harry, Ron e Draco.
Ammirazione a parte, tutti erano convinti a quanto pareva che fosse stato uno studente a dare fuoco a Serpeverde.
Sentendosi fissato, Tom arrossì - Non crederanno mica che io...-
- A dire il vero questa cretinata l'ho sentita anche io.- disse Trix alzando le spalle e fissandolo con insolita dolcezza - Tutti a Serpeverde pensano che tu sia qua prigioniero di Harry, che lui ti controlli. Mary Lewis invece stamattina andava blaterando con un prefetto che Harry è qua per difendere tutti da te.-
- Ma va?- fece Damon sogghignando - Io ho sentito anche che Tom ha un serpente enorme in camera!-
- Ma veleno non è lungo solo quindici centimetri?- richiese Beatrix stranita.
- Ragazzi, non c'è da scherzare!- annaspò Tom più rosso di un pomodoro - Non voglio che pensino male di Harry!-
- Arrivi tardi.- frecciò Ron, raggiungendoli - Ciao ragazzi...che succede? Avete delle facce!-
- Pettegoli.- disse Howthorne pacato - Stamattina girano molte chiacchiere.-
- Tanto per cambiare.- disse Draco tranquillissimo - E' solo questo il problema?-
- E' solo questo il problema???- si sconvolse Tom - Io non so come fate a stare sempre così tranquilli!-
- Perché?- Potter ridacchiò, appoggiandosi alla colonna dell'arcata - Ma dai, lasciali parlare!-
- Si ma mi guardano tutti! Pensano che abbia dato fuoco a Serpeverde per farti arrabbiare!-
- E lascia che pensino, è una scuola no?- rispose il moro lasciandolo senza parole - Tutti parlano!-
- Si ma c'è una bella differenza fra Harry Potter e Tom Riddle.- mormorò il maghetto, abbassando gli occhi. Allora anche Harry tacque. Accidenti, non c'era volta che non ferisse i sentimenti di quel ragazzino.
Stavolta però c'era qualcuno a difendere l'accusato. Qualcuno che ribolliva come una pentola a pressione.
Se ne accorse Damon per primo, vedendo i pugni di Cloe King chiusi lungo i fianchi e l'aria battagliera.
Aveva gli occhi nocciola contratti e se la conosceva bene, visto che fin da bambini avevano giocato spesso insieme, stava per farne una delle sue. La vide guardarsi attorno con espressione bellicosa ma esplose del tutto quando un gruppo di studentesse di Tassorosso e Grifondoro dal quarto anno in su si misero a ridacchiare e a bisbigliare vicino a loro, indicando Tom senza ritegno. Fu allora che signorina King dette per la prima volta a Tom l'aiuto più grande.
Senza una parola, Cloe afferrò Tom per il cappuccio e se lo rigirò davanti al naso, interrompendo il discorso con gli Auror. - Senti un po'...- sibilò iraconda, intimidendo Riddle fino al limite ma facendo bene in modo che tutti i presenti in giardino li sentissero - Adesso dimmi la verità! Tu centri qualcosa coi Mangiamorte?-
Tutta Hogwarts a quella domanda si ferma. Perfino le pettegole si zittiscono, spalancando gli occhi.
Tom invece desiderava sprofondare. Ora si che lo guardavo proprio tutti! Solo la disperazione gli diede la forza di esclamare un secco: - No! Certo che no!-
- Sei il figlio del Lord Oscuro.- continuò Cloe imperterrita - Davvero non ci hai niente a che fare?-
- Ti ho detto di no.- replicò Tom tremante, sentendosi minuscolo davanti a tutti.
- E allora perché stai con Harry Potter?-
A quell'ennesima domanda, tutti gli studenti del sesto e del settimo rizzarono meglio le orecchie.
- Perché lui e Draco sono i miei padrini...- rispose Riddle, a bassa voce.
- Insomma, non hai niente a che fare con questa storia, giusto?- concluse Cloe pragmatica, mentre Trix, Damon, Harry, Ron e Draco potevano quasi sentire gl'ingranaggi della sua testa girare vorticosamente. All'ennesima negazione di Tom, Cloe parve sorridere. E per Tom fu il suo primo vero sorriso. E fu molto emozionante...anche se poi la King divenne una belva. Si voltò di scatto verso gli studenti e le pettegole vicino a loro, furibonda - ALLORA, AVETE SENTITO TUTTI NO? Lui non ha niente a che fare con questa vecchia storia! E se adesso levate le tende fareste un favore a tutti, lo spettacolo è finito! Tom Riddle non è qua per seguire le orme di suo padre! E adesso sparite!-
Nello sconvolto generale, si sollevò un putiferio...ma gli amici della Grifondoro erano un pelino perplessi.
- Tu per me non hai mai fatto una piazzata del genere.- bofonchiò Harry rivolto a Ron, più allibito di lui.
- Focosa la ragazzina.- disse invece Malfoy, osservando come la biondina faceva scappare anche le ragazze più grandi. Accidenti, aveva praticamente detto chiaro e tondo a tutti che il figlio di Lord Voldemort non era come suo padre.
Una dichiarazione pubblica in piena regola.
- Ehi megafessa...- la richiamò Trix dopo un po' - Guarda che se continui a starnazzare così ti verrà mal di gola.-
- Un attimo, non ho ancora finito!- ululò Cloe mentre Damon la tirava la gonna per placarla - Se non avete altro da fare perché non vi mettete a spettegolare su quanto siete deficienti eh? Mettetevi davanti allo specchio e ve ne accorgerete da soli! Imparate a pensare agli affari vostri, imbecilli!-
- Maledetta King, ma come accidenti ti permetti eh?- le ringhiò una Tassorosso del quinto anno.
- E sta zitta Osborne! Perché non parli con le tue amiche di come ti sei ripassata tutta la squadra di quidditch della tua casa eh?- e dicendo quello, più di una persona si mise le mani nel capelli o sugli occhi, stentando a credere a quelle parole - Sono sicura che di quello avrai parecchio da spettegolare! E adesso evaporate superoche!-
Oh, manco a dirlo nel breve giro di un minuto Cloe King si fece terra bruciata attorno.
Gli altri ci erano rimasti secchi: Trix che si chiedeva se quella sanguecaldo fosse vera, Damon che era rimasto a tirarla per la gonna, Harry, Ron e Draco che le facevano mentalmente i complimenti e...Tom.
Scambiandosi uno sguardo, Potter e Malfoy si trovarono finalmente d'accordo su una cosa, specialmente osservando il viso di Tom contratto in un'espressione che poche volte appare nella vita di una persona.
- Oh, era ora!- sentenziò Cloe calmandosi e riassumendo la sua classica flemma - Finalmente! Non ne potevo più! E tu che cavolo fai Howthorne? Mollami la gonna, porco!-
- Come se ci fosse tanto da vedere.- frecciò Damon - Dio duchessa...lo sapevo che l'avresti fatto!-
- Questo costante chiacchiericcio di sottofondo mi ha spaccato i nervi!- rimbrottò cupamente - Non posso resistere qui dentro per sette anni! È assurdo! Basta, almeno ce li siamo levati di torno per un po'...-
- Porca miseria...- rise Harry guardandola - Ma perché non c'eri tu a difendermi eh?-
Cloe, che l'adorava e che lo considerava letteralmente un eroe, arrossì piacevolmente ma poi tornò subito a guardare il piccolo Riddle con aria decisamente più tranquilla di quella che ostentava sempre in sua presenza. Sembrava che...le risposte che lui le aveva dato l'avessero finalmente convinta. E infatti, quando tutti se ne andarono per la loro strada Cloe e Tom si diressero a Grifondoro affiancati.
Il maghetto era molto curioso ma quella aveva una lingua davvero pericolosa...comunque, quando aprì la bocca per ringraziarla, lei lo precedette. - Lo so che non erano affari miei. Damon ha ragione quando dice che sono un'impicciona.-
- No...- abbozzò il ragazzino - Solo che...ecco, non me l'aspettavo...-
- Odio i pettegoli. E detesto i montati.-
Bhè, se non altro era la persona più schietta e sincera che avesse avuto accanto dopo Damon. Sorrise appena, pensando che ora quei suoi occhi fieri non facevano più così paura. Anzi...li ammirava. Adesso Cloe gli sembrava molto più che inavvicinabile e regale come una regina. Quando stava con lei si sentiva come coperto da uno scudo.
- Posso chiederti una cosa?- sbottò all'improvviso - Perché ti fai chiamare Cloe?-
- Eh? Ah...- la ragazzina fece una smorfia - Angelica è un nome ridicolo per me. Anche i miei hanno smesso di chiamarmi così fin da quando avevo due anni. Così è sempre stato Claire per tutto il mio nome ma solo mia madre e mio fratello mi chiamano così. Per gli altri sono solo Cloe.-
- Sinceramente a me sembra che Claire ti stia meglio.- se ne uscì Tom ma subito se ne pentì. Accidenti, ma perché non teneva a freno la lingua eh? Quella lì sembrava una un po' pungente...ma la King inclinò il capo e si fece pensosa.
- Davvero lo pensi?-
- Bhè...si.- balbettò Tom - E' più adatto a te.-
- Ok...- Cloe sollevò le spalle, scoccandogli un altro sorriso - Allora puoi chiamarmi così anche tu.-
Entrare al Grifondoro al fianco della duchessa King fu uno smacco per tutto il dormitorio. Rimasero tutti allibiti, a bocche spalancate ma non osarono aprire bocca, anche perché erano tutti a conoscenza del carattere vulcanico della loro compagna. Avessero anche solo pensato di spettegolare lei li avrebbe sentiti fin sopra il suo dormitorio...e poi sarebbero stati cavoli amari.
Dopo averla salutata, Tom andò in camerata ma prima di entrare avvisò la sua presenza.
- Tranquillo!- ridacchiò Martin da dentro - Non c'è niente che vola!-
- E per terra?-
- Aspetta...c'è la Ricordella di Archie vicino al mio letto!- lo avvisò Bruce.
Entrò guardingo, facendo ridere quasi tutti i suoi compagni e si sentì sollevato. Quella giornata che era iniziata così male...anzi, quell'inizio di scuola così tetro, alla fine era diventato un periodo sereno grazie a Damon, Trix e Cloe.
- Tom, ti è arrivata una lettera!- lo avvisò Ian, quando buttò la borsa sul letto - L'ha portata Edvige!-
- Già e poi è tornata da Harry.- concluse Archie svaccato sul suo letto a leggere le cavolate della Cooman - La lettera è della tua mamma!-
Tom sorrise, ficcandosi in bocca un lecca-lecca, sempre regalo di Archie e si sedette a gambe incrociate sul tappeto. Quando aprì la busta però, si accorse di non aver a che fare con una lettera normale.
Come le chiamava Dimitri, quella era una Vedolettera .
Appena rotto il sigillo, esplose nella camerata un fumo rosa fosforescente e dopo un attimo si forma una specie di superficie liquida davanti a Tom, dentro cui apparve poi Lucilla.
I ragazzini spalancarono le bocche e poi si buttarono alle spalle di Tom, al limite della curiosità.
"Ciao Tom." disse Lucilla pacata. Quello era un messaggio breve, quindi non potevano interagire ma come sempre la Lancaster dette la risposta a molti dubbi "Ho parlato con Degona pochi minuti fa. Mi ha detto del problema di quell'empatica e anche dei suoi appostamenti negli specchi. C'è un modo per risolvere la situazione e serve la fatina di Harry. Lei può emettere una sorta di talismano ogni qual volta vi ritrovate per discutere."
- Accidenti, è lei la tua mamma?- chiese Ian ammirato - Sembra così giovane!-
- Però, che occhi! Aveva ragione il prof!- disse invece Martin - E' davvero così potente?-
- E' fortissima.- rise Tom, strizzando l'occhio, poi continuò ad ascoltare.
"Mettete degli incantesimi di blocco alle porte e alla Mappa del Malandrino. Sulla mappa la sua presenza comparirà comunque, quindi dovrete stare attenti a beccarla al momento giusto. Quando avrete scoperto il vero nome di quella tizia, allora potrete cercare informazioni su di lei."
- D'accordo...ma sarà più difficile del previsto...- borbottò Tom.
"Vorrai sapere le condizioni degli altri immagino. Demetrius sta già meglio, striscia per tutto il palazzo ma in fondo se la cava. Caesar continua a dormire e Hermione è ancora sotto sedativi. Dì a Harry e Draco che appena si rimetterà la farò tornare da voi. Jeager invece è sempre nei paraggi e non ho voglia di sporcarmi le mani."
Grande mamma, pensò Riddle sospirando. Era sempre la solita.
Comunque, nonostante la notizie abbastanza buone, capì che il tono di Lucilla era stato volutamente vago.
Forse né Caesar né Hermione stavano poi così bene.
Forse ci sarebbe voluto ancora molto tempo prima della guarigione di Hermione.
Si, Lucilla aveva volutamente sorvolato sulle loro vere condizioni.
Ma in fondo il tempo avrebbe guarito ogni ferita. O almeno era quello che lui sperava.


I Bracciali Del Destino |Dramione|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora