Capitolo 18

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Il capitolo non l'ho riletto, quindi se trovate errori non fateci caso, lo correggerò appena ho tempo.
Buona lettura. Xx.

Dancers, Capitolo 18.

Così ho fatto. Sono andata dagli assistenti sociali e ho detto loro del fatto che vivo sotto lo stesso tetto del mio bullo. Ho spiegato che la famiglia è amorevole, ma non riesco a vivere sotto lo stesso tetto con lui. Ho proposto di andare in Inghilterra dal mio migliore amico, mi hanno detto che mi faranno sapere.

È passata una settimana da quell'incontro e io sto aspettando con ansia. Harry è sulla tentazione di venire qui in America e spaccare la faccia a Mark, ma l'ho convinto a non farlo a una sola condizione: gli avrei detto tutto quello che mi fa Mark.

Caro diario,
È da molto che non ti scrivo, tra il coma e il cambio di famiglia ti ho proprio dimenticato. Eh già, sono andata in coma. In realtà non dovevo andarci se mia mamma non avesse spento la macchina che mi permetteva di respirare. Sono stata circa due mesi in coma, mi sono svegliata il giorno del compleanno di Harry e lui era lì. Capisci? Ho finalmente incontrato il mio migliore amico.
Purtroppo non sono potuta andare in Inghilterra con lui, li assistenti sociali mi hanno affidato alla famiglia di Mark. Già. È un incubo quello che sto vivendo, forse. Magari lo fosse.

Chiudo il diario quando sento Mark e Ariana parlare, mi avvicino alla porta della mia camera senza provocare nessun rumore. "Devi seriamente smetterla, finirai nei guai." Aggrottai le sopracciglia confusa; di che parlavano?

"Non ne posso fare a meno, tua sorella è nata per essere picchiata e fottuta."

"Mark!"

"Mi ricorda la bulla di mia sorella. . ."

Smetto di ascoltare quando sento il campanello, dopo poco la mamma di Mark mi chiede di scendere. Quando vado in soggiorno vedo li assistenti sociali. Un senso di paura si fa spazio in me: la paura che Mark mi faccia di nuovo del male. Ma svanisce subito appena vedo Harry. Corro verso di lui abbracciandolo. "Mi sei mancato!"

"Anche tu."

"Allora, siamo venuti qui - ho convocato anche Mr Styles - perché Alyssa è venuta da me a lamentarsi-"

"Perché?" Rosie parla, interrompendo la donna di mezza età. Un groppo in gola si fa spazio in me, non ho ne la forza ne il coraggio di parlare.

"Signora, scusi se mi intrometto, ma lo sa cosa fa suo figlio?" Harry parla. Rosie scuote la testa e il mio migliore amico parla. "Uno dei motivi principali per cui abbiamo chiamato gli assistenti sociali, la prima volta, era suo figlio." Ariana e Mark ci raggiungono e io mi stringo più ad Harry. So bene che Harry non permetterà mai a Mark di farmi del male. "Perché non racconti a tua mamma cosa fai alla mia migliore amica?" Mi mordo il labbro quando vedo Mark con un espressione da omicidia.

Silenzio.

C'è solo silenzio. Decido di parlare io. Spero solo di non scoppiare a piangere nel bel mezzo del discorso. "Sono più di due anni che Mark mi picchia. Hai notato anche tu che ogni giorno arrivavo a casa con lividi in volto oppure zoppicando. . ." Rosie annuisce e guarda Mark schifata. "Una settimana fa lui mi ha-" le parole mi muoiono in gola, dando spazio alle lacrime. "Mi ha violentata." Abbraccio Harry. Ho bisogno di protezione, e lui è l'unico che può darmela.

"È vero?" Domanda a Mark, con un tono addolorato. Suo figlio annuisce. "Perché?"

"È uguale a Lola."

Di nuovo silenzio.

"Beh, una decisione è presa: Alyssa va in Inghilterra." Abbraccio di più Harry. Non riesco a crederci: finalmente avrò il mio migliore amico al mio fianco. Ogni giorno.

***

BUONA VIGILIA A TUTTEEE!

Questo è il mio regalo per voi. Spero vi piaccia.
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Shadow

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