Capitolo 32

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Perrie

"Detective finalmente, non mi piace aspettare"
"Non credo sia un mio problema"
"Lo diventa se questo significa togliere tempo prezioso alla vita di qualcuno"
"Tom dimmi una cosa"
"Tutto per lei"
"La tua intenzione non era ucciderci quella sera giusto? La porta l'hai lasciata aperta di proposito"
"Potrebbe essere"
"Come l'ha fatta sentire?"
"Beh.."
"Voglio dire.. l'idea di tenerci così in pugno, scegliere tra la nostra vita e la nostra morte in una così piccola sottigliezza tra una porta aperta e una chiusa"
Resta silenzioso.
"Sa è una sensazione che non ho vissuto molte volte, direi mai.."
"Non ne sarei così sicuro"
Sollevo un sopracciglio, curiosa di sapere cosa intenda.
"Ah no? Come mai?"
"Detective che gioco sta facendo?"
"Nessuno, stavo solo pensando ad alta voce ma un'altra cosa Tom"
"Mi dica"
"Sa.. l'ho pensata"
"Ah si? Mi fa piacere"
"Si me la immagino una persona alta, ben piazzata, circa un'ottantina di chili, ci sto andando vicina?"
"Me lo dica lei"
"Ci sto pensando"
"Beh detective tic tac.. vuole un'altra spiacevole sorpresa a breve?"
"Beh ne farei a meno, a lei dispiace rinunciare?"
"Non vorrei deluderla ma giustizia va fatta"
"Questa la chiami giustizia?"
"Quando il sistema fallisce, dobbiamo intervenire noi, no?"
"Non funziona così Tom"
"Ammettere i propri sbagli è il primo passo per la redenzione Perrie ma te continui a sbagliare, spero aprirai presto gli occhi"
"Non credo neanche che le vite di quattro persone innocenti siano sacrificabili in questo modo"
"Lei non capisce detective, nessuno è innocente, neanche lei"
"Non pretendo la perfezione, neanche da me stessa ma sicuramente condanno lei e ciò che fa"
"Spero il signore abbia misericordia di te"
"Lo deciderà solo lui"
"Allora vedremo solo di capire quando.. le rimane poco tempo detective, le auguro buona fortuna"
Chiude la chiamata, così anch'io aggancio la cornetta, per poi spostarmi verso Richard.
"È una vendetta, un fatto del passato nella quale io ho fallito"
"Ti viene in mente qualche caso piuttosto problematico che hai condotto?"
"Non riesco a pensare a nulla in particolare.."
"Beh tranquilla, non deve esser facile"
"Jade dov'è?"
"Credo sia uscita"
"Per andare?"
"Non lo so, non te lo ha detto?"
"No"
"Come mai?"
"Non ci diciamo mica tutto"
Incrocia le braccia, con la sua espressione da 'qui qualcosa non quadra'.
"Cos'è successo?"
Prendo un bel respiro, portando due dita alla mia tempia destra, massaggaindola qualche instante in modo nervoso.
"Abbiamo discusso.."
"E?"
"Ho detto cose che magari mi sarei potuta risparmiare"
"Ah capisco.. ed ora?"
"Credo mi abbia mandata a quel paese e adesso non so dove sia"
"È Jade, sa cavarsela"
"Non sono preoccupata per questo"
"E per cosa?"
"Temo.. Temo possa non tornare.. da me, ho paura Rick.."
"Di cosa hai paura?"
"Che per quanto finga di non saperlo o mi ostini a non accettarlo, sono convinta di non aver mai provato una cosa del genere,  sai con.. con Matt era diverso, lo amavo e lo amo tantissimo ma in un modo diverso"
"Beh ovvio ma ora ami Jade e per quanto possa esser difficile devi capire cos'è più importante per te"
"Oh.. ehm.. Rick, noi.. non.. non ce lo siamo mai dette.."
"Cosa?! Seriamente?"
"È che non lo so, cioè.. non me l'ha mai detto.."
"Perrie a lei piacciono le donne da sempre credo, sei te che lo hai realizzato solo ora, no?"
Chiudo gli occhi, cercando elaborare le sue parole.
"Credo di si.."
"Beh penso non voglia esporsi troppo quando da parte tua non ha alcuna certezza, magari si aspetta che lo faccia te"
"E se poi lei non ricambia?"
"Jade mi sembra molto presa.."
"Presa da cosa?"
Ci voltiamo entrambi verso la mia partner che con in mano due caffè, attende una risposta.
"Dal caso"
Intervengo immediatamente.
"Come lo siamo tutti, no?"
"Si certo.."
Ci sorpassa appoggiandoli entrambi sulla sua scrivania.
"Vi ho preso dei caffè, ho pensato.. si che vi avrebbe fatto bene una pausa"
Tiene lo sguardo basso, mentre rimane appoggiata alla scrivania.
"Grazie Jade"
Le si avvicina di lato Rick che portandole una mano sull'altra guancia, lascia un bacio tra i suoi capelli, mentre Jade chiude gli occhi accennando un piccolo sorriso.
"Sei stata gentile"
Prende il suo caffè e torna nel suo ufficio.
Ancora non ha posato gli occhi su di me, come se non fossi nulla di speciale da guardare, stringendo così la presa sul mio stomaco.
Faccio un passo verso lei ma prontamente torna in piedi, andando a sedersi sulla sua sedia.
Mi limito a prendere il mio caffè, sussurrando un flebile grazie.
"Chi mi aiuta con i video di sorveglianza? Quattro occhi son meglio di due"
Vediamo Rick appoggiato allo stipite della sua porta, aspettare una nostra risposta speranzoso forse di essere sulla pista giusta.
Guardo Jade ma ancora una volta non mi presta attenzione.
"Potremmo venire entrambe"
"No io resto qui, dovesse richiamare"
"Jade non credo richiamerà per o.."
"No Rick tranquillo.."
Lo interrompono, capendo di già che Jade non ha voglia di stare con noi o meglio.. con me.
".. va bene così, arrivo"
Mi alzo, prendendo il caffè e raggiungendo Richard nel suo ufficio.

Jade

Che idiota.
Nella vita si fanno tante promesse quando in realtà non si riescono a mantenere neanche quelle che facciamo a noi stessi.
E poi arriva lei da un giorno all'altro e si permette di farmi sentire così, di farmi stare uno schifo.
Eppure sento che sia colpa mia, gliel'ho lasciato fare io, ho fatto in modo che mi importasse qualcosa di lei e cazzo se mi importa.
Quelle parole mi potevano venir dette da chiunque, non mi avrebbero dato la minima preoccupazione ma sentirle pronunciare da lei..
Dio quanto hanno fatto male.
"Thirlwall"
Sobbalzo appena sulla sedia.
"Si?"
"È stato lasciato un pacco per lei"
Corrugo la fronte, non capendo bene chi possa mai inviarmi qualcosa qui in centrale.
"Oh.. ehm.. Si grazie, può lasciare qui"
L'agente appoggia la scatola sulla mia cattedra, sorridendomi e poi allontanandosi.
Faccio scorrere la sedia fino a davanti la scatola di cartone.
Non c'è ne un indirizzo, ne un nome.
Delicatamente la sollevo, cercando di capirne il peso e quindi provare ad intuire cosa possa essere.
È piuttosto leggera, così con un po' più di calma la apro, sollevando il coperchietto e levando la carta superflua dalla superficie.
Solo un foglio ripiegato in due ma estraendolo dalla scatola, trovo sotto anche delle fotografie.
Il mio stomaco si chiude all'istante come i miei occhi mettono a fuoco i signori Wilson come soggetti di quelle immagini.
Prendo una penna dal portaoggetti e insieme alla manica della giacca, cerco di aprire il foglio.
Ci sono delle scritte che sembrano essere state fatte a penna.

'Detective Thirlwall, oggi ho avuto il piacere di osservare da non troppo lontano i suoi graziosi vicini di casa, sono una coppia bellissima, non crede? Sarebbe un peccato far loro del male.. Io voglio Perrie e lei vuole che i suoi cari signori Wilson concludano i loro giorni felici e sereni. Comprometta le prove che avete. Lei mi aiuta in questo modo e io lascerò vivere i suoi amati Roger e Mary.
Cordiali saluti detective,
Tom'

"Figlio di puttana.."
Mi alzo, riponendo il foglio nella scatola, afferrandolo però con un fazzoletto preso dal cassetto.
Ho bisogno d'aria.
Vedo Rick e Perrie ancora davanti gli schermi a guardare le videoregistrazioni delle telecamere di sicurezza.
Istintivamente li raggiungo.
"Hey hai deciso di aiutarci alla fine?"
Vedo appoggiati alla sinistra di Perrie alcuni dei nastri.
O loro o i signori Wilson ma in realtà non serve neanche chiederlo due volte.

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Is it you? - Jerrie ThirlwardsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora