Passarono diversi giorni, prima che mi convinsi di partire con Thomas verso casa dei nostri genitori.
Non era buono, farsi vedere in giro dopo quella brutta storia. I giornali avevano iniziato a pubblicare articoli falsi su ciò che era successo, tanto che dovetti più volte chiamare il mio avvocato.
Alcuni parlavamo di uno stupro finito male, altri di una lite senza scampo ma "fortunatamente" i poliziotti erano presenti sulla scena del terribile omicidio.-Se ti avessi detto la verità fin dall'inizio, probabilmente Anne non sarebbe andata via da casa tua e questo non sarebbe mai successo.-disse Thomas mentre eravamo in viaggio
-Era destino. Smettiamola di sentirci in colpa...-dissi io, nonostante mi sentissi terribilmente colpevole per quello che era accaduto.
Avevo lasciato che Anne se ne andasse senza fare nulla, non l'avevo fermata.
Il senso di colpa, stava per uccidermi.Arrivati a casa, fummo accolti da musi lunghi e tristi, per niente contenti di rivederci.
Mia madre, come al solito, non si lasciò sfuggire l'occasione per fare del sarcasmo "quella ragazza era senza speranze, dovevi lasciarla in quella clinica.".
Quelle parole mi fecero perdere la pazienza, tanto da mandarla a quel paese.
Thomas prese le mie parti, insieme a Klaus. Mio padre non si lasciò sfuggire un commento, essendo da sempre succube di mia madre.
Mi fulminò con gli occhi, tanto che abbassai lo sguardo e me ne andai. Senza sentirmi in colpa per quello che avevo detto.Mia madre è davvero una stronza. Ha sempre pensato a se stessa, nonostante avesse tre figli da crescere.
Non ricordo un suo abbraccio o una sua parola dolce, sin da quando ero bambino.
Una volta la sentii parlare al telefono con una sua amica, dove diceva che era stanca di mio padre ma che non poteva rinunciare alla bella vita.
Da allora, iniziai a guardarla in maniera diversa.
Era mia madre, ma non la persona che mi aveva cresciuto. Sopratutto a me.
Passai la maggior parte della mia infanzia, lasciato a casa con la tata.
Lei insieme a mio padre, erano sempre in viaggio lontano da casa. Non gli importava di cosa lasciava alla partenza , ne tantomeno di cosa trovava al suo ritorno.-Andiamo in camera.-mi disse Klaus prendendomi per un braccio.
Salimmo le scale, mentre i miei genitori mi fissavano sconvolti per quello che avevo fatto.
-Non posso lasciare che dica certe cose... Anne è morta! Lo capisci? È morta ed è tutta colpa mia...-dissi iniziando a singhiozzare
-Louis, no! Perché dici queste cose? Smettila!- disse Klaus rimproverandomi
-Louis non potevamo salvarla. Le cose sono andate così...non è colpa nostra. Forse pensiamo che lo sia, ma come potevamo evitare tutto questo?-aggiunse Thomas
-Avete preso parte allo scambio...quell'uomo è comparso dal nulla. Smettetela di darvi delle colpe!-concluse la discussione Klaus.Mio fratello maggiore Klaus, è più grande di noi. La sua vita è molto diversa dalla nostra.
È sposato ed ha un figlio piccolo di nome Theo, il mio bellissimo nipote. L'ho sempre visto come un padre, essendo lui il più grande dei tre.
Ha sempre aiutato me e Thomas, soprattutto nelle situazioni difficili. Come quella...
-Ora voglio stare da solo per un po'. E non me ne importa niente, io domani torno a casa mia. Mi dispiace salutarvi così presto ma...non ce la faccio a rimanere qui.
Voglio superare un po' questa vicenda, e poi prometto che verrò a trovare Theo.-dissi rivolgendomi verso Klaus
-Andiamo Thomas, lasciamolo riposare.Il sonno non arrivò mai.
L'immagine di Anne che mi fissava prima di cadere a terra senza vita, continuava a passarmi davanti agli occhi.
Non ero in grado di pensare ad altro, come non ero capace di smetterla di sentirmi in colpa.
Forse stavo impazzendo, soprattutto perché sentivo la sua voce parlarmi.
"Louis, non sentirti in colpa." erano le parole che continuava a pronunciare nella mia testa all'infinito.
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In the Shadows; L.T
FanfictionLa famiglia Tomlinson nel corso delle generazioni ha accumulato una ricchezza inestimabile. Grazie alla discendenza nobile e alla fruttuosa attività di famiglia. Louis, il più piccolo tra i fratelli Tomlinson, ha una generosità innata. Segretamente...