Capitolo 5

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Andai nella camera dove avevo deciso di far stare Anne.
Quello che mi aveva detto il medico, era molto strano.
Come poteva essere stata rinchiusa in quella clinica, se non aveva realmente un disturbo grave?  
I conti non tornavano...  

Bussai alla porta, prima di aprirla lentamente.
-Posso entrare?-gli chiesi io, appena fuori dalla camera
-Certo...-disse lei timidamente.
Era seduta sul letto, mentre ripiegava delle magliette, svuotando così le sue valigie.
Mi fissò, chiedendosi cosa ci facessi lì a disturbarla -Anne, volevo solo sapere se andava tutto bene. Ti piace questa sistemazione? Non volevo essere di disturbo...-lei mi sorrise, scuotendo delicatamente la testa, mentre i suoi lunghi capelli svolazzavano dolcemente intorno al suo viso
-Mi hai tirato fuori da quel posto, non potrò mai ringraziarti per questo...-i suoi occhi diventarono lucidi
-Sì, proprio di questo volevo parlare...o non ti va?-cercai di convincerla, anche se forse aveva dei buoni motivi per non accettare
-Chiedi pure...-sorrise di nuovo, quasi non la riconoscevo.
Era cambiata, rispetto a quando l'avevo vista per la prima volta.
-Sai perché ti trovavi in quel posto? Raccontami tutto per favore, ho bisogno di sapere...-gli dissi io senza peli sulla lingua.
Non potevo rischiare di aprire le porte a qualcuno che magari, stava solo mentendo. Mi ero affezionato a quella ragazza, nonostante la conoscessi da così poco.

"Prima o poi Louis, qualcuno si prenderà gioco di te. Devi smetterla di essere così buono con tutti!" Queste erano le tipiche parole che mia madre usava contro di me. In quell'istante mi tornarono a mente, come se ci fosse qualcosa di sbagliato in quello che stavo facendo.
Ma mia madre non era mai riuscita a capire davvero come si comportavano le persone, per lei l'umanità non esisteva. Esistevano solo i soldi e il potere.
-Okay. Ti racconterò tutto...
I miei genitori mi hanno abbandonata, non li ho mai conosciuti davvero. Quello che dice Marie non è vero...non so perché continua a raccontare delle bugie.
Ho vissuto in un orfanotrofio fino all'età di diciotto anni, dopodiché sono stata portata nella clinica dove mi hai trovata. La responsabile dell'orfanotrofio mi lasciò lì, dicendo che ero malata di mente.
Così iniziarono a farmi l'elettroshock, senza che avessi qualcosa di grave. I medicinali a non finire, i sedativi per calmarmi...un circolo senza fine. Per due anni, mi convinsi di avere davvero qualcosa. Poi capii che ero stata lasciata lì, perché non avevo nessun altro posto in cui essere portata. Ora che sai la verità...puoi anche mandarmi via.
Mi dispiace, sono depressa...ma non malata.- una lacrima le incorniciò il profilo del viso.

Il medico aveva ragione. Forse Marie non sapeva la verità, aveva creduto a quella donna che non aveva altro modo per sbarazzarsi di quella ragazza maggiorenne e sola.
Non potevo di certo lasciarla andare, chissà dove poi.
Aveva passato delle brutte esperienze, era stata sottoposta a cose atroci senza averne bisogno. Meritava di essere lasciata tranquilla e al sicuro.
-Anne, non sai quanto sono dispiaciuto per la tua storia. Questo non cambia le cose, rimarrai qui.
Hai bisogno di tranquillizzarti e di capire chi sei... Avrai tutto il tempo di cui necessiti.
Non sentirti una bugiarda, sei fortunata...ti ho trovata!
-..e mi hai salvata.-concluse lei.

Mi avvicinai, cercando di non urtarla.
Lei alzò lo sguardo, mentre le lacrime scendevano come un fiume in piena dai suoi occhi.
-Andrà tutto bene, te lo prometto.-l abbracciai, cercando di trasmettergli l'affetto e la calma di cui aveva bisogno
-Louis, non abbandonarmi anche te.-la strinsi ancora più forte.
Quella giovane donna era stata vittima di genitori irresponsabili ed assenti, fin da quando era nata.
Non era colpa sua se aveva vissuto nella menzogna.
Ma delle persone avevano sbagliato, e dovevano pagare.
Iniziai una causa legale di lì a poco, che porto la clinica e Marie in ginocchio.

In the Shadows; L.TDove le storie prendono vita. Scoprilo ora