Capitolo 12

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Mi svegliai presto, certo di non essere visto da nessuno mentre me ne tornavo a casa.
Andai verso la macchina di corsa, per non essere fermato da qualcuno. Misi in moto, e senza accorgermene ero già fuori da casa.
I miei genitori, non erano capaci di comportarsi in maniera normale. Ecco perché ero stato sicuro di volermene andare da casa, vivere da solo senza vederli tutti i giorni.
Non riuscivo a tollerare la poca sensibilità di mia madre, ne tantomeno il modo in cui mio padre prendeva le sue parti.

Le mani sul volante, la radio spenta.
"Louis, non so dove mi trovo...ma ti prego non sentirti in colpa." Frenai all'improvviso, non appena quella voce smise di parlarmi.
Forse l'avevo solo immaginato. Non ero in grado di stabilirlo.
Poi continuò "sto bene, non sentirti in colpa."
Sobbalzai, non appena l'auto dietro di me mi tamponò.
-Che diavolo fai? Sei impazzito per caso?-urlò la ragazza scendendo dalla macchina
-Scusami io, sono stato distratto! Ti faccio un assegno... Ripago tutto il danno.-cercai io di scusarmi, sconvolto da quello che era appena accaduto nella mia mente
-In teoria la colpa non sarebbe nemmeno mia ma pagherò tutto. Dimmi il tuo nome!-
-Sadie Stone, ma hai ragione la colpa non è tua però...-mi disse lei quasi scusandosi
-...però risolverò tutto io. Colpa mia. Ora ti do il mio numero, Sadie. Chiamami domani così risolviamo tutto. Perdonami ma devo scappare! Scusami ancora!-
Saltai in macchina, correndo a tutta velocità verso casa.

Stava accadendo qualcosa nella mia testa, o forse stavo solo impazzendo.
Non era chiaro nulla, ma riuscivo a sentire la voce di Anne perfettamente.
Provai a chiamarla io, aspettandomi una sua risposta.
-Anne...-dissi io piano, mentre ero ancora seduto sul sedile della mia auto, parcheggiata nel piazzale di casa. Non accade nulla.

Pranzai sulla veranda in giardino, di fronte all'enorme piscina che avevo fatto costruire da poco.
-Signorino Lou, ha chiamato suo fratello Klaus. Vuole sapere perché non risponde alle sue chiamate, e se va tutto bene...
-Grazie Linda, lo richiamo subito.-tagliai corto io, assorto dai miei pensieri.
"Klaus, scusami ma sono stato impegnato nel rientro a casa." avanzai subito delle scuse
"Volevo sapere se ti andava di venire da noi per qualche giorno. Ti ho visto molto turbato Louis..."
"Sto bene. Voglio aspettare qualche giorno ancora, poi verrò io. Dai un bacio a Theo da parte mia, e saluta Sue.".
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"Louis, non è reale quello che stai ascoltando. Grazie per avermi portata via da quell'inferno. Non sentirti in colpa, mai.".
Mi svegliai di soprassalto, grondando sudore dalla fronte. Cosa diavolo era quello?
Un senso di colpa, o magari una punizione. Sentire la sua voce per sempre.
Non era ancora mattina, ma il sonno era completamente scomparso.
Andai verso la cucina pronto a fare colazione.

Tutto procedeva secondo la routine quotidiana. Poi verso le dieci squillò il mio telefono, era la ragazza della macchina.
"Ehi non ti sarai per caso dimenticato vero?" Disse lei squillante, mentre io ero ancora scombussolato dalla nottataccia
"Mmmmh no, Sadie! Hai ragione, forse mi ero dimenticato dell'incidente di ieri. Vediamoci così risolviamo la cosa..."
"D'accordo, tra un'ora ci vediamo al bar Coffe Break. Sai dov'è?" Mi chiese lei quasi prendendomi in giro
"Sì. A fra poco.".
Entrai in doccia, poco convinto di voler iniziare quella giornata, che non si prospettava buona.

In the Shadows; L.TDove le storie prendono vita. Scoprilo ora