capitolo 41

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Pov narratore
Ancora mi sollevo Maya Angelou
Puoi svalutarmi nella storia
Con le tue amare, contorte bugie, puoi schiacciarmi a fondo nello sporco
Ma ancora, come la polvere, mi solleverò
La mia impertinenza ti infastidisce?
Perché sei così coperto di oscurità?
Perché io cammino come se avessi pozzi di petrolio
Che pompano nel mio soggiorno
Proprio come le lune e come i soli,
Con la certezza delle maree,
Proprio come le speranze che si librano alte, Ancora mi solleverò
Volevi vedermi distrutta?
Testa china ed occhi bassi?
Spalle che cadono come lacrime,
Indebolita dai miei pianti di dolore.
La mia arroganza ti offende?
Non prenderla troppo male
Perché io rido come se avessi miniere d'oro
Scavate nel mio giardino
Puoi spararmi con le tue parole,
Puoi tagliarmi coi tuoi occhi,
Puoi uccidermi con il tuo odio,
Ma ancora, come l'aria, mi solleverò.
La mia sensualità ti disturba?
Ti giunge come una sorpresa
Che io balli come se avessi diamanti
Al congiungersi delle mie cosce?
Fuori dalle capanne della vergogna della storia
Io mi sollevo
In alto, da un passato che ha radici nel dolore
Io mi sollevo
Sono un oceano nero, agitato e vasto,
Sgorgando e crescendo genero nella marea. Lasciando dietro notti di terrore e paura
Io mi sollevo
In un nuovo giorno che è meravigliosamente limpido
Io mi sollevo
Portando i doni che i miei antenati hanno dato, Sono il sogno e la speranza dello schiavo.
Io mi sollevo
Io mi sollevo
Io mi sollevo
T/n aprì lentamente gli occhi cominciando a stroppicciarli e guardandosi attorno, video Jeff vestirsi e andarsene dalla finestra senza nemmeno degnarsi di salutarla, T/n d'altro canto non le faceva ne caldo ne freddo.

Andò a mettersi sotto la doccia e a mettersi una felpa nera e pensante e un paio di jeans anche essi neri, si mise delle scarpe della nike bianche, prese un sacco della spazzatura nero e prese tutte le bottiglie di vetro e le cicche di sigarette dentro esso.

Mise tutto nel bidone della spazzatura, ed entrò in casa andando a fare colazione mentre Grey guardò T/n a bocca aperta, stette quattro mesi in camera sua,aveva perso tre mesi, oggi sarebbe dovuta ritornare a scuola, prese lo zaino mentre dava un boccone al pancake, per poi uscire di casa, mettendosi gli occhiali da sole coprendo le occhiaie.

Si trovò bello corridoio della scuola dove gli studenti parlavano sotto voce, ma smisero immediatamente di parlare quando videro entrare T/n andava nella sua classe.

Aveva tutti gli occhi degli studenti puntati addosso, alcuni con la bocca spalancata altri immobili, altri che sussurrano qualcosa sotto voce altro compagni, ma il silenzio smise appena T/n entrò in classe e cominciarono a parlare di lei.

Sentì qualcuno toccar gli la spalla, e lei si alzò di scatti e vide Alison che la guardò per un momento scioccata, non capiva se la ragazza dvabtu a se dura nome T/n fosse una sua immaginazione, o per lo meno un sogno, o qualcos'altro, T/n si tolse gli occhiali mettendo in mostre i suoi occhi grigi e le sue occhiaie, il suo viso completamente bianco e pallido.

"Sono io Alison, non è un sogno" la ragazza sussulto dalla voce roca e stanca della sua amica, si avvicinò a lei guardandola negli occhi, gli diede un abbraccio pieno di affetto e di amicizia.

"Mi dispiace" sussurrò

T/n rimase un momento immobile a quelle parole, sapeva a cosa si riferiva, ma poi ricambiò, sentiva il bisogno di quell'affetto, sentì gli occhi diventare rossi, si staccò trattenendo le lacrime.

"È un piacere rivederti" disse T/n rimettendosi gli occhiali e sedendosi al suo solito posto affiancata da Alison che sorrideva nel vedere di nuovo la sua amica.

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