capitolo 25

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Pov T/n
"È gelosa di te e Alison, e pensa che tu l'abbia dimenticata e sostituita" disse Sara andandosene, dopo averla torturata mi confessò la verità.

Ciò che lei mi disse cominciò a darmi un peso nel petto, aveva già tanto dolore, e sofferenza, ed Alison mi aiutò a superarli, mi distraeva dall'alcol, dal dolore e dal terrore di restare sola per tutta la mia inutile vita

Andai da Anna arrabbiata, sentivo il bisogno di spaccare qualcosa, ma cercai di trattenermi, la presi per un braccio fulminandola con il mio sguardo e dicendole di seguirmi.

"Tu pensi veramente che io mi sia dimenticata di te? Sei stata tu la prima ad abbandonarmi, e a stare 24 su 24 con Sara e non ti ho detto mai niente, sai benissimo quando adesso sia a pressi, ma a quando pare a te non importa. Non mi metterò a inseguirti, ma voglio dirti un'ultima cosa, se hai intenzione di ragionare fammi un fischio" le dissi lasciandola sola e andando da Alison.

La scuola finì ed io ed Alison ci troviamo insieme per andare a casa parlando e dicendole ciò che è successo con Anna.

"È patetica, è soprattutto e senza cuore, come può dire una cosa dopo tutto quello che stai passando, dovrebbe farsi un esame di coscienza" mi disse, io e lei abbiamo lo stesso parere ma soprattutto lo stesso carattere, siamo impulsive e non ci confidiamo mai con nessuno, ne tanto meno fidarci.

Sorrisi alle sue parole e le misi una mano sulla spalle mentre lei mi sorrise.

"Lo sai che tra poco ci sarà il ballo di fine anno e che tu verrai vero?" mi disse dovetti accettare visto che ha una testa dura.

Alison è testarda, se vuole fare qualcosa l'ha fa fregandosene di tutti e tutto, è una ragazza dolce solo con chi vuole, la voglio bene, ed è l'unica che riesce ad aiutarmi.

"Come fai?" mi chiese scrutandomi negli occhi.

"A fare cosa?"

"Ad andare avanti nonostante il dolore che stai provando, e sorridere"

"Non lo so. So solo che se mi fermo a pensare a tutto ciò che ho passato, non farei altro che piangere, ma invece devo andare, questa è l'unica soluzione" le disse

Lei sorrise e mi disse che ero coraggiosa, ci salutiamo dicendo che sarebbe venuta a casa mia visto che suo padre veniva da me.
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Sentì bussare alla porta, e dissi un avanti trovando Alison con lo zaino in spalle, e il sbuffai sonoramente.

"Dobbiamo proprio fare i compiti?" le chiesi.

"Si se vuoi passare all'anno successivo, e io ho bisogno che tu ritorni secchiona" mi disse predendomi in giro mentre io le diedi un pugno.

Passiamo il tempo a fare i compiti, ma lei smise dicendo di essere stanca, la vidi prendere la foto di me e i miei genitori.

"Come sono morti?" mi chiese

"Non ricordo ciò che è successo, ricordo solo che Grey mi portò via da quella casa, le sirene della polizia, ma poi niente. Tua madre invece?" le chiesi

"Incidente d'auto" mi disse con sorriso amaro.

"Mi dispiace" le dissi mentre lei mi disse la stessa cosa.

Arrivò la sera e già Alison se ne era andata, sentì un ticchettio, ed era Jeff, sospirai e gli aprì la finestra.

Entrò con la sua potente stazza, mentre si avvicinò a me, ed io di conseguenza indietreggiai ritrovandomi intrappolata al muro, mise le sue braccia accanto alla mia testa, il suo corpo schiacciato contro il mio.

Alzai la testa, sentendo il suo fiato caldo sul mio viso, lo guardai negli occhi, ma poi improvvisamente si staccò da me ordinandomi di seguirlo.

Andammo in una casetta di legno sopra un albero, salì le scale, e chiusi gli occhi vedendo un corpo morto di un ragazzo, la casetta era spaziosa ma piccola, al centro di essa c'era una ragazza con la corda attorno al collo, ed era legata, sotto di essa c'era una scatola di legno che la reggeva.

"Adesso lasciò decidere a te come ucciderla, decidi se ucciderla togliendo la scatola sotto i suoi piedi, oppure usa il coltello accanto a te, oppure la pistola"

Lo guardai con disprezzo e orrore.

"Perché dovrei? Perché vuoi farmi diventare un mostro come te" gli dissi scuotendo la testa incredula.

"Perché lo sei T/n" mi disse e io risi alle sue parole

"Ti sbagli, tu sei il mostro che ha ucciso i miei genitori, e delle vittime innocenti" sputai con disprezzo nei suoi confronti.

"E che ti dice che io abbia ucciso da solo i tuoi genitori" mi disse mentre io lo guardai spalancando  la bocca.

"Ti sbagli io non avrei mai fatto una cosa del genere" gli dissi indietreggiando e quasi cadendo di sotto e mi fermati.

"Sin da quando sei nata ti osservata per bene, prima che uccisi i tuoi genitori tu gli avevi detto che non volevi più vederli, soltanto perché non ti avevano regalato il giocattolo che tanto desideravo, e io ho realizzato il tuo desiderio" mi disse mentre io scuotevo la testa incredula e non credendo alle sue parole

Si avvicinò a me accarezzando la mia guancia e asciugando la mia lacrima.

"Lo fatto per te e soltanto per te" disse mentre io cercavo di allotanarmi da lui il prima possibile, non volevo che mo toccasse, le sue parole mi facevano soltanto desiderare di ucciderlo, ma dovevo trattenermi, sapevo che lui voleva che la mia sanità mentale andasse a puttane, ma non glielo avrei permesso.

"Adesso uccidila, mostra veramente chi sei" mi disse mentre io andai verso di lui cercando di attaccarlo, ritrovandomi a terra e lui si mise  a cavalcioni su di me.

"Hai dimostrato un'altra volta che saresti in grado di uccidere" mi disse accarezzandomi la guancia con il suo coltello, io lo spinsì e indietreggiai.

Accoltellò la ragazza e mentre lei fece un lamento sgozzato, uscì il coltello dal suo corpo, e venne verso di me, prese la mia nuca con la sua mano, e avvicinò il coltello alle mie labbra, sentendo il sangue dolce e amaro della ragazza, sputai quello che rimaneva.

Mentre lui era occupato a uccidere la ragazza io uscì dal quella casa, sentendo i suoi passi dietro  a me, e io cominciai a correre cercando di superarlo.

Guardai un attimo indietro non vedendolo, finché sbatto contro Jeff, e io indietreggiai da lui.

Sentivo delle gocce cadere e cominciò a piovere, mentre sentivo delle lacrime lungo le mie guance e cercai di ritirarle..

"Perché fai questo? Perché non mi uccidi?" le chiesi gridando mentre la poggia mi bagnava i vestiti e i capelli.

Lui mi guardò con occhi seri, e si avvicinò a me predendomi la testa con le sue mani, e accarezzandomi la guancia con il suo pollice, e facendo un finto sguardo di pietà per poi ridere appoggiando la fronte accanto alla mia.

"Accontenterò il tuo desiderio" disse stringendomi la gola con la sua mano destra.

Non riuscivo a respirare, appoggiai le mie mani sul suo braccio, cercai di prendere aria, ma niente, mi inginocchiai non riuscendo a respirare, ma poi lui mi lasciò andare guardandomi con occhi freddi.

"Dico io quando devi morire, perché tu sei la mia marionetta, e il mio giocattolo, e posso divertirmi con te quando voglio e chiaro?" mi chiese guardandomi negli occhi.

Mi alzai da terra tenendomi il collo e respirando affannosamente, mia lasciai andare il collo e lo guardai dandogli uno schiaffo sulla sua guancia.

Lui mi guardò con occhi freddi e arrabbiati, mi prese i polsi mentre io mantenevo il suo sguardo

"Io non ho paura di te, e tanto meno di morire, e non sono il giocattolo di nessuno" gli dissi con gli stessi occhi freddi.

Lui continuò a non dire parole, teneva ancora i miei polsi, mentre io aspettavo una sua reazione,ma stiamo per un momento guardandoci negli occhi.

Chiusi gli occhi sospirando frustrata, ma aprì gli occhi di scatto, sentendo delle labbra sulle mie, erano quelle di Jeff, cercai di oppormi, ma lui mi tenne stretta, la sua lingua chiedeva l'accesso, ma io glielo negai, ma lui entrò senza permesso divorandomi con le sue labbra, divorando la mia anima.

Sei tu la parte migliore di me stesso, il limpido specchio dei miei occhi, il profondo del cuore, il nutrimento, la fortuna, l’oggetto di ogni mia speranza, il solo cielo della mia terra, il paradiso cui aspiro.

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