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- Ciò che ci faceva scaldare ero
soltanto la gelosia , ora vederti con
un altro tu non sai che gelo sia -
(Ora che, Fred de Palma)

Il ticchettio delle lancette sull'orologio appeso al muro dell'aula di pedagogia mi urta il sistema nervoso. Accanto a me Giulia picchietta con la matita il banco, sua tecnica infallibile per concentrarsi ma che a me provoca solo un enorme fastidio.

Giovedì prossimo avrò un esame, non ho ancora aperto il libro ne tantomeno sistemato gli appunti presi durante le spiegazioni ed è già Sabato. Il Sabato mattina è sempre una merda, la sveglia suona stranamente alle dieci ma l'orario di studio parte dalle dieci e mezza alle otto di sera. Io e Giulia ci ritiriamo sempre nella solita aula, la sua preferita. Non so sinceramente come faccia, io la odio. L'orologio mi urta, c'è poca luce e c'è sempre chiasso essendo su una delle strade più trafficate di Milano.

<<Giuls potresti smetterla di sbattere la matita? Grazie>> borbotto infastidita incrociando le braccia e posando la testa sul banco.

<<anziché pensare alla mia matita cerca di studiare che giovedì hai l'esame di psicologia>> mi risponde a tono continuando a riordinare gli appunti.

<<vado giù alle macchinette, faccio pausa>> la avviso prendono in mano lo zaino con dentro la chiavetta per prelevare merendine, patatine, da bere o caffè.

<<ma se non hai toccato ancora un libro! Che razza di pausa pensi di fare?>> ridacchia scuotendo la testa.

La liquido alzando il terzo dito ed esco dalla classe imboccando le scale per il primo piano.

Una volta arrivata alle macchinette decido di farmi un caffè e prendere un pacchetto di patatine. Una volta messa dentro la cialda e selezionato il decaffeinato metto i soldi digitando il dodici, numero delle patatine alla paprika.

Non chiedetemi come faccio a mangiare le patatine alla paprika insieme al caffè, non lo so nemmeno io.

<<merda, stupida macchinetta del cazzo fai scendere giù il mio pacchetto>> sbotto dandole una gomitata.

<<hai bisogno di una mano?>> mi sorride un ragazzo, mi pare si chiami Andrea ma non ne sono sicura.

Io lo guardo interdetta e mi faccio da parte. Inserisce un euro nella macchinetta e digita il dodici, così facendo il secondo pacchetto spinge il primo che era rimasto incastrato facendolo cadere. Apro il portellone e tiro fuori i due pacchetti mentre il ragazzo al mio fianco schiaccia il bottone per il resto.

<<grazie>> sorrido porgendogli il suo pacchetto.

<<tienilo pure tu>> mi dice ma io nego con la testa.

<<prendilo...ehm>>

<<Andrea, tu sei Carola giusto? Facciamo insieme il corso di psicologia>>

<<ah si, come sei messo con l'esame?>> gli chiedo ritirando il mio caffè dall'altra macchinetta.

<<malissimo, non si capisce un cazzo di come spiega la Mancini, la odio!>> borbotta lui passandosi le mani sulla faccia.

<<pensavo di essere l'unica a pensarlo, e ancora peggio sono gli appunti che ci lascia. Ha una scrittura indecifrabile, mi serve un'interprete ogni volta che li devo ricopiare!>> rido seguita a ruota
da lui.

𝐌𝐈𝐆𝐋𝐈𝐎𝐑𝐈 𝐀𝐌𝐈𝐂𝐈; C.PDove le storie prendono vita. Scoprilo ora