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- troverò qualcuno diverso da te,
ma che mi guardi nello stesso modo -
(9.3, Mr.Rain)

Luca si era svegliato da ormai qualche ora ma l'avevano portato subito in sala operatoria per rimuovere il pezzo di vetro. Era un intervento parecchio complicato, se avessero per sbaglio toccato qualche organo interno, ma anche i polmoni ci sarebbero state delle gravi conseguenze.

Stavo morendo d'ansia.

Poi il fatto che non si ricordasse assolutamente di me era un fattore che aggravava ulteriormente. Insomma, come aveva fatto a dimenticarsi di me? Beh, un po' come avevo fatto io con lui no?

<<andrà tutto bene vedrai>> mi accarezzó la spalla Antonio che si era appena seduto accanto a me.

<<lo spero>> mormorai con la testa bassa.

Ero rimasta in ospedale, erano circa le due e stavo anche morendo di fame perché non addentavo qualcosa da colazione.

<<senti so che non hai mangiato, ti va di prendere qualcosa alle macchinette? Non credo che il bar sia aperto>>

Effettivamente il bar non era aperto e mangiare qualcosa, seppur un insulsa merendina, mi avrebbe fatto bene. Perciò acconsentii e mi avviai insieme a lui alle macchinette che stavano al secondo piano.

Una volta lì davanti iniziò a digitare parecchi numero facendo scendere un bel po' di merendine per tutti i gusti.

<<ma sei pazzo?>> lo rimproverai.

<<tieni il Twix, Mars, le patatine, i b-ready, i grissini con la nutella e l'acqua>> mi porse le cose.

<<ma sei pazzo?>> ripetei.

Lui fece segno di no con la testa e raccolse il resto della roba dal cassettino. Aveva praticamente svuotato la macchinetta.

<<tu credi che si sveglierà?>> gli chiesi di punto in bianco.

Lui si bloccò nel bel mezzo del corridoio ed infilò tutto quello che aveva nella tasca enorme del suo napapijri per poi posarmi le mani sulle spalle.

<<tu devi solo stare tranquilla ok? Sta bene, starà bene e tornerà tutto come prima. Ti conosco da poco Carola ma ti ho già capita, so già come sei fatta. Capisco che sei in ansia, ti ho capita sin dal primo giorno in cui ci siamo visti in discoteca. Quando Luca stava male e Phil aveva chiamato te, nonostante lo "odiassi" vedevo come lo guardavi. E poi se ti stesse così sul cazzo non l'avresti portato a casa tua!>> mi fece notare.

Io sorrisi a quell'affermazione e insieme tornammo al reparto dove stavano seduti gli altri.

Nessuno era voluto andare via nonostante la maggior parte dei ragazzi lavorassero dalla mattina presto.

Questa era la chiara dimostrazione che tutti ci tenevamo tantissimo a lui.

Passó un'altra ora, avevo da poco finito da mangiare. Antonio mi propose di andare a chiedere ai medici come stava andando, tanto provare non costava nulla.

<<va bene andiamo>>

Afferrai la sua mano ed entrai nella sala medici dove c'erano di solito i caporeparto.

𝐌𝐈𝐆𝐋𝐈𝐎𝐑𝐈 𝐀𝐌𝐈𝐂𝐈; C.PDove le storie prendono vita. Scoprilo ora