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Maria Maddalena Salvatore, Villa Salvatore, New York.

L'abito che mio padre aveva scelto per la festa di fidanzamento era inguardabile. Di seta pregiata rosa antico, striminzito, con un profondo scollo sulla schiena ed uno ancor più imbarazzante sul seno. I capelli mi erano stati raccolti in uno chignon sbarazzino, che metteva in risalto la rotondità del viso e il collo da cigno, ma avevo dovuto lavorare abbastanza per coprire con il trucco la contusione ed ero piuttosto sicura che ancora si vedesse; ci sarebbe voluto un miracolo per non farla intravedere.

"Una puttana," sussurrai. "Sembro una puttana."

Terminai di allacciarmi i tacchi argentati vertiginosi e deglutendo a vuoto, mi incamminai verso la sala in cui si sarebbe tenuto il ricevimento. In quel frangente non riuscivo a comprendere come mio padre potesse permettere tutto questo, come potesse fare di me, sua figlia, una donna trofeo da esibire a proprio piacimento e divertimento.

Quando entrai nel salone, le chiacchiere cessarono ed ogni sguardo si soffermò ad accarezzarmi il corpo; rabbrividii dal disgusto, ma non lo diedi a vedere, sollevai il mento e sfidai ogni singolo ospite con un sorrisino divertito.

Odiai quel momento, lo odiai con tutta me stessa; odiai la società in cui avrei dovuto continuare a vivere ed in cui vivevo; odiai me stessa per aver permesso quello spettacolo, ma, più di tutti, odiai mio padre, che con un sorriso a trenta due denti si fece avanti e mi prese la mano, per condurmi dal mio futuro sposo. Quasi avevo sperato che Dimitri gli avesse mostrato un po' di crudeltà russa, ma sapevo che non avrebbe rischiato di scatenare una guerra, non a mio nome e non in un territorio a lui estraneo.

"Vieni, tesoro." Mio padre mi allungò la mano. "Maria Maddalena, il mio tesoro."

A disagio, azzardai un'occhiata all'espressione di Dimitri, ma come al solito risultò bianca: inespressiva. Fu invece il ghigno dell'uomo di fianco a disturbarmi. Chi era? Dimitri sembrò cogliere il mio interrogativo e rompendo il silenzio insopportabile che suturava il salone, mi presentò all'uomo al suo fianco.

"Questo è mio fratello Andrej Kirill Ivanov."

Il ragazzo si avvicinò di due passi e mi sovrastò con la sua statura.

"Piacere di conoscerti, Maria."

Fece rotolare il mio nome sulla lingua come se si stesse cibando di un frutto esotico e succulento.

"Piacere," borbottai un po' intimidita, ma sollevata che il chiacchiericcio tra gli invitati avesse ripreso.

"Non mi avevate detto che le italiane fossero così sensuali."

Barcollai all'indietro a quell'inopportuna constatazione e mi scontrai con Fabiano, che mi lanciò un'occhiata stralunata. Scossi la testa e focalizzai di nuovo l'attenzione sui due fratelli, che sembravano impegnati in una lotta di sguardi.

"Andrej."

Dimitri non riuscì a terminare l'avvertimento, perchè alle sue spalle sbucò una biondona alta, magra, con la pelle diafana e due occhi chiarissimi dar far invidia all'azzurro cristallino del mare, un viso perfettamente proporzionato e due labbra a cuore rosa pallido.

"Buona sera, Dimitri." La donna appoggiò con curata nonchalance la mano sulla spalla dell'uomo, che si tese impercettibilmente. "Scusate il ritardo, la sposa ci ha già raggiunti?"

"Polina, lei è la mia futura moglie." Ancora inespressivo, a parte per quelle due pozze gelate al posto degli occhi. "Maria Maddalena Salvatore."

La bionda arricciò il naso in disgusto.

"Lo vedo."

Mi morsi la lingua e Dimitri si schiarì la gola.

"Maria, questa è Polina." Sospirò a disagio. "La mia... sorellastra."

Promessa |THE NY RUSSIAN MAFIA #1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora