IV

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Maria Maddalena Salvatore, Villa Salvatore, New York.

La mattina seguente mi svegliai con un potente mal di testa ed una grande voglia di gettarmi dal secondo piano della villa. Molte donne all'interno della nostra società decidevano di porre fine alle proprie sofferenze con gesti sconsiderati ed estremi, ma non io; non avrei mai messo fine alla mia vita per colpa di un uomo... piuttosto, ne avrei cagionato la morte.

La mia società era una società rigida, patriarcale e i bambini fin da piccoli venivano allevati al fine di trasformarsi nei così detti uomini d'onore: coloro che uccidevano e torturavano il nemico; secondo alcuni pettegolezzi, Dimitri era diventato un uomo d'onore a soli dodici anni, il che era comprensibile, considerato che fosse il primo figlio del boss della Drakta, ma non per questo meno brutale come idea.

Mi stiracchiai e con una veloce capatina al bagno preparai tutto il necessario per uscire a correre: pantaloncini, top e auricolari.

"Ma certo," sussurrai sollevando gli occhi al cielo, quando di fronte alla mia porta trovai Sergej e Viktor con espressioni funeree. Feci un passo nella direzione del corridoio e quei due mi imitarono, così sbuffai. "Posso andare a correre?" Incrociai le braccia al petto. "Da sola?"

"Può fare quello che desidera, signorina Salvatore," rispose Sergej.

"Ma noi la seguiremo a debita distanza."

Viktor fece un altro passo verso di me ed io, con un gesto eloquente del braccio, li invitai a seguirmi.

Correre al fresco nel giardino della villa fu qualcosa di meravigliosamente rilassante, anche se quei due scimmioni continuarono a seguirmi con il loro sguardo attento; avevo bisogno di allenarmi e non solo per una libertà mentale, quanto più per mantenere il mio tono muscolare: purtroppo non ero mai stata una ragazza magra, perchè geneticamente predisposta, quindi dovevo lavorare sodo per entrare nella trentotto dei miei vestiti.

Dopo due ore, varcai l'ingresso posteriore della casa e mi inoltrai nei corridoi; una volta in cucina, cercai di fare quanto più possibile per ignorare le occhiate dei soldati russi di Dimitri.

"Wow."

Sergej e Viktor erano una figura costante dietro di le mie spalle ed anche se odiassi ammetterlo, in quella stanza piena di sicari mi sentii al sicuro con loro. Aprii il frigorifero e agguantai un po' della macedonia che la cuoca aveva preparato per la sera prima, stuzzicai la frutta e poi decisi di far vedere a quei russi di che pasta fosse fatta un'italiana.

"Allora." Morsicai un acino d'uva e repressi un ghigno vittorioso, quando notai come gli uomini seguissero i movimenti della forchetta. "Voi siete l'entourage di Dimitri, non è così?"

Qualcuno annuì distrattamente nella mia direzione ed io continuai a spiluccare la frutta, sempre più annoiata. Dovevo fare qualcosa o prima di sera mi sarei sicuramente addormentata da qualche parte in attesa del party. Non che avessi voglia di festeggiare alcunché, onestamente avrei preferito darmela a gambe.

"Maria Maddalena?"

Luca entrò in cucina e con un gesto del capo salutò i presenti, per poi soffermarsi sul mio abbigliamento.

"Sono andata a correre." Mi morsi la lingua per non lasciare che la mia brutta abitudine incasinasse la situazione. "Qualcosa non va?"

Il matrimonio è saltato? Avrei davvero voluto chiedere.

"Cambiati. Hai dieci minuti, nostro padre ti vuole."

Annuii e dopo dieci minuti, indossato un abito stretto ma sofisticato, mi ritrovai davanti alla porta dello studio di Nino Salvatore.

Promessa |THE NY RUSSIAN MAFIA #1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora