XI

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Maria Maddalena Salvatore, Villa Salvatore-Villa Ivanov, New York.

Successe tutto troppo velocemente perchè riuscissi a comprendere a pieno la cacofonia di rumori e le svariate braccia che mi trasportarono da un luogo all'altro, ma, quando non avvertii più gli ordini urlati, mi ritrovai all'interno di un'ennesima stanza a fronteggiare Dimitri.

"Maria, Maria." Mi scrollò leggermente con una strana espressione sul volto. "Maria, cosa è successo?"

Mi abbracciai il corpo e tremai, ma non feci in tempo a spiegare l'accaduto, che Andrej si catapultò dentro la stanza.

"Kitayskaya mafiya."

A quelle parole il corpo di Dimitri si cristallizzò, ma non i miei pensieri e quando udii le chiare voci dei miei fratelli, riuscii a svicolare lontano da quella prigione. Mi scaraventai nel pieno di una sparatoria, dove i proiettili rombavano come tuoni e le imprecazioni seguivano gli spari.

Mi appiattii contro al muro e cercai di nascondermi dietro ad un armadio, per poter osservare al meglio la situazione; anche Dimitri era uscito dalla stanza, seguito a ruota da Andrej, che berciava ordini ai soldati russi.

Al piano di sopra, sulla balaustra, vi erano quattro uomini con dei grossi mitragliatori; quattro uomini della mafia cinese che avevano messo in subbuglio la notte del mio matrimonio; quattro uomini che volevano attentare ai Tagliagole ed alla Drakta.

Mi rintanai ancora di più dietro al mobile ed osservai due dei quattro cinesi cadere inermi e senza vita lungo le scale. Il mio stomaco si risentì alla vista, ma fu ancor peggio, quando nel bel mezzo della sparatoria, Dimitri si mise a litigare con Luca e Fabiano, per salvare il fratello, si lanciò in quella direzione.

"No!" Il mio urlo ebbe la capacità di arrestare la danza dei proiettili, ma non la rovinosa caduta degli ultimi due corpi nemici. "No!" Corsi verso il corpo di Fabiano, ma sapevo, avevo visto dove il proiettile si era conficcato e, Dio!, non vi era scampo quando uno sparo ti oltrepassava la testa. "No!" Scossi il corpo del mio gemello con veemenza. "No, Fabi." La mia voce si spezzò, gli presi le guance tra le mani e lo scrollai. "Fabi, Fabi, svegliati." Sollevai le mani imbrattate di sangue e un potente dolore mi incarcerò il cuore in una morsa. "Fabi... Ti prego." Lo presi per le spalle e me lo avvicinai al cuore. "Fabi, Fabi, ti prego." Dondolai avanti e indietro, pettinandogli i capelli e sussurrando parole di conforto. "Me lo avevi promesso, Fabi. Fabi..." Pigolai, quando una potente convulsione fece tremare il corpo di Fabiano. "Qualcuno chiami un medico!" Urlai, ma nessuno si mosse. "Qualcuno chiami un cazzo di medico!" Con la vista offuscata dalle lacrime osservai il volto cianotico, le pupille dilatate e avvertii l'innaturale rigidità del corpo del mio gemello. Non c'era più nulla da fare e quando il mio cervello registrò l'informazione, un potente singhiozzo irruppe nella mia trachea, ma mi sforzai di essere forte, di essere forte per il mio gemello. Mi aggrappai alla camicia bianca, mi avvicinai e gli diedi un bacio sulla fronte, chiudendogli gli occhi e bloccando un ennesimo singhiozzo di puro dolore. "Nel sangue e nell'onore hai vissuto, nel sangue e nell'onore sei morto."

Gli uomini italiani dei Tagliagole recitarono le parole dopo di me e con le ultime lacrime che mi rigarono le guance, lo adagiai con reverenza sul pavimento, per poi alzarmi in piedi senza degnare nessuno di uno sguardo.

Ero incarcerata nel mio dolore, nella mia prigione e nessuno...

"Maria."

Mi voltai verso Dimitri solo quando raggiunsi metà del corridoio e fossi lontano dagli sguardi indiscreti.

"Non osare avvicinarti." La mia voce risultò funerea, una sentenza di morte alla quale Dimitri si fermò e con la sua stupida espressione neutra, perfettamente calcata sul bel volto, attese. "Avete portato la mafia cinese al mio matrimonio, mio fratello è morto per proteggervi." Chiusi le mani a pugno lungo il corpo e tremai dall'ira. "Il nostro matrimonio sarà solo di facciata e questo perché purtroppo nella nostra società non è consentito il divorzio, ma ti giuro, che Dio mi sia testimone, che preferirei morire, piuttosto di farmi toccare da uno come te."

Promessa |THE NY RUSSIAN MAFIA #1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora