XV

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Maria Maddalena Ivanova, Ristorante di lusso-Villa Ivanov, New York.

"Non mi hai ancora detto che cosa significa."
Appoggiai con cura la posata d'argento sul piatto e osservai Dimitri, intenzionata a non mangiare più neanche un pezzettino di caviale, fino a quando non mi avesse risposto. Mi fece un sorriso sardonico da dietro il calice di vino e continuò ad assaporare con gusto la propria porzione di pesce. "Sai, a volte sei davvero snervante."

Sbottai, incrociando le braccia al petto, ma non potei esimermi dall'essere un pochino divertita dalla situazione: in momenti come questi, e vi erano stati negli ultimi giorni, era così semplice scordarmi chi fossi, chi fossimo, in quale società vivessimo ed era così facile credere che tutto ciò potesse essere una normale conoscenza.

"Snervante, mh?" Si leccò le labbra e mi distrasse dall'osservare la fede e l'anello di fidanzamento. "Finalmente quella boccuccia insolente ha di nuovo trovato il proprio posto, mia cara Mary." Mi fece l'occhiolino. "A proposito"— abbassò il tono di voce e si allungò verso di me—"adoro la tua bocca."

Le mie guance si arroventarono e, contro ogni mia intenzione, ricominciai a mangiare borbottando mentre Dimitri rise compiaciuto. Captai qualche occhiata stralunata degli altri commensali e fui quasi certa di aver intravisto anche un fotografo, ma, osservando per bene il locale, notai dei volti più o meno conosciuti. Il tizio seduto all'angolo a destra mi sembrava di averlo scorto in casa nostra, in una di quelle tre settimane in cui avevo a stento abbandonato la camera. Incuriosito, Dimitri seguì il mio sguardo e fece un cenno con il mento.

"Chiedi pure."

"È uno dei tuoi?" Sussurrai, per evitare che gli altri commensali potessero udire la mia domanda. Dimitri annuì brevemente ed io mi portai il calice di vino bianco alle labbra, per poi criticare. "Non desideri mai essere qualcun altro? Avere più libertà?" Mi protesi verso di lui. "Come fai a vivere sapendo che qualcuno ha già deciso per te; come fai a vivere sapendo che anche i tuoi fratelli sono in pericolo per il solo fatto di essere collegati a te?!" Chiusi immediatamente la bocca ed abbassai il capo, profondamente infastidita dalla mia boccaccia. "Scusa non era mia intenzione."

"Oh, no, mia cara Mary, era proprio tua intenzione, ma non ho paura per i miei fratelli, come non ho paura di farmi fotografare con te per New York, perché la Drakta è New York. I Tagliagole occupano solo un piccolo posto in questa città e solo grazie alla mia alleanza hanno acquisito potere. Quindi, credimi, quando ti dico che non ho paura che i miei fratelli escano per strada, che la tua identità venga riconosciuta, perché io sono New York, la Drakta è New York. Ogni fottutisssimo cittadino di questa fottutissima città è nelle mie mani e sai perché?" Non attese
una mia risposta e le due pozze azzurre scintillarono autoritarie. "Perché la maggior parte dei senatori mi chiede favori, la maggior parte dei senatori si scopa le mie puttane e pretende di vincere le elezioni grazie a me, quindi no: nonostante io non abbia scelto questa vita, io sono questa vita e la Drakta è la mia famiglia."

Annuii, ma fui destabilizzata dal calore crescente in mezzo alle mie gambe, causato da quella voce imperiosa. Mi mossi irrequieta sulla sedia e Dimitri notò ogni mio singolo movimento.

"Capisco."

Dimitri annuì e si focalizzò di nuovo sul tagliare la porzione di pesce nel bel piatto. Mi maledissi mentalmente per il cambio di atmosfera e decisi di fare una capatina nel bagno.

"Maria la tua boccaccia porta solo guai." Mi appoggiai con le mani sul lavello e dalla porta a destra entrò un uomo. Il cuore mi saltò in gola, ma ero più che certa si trattasse del bagno delle donne e quando chiuse a chiave, iniziai ad indietreggiare. "Chi diavolo sei?"

"Ti ricordi di me?"

La voce baritonale mi penetrò nelle orecchie promettendo tempesta.

Mi voltai verso l'uomo e non mi fu difficile riconoscere chi fosse: il fratello di mia madre, mio zio.

Promessa |THE NY RUSSIAN MAFIA #1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora