VII

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Maria Maddalena Salvatore, Villa Salvatore, New York.

"Non so nemmeno perché lo sto aspettando," ripetei al mio riflesso nella cabina armadio. "Dopotutto, potrebbe inventarsi una bugia."

Continuai a blaterare i pro e i contro di quell'incontro, e alla fine decisi per una semplice tuta grigia con una felpa oversize ed uno chignon incasinato per i capelli.

Guardai per l'ennesima volta fuori dalla finestra della mia stanza e la vista di Polina, splendida in un costume da bagno, che prendeva il sole con tre gradi scarsi, mi fece venire il sangue al cervello; chiusi le tende con stizza. Presi il tablet e continuai a leggere il libro che in quei due mesi mi aveva tenuto occupata, fino a quando un lieve bussare non mi distrasse. Esitante, mi sollevai dal letto e aprii la porta della stanza.

"Posso?"

Dimitri sollevò un sopracciglio e solo in quel momento mi accorsi del nuovo taglio di capelli: non erano più lunghi sul capo, ma accorciati di più ai lati e stava dannatamente bene; gli donavano un aspetto più adulto e intimidatorio.

"Certo, entra." Mi feci da parte e con imbarazzo mi guardai intorno. "Non vi è un posto dove sedersi, non è mai stata progettata per avere degli ospiti."

Dimitri passò in rassegna il mio abbigliamento e con un moto di vergogna mi abbracciai il corpo arrossendo.

"Non ti devi vergognare." Si accomodò sopra al materasso e analizzò ogni mia singola espressione facciale. "Sono poche le donne che stanno bene anche in tuta e tu sei una di quelle."

Abbassai la testa, colpita da quel mezzo complimento, ma rimasi comunque in piedi in mezzo alla stanza.

"È bella la tua stanza." L'uomo si guardò intorno, palesemente fuori posto in quel tripudio di rosa. "Molto femminile."

Mi sfuggì un suono soffocato e una risata silenziosa raggiunse le mie orecchie.

"Non ti piace?" Domandò con un goccio di ironia nella voce e un'espressione che non riuscii a decifrare.

"Direi di no." Allargai le braccia. "È troppo perfetta, mi ha sempre ricordato quella che sarei dovuta diventare." Sorrisi triste. "Il mio futuro."

"Immagino non sia semplice per nessuno nascere in questa società."

A quell'esternazione gli occhi quasi mi saltarono fuori dalle orbite e Dimitri rise di gusto, tenendosi la pancia. Fui affascinata da quella visione.

"Sono quello che sono, Maria Maddalena, ma non posso dire che gli anni della mia infanzia siano stati semplici." Appoggiò le guance sui palmi delle mani e mi sorrise ancora. "Proprio per niente."

"Immagino per nessuno," mormorai mentre adagiai la schiena contro le pareti di legno e feci vagare lo sguardo al di fuori della finestra.

"Comunque, sono venuto qui per uno scopo."
A quelle parole la mia attenzione ritornò su di lui. "Voglio sapere esattamente cosa ti ha detto Polina."

Mi accorsi che aveva pronunciato la frase con una voce autoritaria; il tono che probabilmente utilizzava con i suoi soldati, ma io non ero un suo soldato e non mi andava di piagnucolare.

"Non mi va di parlarne." Scrollai le spalle con nonchalance. "Pensavo dovessimo discutere della discoteca e di co -

"È una richiesta, Maria, ma potrei benissimo farla diventare un ordine." Mosse la mano con stizza. "Non ero io in discoteca, ma mio fratello Andrej con il mio maglione, altro?"

Scioccata, spalancai la bocca e negai con la testa.

"Allora ritorniamo alla domanda di prima."

"Non è che tu abbia bisogno di molta fantasia per immaginare ciò che mi possa aver detto." Scattai, come punta da un riccio. "Non ha molta fantasia."

Promessa |THE NY RUSSIAN MAFIA #1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora