"Madri?"

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"Un'amica di lavoro."

Bello mentire vero? Beh di sicuro non le direi mai che per me è molto di più. Si prenderebbe gioco di me, come già mi è successo con qualcun altro.

"Vado a fare colazione."

Va diretta verso le scale, senza ribattere a quello che le avevo detto, senza chiedermi se anche io avessi fame.

"Sì ora arrivo eh"

Mi guarda con gli occhi lucidi.

"Che hai ti sei offesa?"

"No."

I suoi occhi esprimevano rabbia, dolore, tristezza e speranza. La rabbia però li superava tutti. Da angelo che dormiva si è trasformata in diavolo. Questa cosa mi eccita. Mi viene voglia di prenderla e baciarla facendole capire cosa provo davvero.
Lo so, la cosa peggiore è tenersi tutto dentro, ma cosa faccio? Mi inginocchio e le chiedo di darmi una possibilità? Mai.

"Bionda, vieni un secondo qui, siediti."

Segue le mie labbra con gli occhi e si siede sulla fine del letto, davanti ai miei occhi.

"Tu per me sei un'amica molto importante. Sai che non riesco a dire le cose direttamente in faccia."

"Lo so. Ci sono rimasta male perché dopo aver passato quattro anni insieme per Vis a Vis pensavo di essere qualcosa di più di una collega."

Le prendo la mano per rassicurarla e poggia la sua testa su lo mio petto.
Scendiamo per fare colazione e prepariamo una crostata alla marmellata con un cappuccino.

"Ivan non ti ha più richiamata?"

"Mh..no."

"Sono emozionata, non vedo l'ora di iniziare le riprese."

"Anche io"

Parlando del più e del meno mi accorgo che un numero sconosciuto lampeggia sullo schermo del mio cellulare.

"Najwa stai bene?"

"Scusami ma devo allontanarmi un secondo"

"Certo tranquilla, io esco fuori in giardino a fumare, poi raggiungimi."

Mi allontano dalla sala da pranzo e rispondo nervosa alla chiamata.

"Pronto?"

"Lei è la Signora Nimri?"

"Sì, sono io. Mi dica"

"La chiamo dalla Clinica Santa Elena di Madrid."

"È successo qualcosa?"

"Suo figlio, Teo Nabil, ha avuto un incidente e dobbiamo fargli una piccola operazione. Ha la rotula ruotata e dovremmo mettergli una placca per fare in modo che le ossa rimangano stabili."

"Arrivo."

Salgo di corsa a cambiarmi e, lasciando tutto nell'armadio, corro fuori casa.

"Maggie devo scappare. Teo ha avuto un incidente e lo devono operare"

"Se mi dai due minuti ti accompagno."

"Certo"

Mi siedo negli scalini davanti alla porta d'entrata e nel mentre realizzo ciò che era successo. I miei occhi si fanno lucidi e le lacrime gelide mi attraversano il viso, i capelli sono ancora raccolti e la mia faccia è sconvolta.
Maggie arriva subito e ci fiondiamo all'ospedale.
In macchina non fiatiamo. Maggie guida senza mai fermarsi o distrarsi. I suoi occhi sono concentrati sulla strada e le sue mani stringono forte il volante, tanto da far diventare bianche le sue nocche.

"Sai che tipo di incidente ha fatto?"

"No"

"Stai tranquilla. Pure mio papà ha affrontato questo intervento e ora sta bene."

Si gira a guardarmi e i suoi occhi quasi si commuovono a vedermi così preoccupata per mio figlio. Appoggia la sua mano sulla mia coscia accarezzandola.
Arriviamo all'ospedale e ci rechiamo subito da un medico.

"Ci scusi sa dirci la stanza di Teo Nabil?"

"Certo signorine, seguitemi. Siete parenti?"

"Mh, siamo le madri."

La guardo sconcertata dalla sua risposta. Annuisco e aspettiamo che la dottoressa esca per farci parlare con lui.
Inizio a bisbigliare per non farmi sentire.

"Madri? Davvero?"

"Ti ho accompagnata fino a qui e non avevo intenzione di starmene qui a guardare! Poi conosco anche io Teo e voglio sapere come sta"

"Lo so..ma potevi dire di essere la zia!"

"Senti se ti fa così schifo il pensiero di "stare con me" me ne vado eh."

"No, ti prego rimani"

"Quindi..stare con una donna non ti darebbe fastidio, giusto?"

"Perché questa domanda? Comunque ora non è il momento, ne parliamo dopo."

Mi guarda e sorride, mi fa impazzire questa ragazza.

"Signorine, potete accomodarvi."

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