"Che farai a Natale?" Oliver accese il fornello e mise la moca sul fuoco. Ormai era metà dicembre. Mi tormentai le dita "Penso che lo passerò con Sofia e gli altri... un po' come i bimbi sperduti di Peter Pan"
Olly rise "Caro ti fa vedere troppi cartoni"
Risi anche io. Era l'una di notte e volevo solamente tornare a casa a dormire ma Oliver mi aveva offerto un caffè e due chiacchere e non mi sembrava giusto rifiutare. La verità è che con Oliver mi sentivo al sicuro, lui aveva sempre la situazione sotto controllo.
Quel pomeriggio mi aveva chiesto di andare a prendere Carolina a scuola e poi l'avevo portata a casa e avevamo fatto i compiti assieme, guardato i cartoni e cenato. Ultimamente capitava spesso che mi prendessi cura di Caro. Mi piaceva stare con lei, era come se per un pomeriggio tutti i miei problemi svanissero e io mi perdessi in un mondo fatto di giochi e sogni.
Uscì da casa del mio allenatore di boxe che erano le due. Con i soldi che avevo messo da parte ero riuscita a comprarmi un motorino. Non era nulla di che, anzi. Temevo di perdere gli specchietti da un momento all'altro e avrei dovuto dargli una riverniciata per nascondere le strisciate che il proprietario precedente aveva fatto. Eppure io ero felice così: era una cosa mia, che mi ero guadagnata io. Scrissi a Vero per sapere se avesse finito il turno e volesse un passaggio per il ritorno.
Mentre aspettavo una sua risposta notai che Ruben non mi rispondeva da quel pomeriggio...
Con Ruben le cose erano strane. Da dopo la festa l'avevamo fatto altre volte. La nostra relazione in pratica si basava solo su quello. Mi accesi una sigaretta. No, non potevo nemmeno definirla relazione.
Magari qualche volta ci ordinavamo una pizza o del cibo da asporto o guardavamo un film bevendo una birra. Una volta che ognuno tornava a casa sua, però, era come se tra di noi non fosse successo nulla. Ma era okay, credo. Aspirai e buttai fuori il fumo. Mi piacevano le notti come quelle. Con solo uno spicchio di luna sottilissimo e le strade della mia Milano vuote.
Vero mi rispose che stava staccando proprio in quel momento. Spensi la sigaretta e salì sul motorino per raggiungere la mia coinquilina.
Vero mi aspettava fuori dal locale. Aveva il mascara colato che le accentuava ancora di più le occhiaie scure e i capelli spettinati. Indossava solo una giacca di jeans sopra una t-shirt bianca e pantaloni neri. In quel momento pensai che non era da Vero vestirsi in quel modo così semplice, la storia di Mattia la stava proprio distruggendo.
La mia coinquilina si strinse nella giacca di jeans e abbozzò un sorriso mentre mi allungava il suo pacchetto di sigarette. Rifiutai e spensi il motore mentre aspettavo che lei finisse di fumare. Mi sedetti sul bordo del marciapiede e lei fece lo stesso "Hai parlato con Ele?" chiesi.
Vero tenne lo sguardo fisso sulla sua sigaretta "Ormai parliamo solo di quello..." improvvisamente mi sembrò così fragile.
Aggrottai le sopracciglia "Scusa... è solo che più passa il tempo e più Ele si affeziona a lui. Non voglio che ci stia male"
"Anche io ci sto male"
"Vero, lo so. Lo so che anche tu ci stai male ma per te è diverso. Ele è più sensibile su..."
La mia coinquilina si alzò in piedi di scatto e spense la sigaretta che non era nemmeno a metà "Tu non lo sai, non sai se per me è diverso" aveva gli occhi lucidi.
"Va bene, Vero. Scusa. Hai ragione" non sapevo bene come prenderla.
"Perché hai scaricato questa cosa tutta su di me? Perché non l'hai detto ad entrambe direttamente?"
Mi morsi il labbro "Non lo so Vero, io..."
"Perché vuoi sempre difendere Eleonora e non ti preoccupi di me? Ti devi sempre mettere in mezzo"
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Perdere il cuore a Milano
ЧиклитTre ragazze decidono di ricominciare da Milano, ognuna con le sue insicurezze, risentimenti e strascichi del passato. Riusciranno a capire il vero valore dell'amore e dell'amicizia? Riusciranno a trovare il loro posto nel mondo?