"E quindi?" mi incalzò Enea. "E quindi niente, ho deciso di perdonarlo e di riprovarci!" risposi io con il tono di chi aveva appena detto un'ovvietà. "Sei sicura di aver fatto la scelta giusta?" domandò il mio amico con fare preoccupato. "Certo che sono sicura, e poi mica gli ho chiesto di sposarmi! Sono sempre in tempo a cambiare idea, no? È solo che ho ragionato sulle parole della... cioè... ci ho riflettuto e ho capito che devo seguire il mio sogno". Avevo deciso di non raccontare ad Enea del mio strano incontro notturno, non ero nemmeno sicura che fosse avvenuto veramente! Forse la signora Mafalda era stata solo frutto della mia immaginazione, forse era un magico folletto dei boschi o forse era la mia fata madrina... Certo era che Enea mi avrebbe presa per matta.
"Ma con lui hai parlato?" "Sì, certo. È venuto a casa Velere ieri e abbiamo parlato. Mi ha detto che ci stava male, che gli mancavo e che aveva fatto una scemenza a non dirmi subito la verità. Mi sembrava davvero sincero!" aggiunsi io anticipando il mio amico che non sembrava ancora convinto. "Dai, so che non ti piace tanto, ma era sinceramente pentito. Ho deciso che gli lascio un po' di tempo per dimostrarmi i suoi sentimenti. Sono sicura che non mi deluderà!" "Se ne sei convinta tu..."
Enea improvvisamente si fermò davanti ad una vetrina dalla quale proveniva una luce blu e rossa. Stavamo camminando in via Torino perché l'indeciso che ora si trovava al mio fianco doveva comprare un completo da indossare durante la sua esibizione di violino che si sarebbe tenuta di lì a qualche giorno. Io avevo sempre pensato che non ci fosse molto da scegliere con i capi di abbigliamento maschili, ma dopo quel pomeriggio di folle shopping ero stata costretta a ricredermi. In confronto Veronica era Speedy Gonzales in tema di acquisti! Mi avvicinai alla vetrina per capire cosa avesse attirato l'attenzione del mio amico. Niente completi eleganti! In quella vetrina caleidoscopica c'erano solo abiti sportivi! Guardai spazientita Enea che sembrava essersi perso tra le luci e i tessuti. Erano ore che giravamo a vuoto, il tempo stava per scadere e lui perdeva tempo con inutili pantaloni della tuta!? Schioccai le dita davanti ai suoi occhi per attirarne l'attenzione: "Ma si può sapere che fai? Non hai visto che ore sono? Per ora abbiamo trovato solo il fazzoletto da mettere nel taschino!" Sottolineai io indicando l'unico misero sacchettino che stringevo tra le dita. Fazzolettino che per altro hai voluto rigorosamente fucsia, non propriamente il colore più facile da abbinare pensai io spazientita. Enea sospirò e finalmente staccò gli occhi dalla vetrina. Mi avvicinai ulteriormente al vetro e guardai più attentamente. Aspetta un secondo... ma quello era quell'orribile cappello che a Simone piaceva tanto! Ci aveva mostrato la foto la sera di Capodanno prima di finire completamente steso. Era forse una coincidenza? Decisi che avrei indagato.
"Finalmente a casa!" esclamò Enea quando varcò la soglia del suo piccolo appartamento con una quantità esagerata di sacchetti e sacchettini. Buttammo tutto sul letto e ci dirigemmo in cucina per prepararci il tè caldo che ci eravamo promessi. Era il momento giusto per gettare l'amo: "Come ti è sembrato Simone? A parte per l'uscita a fine serata ovviamente". Enea si fermò bruscamente con la bustina di tè che dondolava a mezzaria.
"Sembra simpatico" rispose lui dopo qualche secondo sbloccandosi. Tutto qui? Non era da Enea, dato che di solito mi descriveva mille particolari di chiunque incontrassimo, spesso notando cose che io non mi sarei mai nemmeno sognata. Avevo ragione eh, vecchia volpe! "Vi siete trovati bene mi sembra..." lo incalzai io. Enea accennò un timido sorriso. Colto con le mani nel sacco! "Lo sapevo! Ti piace!" "Ma cosa ti salta in mente Ele?" scattò lui punto sul vivo. "Non puoi negare con me! Ho visto come lo guardavi... e ora la mia tesi non fa altro che trovare conferma!" "Ti odio quando fai così... E va bene Sherlock Holmes, hai vinto" confessò lui buttandosi sulla sedia lì vicino. "Mi piace". "Wooo! Lo sapevo!" esultai io tutta emozionata. "Sì ma non so come fare!".
La cosa mi pareva alquanto strana visto che di relazioni ne aveva avute a valanghe, così gli domandai quasi ridendo: "Il mago dell'amore non sa come fare? Non è possibile! È per via di Ema?" "No, con Ema è finita, lo sa bene anche lui. Non ci sentiamo praticamente più" mi spiegò Enea. "E allora che problema c'è?" domandai senza capire. "Il problema è che con Simone è diverso. So che l'ho appena conosciuto, ma ho paura. Sai come sono fatto: non amo avere qualcosa di stabile. Con Ema era facile perché anche per lui era la stessa cosa, ma l'hai visto anche tu Simone l'altra sera: era distrutto! Non vorrei mai fargli così tanto male". Non avevo mai visto Enea così seriamente preoccupato per un ragazzo. Da quando l'avevo conosciuto qualche mese prima di ragazzi ne aveva già cambiati tre e, forse, non era neanche troppo corretto definirli "ragazzi": erano più che altro avventure, nulla di più. Ma sembrava che con Simone potesse essere diverso. "Ma non devi farti questi problemi ora! Se dovesse succedere una cosa del genere l'affronteremo insieme, ma solo se e quando sarà necessario" cercai di consolarlo prendendo un'altra sedia e sistemandola accanto alla sua.
"E se dovesse essere lui a non volere una relazione seria dopo quella che ha appena avuto?". Domandò Enea impensierito. "Stessa cosa, non pensarci ora. Lasciagli un po' di tempo e prova a stargli vicino. Se non ti dovesse vedere come fidanzato pazienza, succede a tutti prima o poi di ricevere un due di picche". "Non a me mia cara, io sono irresistibile, dovresti saperlo!" rise lui alzandosi in piedi e versando l'acqua che ormai bolliva nel pentolino all'interno delle tazze. Ecco il solito vecchio Enea per fortuna! "Sì infatti, come ho potuto dimenticarlo?!" risposi io scuotendo la testa e ridacchiando. Quindi c'è una nuova missione pensai io felice di poter finalmente aiutare il mio amico. Lo guardai mentre zuccherava il liquido ambrato che aveva versato nelle tazze: gli volevo un mondo di bene. Lo conoscevo da così poco, ma mi pareva di averlo sempre avuto accanto. Enea riusciva a capirmi, era sempre dalla mia parte e con lui potevo essere me stessa senza paura . Conosceva i giudizi e i pregiudizi, li aveva subiti fin da piccolo e questo lo rendeva capace di andare oltre, di vedere il mondo sotto una luce diversa, con colori forse più vivaci. Stare con lui mi faceva bene all'anima.
Quando varcai la porta di casa un odore delizioso mi solleticò il naso. Seguii quella meraviglia fino in cucina, dove trovai Rebecca che spadellava alla grande: faceva sempre così quando aveva troppi pensieri che le frullavano nella testa, si buttava su qualcos'altro, illudendosi che in quel modo potessero riordinarsi da soli. Non vedevo Rebecca dalla famosa cena. Quando ero tornata a casa avevo trovato solo Veronica e lei non si era ancora vista. Non sapevo bene che fare.
Con Veronica apparentemente le cose si erano sistemate, ma la verità era ben diversa... Tra di noi c'era una strana tensione. Non saprei neanche come descriverla, semplicemente le cose erano cambiate. A Mattia avevo dato un'altra possibilità, ma anche con lui l'atmosfera era tesa. Con Rebecca che dovevo fare? Anche lei non era stata sincera con me, ma forse l'aveva fatto solo per proteggermi. Appena la mia coinquilina mi sentì arrivare si fermò accennando un timido saluto. Non sapeva come mi sarei comportata e aveva evidentemente paura della mia reazione.
Una scintilla di rabbia mista a delusione si accese dentro di me, ma decisi che per il momento avrei dovuto soffocarla, dovevo seguire il consiglio della fata madrina. Così le sorrisi e le domandai come se nulla fosse accaduto: "Che cucini di buono? L'odore è squisito!". Rebecca si sciolse immediatamente e più serena mi mostrò una bellissima e golosissima torta. "Mmmm, sembra davvero deliziosa! Non vedo l'ora di assaggiarla!".
Rebecca sorrise e mi sussurrò: "Non ce l'hai con me per quello che è successo?". Rimasi a guardarla per qualche istante: la mia amica aveva due grosse borse sotto gli occhi che sembravano infinitamente tristi e preoccupati. "No, ho capito che tutto quello che avete fatto l'avete fatto per non farmi soffrire. Mi dispiace solo che mi vediate sempre come la più fragile, quella da proteggere... So di essere molto sensibile, ma questo non vuol dire non possa affrontare le cose, soprattutto se queste cose riguardano me!". Abbassò lo sguardo, forse pentita della sua scelta: "Hai ragione Ele, avremmo dovuto parlartene...". Rebecca in quelle condizioni mi sembrava una novità, c'era certamente sotto dell'altro. Mi ripromisi di indagare più tardi, quello non era il momento adatto. Così mi avvicinai a lei e la abbracciai. Quegli abbracci stavano diventando sempre più frequenti...
MAGICO MONDO DELL'AUTRICE:
Hey Piccole sognatrici! Come state? Che ne pensate della scelta di Ele di cercare di ricostruire il rapporto con Mattia? Voi l'avreste perdonato? E che mi dite di Veronica e Rebecca? Qualche volta le bugie si dicono per non far soffrire di più gli altri, ma è la verità l'arma vincente!
Enea si è preso una cotta... sarà una cosa seria o la solita avventura?
Fatemi sapere cosa ne pensate del mio nuovo capitolo. Ci sentiamo come sempre mercoledì prossimo, vi aspetto! 😉
#TeamEle
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Perdere il cuore a Milano
ChickLitTre ragazze decidono di ricominciare da Milano, ognuna con le sue insicurezze, risentimenti e strascichi del passato. Riusciranno a capire il vero valore dell'amore e dell'amicizia? Riusciranno a trovare il loro posto nel mondo?