I fuochi d'artificio riempivano ancora il cielo denso di Milano quando uscii da casa Velere. La gente si affollava per la strada tenendosi per mano, brindando e gridando.
Mi sedetti sul bordo del marciapiede mentre aspettavo Fefe. Avevo mentito alle altre: non sarei andata a trovare Oliver quella sera. L'avevo rischiata grossa, infatti, quando avevo detto a Veronica che avrei voluto portarle con me in Piazza Duomo. Ammetto di averlo detto solo per farla sentire in colpa. Una parte di me, in quel momento, ce l'aveva a morte con lei per la questione di Eleonora. Per colpa sua la nostra coinquilina ora considerava anche me una traditrice.
Una coppia mi passò davanti sbaciucchiandosi. Mi morsi il labbro e accesi una sigaretta: se le cose fossero andate diversamente quella coppia saremmo potuti essere io e Ruben.
In quel momento arrivò Fefe. Guidava la nostra solita auto. Presi posto sul sedile del passeggero e abbassai il finestrino per finire la sigaretta. Gliela offrii per fare un tiro ma lui rifiutò "Non fumo più". Scrollai le spalle.
Passammo tutto il viaggio in silenzio. Ciascuno di noi assorto nei suoi pensieri.
Avevo raccontato a Fefe di aver chiamato a Natale i nostri genitori ma che nessuno dei due aveva risposto. Fefe aveva aggrottato le sopracciglia "Sono i nostri genitori Bebe.... Non aspettavano altro che una tua chiamata conoscendoli" era sembrato turbato e aveva proposto di andare a trovarli a Capodanno. In genere tenevano sempre una festa a casa nostra con alcuni amici. Per loro sarebbe stata una bella sorpresa per il nuovo anno.
Fefe accostò nel vialetto di casa. Mi sembrò di non essermene mai andata: era tutto esattamente come l'avevo lasciato. Io, però, non ero la stessa...
Fefe scese dall'auto ma io rimasi seduta. E se avessero davvero deciso di proposito di non rispondermi? E se non volessero più vedermi? Odiavo mio padre. Odiavo mia madre. Eppure avevo bisogno più di qualsiasi cosa di un loro abbraccio. Volevo con ogni fibra del mio corpo che mio padre mi guardasse negli occhi e mi dicesse che ero stata brava. Mi dicesse che si era sbagliato e che io ero la persona giusta per prendere in mano la sua azienda. Che era fiero di me. Volevo sentire mia madre suonare il pianoforte in salotto la domenica mattina e andare con lei a fare shopping al centro commerciale.
Scesi a mia volta dalla macchina e raggiunsi mio fratello davanti al portone di casa. "Sei sicura che te la senti?" mi chiese cingendomi le spalle con un braccio. Annuii. Fefe suonò il campanello e attendemmo qualche istante. Nulla. Riprovò. Nulla di nuovo. Mi liberai dall'abbraccio di mio fratello e feci un rapido giro attorno alla casa: tutte le luci erano spente e nessun rumore proveniva dall'interno.
"Per mamma e papà la festa di Capodanno a casa nostra è sacra" mormorai. Fefe si morse il labbro. "Magari possiamo provare a chiamarli" propose.
Scossi la testa "Li ho già cercati abbastanza. È chiaro che non ci vogliano"
Risalimmo in macchina.
"Secondo me c'è qualcosa di strano" disse Fefe mentre facevamo la strada di ritorno.
"Non mi importa"
"Bebe, loro aspettavano solo questo: che tu tornassi da loro. Per loro sarebbe stata una vittoria. Non attendevano che questo. Mi sembra assurdo che non ti rispondano al telefono e non si facciano trovare a casa proprio a Capodanno"
"Non mi importa" ripetei.
"Mi puoi dire che hai? Ultimamente non mi parli più"
Continuai a guardare fuori dal finestrino ignorando la sua domanda.
"Rebecca?" insistette.
"Non mi va di parlarti dei cazzi miei"
"L'hai sempre fatto"
"Sì ma ora è diverso"
"Che è cambiato?"
"O santo cielo, davvero non te ne sei accorto? Tra me e Ruben..."
Federico inchiodò al semaforo rosso "Ti sei scopata Ruben??"
Presi il pacchetto di sigarette e feci per accendermene una ma lui me la strappò di mano e la buttò dal finestrino.
"Rebecca, è uno dei miei migliori amici... seriamente?"
Scattò il verde e Federico concentrò lo sguardo sulla strada.
"Fefe... tra di noi c'è sempre stata... attrazione. Lo sai" cercai di giustificarmi.
"E, fammi indovinare, nel mentre lui ne scopava altre" contrasse la mascella.
"Possiamo cambiare argomento?"
Federico si fermò in un parcheggio libero vicino casa mia.
"No Rebe, non possiamo. Ruben è uno dei miei migliori amici e non doveva provarci con mia sorella né tanto meno farla soffrire"
"Stanne fuori" ringhiai.
"Non ne sto fuori. Sono tuo fratello e odio vederti così"
Alzai gli occhi al cielo "Me la so cavare da sola. Vivo da sola, mi pago l'università da sola, mi pago da mangiare da sola e credo di poter gestire da sola uno dei tuoi amichetti figli di papà del cazzo"
"Che fino a poco fa non disprezzavi così tanto"
Aprii la portiera della macchina "Non mi seguire sta volta, Federico"
Mi avviai a passo sostenuto lontano dall'auto. Buon anno, Rebecca.
Non volevo tornare a casa e l'unico posto sicuro che mi venne in mente fu Oliver.
Gli scrissi un messaggio per chiedergli se potessi raggiungerlo. Lui mi rispose che Carolina stava dormendo ma gli avrebbe fatto piacere un po' di compagnia.
Quando raggiunsi casa sua il freddo di dicembre mi aveva congelato le ossa.
Oliver mi prestò una sua felpa. Aveva il suo profumo.
Come sempre ci sedemmo sul divano con una bottiglia di spumante.
"Com'è andato il tuo capodanno?" mi chiese quando ormai la bottiglia era alla fine.
"Una merda, il tuo?"
Oliver si fissò sul bicchiere di spumante che teneva in mano "Ora va meglio"I nostri occhi si incrociarono. Il mio cuore cominciò a battere forte. Per la seconda volta io e Oliver eravamo sull'orlo di un precipizio: la prima volta eravamo rimasti in equilibrio e tutto era rimasto come sempre. Se ci fossimo buttati... non saremmo più potuti tornare come prima.
Le distanze si accorciarono senza che ce ne accorgessimo. Alla fine ci buttammo. Le sue labbra sulle mie. Cazzo.
SPAZIO DELL'AUTRICE:
Oh hey pupe e pupi! Come state??
Come sempre se c'è Rebecca c'è dramma! Ero così contenta che Rebecca e Federico avessero fatto pace... e loro litigano di nuovo. Che ne dite, supereranno anche questa?
E, invece, che ve ne pare di Rebecca e Oliver assieme? Preferite Oliver o Ruben?
Non vedo l'ora di sapere cosa ne pensate del nuovo capitolo. Ci vediamo mercoledì prossimo con altro dramma e lacrime (o forse no, who knows). Baci e buona notte miei piccoli gamberetti di fiume XOXO
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Perdere il cuore a Milano
ChickLitTre ragazze decidono di ricominciare da Milano, ognuna con le sue insicurezze, risentimenti e strascichi del passato. Riusciranno a capire il vero valore dell'amore e dell'amicizia? Riusciranno a trovare il loro posto nel mondo?