Rebecca

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Io e Veronica eravamo sedute al tavolo della cucina con i portatili aperti e le mani nei capelli. Stavamo disperatamente cercando l'idea per un ospite speciale da proporre a Dino. Avevamo anche stilato una lista di possibili candidati ma nessuno sembrava convincerci. Ele era in camera sua che leggeva un libro e, così, io e Veronica ci eravamo concesse un piccolo sgarro: avevamo chiuso la porta della cucina, aperto la finestra e messo il posacenere sul tavolo.

Mi accesi una sigaretta ripromettendomi che sarebbe stata l'ultima della serata e incrociai le gambe sulla sedia.

Occuparmi di cercare un ospite per la festa di Dino mi permetteva di distrarmi dalla mia vita. Ogni volta che avevo un attimo libero la mia testa volava ad Oliver e alla notte di Capodanno che avevamo passato assieme.

Quando stavo con Oliver stavo maledettamente bene. Tutto quello che succedeva attorno a me scompariva e rimanevamo solo noi due. Non era come Ruben... con lui c'era un'attrazione così forte da fare quasi male. Come se i nostri corpi non potessero fare a meno di stare vicini. Con Oliver no... con Oliver non sentivo il bisogno quasi fisico di vederlo eppure ogni volta che eravamo assieme desideravo che il tempo non finisse mai. Poi tornavo a casa e tutto il mondo che avevo chiuso fuori quando ero stata con lui mi cadeva addosso. Avevo maledettamente paura di rovinare tutto... non ero mai stata così bene con un'altra persona. Se avessi rovinato quello che stavo per costruire con Oliver avrei perso un amico, un fratello, un confidente...

La cosa peggiore era che non riuscivo a parlarne con nessuno.

Il telefono interruppe i miei pensieri. Veronica si precipitò fuori dalla cucina per evitare che Eleonora uscisse dalla sua camera e ci scoprisse ad infrangere la Regola d'oro.

"Come scusa?" sentì sbraitare la mia coinquilina. "All'ospedale?? E quando pensavi di dircelo?? Veniamo subito, tu non muoverti"

La sentii riagganciare il telefono mentre Eleonora apriva la porta della cucina "Ragazze vi ho detto mille volte che mi dà fastidio che fumiate in casa" mi disse aggrottando le sopracciglia.

"Si Ele scusa ma c'è Simone in ospedale. Dobbiamo andare" la liquidò Veronica.

"Come in ospedale? Chi ti ha chiamato??" chiesi scattando in piedi.

Ele si batté una mano sulla fronte "Ho mandato Enea a vedere come stesse Simone, era lui vero?"

Veronica annuì e ci sollecitò a sbrigarci.

Ci precipitammo tutte e tre nella hall dell'ospedale. Seduto ad attenderci c'era Enea. Non appena ci vide scattò in piedi "Ragazze!"
"Dov'è Simone? Voglio vederlo" balbettò Veronica.

Una delle infermiere che stavano passando di lì la sentì "Mi dispiace tesoro ma per ora le visite sono limitate solo ai parenti"

"Sono la sua ragazza!" si lanciò Veronica.

Enea divenne paonazzo e sgranò gli occhi. L'infermiera gli lanciò una rapida occhiata "Mai sentito parlare di poliamore?" mormorò Enea.

L'infermiera scoppiò a ridere "Quindi questo ragazzo ha tre fidanzate e un fidanzato? I ragazzi di oggi! Va bene, va bene, entrate ma una alla volta, okay?"

Per sdebitarci con Enea che era andato in soccorso del nostro amico lo invitammo a cena. Nonostante fossero ormai le dieci di sera nessuno di noi aveva ancora mangiato. Ci rinchiudemmo in un fast food aperto 24 ore su 24. Enea ci raccontò bene di come aveva ritrovato Simone e, non so come, finimmo a parlare della festa che avrebbe organizzato Dino.

"Ma ragazze ho io la persona che fa per voi" esclamò Enea battendo il pugno sul tavolo.

"Il locale è un locale molto aperto alla comunità LGBT, no? Dovete per forza invitare Dioniso"

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 07, 2020 ⏰

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