I close my eyes

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Quando mi svegliai la vista che mi attendeva mi sorprese, ero sulla terra. Ero nel bosco in cui ci avevano lanciati la prima volta. Tutto sembrava uguale. Ad un tratto sento dei passi dietro di me e mi giro. Finn.
I miei occhi lo guardano bene, era davvero lui ma c'era qualcosa che non andava. Era ferito allo stomaco. Iniziò a correre verso di lui lo raggiungo e quando gli appoggiò una mano sulla spalla lui sobbalza allontanandosi da me.
"Non toccarmi!" Urla guardando le mie mani. Le guardò anche io, sono sporche di sangue, il suo sangue. In mano ho un coltello.
"Chiunque ti si avvicini muore" dice prima che il sangue cominci a scorrere dalle sue labbra.
Sento i miei occhi bruciare e le lacrime bollenti percorrere il mio viso. Chiudo gli occhi voglio che tutto finisca.

Dopo un po' riapro gli occhi nella speranza di non vedere il corpo di Finn, e infatti quando li riapro sono a Polis. Nella stanza che avevo una volta. Mi giro e guardando il letto vedo Lexa. Il mio cuore salta un battito è davvero lei. Ma quando mi avvicino mi accorgo che è pallida e respira a fatica. Sposto le coperte che le coprivano la pancia e i miei occhi incontrano un ferita di proiettile, il sangue che sporca il letto. Avvicino le mani per fare pressione ma noto che nella mia mano sinistra c'è una pistola. No, non può essere.
"Clarke" dice Lexa con un soffio di voce, io la guardo negli occhi. Lei piange, anche io.
"Perché? Perché devi fare male a tutti"
Mi allontano da lei barcollando e chiudo gli occhi scuotendo la testa devo andare via.

Mi guardo intorno cercando di mettere a fuoco il luogo in cui mi trovo. Sanctum. Sono nel laboratorio e sul lettino è stesa una figura. Mi avvicino. E quasi mi sembra impossibile. È mia madre. Cerco di svegliarla ma non succede nulla. La chiamo più e più volta tra le lacrime deve svegliarsi. Le prendo la testa fra le mani. Le mie dita incontrano un taglio, le giro il collo e lo guardo. Sembra fresco appena richiuso. Ad un tratto mia madre apre gli occhi si volta verso di me e i suoi occhi sono colmi di dolore.
"È nella mia testa, Simon, e l'hanno messa qui perché tu ci hai abbandonati, l'ho detto che sei una tossina Clarke ma non hai completato il lavoro quando potevi e per questo le persone continuano a morire". Mi allontano da lei di colpo crollo al suolo e inizio ad urlare, devo uscire da qui. Svengo.

Al mio risveglio ho paura, non voglio aprire gli occhi non voglio soffrire ancora. Eppure i miei occhi si aprono contro la mia volontà. Mi costringono a guardare il luogo in cui mi trovo. Sono di nuovo sulla terra. Nella casa che condividevo con Madi. Questo vuol dire che forse lei è qui che è ancora viva e che non le accadrà nulla perché io sono qui. Esco dalla casa e corro al lago. Era il suo posto preferito. La vedo stesa sugli scogli. Corro verso di lei. Ma qualcosa mi blocca, la vista del sangue che ricopre lo scoglio. Quando la raggiungo mi strappo la maglietta nel tentativo di bendarla. Ma la sua mano blocca la mia. Mi guarda e mi spinge via. "Preferisco morire ora, tu mi porterai solo dolore la tua promessa di proteggermi è solo una scusa per sentirti una brava persona per una volta. Ma tu non sei buona Clarke". Queste parole mi feriscono come un proiettile, indietreggio ma scivolo e la mia testa sbatte contro gli scogli. Tutto nero.

Un forte dolore alla testa mi costringe ad aprire gli occhi. Mi massaggio la nuca con una mano fa davvero male. Ma non male come quello che sto provando dentro di me. Ho paura non so cosa mi aspetta ora voglio solo che tutto finisca non reggo tutto questo. Purtroppo capisco subito dove sono. L'arena. Sento il pubblico urlare. Gli applausi e Bloodreina urlare. "Hai quasi vinto finiscilo". Chi è che sta lottando e perché io sono qui? Ma quando mi volto capisco. Bellamy è stramazzato al suolo in una pozza di sangue, Gaia in piedi su di lui con una spada. Il corpo di Indra li vicino. Corro da Bellamy spingendo via Gaia. Inizio a piangere.
Mentre i suoi battiti sono sempre più lenti. Non posso perderlo. Non ora. Una mano mi tocca la spalla e mi tira lontano dal corpo cerco di liberarmi senza riuscirci. La mano mi afferra il polso tirandolo in aria. "Abbiamo una vincitrice" il pubblico acclama, non capisco.
Guardo l'altra mano la lancia di Gaia ora l'ho io. "No, non ho ucciso io Bellamy"
"Forse non l'hai colpito, ma l'hai condannato abbandonandolo".
Corro via dall'arena, mi manca l'aria. Basta non posso continuare in questo modo. Esco dal Bunker. Mi ritrovo tra le macerie di Polis.
Afferro la lancia e mi colpisco alla pancia con tutta la forza che ho. Non sento nulla. La lancia si incenerisce e sento una voce. La riconosco. È Russel. "È inutile non scapperai mai!" Tutto trema cado sulle ginocchia e iniziò a piangere.
Sento la risata di Russel che mi riempie le orecchie. Iniziò a gridare con tutta la mia forza. Resterò qui per sempre...

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Ho deciso di scrivere questo capitolo in prima persona poiché ci troviamo nella mente di Clarke. Spero vi piaccia, scusate se sono pubblico poco ma sto lavorando molto alla storia per fare qualcosa di innovativo. Grazie perché continuate a leggerla.
Fatemi sapere cosa ne pensate fino ad ora❤️

~𝘼𝙡𝙬𝙖𝙮𝙨 𝙗𝙮 𝙮𝙤𝙪𝙧 𝙨𝙞𝙙𝙚~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora