1. ᴊɪᴍɪɴ

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Lasciare la mia città natale non era mai stata un'opzione per me e per ciò che desideravo per la mia vita, ma ormai ho piena coscienza del fatto che non sarà mai tutto rosa e fiori e che per vivere bisogna lottare continuamente, giorno per giorno, senza mai mollare.

Busan è la mia terra, la mia casa, dove sono nato e cresciuto, dove ho vissuto la mia spensierata infanzia e la mia adolescenza, fatta di tanti alti e tanti bassi, ma niente mi ha mai fermato e niente lo farà tutt'ora.

Ho sempre aspirato al meglio, ad un futuro prospero per me e la mia famiglia, la quale è sempre stata una parte fondamentale della mia vita e del mio essere semplicemente io. Ciò in cui credo, ciò che sono è tutto merito loro.

Nonostante le possibilità economiche non fossero mai state a nostro favore, i miei cari genitori non hanno mai fatto mancare nulla né a me né a mia sorella minore, Selene, la mia piccola e bella Selene. Un nome alquanto inusuale nei nostri luoghi, ma mia madre, da grandissima appassionata di mitologia greca qual era, decise di affidarle il nome della dea della luna, Selene, e non lo scelse a caso. Esisteva una ben precisa spiegazione. Mi raccontò che quando la diede alla luce, al di là della finestra situata nella sua stanza d'ospedale, quella notte, c'era stata una meravigliosa luna piena.

Ho sempre amato mia madre e i suoi racconti sulla mitologia greca. Davvero.

Ma a tutto c'è una fine, niente è duraturo, e io dovevo assolutamente sorpassare questo limite, staccare questo cordone ombelicale insomma, per poter crescere, realizzarmi come persona e dare aiuto a coloro che amo.

Seoul è una grande città che offre centinaia di possibilità e mi sono detto che avrei dovuto sfruttarle al massimo.
Per un paio di mesi mi sono dedicato a fare ricerche su internet e fortunatamente sono riuscito a trovare qualcosa di stabile e di non troppo caro.
Certamente non potevo permettermi un appartamento tutto per me, così ho contattato il proprietario di una struttura che affittava appartamenti ad uno o più ragazzi insieme ad un prezzo fattibile. In sintesi, avrei avuto dei coinquilini e onestamente l'idea non era molto di mio gradimento visto che detesto chi invade i miei spazi, ma il costo era minore e non mi restava altro che accontentarmi.
Speravo soltanto di trovare persone civili e dotate di un minimo di simpatia e accoglienza, e anche d'intelligenza perché no.

Per la questione "lavoro".
Non era uno dei migliori e non era neanche così ben retribuito, ma per un principiante del mio rango, agli inizi, andava più che bene. Avrei lavorato in un bar-caffetteria come cameriere, il che non mi dispiaceva poi così tanto perché ho sempre amato il caffè con il suo forte aroma caratteristico e i dolci, di qualsiasi genere e conformazione.

Ora mi trovo in aeroporto. I miei genitori mi hanno accompagnato insieme alla mia piccola Selene. Mi mancheranno un casino e so già che sarà difficile senza il loro supporto e la nostra quotidianità. Solo, in una metropoli gigantesca che non conosco minimamente, ma lo faccio per il mio bene e anche per quello loro. Voglio aiutarli e mostrargli che adesso possono appoggiarsi a me per qualunque cosa abbiano bisogno.

«Statemi bene e tu piccolina, fai la brava e cerca di studiare al meglio. Ricorda: lo studio è importante» dico con le lacrime che minacciano di uscire, ma le trattengo perché loro non devono vedermi affranto e timoroso per quello che mi aspetterà laggiù.

«Riguardati, tesoro e chiamaci quando arrivi» mia madre, che fino a qualche secondo fa mi abbracciava, si allontana da me e il suo profumo ai fiori d'arancio smette di inebriare le mie narici.
Una delle sue doti è sempre stata quella di saper creare fragranze con fiori, erbe e robe del genere. Molte volte ho proposto lei di iniziare a venderli e magari in un futuro aprire un negozio, ma non mi ha mi voluto ascoltare.

«È tardi ormai»

Non è mai troppo tardi.

«Ciao pa»

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