20. ᴊᴜɴɢᴋᴏᴏᴋ

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L'insonnia è di nuovo con me e nello stesso frattempo l'immagine di quel biondino continua a ronzarmi nella testa. Tuttavia, non riesco a credere che io stia davvero pensando così tanto a lui. È un pensiero fisso che scaturisce in me reazioni ambigue e soprattutto istintive.

Mio padre mi diceva sempre che l'istinto e la rabbia sono caratteristiche che appartengono per eccellenza agli animali, ed io, tenendo a mente questo insegnamento, non sono mai stato un tipo rabbioso e istintivo, prima la razionalità e poi tutto il resto, però ultimamente i miei pensieri mi turbano, sento che la mia quiete mentale è disturbata, confusa e prosegue ad istinto.

Chiamarlo è stato soltanto un impulso al quale non ho saputo resistere. L'immensa voglia di sapere qualcosa sull'andamento del suo appuntamento con Taehyung mi faceva stare in uno strano vortice d'ansia e nervosismo. Non ho ricevuto chissà quali dettagli, me lo aspettavo d'altronde, ma la notizia che sarebbe rimasto a dormire da Taehyung non è stata molto di mio gradimento, anzi non l'ho gradita affatto.

Non so che mi prende.
Non so perché sto perdendo man mano il controllo delle mie azioni e delle mie parole. Non riesco a porre un freno. Non dovevo digitare il suo numero e attendere impazientemente la sua risposta, non dovevo. Ho sbagliato nuovamente. Non avrei dovuto chiedergli se mi amasse ancora, non avrei dovuto farlo, santa miseria!

Ogni mia parola lo ferisce.
Ogni mia azione lo distrugge.
Devo stargli lontano, ma perché mi risulta così difficile farlo? Non voglio più infliggergli dolore, ma perché continuo a recargliene? Voglio che lui sia felice, che trovi la stabilità e l'amore che merita e allora perché non lascio che lo faccia? Sto lì, costantemente a punzecchiarlo, a cercare un sua reazione, a ricordargli che la persona che ha sempre amato sono io e non un'altra e a non permettergli di respirare aria fresca e nuova.

Durante il nostro percorso scolastico, Jimin non è mai stato tra i miei pensieri, o meglio non mi è mai importato di lui detto con tutta sincerità. Eravamo semplici e normali compagni di classe, ma nulla di più. Però da quando ci siamo rivisti, il mio modo di vederlo è cambiato drasticamente. Non smetto di preoccuparmi per lui, non smetto di apprezzare la sua ammaliante bellezza, non smetto di pensarlo e soprattutto non smetto di girargli intorno. Mettere in dubbio me stesso e ciò in cui ho sempre creduto finora mi spaventa.

Io sono sicuro di me stesso, o almeno credo.

Afferro con frustrazione alcune ciocche dei miei capelli e mordo pesantemente i margini della mia bocca, ma non fa male, sono abituato al dolore. Percepisco soltanto il gusto metallico del sangue che penetra imperterrito nella mia cavità vocale. Il fatto che io sia riuscito a squarciare facilmente le mie labbra, mi ricorda come io sia riuscito a sfracellare nello stesso modo il cuore di Jimin. Entrambi così fragili...

Il mio udito si amplia improvvisamente e presta attenzione al suono della porta d'ingresso che si apre e poi si richiude. Il mio battito cardiaco accelera e automaticamente fisso l'ora sul mio cellulare. Le due e mezza del mattino. È tornato a casa. Che si tratti di Jimin è una certezza perché gli altri coinquilini stanno già dormendo nelle loro stanze.
Subito dopo, un'altra porta viene serrata e il lieve fruscio dell'acqua che scorre inonda interamente l'appartamento. Le mie mani fremono, la mia testa pesa per la confusione asfissiante e i miei impulsi sono sempre più insistenti.
Desidero vederlo.

Mi alzo in piedi ed esco cautelosamente dalla mia camera. Percorro il corridoio, fermandomi difronte l'entrata del bagno e qui i ripensamenti iniziano ad assillarmi. So che non sto agendo correttamente nei suoi confronti, ma so che è altrettanto sbagliato non perseguire le proprie emozioni.
Prego affinché non sia chiusa a chiave e per mia fortuna non lo è. La mia mano scivola liberamente lungo la maniglia e posso così avere accesso a questa determinata zona della casa.

Gli abiti che indossava per l'occasione, che io gli ho sfacciatamente rovinato, si trovano sparsi sul pavimento.
Il mio sguardo si inchioda poi in direzione della vasca e in quel preciso istante, intravedo la sua chioma bionda riemergere dall'acqua. Probabilmente è per questo che non si è ancora accorto della mia presenza.
Strofina i suoi occhi e quest'ultimi, poco dopo, incrociano finalmente i miei. La sua espressione non muta e dalle sue incantevoli labbra non salta fuori neanche una parola. Mi aspettavo parolacce e maledizioni, ma non fiata.

In estasi per l'arte scolpita che è quel suo volto pallido e sensuale, mi spoglio delle mie poche vesti e raggiungo il bordo della vasca, nella quale mi immergo senza pensarci su due volte. La costruzione è abbastanza grande per ospitare le proporzioni dei nostri corpi, ma nonostante questo le nostre gambe entrano comunque in contatto.
Ciò che mi rende più folle in questo momento è la maniera in cui mi fissa. Non ho mai visto nessuno desiderarmi così tanto, avere così tanta voglia di me come lui lo fa.
I suoi occhi parlano talmente chiaro che mi sembra quasi di star udendo la sua voce. Virile ma delicata come una rosa con le sue spine appuntite.

Scruto la sua figura, dal basso verso l'alto e viceversa, avvertendo l'intenso bisogno di toccarlo ovunque.
Sono abituato a vedere il corpo nudo di una donna con il suo seno e la sua incredibile natura, ma la persona che ho dinanzi è ora un ragazzo dalle sembianze morbide e paradisiache. Il suo petto è piatto come il mio e i nostri sessi sono anch'essi uguali. Siamo entrambi uomini, ma io non ho mai toccato sessualmente un altro uomo in vita mia. L'idea mi faceva ribrezzo e lo fa tutt'ora, però con Jimin pare diverso.

Un fuoco arde dentro di me e non riesco a soffocarlo in nessun modo. L'eccitazione massacra me e la mia intimità che necessita urgentemente di attenzioni. Dio, che sto facendo? Non sono in grado di fermarmi e pensare lucidamente. Ho il cervello in pappa.

Gattono verso di lui fino a collocare le mie dita sul bordo in marmo, dietro le sue spalle. Mi ritrovo sorprendentemente in cima al suo corpo. Il mio sesso sfiora il suo e questo contatto mi arreca soltanto un vasto piacere. Le nostre respirazioni si alterano nel medesimo istante, divenendo pericolosamente affannate. Non è sesso, ma sono certo che arriverò, arriveremo al culmine molto presto.

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𝑷𝒉𝒐𝒆𝒏𝒊𝒙 | 국민Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora