52. ᴊɪᴍɪɴ

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«Me ne farai una colpa, ti conosco.»

«Dimmi cos'è che ti turba, solo allora potrai sapere la mia reazione.»

Mi scosto dal suo corpo e lascio che i miei occhi si connettano direttamente ai suoi. Sarò sincero, non mentirò. «Circa una o due settimane fa ho fatto sesso con Taehyung.»

Le braccia gli cadono lungo i fianchi, mentre le sue mani si chiudono in due pugni serrati e venosi. La sua espressione rimane apparentemente immutabile, ma uno come me che conosce il suo sguardo, sa che il sangue gli sta ribollendo dentro. Sta ardendo, divampando come se fosse del carbone in cui è stato gettato un'intera boccetta di alcool etilico.

«Come ti ha convinto?» sapevo che sarebbe successo, ma sto iniziando ad infuriarmi anch'io. «Quale giochetto ha usato su di te per farti cedere? Quale?»

«Mi credi così stupido o così facile? Non mi ha convinto in nessun modo, io l'ho voluto.» confesso, sfidando la sua e la mia rabbia. «Io l'ho voluto.»

«Lo hai fatto per ripicca? Per vendicarti delle mie azioni passate?» detesto il tono velenoso che sta usando e il modo in cui sta cercando di imporsi su di me come se volesse passare per la vittima della situazione, quando in realtà è tutt'altro che vittima. «Occhio per occhio, dente per dente? Volevi farmi impazzire, ingelosire in modo che io potessi provare come ci si sente a stare dall'altra parte?»

«Sono una persona veramente orribile...» ribatto con un sorriso colmo di sarcasmo, ma internamente non sto bene, ferito in maniera letale dalle sue parole prive di fondamento. Blatera come se non mi conoscesse, come se stesse dubitando della mia persona.

«Avrei dovuto cedere anch'io quando quel ragazzo mi ha chiesto di fare sesso e invece no, ho preferito pensare a te, solamente a te e a me perché volevo te e nessun altro. Non ti credevo così egoista.»

«Parli tu di egoismo?» se i nostri sguardi potessero scatenare una miriade di fulmini, noi due ci saremmo già uccisi a vicenda senza alcuna pietà e pentimento.
«Io che aspetto da anni che il mio sentimento venga ricambiato da te ed io sarei un egoista? Ho aspettato perfino che scoprissi di amarmi – con il dubbio che non lo avresti mai scoperto – e chi lo avrebbe fatto al posto mio? Nessuno, nessuno si sarebbe fatto calpestare in questo modo! Tu, tu non avresti mai fatto quel che ho fatto io.»

«Ammetti una volta per tutte che ti sei vendicato. Ti ho calpestato. Tu adesso hai calpestato me. Siamo alla pari.»

Se mai dovessimo proseguire in questa maniera, che futuro potremmo avere io e te? Sembriamo destinati unicamente al peggio, a dare il peggio di noi stessi.

«In che modo ti avrei calpestato? Il tuo orgoglio forse? Ti senti tradito? Non siamo neanche mai stati una coppia, nessun vincolo ci ha mai legati davvero...»

«Può essere in parte anche l'orgoglio, ma hai calpestato il mio cuore e l'immagine che avevo di te.» le sue parole amare e rabbiose tagliano la mia anima in centinaia pezzi, taglienti come coltelli affilati.

Sbagliare non è più umano? Cedere non è più umano? Puntare il dito ovviamente è sempre la via più giusta.

«Se credevi che io fossi il ragazzo perfetto che pendeva dalle tue labbra in ogni momento, ti sei sbagliato di grosso. Nessun è perfetto. Tutti cadono nell'errore almeno una volta. Tutti sbagliano e tu non sei da meno.»

Sono stanco, stanco di ogni cosa.
Sono stanco di sentirmi costantemente in errore, di sbagliare e di essere additato, di essere infelice, di non potermi esprimere come voglio, di farmi del male, di mettere al primo posto gli altri e mai me stesso, di comparire le pene degli altri e mai nessuno che compatisce me, nessuno si è mai messo nei panni. Ne sono pieno fino al midollo, anche dell'amore sono pieno.
Se solo esso portasse felicità nelle mia vita, sarebbe tutto migliore, ma sto finendo al baratro a causa di esso. Ha sbandato la mia vita nel peggiore dei modi.

«Dimmi la verità, Jimin. Sei ancora innamorato di me?»

«Io ti amo fin troppo, ma se al giorno d'oggi dovessi scegliere tra questo martirio e la mia serenità, sceglierei la mia serenità.» la lucentezza dei suoi occhi mi acceca come i raggi del solo al mattino presto. «E no, non sono innamorato di Taehyung se è ciò che stai pensando. Voglio solamente essere felice, sto cercando la mia felicità.»

Mi getto sul materasso come se le mie gambe fossero gelatina e non riuscissero più a sostenere il peso del mio corpo stremato. Mi sento talmente strano e giù di morale che mi sembra quasi di star impazzendo. Forse sto solamente esagerando ogni cosa, ma è così che sto.

Il suo corpo si pone d'un tratto in cima al mio e mi ritrovo inevitabilmente il suo volto schiacciato contro il mio petto. Io abbraccio lui e lui abbraccia me. Vorremmo fonderci per divenire uno solo visto che insieme facciamo fuoco e scintille, ma siamo in due, due esseri umani con le proprie fragilità, paure, sofferenze e chi ha più ne metta.

«Me ne fai una colpa.» sospiro, mentre accarezzo i suoi capelli. «Pensi che io abbia distrutto quelle poche fondamenta in cui avremmo potuto costruire la nostra casa e ci sta, non ti biasimo. Però è capitato e indietro non si può tornare.»

«Sì è vero, ma so che anche tu mi attribuisci delle colpe e neanch'io posso biasimarti perché non sono di certo un santo, lungi da me esserlo.»

«Purtroppo abbiamo il brutto vizio di non dimenticare.»

A volte affermiamo di aver perdonato, ma altrettante volte sono unicamente parole dette al vento. È come se dentro di noi esistesse un cofanetto dove conserviamo ogni mancanza, ogni torto, ogni ferita che subiamo da altri. C'è chi lo chiude per sempre, ponendogli un grosso lucchetto e c'è chi lo tiene aperto e al momento opportuno tira fuori tutto.
Si potrebbe definire un asso nella manica, che in realtà non è perché dare la colpa, rimuginare sul passato spesso non serve a nulla se non a recarci altro dolore emotivo.

«Ci rinfacceremo ogni cosa successa non appena ne avremo l'occasione come è accaduto poco fa.»

«Per questo tra noi non può funzionare. Un vaso rotto è un vaso rotto. Ho capito che per quanto tu possa cercare di ricomporlo, le crepe resteranno per sempre.»

«Jimin-» Jungkook solleva il suo viso per guardare in fondo a miei occhi, a poco dalle mie labbra. I suoi parlano d'amore, ma c'è un velo di rancore che mi strozza internamente. So leggerlo, sappiamo leggerci a vicenda. «Io ti amo nonostante tutto.»

«Ti amo anch'io.»

«Però non è facile dimenticare, lo hai detto anche tu.» la sua mano si adagia sulla guancia in una carezza amorevole.
«Io ti guardo e immagino te e lui insieme. Forse sto esagerando, forse la mia rabbia è perfino insensata visto le mie azioni passate, ma non posso cambiare ciò che sento e nemmeno ciò che ho fatto.»

«Neanch'io.»

Interamente distrutti.

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𝑷𝒉𝒐𝒆𝒏𝒊𝒙 | 국민Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora