21. ᴊᴜɴɢᴋᴏᴏᴋ

2.7K 260 76
                                    

...Non è sesso, ma sono certo che arriverò, arriveremo al culmine molto presto.

Il mio sguardo ricade, ancora un volta, sul suo viso e in automatico le mie dita desiderano accarezzarlo fino allo sfinimento. Delineo il contorno delle sue labbra, così rosee e sporgenti che vorrei prenderle a morsi. Ripeto la stessa azione sulle sue morbide guance e poi mi soffermo sulle sue iridi castane. Mi sembrano così familiari...

La sofferenza che rivelano e le lacrime che vedo scorrere incessantemente non fermano il mio intento, non fermano il mio schifoso egoismo. Continuo a toccarlo e nel frattempo aumento l'attrito fra le nostre dure intimità. Non geme di piacere come vorrei, si limita ad un piagnisteo silenzioso.
I suoi occhi non mi anelano più come prima. Ora mi osservavano con ribrezzo e un odio innato. Che sta succedendo? Non sta amando questo momento inaudito con me? Non era ciò che voleva sin dall'inizio? Addento ferocemente un zona del suo collo color latte, ma proprio in quell'attimo la sua voce straziata scuote il mio udito.

«Mi stai uccidendo, Jungkook»

«Mi stai uccidendo, Jungkook...»

Mi sveglio tutto ad un tratto con le lacrime agli occhi e il sudore che mi sgorga da ogni poro. Per l'amor di Dio, è stato davvero terribile. Il me del sogno non sarà mai reale. Non sarei capace mai e poi mai di fargli così male. Talmente egoista, talmente animale. In nessun modo e in nessun momento, immedesimerò questa versione. No, no, mai. Non succederà.

Il mio cuore martella all'impazzata, mentre la mia respirazione non mostra alcun cenno di volersi calmare. Lacrimo in silenzio, lasciando che le gocce salate cadano contro le mie gote e sulle lenzuola. Quelle immagini mi hanno intimorito e fatto ribrezzo come mai prima d'ora. Mi sento in colpa. Sembrava tutto così vivido, così reale, come se potessi realmente toccare la sua pelle e le sue guance umide.
Se ripenso al suo sguardo, le mie carni tremano come delle foglie esposte al forte vento.

«Jungkook»

Riconosco seduta stante la voce di Hoseok, il quale non ho neanche sentito entrare in camera. Asciugo frettolosamente le mie lacrime e osservo al di là della finestra: un nuovo giorno è appena iniziato. Il sole sta sorgendo proprio in questo lasso di tempo.

«Jungkook, che hai sognato? Un'altra volta quello?»

Il mio labbro vacilla oltremodo al rivivere, tramite i ricordi che la mia mente riproduce, i primi tempi della mia istanza qui a Seoul. Era proprio lui a consolarmi duranti quei momenti, quando gli incubi non mi lasciavano chiudere occhio per via della loro insistenza nel volermi costantemente tormentare.
Nel bel mezzo della notte, gridavo, piangevo e hyung veniva ad abbracciarmi e a permettermi di ritrovare la pace persa. Non mi ha mai lasciato solo e la stessa cosa hanno fatto sia Namjoon sia Yoongi, nonostante si siano stabiliti in seguito nell'appartamento.

«Sai che con me puoi parlare»

«Non so... Se J-Jimin vorrebbe che io te lo dicessi...»

«Jimin?»

«Non dirgli nulla di ciò che ti sto per raccontare, per favore...» Hoseok mi accenna un sì ed io respiro profondamente prima di iniziare a spiegare la situazione «Io e Jimin ci siamo conosciuti durante le scuole superiori. Io avevo perso un anno, provenendo da un altro istituto, e sono capitato all'interno della sua classe. Per quanto mi riguarda eravamo semplici compagni di classe, ma per lui le cose stavano diversamente. Non so perché, non so cosa abbia visto in me di così tanto s-speciale...»

Santo cielo, non piangevo così male da anni ormai, ma pare che Jimin e il suo amore mi stiano totalmente destabilizzando. Non capisco più nulla. Non so più come comportarmi. Non so più che fare.

«Si è innamorato di te e tu non lo ricambiavi?»

La domanda che mi pone riesce ad aumentare i miei lucciconi. È innamorato di me? Certo che lo è.
Non ho mai visto nessuno così innamorato di me finora. Talmente tanto da soffrire. Talmente tanto da avere il cuore in frantumi. Non lo ricambiavo? No perché non sono omosessuale.

«Sì. Sono passati tre anni dal giorno del diploma, giorno in cui mi confessò il suo amore per me e lo stesso in cui le nostre strade si divisero definitivamente»
«Pensavo mi avesse dimenticato, che fosse tutta acqua passata, ma no. Non è cambiato granché la situazione. Non me lo ha detto esplicitamente, ma credo che lui mi ami ancora. In passato, non mi importava minimamente del suo sentimento, ma adesso mi sento in colpa perché sono io la causa della sua sofferenza. Se lui sta male, sto male anch'io, porca puttana!»

«Non mi piacciono le frasi di convenienza, però la cosa è palese, Kook. La colpa non è tua. Se non lo ami, non è colpa tua. Sono vicende che purtroppo capitano nella vita cioè di innamorarsi e poi non essere ricambiati» una pacca di conforto e sostegno arriva sulla mia gamba. Hoseok mi sorride, ma senza mostrare i suoi bei denti «E cosa c'entra Jimin con il sogno?»

«Il me del sogno era terribilmente egoista e animale. Pensavo soltanto a me stesso, mentre lasciavo che Jimin soffrisse. Toccavo il suo corpo, lo guardavo morbosamente e mi sentivo fuori controllo. Non riuscivo a porre un freno alle mie azioni. Inizialmente mi fissava con desiderio, però poi i suoi occhi hanno iniziato a colmarsi di lacrime. Piangeva. Volevo ascoltare i suoi gemiti, ma dalla sua bocca uscivano soltanto singhiozzi. Alla fine mi ha sussurrato una frase... Mi stai uccidendo, Jungkook...»

«È la stessa frase che tua madre ha detto a tuo padre, no?»

«Mi stai uccidendo, Sungwan

«Sì»

«Hai rivisto tua madre in Jimin, non è così?»

«Diavolo, sì! Mia madre soffriva per mio padre come Jimin soffre per me adesso! Se sto vicino a lui, gli faccio del male e se sto lontano da lui...»

Lontano da lui? Ma chi voglio prendere in giro? Solamente me stesso. Io non desidero stargli lontano. Io vorrei poter ridere, dialogare, o almeno avere un minimo di confidenza con lui. Essere dei semplici comuni mortali, ma pare che, quando l'amore di mezzo è tra i piedi, niente di tutto questo è possibile.

«Perché non provi a parlargli? Tenta di spiegargli la situazione per giungere così ad un compromesso che possa far star bene entrambi»
«Mi sembrava soltanto una mia impressione, ma ora capisco il motivo dell'aria tesa che c'è costantemente tra voi due»

«Un'aria terribilmente soffocante...»

Sospiro, rendendomi conto che le mie lacrime sono finalmente cessate. Il mio nodo in gola si è sciolto. Hoseok ci sa fare. Sa sempre come calmarmi. La sua sola presenza ha il potere di calmarmi. Adesso lo osservo, ma la sua espressione non mi dice niente di buono, il suo sorriso non mi dice niente di buono. Pare che se ne stia per uscire con una delle sue, ne sono sicuro.

«Tensione sessuale, eh?»

Lo sapevo.

«Sei una testa di cazzo! È seria la situazione!» esclamo, dandogli una gomitata, nonostante io stia ridendo insieme a lui.

«Lo so, ma dovevo pur strapparti un sorriso!»

«Touchè»

«Comunque...» si alza in piedi, improntandosi dinanzi alla porta «Sei sicuro che non abbia nessuna possibilità con te? Non ti piace neanche un po'?»

«Sai che non mi piacciono i ragazzi, hyung. Se fosse stato una ragazza, non ci avrei pensato due volte» a quest'affermazione, il mio simpaticissimo coinquilino sbuffa.

«Che senso ha quel tatuaggio sulla tua schiena se poi dici questo? Avevi detto di averlo superato... Ricorda che non tutti gli omosessuali sono come quel bastardo di tuo padre e che non sta scritto da nessuna parte che l'uomo è obbligato a stare con una donna. Beh, forse all'interno di qualche antico libro sacro, ma chissenefrega... Se senti qualcosa per lui, seguilo altrimenti nulla. Non è mica colpa tua»

.

𝑷𝒉𝒐𝒆𝒏𝒊𝒙 | 국민Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora