30. ᴊᴜɴɢᴋᴏᴏᴋ

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Non necessitiamo di altro se non di noi stessi insieme. Le nostre dita si intrecciano, mentre la camera da letto è l'unico posto in cui desideriamo rifugiarci.

Pensavo che una volta arrivato dentro la mia stanza e preso coscienza della realtà, l'adrenalina e l'eccitazione del momento avrebbero abbandonato il mio corpo in subbuglio, ma sfortunatamente sono ancora presenti e con maggiore intensità.

Spingo la porta, girando frettolosamente la serratura affinché non si verifichino interruzioni da parte di terzi – talmente andato che non voglio che nessuno ci interrompa. Non so cosa accadrà, ma l'importante ora sembra essere proprio quello di trascorrere del tempo insieme a lui senza alcun intralcio.

«Sarai contento adesso» affermo, sfilandomi la maglia di dosso, mentre trafiggo il suo volto con il mio sguardo glaciale. Un lieve filo di rabbia percorre la mia vena principale e devo sfogarmi. «Eccitato, maledettamente eccitato come non lo ero da tempo, a causa tua»

«Non puoi dirmi questo quando quello che ti aspetta da anni sono io» controbatte, azionando la lampada posta sul mio comodino per poi collocarsi sul margine del materasso. «Non puoi neanche immaginare ciò che provochi ed hai sempre provocato in me. Non puoi capire» la dolce luce dei suoi occhi castani muta in un'ombra oscura di lussuria e desiderio. Vederlo sotto quest'ottica è davvero insolito, però al medesimo tempo intrigante. Ciò che ci intriga è ciò verso cui siamo più propensi per natura. «Non puoi lamentarti per un attimo di eccitazione quando il sottoscritto ha dovuto imparare a frenare i propri istinti intorno a te» scopre il suo petto, lasciandomi immergere nella vastità della sua pelle che affetta da questo chiaro-scuro è ancora più invitante. «Io che con te vorrei soltanto ogni cosa»

Stiamo impazzendo entrambi
senza ombra di dubbio.

Ci denudiamo dei nostri ultimi indumenti, creando il caos per terra, ma l'intimo resta tuttavia afferrato ai nostri sessi infoiati.
La codardia mi affianca per un momento, momento nel quale scompare perfino quella voglia che mi suggeriva di gettarmi a capofitto su di lui. I timori appaiono: ho paura di toccarlo, di baciare la sua bocca, di andare oltre e scoprire di non poterne più fare a meno.
Ho paura che diventi una droga ed io il suo consumatore d'eccellenza.
Lui parla tanto d'amore, ma non sono convinto che questo lo sia. Questi pensieri, queste voglie improvvise, questa tensione tagliente che condividiamo e questi sguardi che trapelano mera concupiscenza non sono emozioni completamente sane.
L'amore non è questo.

«Mi temi davvero così tanto?» la maniera ammiccante con la quale articola ogni parola è uno scossone per la mia codardia che svanisce seduta stante.

Le mie gambe stavolta si muovono per conto loro verso ciò che mi attrae così malamente, dimenticando ogni timore e forma di paura. Mi siedo al suo fianco e all'istante le nostre cosce e spalle in contatto come i nostri sguardi, i quali si incatenano fermamente a vicenda. Abbiamo posto un lucchetto massiccio.
Vorrei che non mi suscitasse nulla, che ritornassi a provare il ribrezzo iniziale, ma francamente mi ritrovo in estasi come se fossi sotto effetto di alcol o droga. Non penso ad altro che a noi, che a lui adesso. Mi sento perso.

Le nostre parti intime necessitano urgentemente di attenzioni, e per tale motivo la guerra tra chi compirà la prima mossa è appena iniziata. Ma è subito lui a vincermi, disponendosi a cavalcioni sulle mie gambe che lo ricevono senza fatica, però ciò non basta. Vogliamo di più.
Cingo gelosamente i suoi fianchi, mentre lui afferra il mio viso per fare in modo che io non distolga gli occhi dai suoi.

Dovrebbe sembrarmi bizzarra o imbarazzante la sensazione di vivere un'esperienza del genere con un ragazzo, ma dopotutto lui non è uno qualunque.
Lo reputo un essere incredibilmente speciale.

𝑷𝒉𝒐𝒆𝒏𝒊𝒙 | 국민Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora