capitolo undici

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"Tutto ok?" chiede Damon notando che non lo guarda neanche, quando prima gli si avrebbero sorriso gli occhi nel vederlo.

Kai non gli risponde e guarda verso la parete.
"Che successo?" chiede confuso Damon aprendo la porta, Kai nel momento in cui Damon apre la porta pensa di riuscire a scappare e gli corre incontro ma Damon lo blocca immediatamente prendendolo dalle braccia e chiudendosi alle spalle la
porta con un piede.
"Qual' e il tuo problema esattamente?Credi che solo perché ho versato qualche lacrima quando pensavo fossi morto, ora mi faccia qualche scrupolo a farti rispedire nel 94 a marcire?" chiede Damon molto innervosito dal gesto di Kai, era deluso, aveva appena iniziato a fidarsi che non gli sarebbe scappato.
"Non puoi per sempre tenermi rinchiuso qua dentro, lo sai che non sarò mai in grado di controllarmi, è inutile che ti sforzi"
"Non é vero, puoi controllarti"
"Invece no" urla staccandosi dalla presa di Damon e iniziando: "Non esiste nessuna redenzione o vita migliore per le persone come me, non diventerò un angioletto solo perché tu mi stai addestrando come un cane a cui devono insegnare a non fare i bisogni dentro casa, é la stessa cosa, un cane può imparare che farlo è sbagliato ma non significa che non voglia farlo o che non lo fará mai più,perchè è un cane, allo stesso modo io so perfettamente che è sbagliato uccidere le persone, ma non ne posso fare a meno, perché sono malato,anche prima di essere un vampiro ero così, la cosa non cambierà"
Kai si sentí come se quelle parole non le avesse dette lui ma fossero uscite da sole senza controllarle, ed un pò era così, era rimasto ferito, e Damon ne rimase sorpreso,sembrava andasse tutto bene fino a qualche minuto prima, "Non lo sei per colpa tua,essere psicopatico non significa essere per forza un mostro,puoi controllarti,fidati di me" fu l'unica cosa che riuscì a dire, non era mai stato bravo con le parole.
"No Damon" risponde con un sorriso, ma non era sorriso allegro, nè uno sadico, nè malizioso, era un sorriso pieno di tristezza.
"Non sono uno psicopatico, sono un sociopatico, lo psicopatico non capisce la differenza tra il bene ed il male, un sociopatico non ha una coscienza, capisce che è sbagliato, ma non gliene frega niente,capisci?"
"Ed è qui che ti sbagli" risponde Damon.
"Eh?"
"Hai detto, 'non gliene frega niente' , ma in questo momento, a me sembra che ti freghi eccome del male che fai, e me l'hai dimostrato più volte, Kai fidati, tu ce l'hai eccome una coscienza, e io credo sinceramente che tu possa essere una persona fantastica se solo ti sforzassi a non fare danni"
"A me sembra tu abbia detto l'opposto qualche minuto fa" risponde facendo riferimento a ciò che aveva sentito sopra.
"Come?"
"Merito di stare da solo per tutte le cose che ho fatto, no?"
Damon si mette istintivamente a ridere.
"Non vedo cosa ci sia di divertente"
"Cioè, ti sei fatto tutti questi discorsi da che andava tutto bene perché mi hai sentito dire questo?"
Kai alza un sopracciglio come risposta.
"Sei UN CRETINO" dice ridendo
Kai incrocia le braccia e lo guarda dicendo con lo sguardo 'avanti spiegami'
"Non parlavo di te, stavo sparlando Klaus Mikaelson con Stefan, bastava chiedere.."
Kai rimane a bocca aperta e subito dopo guarda verso il basso dicendo quasi bisbigliando "pensavo ti riferissi a me"
"Come potrei riferirmi a te se sto facendo di tutto perchè non voglio che tu stia solo?"
"Senti, non lo so" risponde infastidito come una ragazzina girandosi verso il muro per non far vedere l'espressione imbarazzata che ha adesso.
Inutile dire che l'occhio di Damon cadde dove non avrebbe mai voluto che cadesse, e si sentì come un ottantenne che guarda il culo per strada ad una ragazzina, ovvero, sbagliato.
Era proprio un belvedere però,rotondo e sodo.
Distolse lo sguardo, (solo dopo tipo 20 secondi che lo fissava) e disse "Continuiamo a cercare il tuo incantesimo nei libri?"
Kai si gira e annuisce avvicinandosi.
Damon si siede a gambe incrociate, e Kai di fronte a lui con la schiena appoggiata al muro.
Dopo qualche minuto di silenzio, dove entrambi erano impegnati a leggere, anzi, solo Damon, Kai si stava solo annoiando e ruppe il silenzio con una domanda: "Come va con Elena?"
"Ehm.. tutto bene, anche se non la vedo da un po'"
"E ti manca?"
"Hm.." Quella domanda fece riflettere Damon, anzi più che farlo riflettere, gli fece realizzare che Elena non gli mancava affatto quando era con Kai.
"Quindi?"
"No, non mi manca" risponde schietto.
"Perché?"
"Non lo so.. ma non sento il bisogno di vederla"
"Quindi c'è o non c'è non ti fa differenza"
"No ovviamente, se c'è sono contento,se non c'è pazienza"
"Quando vi vedete fate sesso?"
*e rieccolo con le sue domande imbarazzanti* pensó Damon.
"Beh, capita, si"
"Tutte le volte che vi vedete?"
"No ovvio"
"Ma tu vorresti?"
"Beh non è che possiamo sempre stare a fare sesso, ma ovviamente il desiderio è lì, in fin dei conti i vampiri sono sempre eccitati"
"L'ho notato" risponde Kai guardando il vuoto accanto a Damon.
A Damon scappa una risata e risponde con " Scusami?"
Ma Kai evita la domanda e risponde con un altra domanda, stavolta guardandolo negli occhi, "Quando vedi Elena.. hai voglia di baciarla?"
"Immagino sia normale, è la mia ragazza"
"Se non lo fosse?"
"Perché tutte queste domande?" risponde Damon messo in difficoltà.
"Damon" dice serio Kai.
"Cosa"
"Ho un pò voglia di baciarti"
In quel momento la mente di Kai aveva pensato che non ci fosse niente di male nel dirglielo, ma solo dopo averlo detto si rese conto di che peso avesse avuto su Damon.
Era rimasto come pietrificato.
Per quale motivo?
Stava avendo un litigio interiore con se stesso, un lato malediceva Kai per aver appena detto quella cosa mentre un altra parte non aspettava altro.
Kai rimase in silenzio a fissarlo coi suoi grandi occhi grigioblu decidendo che era meglio aspettare che avesse riflettuto abbastanza prima di rispondere.
In realtà Damon non ci mise molto ad elaborare una risposta, lo fece rapidamente, ma dentro di lui era come se avesse passato un'eternità a pensarci.
Il pensiero che gli fece dire finalmente un enorme *fanculo* al suo orgoglio, fu: ' effettivamente per quale motivo dovrei privarmi di qualcosa che desidero fare, per una ragazza che non desidero allo stesso modo?'
E deciso scrollando le spalle,rispose "Fallo".
Nell'istante in cui lo disse, gli venne in mente il loro 'primo bacio' , era andato allo stesso modo più o meno, però ai tempi, non aveva nessun significato per Damon, era stato Kai a dire "fallo", ma adesso era Damon a bramarlo tanto quanto lo bramasse Kai, e non riusciva a trovare una singola motivazione che lo spingesse a capire perché quel ragazzo gli faceva perdere così tanto la testa.
Kai non si aspettava una risposta cosí schietta da parte di Damon, in realtà non si aspettava proprio una risposta.
Ma Damon aveva risposto eccome e la sua risposta l'aveva lasciato quasi senza fiato.
Cos'era meglio fare? Parlare o agire? Kai non era abituato a quelle situazioni, non sapeva quale fosse la strada giusta da intraprendere, decise comunque di agire istintivamente.
Parlare o agire? Scelse la prima.
"Ti rendi conto che mi hai appena detto di baciarti?" disse, come se la sua affermazione di prima fosse stato un bluff.
"Lo so" rispose Damon.
Stavolta non sembrava messo in difficoltà, ma Kai amava metterlo in difficoltà.
"Il chè ti rende infedele e non etero" afferma guardandolo con un ghigno.
"Lo so" risponde di nuovo Damon.
"E non ne sei turbato?"
"Non più"
"Perché mi hai risposto in quel modo?"
"Tu perchè lo hai detto?"
"Perché lo pensavo"
"Ti sei risposto da solo"
"Uhhh Damon Salvatore vuole un bacino"
Damon sorride sarcasticamente e strizza un occhio (tipica espressione da Damon) , avrebbe voluto dire *che stai aspettando ancora?*, ma decise che era troppo, anzi, quell'attesa gli stava dando più tempo per tirarsi indietro dalla situazione, ma non lo fece, e non voleva farlo.
Kai inclina la testa e lo fissò inespressivo, com'era solito fare per mettere in soggezione le persone.
Subito dopo aver ricevuto del silenzio da parte di Damon come risposta, 'gattonò' verso di lui, fino ad arrivargli vicino il viso, e gli si sedette di fronte.
"Mi sembra di star facendo un salto nel passato" dice facendo allusione a qualche giorno prima.
"Ma questo è il presente" chiarisce Damon, facendogli intendere un *idiota non perdere altro tempo sto per sbatterti al pavimento*
Kai sorrise e gli fissò le labbra mentre Damon se le mordeva.
Dopo qualche secondo che a entrambi parve un eternità, Kai poggiò le sue labbra su quelle di Damon, castamente, vi fece pressione per qualche secondo per poi staccarsi, rimanendo a qualche centimetro dal suo viso.
Ma Damon gli impedí di rimanere lontano dalle sue labbra, gli mise una mano dietro il collo e se lo portò alla bocca velocemente, in maniera tutt'altro che casta.
Dischiuse le labbra dando il via ad un bacio passionale, un bacio , da far mancare il fiato.
Durò una ventina di secondi,Damon lo interruppe, probabilmente per prender fiato, ma anche per rendere il tutto molto meno casto, anche se, quel bacio, di casto aveva ben poco.
Lasciò baci umidi nel suo collo lasciando marchi che scomparivano qualche secondo dopo, lungo tutto il collo, la mascella e le clavicole per poi buttarsi nuovamente sulle sue labbra con un bacio decisamente più bagnato.
Kai respirava profondamente e con le mani ricolme di anelli, esplorava la schiena di Damon facendoci pressione con le unghie.
E mentre le loro lingue si scontravano l'una contro l'altra in cerca di dominanza sull'avversario, Damon si sporse verso Kai, facendolo arrivare con la schiena sul pavimento.
Si staccò dalla sua bocca e lo guardò con tanta, tantissima, malizia, ed allo stesso modo lo stava guardando Kai, gli passò il pollice accanto la bocca, disegnando il contorno delle sue labbra bagnate, Kai istintivamente prese in bocca il dito che Damon gli stava passando sulle labbra, e questa cosa, fece un particolare effetto a Damon, e Kai lo notò quasi subito.
Non ci provò nemmeno a togliergli il dito di bocca, la visione e la senzazione non gli dispiaceva affatto, anche se in quel momento, non era il dito la cosa che avrebbe voluto ficcargli in bocca.
Colto da un lampo di senso di colpa e ragione, Damon tolse velocemente il dito dalla sua bocca e si rimise seduto, "Non posso farlo"
Kai storce gli occhi, e lo raggiunge alzandosi mettendosi seduto anche lui, e risponde al suo 'no' avvicinandosi alla sua bocca e leccandogliene un estremità mentre con una mano gli attraversava il collo.
Avrebbe dovuto essere un incapace per la sua non-esperienza, ma Kai, per quanto inesperto e nuovo nel settore fosse, di certo sapeva come provocare.
"Non mi sembra che tu non voglia" gli sussurra all'orecchio, mentre con un ginocchio fa una piccola ma efficace pressione sull'erezione che era lì già da un pó.
Damon sussulta, e cerca di guardare da un altra parte cercando di trovare la forza di volontà per smettere qualunque cosa stia iniziando tra loro, ma non è facile opporsi ai propri istinti mentre l'oggetto del tuo desiderio ti sta mordendo il lobo dell'orecchio.
"Fanculo" dice Damon, e subito dopo aver mandato 'a fanculo' il proprio buon senso, prende Kai per il collo e con uno dei suoi scatti vampireschi si alza e lo sbatte nel muro dietro di lui.
Kai alza un sopracciglio e mima con la bocca un "uhh" tipo un 'wow adesso cosa farai Damon salvatore?'
Damon si scrocchia il collo e lascia il collo di Kai, mettendo entrambe le mani nelle sue spalle, spingendolo ad abbassarsi, ma Kai fa no con la testa e avvicinandosi al suo volto gli sussurra "ti ho detto che non mi sottometto con cosí tanta facilità".
Era come se gli stesse dicendo 'Picchiami se vuoi che lo faccia'.
"Invece credo che lo farai" risponde Damon.
"E come?"
"Cosí " Risponde Damon, costringendolo ad inginocchiarsi mettendo forza nelle sue spalle, stringendo poi la sua mano nel suo volto, spostandogli le labbra con forza.
Probabilmente non aveva mai visto niente di più eccitante, Kai che lo fissava con quegli occhioni,inginocchiato davanti a lui, era una visuale irresistibile agli occhi di Damon, era a tanto così dal far scontrare il suo corpo con la sua bocca, ma..

suo fratello,vampiro, era a malapena ad un piano di distanza.

*Ma sai che c'è? Sti cazzi, ormai* pensò l'alter ego di Damon, mentre con una mano si sbottonava i jeans neri.

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