I - "Non Grifondoro"

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Appena varcò le grandi porte della Sala Grande un forte brusio la accolse caloroso, eccitato quasi quanto il battito del suo cuore, che sembrava volesse correre la maratona attorno alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, la più famosa e prestigiosa al mondo.
Sollevò lo sguardo grigio tempesta sul soffitto stellato, illuminato da quelle stesse stelle che risplendevano brillanti nella volta celeste che si vedeva fuori, grazie ad un incantesimo, illuminato anche dalle mirirdi di candele che fluttuavano dolcemente in aria.
Era terrorizzata, letteralmente.
Si fece coraggio e seguì gli altri suoi coetanei nella Grande Sala, mentre il vociare si spegneva lentamente, per poi riprendere più vivace e feroce di prima, più allegro.
Gli sguardi si volsero tutti verso di loro, inchiodandoli lì, sul posto.
- Quando chiamerò i vostri nomi vi farete avanti e verrete smistati nelle quattro case di Hogwarts, ma non prima...- disse, lasciando la frase in sospeso, mentre il cappello cominciava a cantare la sua solita filastrocca, che però variava di anno in anno.
Lei l'ascoltò rapita, prendendo dalle labbra, anzi dalla piega del cappello.
Si avvicinarono appena, eccitati, mentre la professoressa McGranitt cominciava a spulciare l'elenco.
- Black Annie- chiamò la professoressa di Trasfigurazione, la mitica Minerva McGranitt vicedirettrice di quella scuola, come primo nome per via dell'ordine alfabetico, in quanto Black fosse sempre stato il primo ad essere chiamato, data le iniziali.
Maledisse mentalmente il suo cognome, facendo un respiro profondo, per poi avviarsi a testa alta verso il palchetto dove si trovavano gli insegnati ed il cappello parlante.
Sentì lo sguardo di tutti puntati addosso, mentre il vociare si faceva sempre più concitato a quella vista, alla vista dell'ultima Black.
Si sedette ignorando gli occhi azzurri che la trapassavano da parte a parte con interesse, ed un'altro paio neri come la pece, come la notte più scura.
Si sedette, elegante e fiera come una Black, calandosi e calcandosi il cappello parlante in testa, mentre la sala le spariva davanti agli occhi, cadendo sui suoi occhi grigi ed i ribelli capelli neri come l'ebano, come una notte priva di stelle, oscurandole la vista.
L'ultima cosa che vide furono un paio di occhi verde smeraldo fissarla curiosi e guardinghi.
- Umhhh, difficile, molto difficile. Vedo coraggio, tanto coraggio, ma anche astuzia e furbizia, si, credo che ti abbiano salvato quello in questi undici anni con i tuoi nonni, dico bene. Sì, i Black sono sempre stati Serpeverde, ma, come anche tuo padre e tuo zio prima di te, tu non ci vai affatto bene. Ah, Serpeverde, eh? Sei proprio sicura di non voler andare a Grifondoro? Sai, ti aiuterebbe a diventare grande ed importante, potresti seguire le orme di tuo zio, divenendo un impavido Grifondoro.
No, eh? Sai, questa conversazione mi ricorda quella che ebbi con tuo padre prima di te, anni fa, quando fu il suo turno di sedere su questo stesso sgabello e di indossarmi. Mi fece la stessa identica richiesta, la stessa supplica, mi chiese di metterlo a Serpeverde. Povera anima, lo accontentai, non potendo farne a meno, ma con te no, non commetterò lo stesso errore, non ti darò ascolto. Non hai più voce in capitolo in ciò.
Quindi credo che sia meglio... GRIFONDORO!- urlò poi, infine, sotto lo sguardo stupito di tutta la Sala Grande. Solo un professore sorrideva, senza nemmeno un briciolo di sorpresa. Albus Silente era seduto al suo posto e le sorrideva giovale, certo che avrebbe sempre fatto le scelte giuste, più o meno, d'ora in poi.
Si andò a sedere la tavolo indicatole, con lo stesso sguardo di chi va al patibolo, ma senza mai chinare lo sguardo o la testa, con la solita fierezza ed eleganza dei Black.
Nessun applauso l'accolse nella sua nuova casa, nessuno applaudiva alla giovane Black appena arrivata. Erano tutti ancora troppo scioccati per proferire alcunché di parola, per riuscire a mettere più di due parole di fila.
- Potter Harry- chiamò ancora la McGranitt, dopo qualche minuto dal precedente, ed un ragazzo dall'aria mingherlina e fragilina si fece avanti, gli occhi verde smeraldo colmi di aspettative, eccitazione, agitazione e speranza, anche se con una buona dose di terrore, evidente nello sguardo, sulla faccia e dall'andatura.
Si posò il cappello in capo, oscurandogli la vista e lo sguardo verde acceso.
Rimase in silenzio per qualche istante, per poi gridare a gran voce la sua decisione - GRIFONDORO!- strepitò lui, mentre il ragazzo correva gioioso verso il tavolo rosso e oro, accolto da forti applausi e da urla concitate, da grida festose ed ovazioni, fra cui quelle dei gemelli Weasley - POTTER È DEI NOSTRI, POTTER È DEI NOSTRI!- continuavano ad esultare, festosi e felici, accogliendolo con sonore pacche sulla schiena e strette di mano e grandi sorrisi.
La calma venne riportata dal vecchio preside di Silente, che alzò una mano per permettere allo smistamento di continuare, mentre il giovane Grifondoro sorrideva gioioso e felice, facendo brillare gli occhi verdi smeraldo.
- Ehi!- salutò lui, sedendosi accanto a lei con quel suo sorriso contagioso, che però non la colse, sapendo di aver deluso la sua famiglia, che l'aveva accolta, anche se maltrattata un poco. Non rispose rimanendo fredda e seria, con un atteggiamento superiore.
Accanto a lui se venne a sedere un'altro ragazzo Weasley, il più giovane da quanto mi ricordavo, fra i maschi ovviamente, poi per ultima c'era l'unica femmina fra i figli dei Weasley.
Subito accanto si sedette un'altra ragazza, dai capelli castani riccioluti e gli occhi caldi colori cioccolato.
L'aria intelligente e ligia alle regole ma al contempo non invadente, più o meno, a meno che non si trattasse di farti rispettare le regole, le ispirava simpatia e fiducia.
- Piacere, Hermione Granger- disse, tendendole una mano, sorridendole cordiale.
- Annie Black- rispose, stringendogliela, ma senza il colore che i suoi nonni e zii avevano per anni cercato di sopprimere in lei.
Di accolta sola da un - Benvenuta- per il resto, quando ormai lo smistamento era finito da un pezzo, da parte di un prefetto dai capelli rossi e l'aria pomposa, che mise subito in allerta la ragazza come "Antipatico", ma forse aveva giudicato troppo presto, troppo frettolosamente e freddamente, esattamente come il saluto che le era stato rivolto.
- Benvenuta nella casa di Godric Grifondoro- dissero in coro due gemelli dai capelli rossi ed una spruzzata di lentiggini sul naso.
"Weasley" pensò lei, sollevata nel vedere qualcuno che si mostrava cordiale con lei.
Salutò educatamente con un cenno del capo e fece un leggero "Grazie" mimato con le labbra, dato che Silente aveva preso la parola.

Il banchetto trascorse veloce, fino a che non fu l'ora di andare a dormire.
- I dormitori delle ragazze sono da quella parte, infondo a destra, me tre quelli maschili a sinistra.
Detto questo li congedò, lasciandoli andare a dormire, comodi nei loro letti rosso porpora.
Un gufo entrò planando dalla finestra aperta.
Prese in mano la lettera, aprendola leggermente preoccupata.
Era dei suoi zii, più precisamente di Narcissa Malfoy, che si erano occupati di tenerla, almeno fino a che non fosse stata abbastanza grande da andare per la sua strada, da sola e senza bisogno di troppo aiuto.
La lettera recitava:
"Cara Annie,
Come stai? Va tutto bene lì?
Facci sapere al più presto in che casata sei finita.
Speriamo tutti che tu abbia seguito l'esempio di tuo padre e non di tuo zio, sarebbe un vero disonore per la famiglia, per tutta la nostra famiglia, per l'antichissima e purissima casata dei Black.
Spero che tu ci renda tutti orgogliosi di te e che ci soddisfi, o chi la sente tua nonna e tuo zio?
Baci.
Con affetto,
Zia Cissi.
(Narcissa Black in Malfoy)
Ripose la lettera con mano tremante nel cassetto, prendendo poi una pergamena ed una piuma, iniziando a scrivere la risposta, quella stessa risposta che li avrebbe delusi, che li avrebbe delusi tutti, rendendoli come i genitori di suo padre e suo zio contro lo zio, Sirius Black.
Suo padre, invece, li aveva reso fieri ed orgogliosi ed era quello che voleva fare anche lei, prima di venire smistata in quella casa così diversa da quella di famiglia, la stessa dove era finito suo zio e dove sarebbe dovuto essere smistato anche suo padre, ma che per sua supplica aveva evitata, corrompendo il cappello parlante.
"Cara zia Cissi (Narcissa Black in Malfoy)
Io tutto bene, più o meno, voi? Hogwarts è fantastica, super.
Non è niente in confronto i racconti, i racconti son nulli in confronto con questa meraviglia che è una scuola.
Ho una notizia brutta da darvi, che so che non vi farà piacere, che mi disprezzerete e ripudierete per questo, che mi allontanerete per questo fattore e schiferete, ma fa niente, io ce lo devo dire, so che non potrei non farlo, tanto lo verreste a sapere comunque e sarebbe ancora peggio.
Vi chiedo solo di accettarmi così come sono, per quello che sono e per chi sono realmente e veramente.
Sono stata smistata in Grifondoro, ed una Black in Grifondoro non passa molto inosservata, perciò be lo dico io, prima che lo veniate a scoprire voi, da soli e con le vostre forze, che sarebbe fin troppo peggio.
Sono stata smistata in Grifondoro, come lo zio. A nulla è servito chiedere al cappello un'altra casa, una qualunque.
Si è impuntato, insistendo che tutti e due i Black prima di me, papà e lo zio, dovevano essere in quella casa, così non ha voluto sentire storie, non c'erano santi che tenessero.
Ormai ci ho rinunciato.
Si di avervi deluso, ma vi prego di non farvi troppo peso e di non farvene una colpa.
È solo colpa mia e del mio carattere ribelle, ereditato da quello scapestrato di uno zio che mi sono ritrovata.
Baci. Arrivederci a Natale, sempre se mi vorrete.
Con affetto,
Annie Black.
Finito di scrivere legò la lettera alla zampina zampetta del gufo, che spiccò il volo nella notte nera, illuminata però quasi a sera dalla stelle luminose che brillavano in cielo gioiose e felici.
Si coricò, addormentandosi subito, cadendo in un sonno profondo e senza sogni.

La figlia di Regulus BlackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora