25. Trova la tua ancora

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Canzone - It's you di Ali Gatie

Non posso credere che mio padre mi sta portando da una psicologa.

Perché Blake non si fa i fatti suoi?

Buttare la testa sotto l'acqua è una cosa che faccio spesso, se non sempre.

Lui ha parlato di acqua fredda mi ricorda la mente.

Acqua calda o fredda, non cambia assolutamente nulla.

Si congela fuori e tu fai la doccia con l'acqua fredda sbuffo.

Papà lo nota al mio fianco e mi posa una mano sulla gamba. Lo fulmino con lo sguardo e lui toglie subito la mano.

<<tesoro, non sarà così male, sorridi>> faccio un sorriso forzato e accendo il cellulare notando un messaggio da Blake.

Vaffanculo.

La psicologa ti farà solo bene, testa di zucca, vedrai.

Si, vaffanculo

Testa di zucca lo vai a dire a tua sorella e, comunque, vaffanculo, io mi stavo lavando!

Butto il cellulare nella borsa con forza osservando l'edificio di fronte a noi.

<<possiamo anche rimanere qua>> invito mio padre a non scendere dall'auto, ma lui esce e viene ad aprirmi la porta <<ti odio Grant>> mi alzo chiudendo con forza la porta.

Mio padre inizia a guardarmi male ed io alzo le spalle.

Vuole la guerra? Che guerra sia.

Sento dele notifiche che provengono dal mio cellulare, segno che Blake o qualcun altro mi abbia scritto.

O può semplicemente essere una notifica di instagram o di netflix.

Io e papà entriamo nel palazzo e prendiamo l'ascensore per andare nell'ufficio della psicologa.

Di lei so solo che è una donna.

Papà non mi ha detto neanche il nome.

Il suo lavoro gli permette di conoscere molte persone, come ad esempio dottori o psicologi.

Bussiamo alla porta e una voce femminile ci dice di accomodarci.

Appena entriamo, i alzo al cielo i miei occhi e poi guardo la donna di fronte a me.

Josephine.

Non posso crederci.

Chissà perché mio padre sarà il suo avvocato. In cosa si sarà cacciata? Non mi sembra una donna che abbia qualche problema in se eppure è una psicologa.

<<ciao Cassandra>> mi sorride facendomi segno di sedermi di fronte la sua scrivania. Mio padre cerca di fare lo stesso, ma Josephine lo ferma <<Grant, mi dispiace, ma deve uscire, è una chiacchierata privata tra me e Cassandra. Si accomodi fuori su una delle poltroncine>> gli sorride mentre lo accompagna alla porta.

Sento mio padre alzare la voce per dire qualcosa, ma si blocca subito.

Josephine ritorna verso di me e si siede dall'altra parte della scrivania.

<<come hai già visto, mi conosci>> annuisco annoiata <<ma non ci conosciamo ugualmente, presentiamoci>> mi sprona a parlare, ma io la guardo male.

<<va bene, ho capito, sei stata portata qua con la forza, ma ora siamo qui, perché non parlarmi?>> mi prende per mano sorridendomi.

Annuisco e mi faccio forza.

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