𝐕𝐈𝐈

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Madison's Pov

«Dove vai?» mugugnai non ancora del tutto sveglia.

La stanza era ancora immersa nel buio e rarissimi raggi di sole attraversavano la tapparella.

«A lavoro... ho il turno di mattina e subito dopo alcuni adempimenti. Non aspettarmi stasera piccola..» sussurrò Justin baciandomi sulla fronte e poi sulle labbra.

«...come non devo aspettarti? Mi mancherai...» dissi riflettendo sulle sue parole.

«Anche tu... ci vediamo presto» rispose lasciandomi sola nella stanza.

Non riuscii a riaddormentarmi, nè avevo una particolare voglia di alzarmi.
Improvvisamente, trovai molto interessante il soffitto, credo di non averlo notato prima di questo momento.
Era completamente dipinto di blu e tempestato di stelle. Mi persi a guardarlo.

A risvegliarmi fu la suoneria del mio cellulare.
Ma chissà dov'era... nella stanza regnava un totale caos.

Mi alzai dal letto completamente nuda e trovai il cellulare nei pantaloni della tuta che indossavo ieri.

Sul display, era comparsa una chiamata in entrata da Sol. Indecisa sul rispondere o meno, il mio istinto ebbe la meglio.

«Sol» dissi dura sedendomi sul soffice letto.
«Mad... ascolta, io... io non c'entro nulla con quello che hanno fatto! Nemmeno lo sapevo te lo posso giurare!» si affrettò a dire.
«Non mi importa. Non voglio vedervi mai più.» annunciai drasticamente qualora qualcun altro fosse in ascolto.
«... va bene, ne prenderò atto. Qui ho tutti i tuoi borsoni con le tue cose, prima che Christian bruci tutto... mi ha chiesto di far sparire tutte le tue cose. Dove posso portartele o vederci per dartele?» mi chiese con voce più contenuta e rilassata.
«Hai da scrivere? Possiamo vederci ad un bar..» risposi dettandole l'indirizzo del bar che si trovava lungo l'autostrada.

Non ero così stupida da farla venire qui e farle scoprire il posto in cui mi trovavo.
Tutto ciò poteva essere benissimo una falsa, un diversivo per attirarmi lì... ma non sarei andata impreparata all'appuntamento.

«okay... a che ora?»
«Tra un'ora.» risposi freddamente e staccai la chiamata.

Frustrata, feci viaggiare le dita fra i miei capelli in un vano tentativo di calmarmi.
Ero così arrabbiata e agitata, non riuscivo a controllarmi, a calmarmi.

Rapidamente mi feci una doccia e legai i capelli in una coda alta.
Trovai nell'armadio della camera un maglione e un paio di jeans e indossai questi.

«Buongiorno signorina Madison... cosa le servo per colazione?» mi chiese cordialmente la governante della casa.

«Nulla... sto uscendo, faccio colazione fuori» risposi scendendo le scale e dirigendomi verso l'uscita.

Ad un tratto indietreggiai ricordandomi di non avere un mezzo di trasporto e lì mi trovavo in mezzo al nulla.

«Anzi... per caso, avete un auto? Devo raggiungere il bar sulla strada..» chiesi trepidante.

«Può prendere la mia auto signorina... è una Fiat cinquecento parcheggiata nel bosco. Non la utilizzo da un po'..» disse cercando le chiavi in alcuni barattoli sulla credenza.

«Andrà benissimo, grazie!» ringraziai prendendo al volo le chiavi dell'auto.

Finito il percorso a piedi, trovai l'auto e arrivai sul luogo dell'appuntamento appena in tempo.

Appena entrai nel locale, vidi la sua testolina bionda seduta ad un tavolo nascosto nella sala.

«Ciao» dissi sedendomi davanti a ella.
«Madison..» rispose allungando le sue mani vicino alle mie.
«Ordiniamo qualcosa?» mi chiese facendo avvicinare una cameriera.

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