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Come una furia corsi in camera di Jason. Non era ancora rientrato, ma non mi importava, l'avrei aspettato. Iniziai a curiosare un po' fra le sue cose...
non aveva nulla di personale che lo legasse a qualcuno, solo i suoi vestiti, una pistola. Probabilmente solo in quel momento, osservando la sua stanza, mi accorsi di quanto fosse vuota, priva di un'anima.
Più rileggevo quei titoli di giornale e più mi ribolliva il sangue nelle vene.
Finalmente la porta si aprì e lui entrò. Non si aspettava di certo di trovarmi in camera sua dopo l'accaduto nel corridoio.

"Piccola... che ci fai qui? Vuoi fare pace?" mi chiese sfacciatamente e mi irritò ancora di più.

"Jason, piantala sul serio. Sono stanca di questi tuoi giochetti. Voglio risposte." sputai acidamente fuori.

"Di cosa parli?" chiese facendo finta di non capire.

"Mi rammenti il patto che abbiamo fatto? Ho un attimo un vuoto di memoria" lo stuzzicai esasperata dal suo atteggiamento e dalla confusione che provocava dentro di me.

"Tu volevi conoscermi e io scoparti... tutto qui. Cosa non ricordavi?" rispose sarcasticamente.

"A me è tutto chiaro... ma non capisco e non riesco a giustificare il tuo intervento di stamattina. Noi non stiamo insieme, non abbiamo una relazione... perché quella scenata davanti a tutti?!" sbottai arrabbiata.

"Non mi piace Klee, non voglio che lo frequenti." rispose con non chalance... neanche fosse la risposta più logica che potesse darmi.

"Non hai potere su di me, non puoi scegliere al mio posto chi posso frequentare o meno." dissi guardandolo negli occhi.

"Si che posso. Lo sto facendo" rispose iniziando a stringere i pugni e serrare la mascella.

"Sei un gran stronzo, lo sai vero?" dissi non curandomi di chi fosse e di chi avessi dinanzi a me.

Mi prese per il polso tenendomi saldamente e avvicinò il suo viso al mio.

"Però questo stronzo ti piace molto a letto, eh Jensen?" disse leccandomi il collo.

"Non cambiare discorso... tu..." lasciai la frase in sospeso.

"Io? Completa la frase, sono curioso" mi incitò con finto interesse e gran sarcasmo.

"Tu... provi qualcosa per me non è vero?" presi coraggio e lo dissi.

Era la cosa più logica che mi veniva da pensare dopo i suoi ultimi atteggiamenti.

Rispose con una fragorosa risata.

"Provare qualcosa per te? Non ho un cuore, non provo alcun sentimento. Altrimenti non mi chiamerebbero Nerf, il criminale a sangue freddo" disse con amarezza.

"Non è vero e tu lo sai." stavo perdendo la pazienza.
La recita era durata fin troppo. Non potevo più andare avanti così... stavo perdendo tutto e per colpa sua.

"Non voglio farti del male piccola, non costringermi a farti fare una brutta fine" sussurrò vicinissimo alle mie labbra. L'aveva detto con una naturalezza che mi fece gelare il sangue nelle vene.

Voleva uccidermi?
Rimasi per qualche attimo in silenzio elaborando la sua minaccia.

"Non ho più nulla da perdere... hai già ucciso la mia famiglia, fai fuori anche me. Dovevo morire anch'io quella notte insieme a loro!!! E mi sarei risparmiata questo incubo in cui mi sveglio ogni giorno e non riesco a uscirne!" buttai fuori liberandomi, arrabbiata, mentre copiose lacrime scivolavano sulle mie guance.

Jason rimase attonito, mi lasciò il polso e fece qualche passo indietro. Io mi accasciai a terra e non riuscii a fermare le lacrime.

"Perché non sono morta anch'io!!!" urlai in preda alla frustrazione.

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