Riflessioni

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POV Jasper

Possibile che alla risoluzione di un problema ne scaturiva subito un altro? Eravamo felici per aver risolto il mistero per aver capito cosa fosse Alice, bastava solo un po' di autocontrollo, ma quest'auto-controllo non sarebbe mai arrivato dopo una problematica così delicata, il mistero era più intricato di quanto ci si potesse aspettare. Alice era nuovamente rigida, fredda, immobile, nessuno sapeva cosa dire ed in effetti non c'era nulla che si potesse dire o fare... quale parente avrebbe potuto rivelarle che in realtà i suoi genitori non erano i suoi genitori! Restava Cynthia sua sorella, ancora in vita...ma...non aveva mai voluto vederla...e poi ora con questa nuova forma...era impossibile... non avremmo mai svelato questo dubbio, e contemporaneamente avevamo la certezza che almeno uno dei suoi genitori dovesse essere quella creatura. Mentre Seth tossicchiò per risvegliare l'attenzione di tutti, ognuno perso nei meandri delle proprie congetture, pensavo a tutto ciò. Per l'appunto era ciò che pensavo io, io soltanto, né Alice ne tutti loro avrebbero accettato la mia soluzione.
"Billy, perché non l'hai detto chiaramente..." Bella si portò davanti al vecchio infervorata,
"Siamo stati sciocchi...io prima di tutti...spesso le cose scontate sono quelle che ci scivolano fra le dita." disse sommessamente, poi si rivolse ad Alice,
"Alice, qualunque siano le tue origini è il presente che ora conta...il presente...ciò che sei...ciò che devi imparare..." Alice tacque, fece qualche passo indietro, dal modo in cui corrugava la fronte e dal modo in cui serrava ogni tanto il pugno, capii che stava riflettendo, in ogni caso avvertivo il suo sforzo di calmarsi e di ascoltare Billy.
" E' il controllo..." annunciò,
"Riesci a richiuderle?" lo chiese con una tale naturalezza da lasciarmi atterrito, richiudere?
"Le ali?" domandò ingenuamente Seth, a quel punto mi accorsi di essere stato anch'io ingenuo, anzi che tutti compresa Alice lo eravamo...non riuscivamo a parlare di Alice come Alice e basta, ora in lei c'erano Alice e le ali, due entità separate e unite. Billy sospirò sorridendo.
"E come dovrei fare?" Alice rise nervosamente,
"Non ci avevi ancora pensato eh ?" Billy rise sonoramente,
"Beh, no..." sentii le emozioni di Alice mutare

"In effetti nessuno di noi ci aveva pensato" osservò Carlisle in modo impercettibile, con un moto di rimprovero verso se stesso, si gratto frettolosamente il mento,
"Ma non è una cosa permanente?" chiese Bella,
"Solo Alice può saperlo..." vedevo Alice sobbalzare di irritazione ogni volta a quest'allusione,
"Io non lo so... come dovrei saperlo?" ammise sconsolata,
"Provaci soltanto.." ammiccò il vecchio,
"Okay.." sospirò , scese giù dal porticato e chiuse gli occhi; seguì un movimento calcolato delle ali, come se volesse sgranchirle, dopo le portò in alto e le piegò, le vedevo attecchire alla schiena sempre di più...finchè sparirono...le andai incontro così pure Carlisle ed Edward; studiammo per diversi minuti quelle cicatrici, si vedeva sempre quella lanugine e il colore bluastro era durato solo per qualche secondo.
"Sorprendente!" esclamò Carlisle, sentivo Billy ridere compiaciuto,
"Come hai fatto?" Alice fissava il mio volto stupito e gioioso e fu un po' sconcertata,
"Non lo so...ho solo desiderato che sp...si richiudessero..." abbassò lo sguardo, ciò che intendeva era che in realtà sparissero. Perchè? Insomma quando mi aveva trovato atterrandomi addosso era così felice, così com'era felice di riuscire a volare, e ora sembrava infelice...dovevo parlarle...
"Bene..." disse Billy,
"Sei riuscita a volare?" chiese con naturalezza lui, Alice annuì,
"E' tutta questione di abitudine e istinto, come trasformarsi da lupo o come resistere agli umani e fissò tutti, giusto? Te la caverai Alice, e chissà quante cose potresti scoprire ancora!" pronunziò tali parole accentuandone alcune col tono della voce, poi girò la sedia e sparì dentro casa; Bella guardò titubante Carlisle e Seth che lo seguì rivolgendo ad Alice un'ultima occhiata.
"Se ne va?" Bella entrò a sua volta trascinando con se Edward,
"Come ti senti?" chiesi ad Alice,
"Un po' intontita...ma sto bene" scioccò le dita poi mi afferrò la camicia sospirando,
"Abbiamo dimenticato la visione" già, quella visione...ormai gli ultimi giorni erano stati un susseguirsi di novità e sorprese e assurdità e la memoria faticava a stare al passo.
"Carlisle" nonostante fosse a un metro da noi dovetti richiamare la sua attenzione, sembrava assorto in chissà quali congetture mentre scrutava il prato sottostante.
"Ho una visione che si ripete da giorni...da quando è successo tutto questo... non è come le altre, è qualcosa di più lo sento..." e spiegò a Carlisle i dettagli cinematografici dell'ultima identica visione che però risultava essere così reale da farla impazzire. Mio padre concluse che l'unica cosa da fare era ottenere il maggior numero di informazioni circa l'ubicazione di questo motel sul posto e recarsi di persona e poi...
"Vedere che cosa succede..." disse, Alice sorrise nervosa, era uno di quei sorrisi che le conferivano un'espressione indecifrabile da giorni, certo un sorriso simulato, illusorio che mostravano quanto fosse fragile il suo mondo, che mostravano quanto si sentisse sola e incompresa, eppure aveva noi, tutti noi.
Solo noi due tornammo a casa, Carlisle decise di restare ancora alla riserva per chiedere qualche altra curiosità, non parlai per tutto il tragitto, Alice correva davanti a me, anche lei immersa nel groviglio di pensieri che avvertivo a distanza; un'altra faccenda mi struggeva, l'arrivo di Rose ed Emmett e le spiegazioni che ne sarebbero seguite. Loro non sapevano nulla, non avevano vissuto nulla, tutti quei giorni trascorsi a vederla cambiare. Come avrebbero reagito? Ma cosa di vitale importanza come avrebbe reagito Alice ? Poteva benissimamente avere la stessa reazione avuta con Jacob.
Arrivati, Alice saettando afferrò il portatile dello studio di Carlisle , lo portò in salone se lo adagiò sulle ginocchia e cominciò a pigiare agitata i tasti. La bloccai adagiando una mano sulle sue, non c'era bisogno che dicessi nulla, sospirò si portò le mani ai fianchi e poi si stiracchiò allungandosi sulla morbida pelle del divano.
"Jazz sto bene..." quello sguardo dolce e sincero mi catturò, ora vedevo il suo vero sorriso, non avvertivo più imbarazzo o nervosismo o paura, mi accorsi dell'effetto che avevo su di lei, che il mio amore aveva su di lei. Non riuscivo a capire perchè si sentisse così fuori luogo con gli altri, con Edward! Insomma avevano un rapporto così intimo e con Bella, sua sorella, non era mai stata fredda con lei...e ora?
"Trovata!" esclamò piena di adrenalina, scattò dal divano,
"Dove vai?"
"Ho l'indirizzo, Jasper, devo andare..." mi guardò intensamente negli occhi,
"Vengo anch'io..." sorrise, scattai in avanti e chiusi la porta già spalancata, era confusa,
"Ma non oggi..." le baciai la guancia e la tirai giù sul divano abbracciandola da dietro, rise,
"So che vuoi che tutto questo finisca..."
"Esatto.... tutti i dubbi, i misteri, le stranezze..." le tremò la voce,
"Però dobbiamo affrontare ogni situazione gradualmente..." mi strinse la mano,
"Avevo dimenticato Rose ed Emmet..." si irrigidii,
"Non turbarti, saranno sconvolti ma capiranno..." ancora quel sorriso indecifrabile,
"Hey..." volevo invitarla a parlare, a sfogarsi a dirmi la ragione di quella sensazione di inappropriatezza,
"Si...capiranno..." si alzò,
"Oppure crederanno che siamo tutti pazzi..." scossi il capo sorridendo,
"Jasper io non so se...." mi alzai anch'io le accarezzai i capelli cingendola con le braccia,
"Se riuscirò a farle usci....insomma le ali....incespicò,
"Ci riuscirai, segui quello che senti , istinto o volontà o rabbia....vuoi provare ora?" il suo volto beato si increspò e si sciolse dall'abbraccio a quelle ultime sillabe. Per riportare la conversazione a quella tranquillità chiesi cosa si provasse nel volo. Si illuminò e mi descrisse dettagliatamente ciò che aveva sentito, visto, percepito. Ero incantato da quanta gioia le aveva dato quella libertà assoluta. MI disse anche che per un attimo era forte il desiderio di fuggire via, deglutii...si fermò.
"Poi però ho pensato a te, agli altri...non avrei mai potuto lasciarvi..." altra pausa, raccontò della visione ma passò a quell' argomento credendo che non avessi udito tutto quello che aveva detto a
Carlisle ed inoltre nel narrare sembrava aver fatto un salto in avanti, come se mancasse un pezzo, un filo conduttore che aveva risvegliato la visone ed inoltre come aveva capito che era in Canada? Notò la mia incertezza,
"Oh, scusa. Lo sai già..." si schiarì la voce, sapeva che avvertivo qualcosa di strano, mi stava nascondendo qualcosa, di nuovo,
"Sai...credo che mi addormenterò..." cambiò espressione, ora era completamente a suo agio e mi scoccò un bacio sulle labbra, dormire, a quanto pare poteva , come l 'altra notte, mi dissi che ero paranoico e che non c'era nulla da nascondere le sorrisi, la porta si aprii, era Bella.

NON SO PIU' CHI SONO (an Alice Cullen's story)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora