Memorie passate

156 6 2
                                    



Okay...respira Alice...niente panico... in fondo cosa può accadere di così terribile? Mi ripetevo di stare calma ogni frazione di secondo, tuttavia una sensazione insolita si stava impadronendo del mio corpo. "Fermo" dissi a Jasper all'improvviso,
"Non sono in casa" mi guardò interrogativo,
"Ma Jacob ha appena detto che..." chiusi gli occhi,
"Sono nella riserva" lo dissi un po' titubante, perchè erano andati lì...perchè avevano cambiato idea così in fretta?
"Oh, allora non dovremmo andare" a Jasper non piaceva oltrepassare il territorio dei lupi, nonostante ormai fossimo alleati tra cui scorreva buon sangue. Conoscevo Jasper e sapevo quanto fosse difficile per lui abituarsi a qualcosa di nuovo; ma stavano parlando di me...col padre di Jacob!? Come!
"Io lo uccido"ringhiai, perchè ora anche i licantropi dovevano considerarmi più strana di quanto già lo credessero!
"Jasper, devo andare alla riserva" sussurrai rilassata.
"Stai bene?" mi scrutava attentamente...restai immobile per 5 secondi finchè capii che avevo cambiato umore troppo velocemente, cioè avevo ringhiato e ora ero calma e tranquilla e pensavo di andare a parlare con i lupi come se fosse per me l'atteggiamento più naturale del mondo?
"Si sto bene" tagliai corto e mi voltai, ora ero nuovamente irritata, per un attimo avevo quasi dimenticato gli attimi di intesa gioia con lui in spiaggia.
"Jazz, discutono sulla mia situazione...e anche se non mi alletta l idea" dissi calma,
"di parlare con i lupi delle mie strane" ecco di nuovo irritata,
"si beh, voglio farlo..." fissavo il suolo, lui da dietro mi cinse le spalle,
"Vengo anch'io"


Sentivo quanto fosse inquieto all'idea di entrare nella casa dei Quileute, fortunatamente già da fuori riuscivamo a sentire l'odore di soli tre licantropi, Leah, Jacob e suo padre; poi c'erano i nostri e sorprendentemente soltanto Edward e Carlisle. Strinsi la mano a Jasper, entrammo.
Non avrei saputo descrivere la faccia di Leah quando mi vide, era a metà fra stupore, curiosità e paura,
"Alice..." Carlisle mi apostrofò, ero decisamente inquieta, non ero mai stata in quella casa nè a contatto diretto col capo clan. Lui mi sorrise nervosamente, era intento a scrutare libri polverosissimi, 5 volumi occupavano un modesto tavolo da pranzo, la stanza era angusta, solo una finestra e due poltrone stile anni 80 di stoffa blu sgualcita. Niente tv...nessun soprammobile ...nessun arredo che non fosse essenziale. Attorno al tavolo c erano 5 sedie, Edward era su quella più vicina al padre di Jacob, Leah su quella a destra, Carlisle era in piedi, lo stesso Jacob se ne stava in fondo alla sala impaziente.
"Accomodati" mi disse suo padre, poi lanciò un'occhiata a Jasper che accolse l'invito nervoso. Da seduti gli appoggiai una mano sulla gamba per calmarlo....risultato?....la mia mano tremava.
"E' una storia così strana" mentre tentavo ancora di raccapezzare i pensieri lui parlò, cercai di concentrarmi sul presente senza badare alle innumerevoli visioni che ancora si affollavano in testa...un palazzo stava crollando a Denver.... tentai di trattenere il gemito ma mi sfuggì... Jasper si agitò.
"Tranquilla, strana non significa terribile" credeva fosse riferito a lui,
"Alice, come avrai visto di sicuro, ho raccontato quello che è successo ieri a coloro che in questo momento sono presenti in questa stanza" disse Carlisle, gli lanciai un' occhiata rabbiosa,
"E aggiungo che ha fatto bene a farlo" disse il lupo,
"Alice...posso chiamarti Alice vero?Ha dovuto farlo...senti non vorrei essere nei suoi panni poiché non riesce a capire cosa ti sta succedendo e neanch'io posso comprenderlo del tutto...ma ti giuro... non devi avere paura...è un evento rarissimo" parlava entusiasta. Guardai confusa negli occhi ciascuno di loro, ora Leah sembrava anche imbarazzata.
"Non capisco, cosa vuoi dire?" non ci stavo capendo nulla.
"Alice, tu sei mia sorella, e devo parlarti sinceramente e con schiettezza..." Edward intervenne e si alzò dalla sedia,
" Ti stai trasformando..." sgranai gli occhi,
"Lei cosa?" Jasper parlò istintivamente,
"Si Jasper, siamo chiusi in questa stanza da ore...e leggendo tutti questi libri che narrano del mondo soprannaturale così definito dagli esseri umani e a cui chiaramente apparteniamo...siamo arrivati a questa conclusione! I cambiamenti che Alice sta mostrando da mesi ci inducono a pensare che stia diventando qualcos'altro." Senza parole.
"Siete giovani e mi sorprende che vostro fratello abbia accettato questa supposizione irreale così prontamente ...ma è la verità...e se vorrete...se vorrai Alice...ti informerò di ogni indizio seppur limitato che ci ha condotto a tale supposizione" continuò l'anziano, le mie labbra si mossero meccanicamente, ero rigida, intontita,
"Cosa sto diventando?" chiesi imperturbabile, Carlisle guardò il vecchio nervoso,
"Ahh...non lo sappiamo...non possiamo affermarlo con certezza... è una questione troppo delicata, non abbiamo abbastanza inform..." mio padre si fermò, nessuno riusciva a guardarmi negli occhi, Jasper affianco a me era impietrito.
"Una creatura alata" sussurrò soavemente il lupo, un silenzio carico di tensione riempì la stanza;
"MI PRENDETE IN GIROO?!" urlai con quanta voce avevo in gola....silenzio...
"Io vengo qui con la speranza di ricevere risposte coerenti e voi vi fate beffe di me!?
Non ci posso credere...Carlisle io ho un problema... forse medico...insomma per noi vampiri...la nostra medicina.... le lacrime ...c'è una spiegazione razionale...è possibile che si sia sviluppato un virus o che so che attacca i vampiri e causa questo ..." vaneggiavo... silenzio...
"Andiamo!! Basta con questa storia dell'angelo! Carlisle quella pazza in ospedale ha offuscato le tue capacità di giudizio!"
"Non potete credere sul serio a questa favola?" guardavo tutti, silenzio...mi alzai di scatto, sorprendentemente il lupo mi afferrò le spalle dalla sedia e mi rimise a sedere. Jasper scattò in piedi, Edward lo fulminò con lo sguardo.
"Non è una favola" disse fastidiosamente tranquillo il capo,
" Quello che sto per raccontarti è una memoria della nostra famiglia...di mio padre...e ti assicuro che non è una favola..." mi fissò intensamente, mi calmai....respira Alice...niente panico...

NON SO PIU' CHI SONO (an Alice Cullen's story)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora