Fuori

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POV EDWARD
Il potere, possibile che tutto ruotasse sempre intorno al potere? I pensieri di Jasper erano vividi, ripensava all'ultima volta che l'aveva vista costantemente, sarebbero passati altri 4 mesi, sembrava la durata di una gravidanza umana. Il dopo mi preoccupava, Alice forse aveva riposto troppa fiducia in lei. Era oramai l'alba, il sole faceva capolino tra le montagne scoscese, l'aria cominciava a riscaldarsi. Avevo sete, mi diressi a 20 km da Forks, avevo sufficiente energia per attraversare l'intero continente, eravamo rimasti seduti a parlare tutta la notte. Velocemente tramortii un giovane puma, goffo, inesperto, e saziai la mia sete. Pensai di tornare indietro quando un odore familiare mi bloccò. Corsi velocemente, un forte vento proveniva da sud-ovest, poi il frangersi dei rami più alti e un tonfo. Mi fermai davanti ad una massa di piume azzurre e bianche, realizzai in un centesimo di secondo.
"Alice!?" sollevò leggermente le ali e potei guardarla in viso, sembrava sorpresa di vedermi e sollevata, guardinga lanciò un paio di occhiate al cielo, provò a mettersi in piedi ma traballò, la sostenni dalla spalla, ritrasse le ali sporche di fango e mi sorrise, aveva il vestito tracciato, potevo vedere un tratto di pelle marmorea del grembo, una leggera contusione,
"Ma sei ferita, presto, andiamo da Carlisle" gli occhi le divennero vitrei per qualche secondo,
"Grazie al cielo, non ci seguiranno" la guardai confusa,
"Chi? Alice come mai sei..." i pensieri di lei si focalizzarono sugli ultimi avvenimenti, sua madre, il sangue, l'inseguimento, la caduta.
"Torniamo a casa, non sono più al sicuro lì" si scostò da me, corse per qualche km era più lenta, si fermò.
"Sei troppo stanca" ansimava,
"Hey hey" feci in tempo a sorreggerla, stava perdendo le forze, la presi tra le braccia, inspiegabilmente era leggera come una piuma nonostante la gravidanza avanzata,
"Grazie..." sussurrò chiudendo gli occhi,
"Mostriciattolo dovrai ricambiarmi il favore" sorrise esausta.





POV Alice


Avevo perso conoscenza per diversi minuti, comunque mi sentivo molto debole e avevo la vista annebbiata, avevo volato per tutta la notta e oltre la dimensione, era stata la cosa più faticosa che avessi mai fatto. Edward forzò correndo più veloce che poteva, a metà tragitto aveva chiamato Carlisle e informato gli altri, arrivati sul portico avvertii la presenza di Jasper ed Esme e Carlisle, Jasper saettò davanti ad Edward, i suoi occhi balenarono lungo tutto il mio corpo, dovevo essere ridotta uno schifo perché il suo sguardo raggelò,
"Sto bene, non è niente" feci cenno ad Edward di mettermi giù, lui e Jasper avevano le braccia tese pronte a sorreggermi, mi appoggiai a Jasper che mi scoccò un bacio sulla fronte,
"Vieni Alice..." disse Carlisle, Esme mi passò una mano sulla spalla angosciata ma felice di vedermi, arrancai con l'aiuto di Jasper fino al lettino nel suo studio. La luce della lampada da sala operatoria mi accecò, lampi vermigli del cielo, ecco cosa mi balenava in testa, quella schiera di angeli che davano la caccia a me , il terrore di non riuscire sfuggirgli, lassù. Mi mancò il fiato.
"E'..." provai a raccontare, Jasper mi guardava turbato e interrogativo a pochi centimetri da me,
"E' stato orribile, mi hanno dato la caccia, volevano ucciderci... hanno distrutto il posto in cui ero nascosta, hanno...distrutto tutto...e poi mi hanno trovata, quasi all'istante, non so se sono al sicuro qui ma non sapevo dove altro andare" Carlisle mi massaggiò la gamba mentre sfoderava ecografo e strumenti vari.
" Tranquilla Alice, non agitarti, noi ti proteggeremo" annuì guardando Jasper sempre più ansioso,
"Credevo che lei ti avrebbe tenuta al sicuro... qualche altro mese" mi sussurrò confuso, gli presi la mano, non sapevo cosa dire,
"Come sta il bambino?" non avevo battuto così forte a terra, da quel punto di vista mi sentivo come sempre, stava bene, non per colpa mia...non...
"Sta bene" tirai un sospiro di sollievo, aveva auscultato il suo cuoricino velocissimo più di quello di Renesmee, poi prese l'ecografo,
"E tu, sei ridotta male, come ti senti?" Jasper mi accarezzò le guance,
"Sono più forte di quanto tu creda" dissi a voce roca sorridendo, mi baciò, nonostante tutto ero felice di essere di nuovo insieme a lui, mi sentivo più forte, completa con lui.
"Ragazzi" Carlisle sussurrava quasi,
"Eccolo qui" io e Jasper ci voltammo simultaneamente allo schermo anche Edward ed Esmee si avvicinarono,
"E'...perfetto" disse Jasper a voce tremante, una sagoma di neonato sullo schermo grigio, muoveva le manine come se cercasse di afferrare qualcosa, una lacrima di gioia mi solcò il viso,
"Guardate è un maschietto" Esmee indicò un punto sullo schermo,
"Si" Jasper mi guardò felice,
"Direi che quella ridotta peggio sei tu Alice, una piccola contusione che non ha provocato danni, ma tu hai bisogno di assoluto riposo per qualche giorno" mi sollevai dal lettino, Jasper mi massaggiò la schiena,
"Non le farò muovere un muscolo" proferii baciandomi la nuca, guardai Edward supplicante,
"Poi penseremo al da farsi, c'è ancora tempo" disse, eppure sentivo di non averne ancora molto.

NON SO PIU' CHI SONO (an Alice Cullen's story)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora